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Scrittori illeciti

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di Alberto Bogo

Caro Tiziano,
Cercando il ritmo e la parola giusta, scrivo dalle retrovie, facendo un poco il furbo. Da prima della diffusione di Internet leggo dei diari di scrittori noti: potrebbero essere dei blogger, seguendo le definizioni. Ne cito alcuni: Cvetaeva, Canetti, Handke, Valéry, Pessoa.

Bloggers, siete peggio di Liala!

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di Tiziano Scarpa

Sommario di questo intervento:
I diari in rete fanno pena.
Sono autocensura giornaliera in pubblico.
Enormi spazi di espressione libera sprecati a raccontare fuffa.
Nessuno ha il coraggio di descrivere il trauma e la gioia di essere vivi.

Oggi inaugura la 50a Biennale di arte contemporanea

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da Non toccare la pelle del drago, di Giuseppe Genna, Mondadori 2003, pagg. 169-170:

Abbordò il banco del bar interno al primo hangar. Un gruppetto di piloti privati stava discutendo di clima, di altitudini, del mercato clandestino di opere d’arte che si appoggiava su voli non di linea.

Un impegno politico e antiideologico

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di Dario Voltolini

Esiste una specifica funzione politica dello scrittore e della scrittura? O, in generale, qual è il rapporto fra la scrittura e la politica nella nostra società, occidentale e ancor più occidentalizzata, pervasa da tecnologie dell’informazione altamente progredite?

Ascensione

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di Dario Voltolini

Spem in alium nunquam habui / praeter in te , Deus Israel, / qui irasceris, et propitius eris, / et omnia peccata hominum / in tribulatione dimittis. / Domine Deus, creator coeli et terrae, / respice humilitatem nostram.” (In nessun altro ho riposto la mia speranza / se non in te, Dio d’Israele, / che prima ti adiri, ma poi sarai benevolo, / e tutti i peccati degli uomini / rimetti attraverso la sofferenza. / Signore Dio, creatore del cielo e della terra, / considera la nostra misera condizione. [trad. di Franco Grassi]).

Giochi di guerra e storia: ancora…

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di Jacopo Guerriero

Il passato ritorna attraverso una fotografia seriale: New York, di notte, rivive nel mio immaginario da film di serie B. Musica che ti inventi, sprazzi, grida, parole strappate alle televisioni negli appartamenti, sotto l’alone maestoso dello skyline di Manhattan, la collana di grattacieli si tuffa nella baia.

Il pogo delle lettere

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di Sparajurij

Al fine di riportare alla luce, e quindi alla verità, la natura delle lettere nostre, destinate dal fato al supremo pogo, facciamo seguire alcune note etimologiche relative all’agg. “letterario”, ciò che riguarda la letteratura, i letterati.

Ne vale la pena? #6

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di Sparajurij

“La letteratura non ha vita nel vuoto.
Se la letteratura di una nazione declina, la nazione si atrofizza e decade.
L’uomo responsabile non ha il diritto di starsene quieto e rassegnato se il suo paese lascia che la letteratura decada e consente che le opere valide siano accolte con disprezzo: non più di quanta ne abbia il buon medico, se un marmocchio ignorante si sta contagiando di tubercolosi credendo di mangiare torte alla marmellata.”

Le guerre dei poveri e l’amnesia dei ricchi

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“Afghanistan, Argentina: cosa è successo dopo? Quello che ci hanno raccontato è verosimile?”
martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 giugno ore 20.00
Tre incontri a Milano sul documentarismo “dal basso”

Ne vale la pena? #5

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di Giovanni Maderna

Purtroppo ancora una volta se mi viene da scrivere qualcosa è per indignazione. Mi piacerebbe che fosse sempre solo per gioia, invece, a meno di piantarla una volta per tutte oltre che con la tv anche con i giornali, internet e perfino i libri e i film, mi accorgo di essere condannato al risentimento.

