di Giacomo Sartori e Elena Tognoli Ci hanno insegnato che la pulizia è molto importante, e che le cose pulite sono inodori e ordinate, ben illuminate, ben geometriche, preferibilmente chiare. Quindi non c’è molto da stupirsi se la terra, che è tutto il contrario, ci sembra sporca e brutta, e anche poco igienica, infestata da vermi e altri bacherozzi com’è.
«No, io non sarò come voi. Noi non saremo come voi. Noi siamo un mondo nuovo. Noi siamo l’insurrezione naturale perché la nostra natura poggia le radici su terre sconosciute» scrive Amelia C., 17 anni, e tanto basta come introduzione a uno dei libri più formidabili pubblicati negli ultimi tempi, Vigliacchi! Il mio j'accuse al mondo degli adulti. Lo pubblica AgenziaX, e andrebbe letto subito, senza indugi, se non...
di Giacomo Sartori Le reali potenzialità di queste esperienze potranno essere valutate in base agli effettivi risultati. Si intravede però un’analogia con la rivoluzione verde, che ha permesso l’insediamento dell’agricoltura industriale nelle aree pianeggianti più fertili, e ha devastato gli ambienti collinari e/o poveri.
di Elena Tognoli (disegni) e Giacomo Sartori (testi) A Mommo gli orti e i campetti sono striminziti, in un secondo zampetti da una parte all’altra. E sono in pendenza, perché lì sul fianco della montagna non c’è niente che non pencoli in un senso o nell’altro, anche le case e le strade e i prati si aggrappano saldamente per non scivolare a valle.
di Elena Tognoli (disegni) e Giacomo Sartori (testi) Gli umani sono esseri molto singolari, hanno la mania dell’ordine e della geometria. Adorano i campi perfettamente rettangolari, i solchi degli aratri paralleli come rotaie, l’erba rapata a zero, gli alberi tutti uguali, i frutti identici uno all’altro, le strade asfaltate senza l’ombra di una buchetta o d’un filo d’erba.
di Marco Boato “La domanda decisiva è: come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile? Lentius, profundius, suavius, al posto di citius, altius, fortius. La domanda decisiva quindi appare non tanto quella su cosa si deve fare o non fare, ma come suscitare motivazioni ed impulsi che rendano possibile la svolta verso una correzione di rotta”
di Fatima Ouassak Siamo d’accordo sulla necessità di risolvere il problema del clima, ma dal punto di vista di chi e nell’interesse di chi? È l’umanità che vogliamo salvare
o solo la ricca e fortunata minoranza bianca? Che tipo di ecologia garantisce tutte le libertà, compresa quella di movimento e di insediamento per tutti, indistintamente?
di Cécile Wajsbrot Consapevoli come siamo di una possibile scomparsa della specie umana in un futuro che non si calcola più in millenni o secoli, ma in decenni, rassomigliamo, torniamo simili agli Aztechi che di notte vegliavano colmi d’angoscia spiando la riapparizione del sole.
di Un gruppo di agricoltori lombardi Fin dagli anni sessanta si è andata delineando una tendenza, ormai diventata strutturale, di una netta separazione tra una agricoltura delle grandi superfici, dei grandi numeri economici, della capacità di investimento e di accesso al credito, e dall’altra parte, una agricoltura familiare molto legata al territorio, spesso marginale, di collina e di montagna ma non solo, con volumi produttivi spesso insufficienti a garantire investimenti, ma con un beneficio sociale immenso derivante dal presidio di un territorio
di collettivo France Nature Environnement, Soulèvements de la Terre ... Noi vogliamo costruire insieme un modello che sia vantaggioso per gli agricoltori, i consumatori e alla vita biologica, come avrebbe dovuto essere da sempre. E saremo in piazza insieme per discuterne e manifestare, perché sì, è possibile battersi per l'ambiente e al contempo per l'agricoltura del futuro.
di Giacomo Sartori Che senso ha far correre come forsennate una parte delle terre, le velociste, nascondendosi i costi energetici e ambientali, per lasciare che le terre meno dotate, le quali potrebbero dare il loro contributo, vadano al diavolo, assieme ai loro paesaggi, e alle persone che ci vivono sopra e hanno bisogno di cibarsi?
