di Betta Magni
Eva Smith non poteva dirsi giovane, aveva trent’anni. La ragione di questo precoce invecchiamento si spiega col fatto che all’epoca in cui cominciai a pensare a lei ne avevo diciassette e avevo un’ idea del tempo assai diversa da quella che ho ora: un anno mi pareva interminabile e faticavo a proiettarmi altrove, nel tempo e nello spazio. Forse, ancora meglio, l’altrove era così lontano e distante...