di Giacomo Agnoletti Perché quest’attenzione per un argomento prima riservato ai filosofi e agli studiosi di semiotica? La motivazione, a mio avviso, non sta soltanto nel successo dello storytelling come tecnica di marketing.
di Giacomo Agnoletti Propongo dunque un accostamento improbabile: la serie tv Better Call Saul e il romanzo L’amica geniale di Elena Ferrante. Le affinità sembrano a prima vista inesistenti: da una parte il Nuovo Messico degli anni 2000, dall’altra la Napoli del dopoguerra. Due mondi lontanissimi.
di Lorenzo Graziani Che la quota di oscurità nella popular music – ascoltata in solitudine o ballata in compagnia – sia in costante crescita è un fenomeno sotto gli occhi di tutti. E non serve lambiccarsi troppo il cervello per notare la connessione con il ripiegamento nichilista che ha segnato la storia della controcultura...
di Florent Coste Traduzione di Michele Zaffarano. I poeti, così drasticamente minoritari, così lontani e così persi nelle periferie di questo mondo, come si collocano, i poeti? Contribuiscono con forza raddoppiata al regime della singolarità o, al contrario, operano una sottrazione basata sulla riflessione e resistono?
di Andrea Inglese Cosa significa venire al mondo in una società individualista, in una società che concepisce se stessa attraverso l’ideologia dell’individualismo, ossia cosa vuol dire venire al mondo in una società che ha conosciuto la modernità occidentale? Prima o poi, chi nasce e cresce in essa sarà confrontato a un ideale forte, quello della realizzazione di sé.
di Marcella Farioli
È stato tradotto di recente da Deborah Ardilli il volume di Christine Delphy, L'ennemi principal. 1. Économie politique du patriarcat, Syllepse, Paris 1998 (Il nemico principale. 1. Economia politica del patriarcato, VandA, Milano 2022, pp. 323).
«...et puis je suis tombée sur Delphy et ce fut comme une révélation» (S. Chaperon, in «Autour du livre de Christine Delphy L'ennemi principal», Travail, genre et sociétés 4, 2000/2, p. 164)
«Come...
È recentemente uscito per D Editore Oltre la periferia della pelle di Silvia Federici. Un'opera che non pacifica, un libro che - tanto negli affronti quanto nei dialoghi - interroga radicalmente gli scenari dei femminismi contemporanei, e il corpo come luogo ancora profondamente politico nel suo continuo farsi e disfarsi.
Ospito qui uno dei frammenti centrali per la riflessione sul capitalismo come macchina disciplinare.
Il corpo nel capitalismo: dal corpo magico...
di Andrea Inglese
Dall’inizio di questa crisi abbiamo già fatto incetta di lezioni. Due mi sembrano particolarmente importanti, e sono di ordine più conoscitivo che morale. Il virus non è soltanto l’irruzione dell’altro, il non-umano, nel nostro mondo, è anche un rivelatore fedele, sensibilissimo, del nostro modo di essere umani, e di accoglierlo, potenziandolo o indebolendolo. Inoltre, proprio il non-umano ha bucato la cortina ideologica, sollecitando dietro il sogno dell’individuo...
di Antonio Sparzani
Me lo immagino Erdogan, quando qualche suo manutengolo gli racconterà che ieri a Milano, davanti al consolato turco, c’erano tante persone volonterose che gridavano a favore dei curdi, con tante bandiere, con dozzine di sigle diverse, la maggior parte insignificanti (dei 5 stelle neanche l'ombra), me lo immagino dire al suddetto manutengolo di non seccarlo con queste inezie senza senso, magari ridacchiando un poco e pensando a...
di David Watkins
Una strana musica lega i dolori che scandiscono la nostra vita alle nostre scoperte più gioiose. Non occorre scomodare chissà quale evento tragico per mettersi in ascolto e origliare l’esistenza di questo legame. Possiamo farne esperienza, ad esempio, ogni volta che buschiamo una brutta febbre. Sdraiati nel nostro tremore, esclusi dal traffico che avanza di là dalla finestra, capita talvolta di trovare nello stesso male che ci costringe...
di Fabrizio Bajec
Ci è stato detto che quando il popolino insoddisfatto delle proprie condizioni sociali si arrabbia ha l’apparenza di una massa informe, disarticolata, piena di rancore, con la bava alla bocca, ma incapace di organizzarsi. Alla meglio può fornire una lista di rivendicazioni e delegare a un rappresentante il compito delle difficili negoziazioni con lo Stato. Fino a qualche tempo fa, questo compito spettava ai sindacati, ai partiti...
a cura di Serena Cacchioli
Judite Canha Fernandes è nata a Funchal, sull'isola di Madeira, nel 1971. È performer, femminista, curinga (di Teatro dell'Oppresso/a), scrittrice, bibliotecaria, attivista, madre e ricercatrice, senza un ordine preciso, ed è stata rappresentante europea nel Comité International della Marcia Mondiale delle Donne tra il 2010 e il 2016.