La casa editrice Timeo ha recentemente pubblicato in Italia un saggio fondamentale di Jane Bennett, Materia vibrante. Un'ecologia politica delle cose. «Quale metodo» si chiede Bennett nel libro «potrebbe essere adatto al compito di parlare della materia vibrante? Come descrivere le cose senza cancellarne l’indipendenza? Come riconoscere l’oscura ma onnipresente intensità dell’affetto impersonale?».
Ospito qui alcune pagine tratte dal secondo capitolo, L’agentività dei concatenamenti.
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L’espressione potenza delle cose presenta il vantaggio...
di Giacomo Sartori Per molti anni ho avuto la fortuna di occuparmi quasi solo di terre di boschi e alte praterie schiacciate da cieli scostanti e nervosi. Terre di altitudine, percorse da animali selvatici e da rari uomini amanti degli alberi e del silenzio. Terre linde e profumate, mai completamente asseccate, leggere e fresche anche nel pieno dell’estate.
di Giacomo Sartori Io adesso ero però a mio agio, ero in sintonia con la terra. Ora la sentivo respirare, percepivo che stava solo attendendo, sotto la sua apparenza tramortita. Sapeva che alla lunga l’avrebbe vinta lei, la tracotanza degli uomini li avrebbe portati alla sconfitta. Non lo sapevo, ma ormai la terra mi aveva preso, non mi avrebbe più lasciato.
di Giacomo Sartori Se quindi si facessero i calcoli, quasi nessuno li fa, si vedrebbe che per avere le chilocalorie contenute in un chilo di pomodori ci vogliono le chilocalorie contenute in un chilo e mezzo o due chili di pomodori: la resa energetica è negativa. Detto altrimenti si trasforma il petrolio, sempre lui, in oro rosso, in pomodori.
di Giacomo Sartori L’aspettativa di vita dei suoli coltivati in pendenza anche minima si è ridotta quindi più frequentemente all’ordine di grandezza di quella di un essere umano. Nei casi migliori il doppio, spesso e volentieri meno: grazie al nostro intervento i tempi geologici e dei cicli climatici, quelli della terra, si conformano a quelli umani.
di Giacomo Sartori Per i nostri gusti la vita della terra è troppo umida e buia, sa troppo di decomposizione e marcescenze, di morte. Gli spazi delle nostre esistenze sono sempre più asettici e areati, la terra ci appare viepiù sporco che rimane attaccato alle scarpe, fango fastidioso, possibile contaminazione.
di Giacomo Sartori La nostra attuale alimentazione, ma anche quella del futuro, dipendono allora da questa esigua pellicina che dove il clima è clemente ricopre le terre emerse, come una glassa di gran qualità.
di Giacomo Sartori Le immagini dall’alto dei campi costellati di crateri delle battaglie in Ucraina sono tristemente identiche a quelle della valle dell’Adige, nella mia regione, nel conflitto di più di cento anni prima.
È da poco stato pubblicato in Italia da Meltemi Teneri Carnivori di Paul Shepard, fondamentale saggio uscito per la prima volta nel 1973. «L’Antropocene, cognitivamente parlando, è proprio questo: l’esposizione all’assurdo, l’accettazione dell’aporia, la pratica pericolosa e accidentata di una complessità anti-intuitiva. The Tender Carnivore and the Sacred Game è un generatore di scenari di previsione che educa a questo sforzo quasi impossibile: conciliare la nostra natura selvatica con un...
