di
Martino Scacciati
A distanza di anni, ormai, sento ancora, addosso, il disagio che provai quando mi invitarono a prendere il thé da loro - ovviamente alle 5. Fin da piccolo, avevo visto quella casa solo da fuori. La consideravo una sorta di enorme grammofono. Qualunque fosse l'ora del giorno o la stagione, le sue finestre spalancate rovesciavano di sotto scrosci di musica sinfonica o lirica. E quella forma di colta...
Non dormire
di
Maria Luisa Putti
Questa notte non passa mai. Non riesco a dormire. È tanto tempo che il sonno mi sfugge come un’ombra inafferrabile. Riesco ad addormentarmi appena, ma dopo due ore ho di nuovo gli occhi aperti, per fissare il bianco del soffitto, la luce che filtra dalle finestre, le pareti e le tende immobili, che a forza di guardarle cominciano a ondeggiare, quasi potessero venirmi incontro.
Sul muro...
Soffrire nei soliti posti
di Ivan Arillotta
Bisogna scrivere. Scrivere sempre. Provare a raccontare fino alla fine. Rendersi conto, in tutta onestà, di non essere riusciti a dire nulla. Bestemmiare e ricominciare da capo. Riuscire a dire esattamente niente. Rendersi conto, con la stessa onestà di prima e accresciuta tristezza, di non aver aggiunto altro che una buona parola, una parola blasfema. Ricominciare da capo, persino più stanchi, umiliati come bestie:...
disegno di Albert Dubout per PANTAGRUEL, GARGANTUA
Erano giorni, mesi, anni, e qualche settimana fa ne avevo parlato su, http://www.georgiamada.splinder.com/, che volevo ritrovare un testo di Céline. Letto anni prima sul Magazine Litteraire e che da solo sarebbe bastato a dare un calcio in culo alle finte polemiche critico letterarie che riempiono il vuoto delle terze pagine dei nostri quotidiani, con altro vuoto. Del resto a colpi di vuoti la...