Le sue opere spaziano dalla poesia al teatro, dalla letteratura per l'infanzia ai racconti brevi. I componimenti che presento, tradotti da me,...
di Davide Orecchio
C’è un'anima inossidabile, inespugnabile di certo capitalismo - ed è il suo motore cardiaco, la sua ragione propellente -, e purtroppo quest’anima è allergica all'etica, non ha rispetto del mondo e delle specie che l’abitano, inclusi noi che siamo il suo mercato di pascolo.
È un’anima contaminatrice.
Noi ne siamo le vittime insieme agli alberi, agli animali, al permafrost scongelato del mondo, ma ne siamo responsabili pure, visto che abbiamo...
(Questo pezzo è uscito sulla rivista "Il ponte" (n° 11-12, 2016), all'interno di un dossier curato da Luca Lenzini e intitolato Critica letteraria al tempo di internet; esso raccoglie interventi dello stesso Lenzini, di Riccardo Donati, Italo Testa, Marco Gatto, Antonio Tricomi, Lorenzo Marchese, Roberto Gerace, Gabriele Tanda, Enrico Fantini e Rino Genovese.)
di Andrea Inglese
L’inflazione delle rivoluzioni antropologiche
Il problema delle rivoluzioni antropologiche è che, all’epoca di Pasolini, sembravano potersi circoscrivere facilmente e essere...
di Domenico Talia
In questo tempo esiste una sorta di ossessione verso l’«utile». Un’attenzione quasi molesta verso questo concetto che si è allontanato sempre più dal significato originale legato alle effettive necessità che le persone hanno per le cose utili. La definizione di ciò che è utile spesso non è sufficientemente ragionata. È guidata dal mondo della produzione e non dalle concrete esigenze della natura umana e questi due estremi...
di Antonio Sparzani
Provo un senso di vero fastidio – tanto che spengo la tv dopo venti secondi del discorso con cui il piatto ma volonteroso Massimo Giannini dà inizio a Ballarò – a vedere e a sentire il modo in cui i nostri mezzi di informazione si occupano di fatti di cronaca, che, mentre da un lato vengono ingigantiti fino ad invadere tutta l’informazione, paradossalmente dall’altro hanno significati e...
di Stefano Lucarelli
Heidegger: Così come non si possono tradurre le poesie, non si può tradurre un pensiero. Si può tuttavia in ogni caso parafrasarlo. Ma appena si tenta una traduzione letterale, tutto viene modificato.
Spiegel: È un’idea scomoda.
Heidegger: Sarebbe bene si prendesse sul serio e su grande scala questa scomodità e si meditasse finalmente su quale trasformazione, ricca di conseguenze, abbia subito il pensiero greco attraverso la traduzione nel latino...
Alain Badiou
Il Rosso e il Tricolore
• Sfondo: la situazione mondiale.
Oggigiorno, il mondo è totalmente investito dal capitalismo globale, sottomesso ai dettami dell’oligarchia internazionale e asservito all’astrazione monetaria come unica figura riconosciuta dell’universalità. Viviamo in un periodo di transizione molto difficile, che separa la fine della seconda tappa storica dell’Idea comunista (la costruzione indifendibile, terrorista, di un “comunismo di Stato”) dalla terza tappa (il comunismo come realizzazione politica, adatta al...
di Andrea Inglese
Il diniego
Il Primo ministro francese, signor Villepin, bell’uomo incravattato, con un'aria calma e concentrata, ha comunicato il 7 novembre, sul primo canale della televisione nazionale, che da ieri notte, in Francia, sarebbe stato reintrodotto il coprifuoco.
La sua postura composta, la sua voce senza tremiti e sbalzi, la sua capigliatura argentata, di uomo intraprendente, tutto in lui, immortalato nell’inquadratura televisiva fissa, quasi frontale, rimandava al Daniel...
di Giorgio Mascitelli
Il volume C’è ben altro. Criticare il capitalismo oggi (a c. di Enrico Donaggio Milano-Udine, Mimesis, 2014, euro 18) raccoglie dieci interventi di critica del capitalismo contemporaneo di giovani filosofi, molti attenti anche al campo delle scienze sociali.
