trad. di Daniele Ventre
III I GIOVANI O TESEO - PER I CEI A DELO
La nave scura di prua portava
Tèseo e insieme a lui due volte sette splendidi
figli di Ioni,
e fendeva il mare di Creta;
soffi di Bòrea nella vela candida
precipitavano,
su impulso di Atena chiara, scuoti-egida;
a Minosse il cuore punsero
bei doni di Cipride,
dea dall’aureo diadema:
non astenne più la sua mano
da una fanciulla,
toccò le sue guance candide,
e gridò Eribea, la figlia
di Pandíone...
trad. isometra di Daniele Ventre
Drepane il settimo giorno lasciarono. Vento impetuoso,
limpido, venne dal lato dell’alba; e dal soffio del vento
mossi correvano sempre più oltre. E però non ancora
era destino per quegli eroi di sbarcare in Acaia,
prima che fino agli estremi di Libia non fossero giunti.
Già si lasciarono dietro il golfo che ha nome da Ambracia,
già la regione Curetide, a vele spiegate nel volo,
e con le Echinadi stesse, altre isole...
di Daniele Ventre
Ti chiederanno
di questa poesia
di trovare le parole-chiave
cerchiarle e sottolinearle
poi di fianco
raccoglierle e elencarle.
Quando però ne avrai un bel mazzo
raccolto in un sonante passe-par-tout
ti accorgerai
provando e riprovando con premura
che girano sempre a vuoto
le parole-chiave
dentro ad un silenzio-serratura.
Così recita parole-chiave, uno dei testi meta-poetici più pregnanti della silloge l’Eroe semantico di Antonio Cretella/Andy Violet, a cui concretamente l’appellativo di eroe semantico, da lui stesso coniato anni fa come calembour,...
di Diego Caiazzo
* * *
Penso spesso al destino dei miei libri,
dopo; vorrei fare come i faraoni,
portarli con me nella mia piramide:
solo che io non avrò una piramide,
probabilmente; ed è vero,
molti li compro sapendo
che non li leggerò,
almeno in questa vita;
ma mi piace vederli lì, tra gli scaffali,
in agguato come indiani,
avvertirne l’odore forte della stampa;
e rimandarli ad una vita futura
in cui, quando entro in una libreria,
immediatamente confido.
*...
di Daniele Ventre
Ardebat pastor Chorileus Amaryllida pulchram;
saepe inter uirides umbrosa cacumina fagos
pectide temptabat chordas cantusque mouebat
uersibus indoctis, qualis per amara uirecta
auditur desiderio cantare palumbus,
at circum rident nemora inter densa cicadae;
talia tunc Chorileus; referebant omnia siluae:
“Candida, nunc per te resonant, Amarylli, canora
pectide iam frondes, iam amens lymphatus amantis
dicere fert animus uesano pectore flammas
tu mihi quas fundis rapiens in fomite cordis.
Incipe Acidalios, Erato, nunc incipe uersus.
Forsan et haec docti fiducia carmina...
Sempre i Telchini, che mai della Musa furono amici,
rozzi che sono, sul mio canto rimuginano,
solo perché non lo tesso continuo un poema che narri,
lungo migliaia di versi, o delle imprese dei re
o degli eroi primigenii, ma in piccolo spazio mi volgo,
come un bambino -e non ho pochi decenni d’età.
E tuttavia voglio dirlo, ai Telchini: razza spinosa,
roderti il fegato è ormai l’unica tua abilità:
so che i miei versi son pochi:...