Ne vale la pena? #4

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di Tiziano Scarpa e Marsilioblack

Caro Marsilioblack,
ti ringrazio della lettera. Non mi pare di aver fatto autocommiserazione. Non parlavo dei miei libri. Anch’io scrivo per necessità, anzi, per gioia, e non sarà certo la classifica dei libri a darmi lena o demotivazione.

Ne vale la pena? #3

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di Marsilioblack

Caro Tiziano Scarpa,
in un tuo pezzo di qualche giorno fa su Nazione indiana raccontavi della frustrante esperienza di cercare A perdifiato, l’ultimo romanzo di Mauro Covacich, uscito di recente per Mondadori, in una “media libreria italiana”, senza trovarlo.

Viaggio a Mosca

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di Antonio Moresco

Se provo a lanciare lo sguardo – e anche il cuore – lontano da dove sono ora, più avanti, molto più avanti, e provo a immaginare di avere già finito di scrivere Canti del caos, tutte e tre le sue parti, e anche alcuni altri piccoli esordi che mi sono messo a fantasticare in questi anni, e di avere magari ancora qualche anno di vita, l’unica cosa che potrei desiderare a quel punto è di sottrarmi finalmente a tutto questo orrore, a questa sensazione che ho a volte di essere come qualcosa che brucia sulla parete inclinata di un ghiacciaio.

Questo è un sito in costruzione

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Nazione indiana è una comunità di intellettuali e artisti.
Vi partecipano: Andrea Bajani, Carla Benedetti, Benedetta Centovalli, Federica Fracassi e Renzo Martinelli di Teatro Aperto, Andrea Inglese, Helena Janeczek, Giovanni Maderna, Antonio Moresco, Giulio Mozzi, Piersandro Pallavicini, Tiziano Scarpa, Dario Voltolini.

Marmellata di merda

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di Aldo Nove

Vi mando il sunto di quel che ho capito io di queste votazioni.
Dopo due giorni di intense simultanee visioni di telegiornali e televideo ho capito che il centrodestra ha vinto in tutta Italia perché il centrosinistra dice che ha vinto lui per colpa di Prodi che manovrando le trame del comunismo internazionale plagia Fassino (che in fondo è di destra moderata, è un bravo ragazzo) e vuole fare i soviet in Italia con quel bolscevico di Ciampi.

Potere alla parlantina

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di Tiziano Scarpa

C’è una pubblicità sui giornali che dice: “Potere alla parola”. La merce pubblicizzata è un vocabolario della lingua italiana.

Tiziano Scarpa si (e mi) chiede se…

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di Mauro Covacich

Tiziano Scarpa si chiede e mi chiede, rivolgendosi direttamente a me nel suo intervento del 13/5, se valga la pena scrivere un romanzo e farselo pubblicare da un grande (diciamo grosso) editore, per poi non trovarlo nemmeno in libreria.

Ne vale la pena? #2

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di Tiziano Scarpa

Ricopio una parte della “Premessa”, datata dicembre 2002, che apre la nuova edizione tascabile di Nudo di madre. Manuale del perfetto scrittore di Aldo Busi, pubblicato poche settimane fa negli Oscar Mondadori.

Ne vale la pena? #1

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di Tiziano Scarpa

Qualche tempo fa, in una media città del nord, sono entrato in una libreria di medie proporzioni. È una libreria di una catena non molto conosciuta ma mediamente diffusa in Italia. Vi si trovano novità di narrativa e tascabili di classici, guide turistiche e ricettari, bestseller e saggistica storica, prontuari di medicina alternativa e manuali per l’uso di se stessi.

Per la festa della mamma

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di Tiziano Scarpa

Eccomi, mamma. Chi l’avrebbe detto
che un giorno anch’io te l’avrei domandato
se sei contenta di quello che hai fatto
quarant’anni fa, quando hai spalancato

Zero a zero

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Giorgio Mascitelli

Ma io ti dico, tu dagli fiducia alla squadra tua.