di Flavia Piccinni
Non esistono interviste facili, ma quando la missione è intervistare una donna che ha quasi 100 personalità tutto si complica. C’era da aspettarselo, quindi, che intervistare Kim Noble sarebbe stata una vera e propria impresa, a partire dall’entourage che la circonda: un agente letterario (tale Robert Smith) che sembra affetto da amnesia cronica, una casa editrice (Little Brown) diffidente e instabile almeno quanto l’autrice che rappresenta. E...