di Giacomo Sartori Come fare sì allora che le persone possano orientarsi e pesare, come potrebbero accedere a informazioni affidabili, come possono difendersi dalle teorie interessate e dalla strategia di rendere nebbiose le problematiche (utilizzata con successo per i danni dei neonicotinoidi sulle api, sulla pericolosità del glifosate …)?
di Andrea Inglese In "Losing Earth", Nathaniel Rich ricostruisce la storia del decennio (1979-1989) che ha visto emergere l’allarmante verità sul riscaldamento climatico all’interno delle istituzioni scientifiche e politiche internazionali, e che si è concluso con un nulla di fatto...
di Giacomo Sartori
C’eravamo già da moltissimo tempo abituati a raccogliere quello che trovavamo andando in giro, milione di anni dopo milione di anni, poi l’altroieri ci siamo messi a raccogliere i semi delle piante e a piantarli noi. Per varie ragioni sulle quali gli esperti non sono nemmeno troppo d’accordo, adesso non stiamo lì a disquisire di questo. Invece di sgambettare in giro raccoglievamo i semi delle piante che...
una lettera aperta
di Giuditta Chiaraluce
«Quelli come noi / che son venuti su un po' strani /
basterà che un giorno / trovino un po' di forza /
e aiuteranno gli altri a dare un calcio al mondo»
Claudio Lolli, Quelli come noi
Quand’ero piccola volevo fare la giornalista, poi -crescendo- me ne sono dimenticata. Peccato, perché ora mi sarei stata utile. Sono nata in una piccola frazione nel comune di Montecassiano, a...
di Emmanuela Carbé
A ventuno anni avevo teorizzato il Congresso di Vienna, la mia comfort zone e religione, la risposta definitiva alle domande fondamentali su vita/universo/tutto-quanto. La mia teoria era decisamente indipendente dalle fonti storiche che avevo letto per ottenere la maturità o qualche CFU, ma era pur sempre, almeno dal mio punto di vista e dal punto di vista del mio Congresso di Vienna, la mia parola contro la...
di Roberta Salardi
Un'asceta che in altri tempi sarebbe stata considerata una piccola santa? San Francesco in versione laica e moderna?
Una novella Antigone che si appella a leggi non scritte le cui radici affondano in un sentimento di empatia e rispetto verso tutti gli esseri viventi?
Greta si discosta molto dal modello di attivista politico sessantottino, il quale mirava allo sdoganamento di comportamenti repressi e di nuove libertà individuali. "Vietato vietare"...
di Marco Inguscio
«Le palme insettedule rilasciano le spore del pomeriggio. Che bellezza…! Eppure è una foresta di morte dove senza indossare una maschera i polmoni imputridiscono in cinque minuti». È una delle primissime frasi pronunciate dalla protagonista in Nausicaä e la valle del vento, lungometraggio del non ancora studio Ghibli, dell’84. Un’opera di animazione per molti versi sorprendente anche in relazione a quanto accaduto in questi ultimi novanta giorni...
a cura di Stefano Modeo
(L'articolo è apparso su "Atelier" n.97)
Non ti basta, lo so. Vorresti altro.
Non ti basta, fiume, il mio ascolto,
né ora per te è il momento di ascoltare,
tu non puoi ascoltare perché corri infuocato
spinto dalla violenza delle gole.
C’è furia, ora, c’è
disperazione: distruggi, travolgi,
scavi dentro di te la tua memoria
di melma e detriti, antichissime
deposizioni di roccia, cadaveri.
E non ti basta il mio ascolto.
Ma io rimango qui, finché posso.
Senza...
di Giacomo Sartori
Il nostro modo di vivere non è sostenibile, lo diciamo da anni noi specialisti delle varie discipline della natura e delle risorse, ormai all’unisono, e in fondo ormai ognuno lo sa più che bene. La presente pandemia ci mostra che la non sostenibilità non è un concetto, è una realtà che da un momento all’altro irrompe portando dolore e morte. Nessuno di noi può predire come sarà...