di Andrea Inglese
All’inizio degli anni Ottanta, in un libro dedicato in gran parte allo studio dell’Unione Sovietica, Cornelius Castoriadis rifletteva sugli effetti perversi che quel peculiare regime di dominio e di sfruttamento della popolazione aveva prodotto anche sulla lingua, e non solo su quella russa, ma anche su tutte quelle ad essa contemporanee nell’Occidente cosiddetto democratico. L’Impero Sovietico e le altre dittature comuniste erano riuscite a mettere fuori uso...