Gramsci e il jazz
di Gigi (Luigi) Spina
«Il buddismo non è un’idolatria»: è questa la seconda osservazione che Gramsci sottopone a quel tale «evangelista o metodista o presbiteriano», durante una «piccola discussione ‘carceraria’ svoltasi a pezzi e bocconi», di cui riferisce alla cognata Tania, per farle «passare il tempo», nella lettera del 27 febbraio 1928.
L’interlocutore di Gramsci, preoccupato (anzi, «indignato») per il pericolo «di un innesto dell’idolatria asiatica nel ceppo...