di Davide Gatto
La prospettiva del predatore: il sopravvissuto, ovvero il potente, ovvero il paranoico
La massa aperta è quanto mai instabile e sempre prossima alla disgregazione, le mute si trasformano le une nelle altre, la vita – a pensarci bene - è una sorta di apprendistato continuo alla metamorfosi, sia per sfuggire ai pericoli che per dare il meglio di sé. Tutto scorre fluido intorno a noi e dentro di...
di Davide Gatto
Arbeiter verlassen die Fabrik, Harun Farocki, 1995
In un’intervista per la TV svizzera, poi ripresa dalla RAI in una scheggia preziosa del suo “Mosaico” – format culturale di Rai Educational –, Canetti (Rustschuk, 1905 – Zurigo 1994) spiega succintamente le ragioni che lo spinsero a occuparsi per almeno vent’anni dei problemi trattati nel monumentale saggio Massa e potere (Claassen Verlag Hamburg, 1960; Adelphi Edizioni, Milano, 1981):
“Già prima dello scoppio...
di Antonio Sparzani
la prima volta che andai ad Amsterdam, con un’amica, insistetti per cominciare la visita andandoci a sedere in un bar, con i tavolini all’aperto, dai quali si vedesse un qualche scorcio di città. Ma tu, dice l’amica, le città devi assaporarle? Sì, rispondo, così è il mio modo, stare seduti in un bar a guardare la gente come si muove cosa dice, i gesti, le occhiate, gli...
di Marco Belpoliti
“Il segreto sta nel nucleo più interno del potere”, scrive Elias Canetti in Massa e potere. I detentori del potere cercano sempre di vedere a fondo, di scandagliare le intenzioni altrui, senza tuttavia mai lasciare intravedere le proprie. Il segreto è la fonte stessa del potere: c’è chi sa e chi invece ignora. Il potente cerca di conoscere i segreti degli altri, li persegue, li ascolta, li...
di Nadia Agustoni
LE TEMPS DE CERISES cantata da Edith Piaf,
parole di Jean-Baptiste Clément, musica di Antoine Renard,
canzone della Comune di Parigi
“Il piacere dello schizzo topografico al quale Stendhal si abbandonava con mano leggera nel suo Henry Brulard è un dono che non mi è stato concesso e con mio grande rammarico sono sempre stato un pessimo disegnatore.”
La lingua salvata
Elias Canetti
Facendo mie queste parole di Elias Canetti vorrei...
di Antonio Sparzani
«Poiché lo stile non è certo qualcosa di limitato all’archi- tettura o all’arte plastica, lo stile è qualcosa che penetra in ugual misura tutte le espressioni vitali di un’epoca. Sa- rebbe assurdo considerare l’artista un essere d’eccezione, uno che conduce quasi una vita appartata, nell’ambito dello stile ch’egli crea, mentre gli altri ne restano esclusi».
Come preannunciato qui, vi offro la parte iniziale del discorso tenuto a Vienna...
di Antonio Sparzani
Non sono un giovane scrittore, nessuna di queste due parole mi si addice, e quindi non riesco a entrare, né me ne dolgo poi molto, nelle questio- ni, più o meno ve- nate di polemica, re- lative ai giovani nella letteratura così come alla supposta crisi di questa, in Italia e nel mondo. Leggo con grandissimo piacere – ancorché in modo selettivo e non onnivoro – la...
di Massimo Rizzante
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Cara Ornela,
ho letto Il paese dove non si muore mai (2004). Ho letto anche la tua seconda opera, Buvez du cacao Van Houten! (2005), che non è ancora stata pubblicata in Italia. Infine, La mano che non mordi (2007).
Nel primo romanzo, dedicato interamente al tuo paese d’origine, l’Albania, il paese in cui la parola «paura» è priva di significato – mentre la parola «umiltà» è perfino assente...