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emigrazione

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Il sistema del tatto

di Alejandra Costamagna Avrebbe dovuto farlo tanti anni fa, pensa Agustín. Quando aveva trovato sua madre stesa sul letto, con la bava alla bocca, lo sguardo perso e il boccettino vuoto sul comodino. Quando Aroldo era andato a consegnare il lievito a certi clienti fuori Campana. Quando non c’era nessuno in casa e aveva dovuto chiamare un’ambulanza e aiutare a caricarla e vedere come la portavano via e raccogliere un...

L’Americaaaa!

di Romano A. Fiocchi Georges Perec, Ellis Island. Storie di erranza e di speranza, Archinto, 2017. Pochi sanno cosa sia Ellis Island. A scuola non te lo insegnano. A scuola ti parlano soltanto di quella migrazione in massa di milioni di europei verso un mondo dove c’era libertà, democrazia, lavoro. E allora l’immagine più comune scolpita nella memoria collettiva è il grido che Baricco mette in bocca ai passeggeri del Virginian...

Suttaterra – Orazio Labbate

SUTTATERRA Estratto dal nuovo romanzo di Orazio Labbate (Tunué Edizioni, novembre 2017) II Gemevano le alte foglie del campo di granturco mentre il vento le sfregava come se dovessero scintillare per la nascita di un fuoco. Nelle campagne di Milton le magie si consumavano da sempre, sullo sfondo di sempre eguali e indifferenti cosmi. La casa dei Buscemi, squallida eppure maestosa, in un singolare stile vittoriano, si sollevava su due piani. Nerastra e beffarda, innalzava...

La luna e il faro, il Meridiano su Vincenzo Consolo

  di Giuseppe Schillaci    É saturnina la Luna, atra, melanconica, sospesa nell’attesa infinita della fine che non arriva mai. Ma se malinconia è la storia, l’infinito, l’eterno sono ansia, vertigine, panico, terrore.  Lei, la Luna, ci salvò e ci diede la parola.  Lei schiarì la notte primordiale, fugò la dura tenebra finale. (Lunaria, Mondadori, 1985)    Il 21 gennaio 2012 è scomparso Vincenzo Consolo, uno dei più raffinati scrittori italiani, tra gli ultimi intellettuali europei della sua generazione, classe 1933,...

I due mondi di Maaza Mengiste

  di Igiaba Scego Maaza Mengiste ricorda ancora la prima parola inglese di cui ha imparato a fare lo spelling: T-H-E. Erano gli anni Settanta, era una bambinetta tutta riccia che insieme ai suoi genitori si trovava in Kenya, in fuga dalla terribile dittatura di Mengistu Haile Mariam, quel Derg di cui gli etiopi si ricordano ancora con terrore. Maaza era tutta eccitata e ripeteva al padre quell'articolo appena imparato, quelle...

Lettera ai torinesi e al mio sindaco Piero Fassino

di Francesco Forlani Adesso, mo proprio, che molti di voi dormono, proverò a comunicare a coloro che sono a Torino gli incerti passi innevati di un sogno: vado in Piazza Carlina e  mi trovo la statua di Nino Gramsci. Continuo fino a Piazza San Carlo e  invece dell’orrido solito antenato dei re più codardi della storia,, stavolta a cavallo, la statua di Primo Levi. A Piazza Vittorio, arrivando quella di Cesare...

Smettiamo di chiamarla «letteratura della migrazione»?

A proposito di un romanzo di Igiaba Scego (e non solo) (1) di Daniela Brogi 1. Cominciamo con un esempio, e partiamo da una definizione che in un contesto europeo sembra scontata, ma che in Italia invece è ancora percepita come inconsueta, tant’è vero che si tende a non usarla: non è famigliare. Ecco la definizione: Oltre Babilonia(2) è un romanzo scritto da un’autrice afroitaliana, ovvero da una cittadina della...

Autismi 17 – La mia patria fuggitiva

di Giacomo Sartori Nella mia vita adulta mi sono quasi sempre ritrovato a vivere all’estero. Prendevo un lavoro, e mi ritrovavo all’estero. Conoscevo una ragazza, e mi risvegliavo in un letto estero. Andavo al mare, e i cartelli segnaletici della spiaggia erano scritti in una lingua straniera. Mi sposavo, e manco a dirlo nessuno parlava l’italiano. Una vera persecuzione. Io per carattere, e anche per segno zodiacale, sarei una persona...

Da Castel Volturno a Rosarno: il vento indignato di mamma Africa

di Biagio Simonetta Sono disposti a tutto. Lavorano anche sedici ore al giorno, perdendosi nelle ombre degli agrumeti, dove gli alberi sembrano non finire mai. Nella Piana di Rosarno (Rc), la terra delle famiglie Pesce-Bellocco, gli africani non si contano più. Sono oltre mille quelli regolari. Ma nei capannoni in disuso alle porte di San Ferdinando (Rc) ne alloggiano almeno tre volte tanto, in condizioni che di umano non hanno...

I tortuosi sentieri del capitale / Giovanni Arrighi intervistato da David Harvey

Giovanni Arrighi, dall'inizio degli anni Sessanta fino al giorno della sua scomparsa, il 18 giugno scorso, è stato qualcuno che ha creduto, con tenacia illuministica, nella possibilità di penetrare nel fatum capitalistico. Per questo suo sforzo è considerato, a livello mondiale, uno dei massimi studiosi del capitalismo in un'ottica storico-comparativa. Avendo lasciato l'Italia per gli Stati Uniti, nel 1979, il nostro paese lo ha ricambiato prestando poco interesse...

Toccare il fondo

Ritorno nella Calabria profondissima, ossia la Locride di Giuseppe Zucco Da questo piccolo paese oltrepassato e venduto, dominato da caste economiche e oligarchie incontrollabili e criminali, condannato a questo ruolo servile e senza speranza nell’imbuto della storia immobilizzata. (Antonio Moresco) Come sognare la Calabria sull’aereo di ritorno delle 21.25. Ho sognato la Calabria tutto l’anno. L’ho sognata come si sognano le cose pure e perfette, senza lividi, senza sangue,...

Miraggi (ovvero, contrappunti ironici) di Sicilia

Carlo Levi: «L'uomo è uno e libero solo se non respinge da sé una parte di sé» (aprile 1960, «Convegno sulle condizioni di vita e di salute in zone arretrate delle Sicilia occidentale», organizzato da Danilo Dolci) di Evelina Santangelo «Gli alberi! ci sono gli alberi!». È questo il grido che si leva dalla prima carrozza quando, nel Gattopardo, il Principe di Salina con la famiglia sta per entrare nelle terre...

Ritratto lucano

di M. Vittoria Smaldone “Sono disposto anche a lavorare in nero, ma io di qui non me ne vado!”. Paolo è arrabbiato quando pronuncia queste parole. Parla e gesticola molto. La rabbia di questo ragazzo bruno riccioluto è però mista a disperazione. E' la disperazione di un ragazzo lucano di 26 anni che, a differenza di tanti suoi coetanei, ha deciso di rimanere in Basilicata, di non emigrare. Un ragazzo...

Autogrill emigrazione

  di Christian Raimo Avete presente Pasquale Ametrano? L’emigrato lucano, praticamente muto, che in Bianco, rosso e Verdone torna dalla Germania per votare in Italia e percorre l’intera penisola autostradale, facendo sosta autogrill per autogrill, per mangiare, pisciare, comprare montagne di roba, e a ogni tappa viene derubato di qualcosa: le borchie, l’autoradio, alla fine direttamente la macchina con valigie e tutto? L’iperitaliano Pasquale Ametrano – che si sveglia con il...
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