Le tematiche spaziano dalla gestione della crisi finanziaria attraverso i debiti all’analisi dell’antropologia del consumismo, dalle antropotecniche manageriali allo spazio globalizzato della metropoli capitalista, dall’analisi dell’ideologia...
Di Andrea Inglese
Vi è una critica al capitalismo di matrice marxista affascinata dalle potenzialità emancipatrici insite nelle contraddizioni più avanzate tra forze produttive e mezzi di produzione. In quest’ottica, va letta l’insistenza sul “capitalismo cognitivo”, e sulle forze antagoniste che in esso si formerebbero, acquisendo via via consapevolezza del proprio compito rivoluzionario. Il carattere rassicurante di questa lettura della realtà consiste nell’immaginare che, ancora una volta, l’attuale sostituto dell’antica...
di Alessandro Dal Lago
( questa è la prefazione di Alessandro Dal Lago al romanzo di Pino Tripodi La zecca e la malacarne uscito per Milieu in questi giorni, g.m.)
Il Sud è sempre possibile. Si può sempre diventare un Sud, remoto ed estraneo al mondo che conta, come hanno scoperto amaramente i cittadini greci, costretti dall’Europa (burocratica, legalitaria, spietata con i deboli) a pagare debiti che non hanno contratto e...
di Carlo Formenti
Conclusioni
Se un libro è riuscito a spiegare al lettore le idee che l’autore desiderava trasmettergli, non dovrebbero servire conclusioni: queste spetterebbero al lettore, piuttosto che all’autore (che si presume abbia già detto tutto ciò che voleva dire). Se non c’è riuscito, le conclusioni non potranno ovviare al fallimento. Ma le conclusioni sono un rito editoriale cui nessuno può sottrarsi, perciò, pur arrendendomi alla tradizione, cercherò di tributarle...
di Gianni Biondillo
A noi è Hollywood che ci frega. Immaginate la scena: una rapina rocambolesca in una highway della California, colpi di kalashnikov, traffico bloccato da camion in fiamme e chiodi sull’asfalto, il flessibile che scardina il portello del portavalori. Dieci milioni di lingotti d’oro trafugati nel volgere di neppure venti minuti. Roba da film, appunto. Subito ti figuri alla testa della banda criminale uno con l’eleganza di George...
di Andrea Inglese
C’è qualcosa di così palesemente inattuale nella figura del poeta da renderla nonostante tutto ancora allettante e carismatica. Nessuno sa più bene cosa farsene, ma sembra impossibile rinunciarvi una volta per tutte. Ciò dipende, credo, da una buona ragione. Si percepisce oscuramente che il poeta è un po’ l’antitesi degli eroi del nostro tempo: i manager, gli imprenditori, le star dello sport e dei media di massa,...
di Daniele Ventre
Quando il trattato di Parigi del 1951 e i due trattati di Roma del 1957 ebbero poste le basi delle comunità europee, le classi politiche delle nazioni uscite dall'ultima guerra definirono un preciso piano di integrazione, che avrebbe dovuto condurre col tempo, attraverso il passaggio necessario di uno Zollverein continentale, al costituirsi in Europa occidentale di un organismo politico sovranazionale federativo, che bandisse per sempre dal continente...
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di Andrea Inglese
In Italia, c’è l’ingovernabilità, l’antipolitica e tutto quanto. Ma, si sa, noi abbiamo il baco antropologico, il guasto nazionale ereditario. La Francia, però, difetta di questo alibi. I francesi mica hanno patito vent’anni di fascismo, quaranta di democrazia cristiana, venti di berlusconismo e due mesi di Grillo. Essi si godono un presidente della Repubblica socialista...
di Pino Tripodi
1
Tempo fa, tanto tempo fa, si propose infruttuosamente di abolire la parola popolo dal dizionario degli antinazionalisti. Con esito certamente identico si proporrà di seguito, per ambienti magari anche più circoscritti, l'abolizione della parola libertà o quantomeno l'essere più guardinghi e diffidenti verso di essa almeno quanto lo fu Spinoza.
2
Libertà è uno di quei termini astratti che ha fascino universale, si adatta a tutte le...
di Daniele Ventre
Mi capita di avere tra le mani un vecchio libro di Marvin Harris, Cannibali e re (la prima edizione italiana risale al 1979, l'opera in sé, Cannibals and Kings - The Origin of Culture, è del 1977). La tesi di fondo, che collega l'evoluzione culturale umana alla disponibilità e alla tipologia di risorse alimentari sul territorio, per quanto abbia lasciati aperti alcuni problemi, contiene spunti di riflessione...