di Gianni Biondillo
Curzio Malaparte, Il buonuomo Lenin, Adelphi, 2018, 311 pagine
Sembra non si riesca a fare a meno di Curzio Malaparte. Come un fiume carsico, non ostante ostracismi e amnesie, la sua opera torna, riaffiora, si mostra nella sua pienezza. Scrittura, diciamolo subito, di qualità indiscussa. “La miglior penna del regime” ebbe a dire di lui l'amico/avversario Piero Gobetti.
Malaparte, l'individualista, l'arcitaliano, fascista della prima ora, anarchico e liberale, comunista convertito...
di Viviana Scarinci
Credevi davvero che la mia vita si svolgesse tutta sopra quella sedia insieme a mia madre alla sua amica e alle due vecchiette? Io sono quello che sono per tutte le battaglie che ho combattuto e per tutti i risultati che ho ottenuto. Sono a fiori. Anche mia madre recita nei pomeriggi del tè lei è molto più pazza di me si innamora di moltissimi uomini ma...
di Silvia Contarini
Quando nel 2010 uscì la biografia di Maurizio Serra su Curzio Malaparte, recensendola sul Sole 24 ore, Emilio Gentile si augurava che essa fosse definitiva, ossia tale da “consentire di proseguire l'esame critico dello scrittore senza doversi porre nuovamente le domande alternative sull'uomo”. Non conosco gli studi critici più recenti sull’opera di Malaparte per sapere se l’augurio di Gentile abbia avuto seguito; mi chiedo in particolare se...
di Domenico Lombardini
Con la recente gambizzazione del manager dell’Ansaldo Nucleare di Genova è stato sùbito rievocato, per automatismo mnemonico, il periodo del terrorismo rosso e la teorizzata catena di cause ed effetti che avrebbe poi portato a creare l’humus indispensabile all'attecchimento del brigatismo. Parlo ovviamente della “strategia della tensione", un periodo il cui esordio fu fatto coincidere con la strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969) e i cui...