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La parola camorra non esiste

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di Roberto Saviano

news_2001_14.jpgLa camorra diviene crimine quando perde,
quando una famiglia viene sconfitta,
quando smarrisce lo scettro del potere.
La camorra quando è vincente invece coincide con lo Stato,
con l’economia, con la giurisprudenza.
E’ il potere legittimo, crimine è l’esser sconfitti!
Nun’ o’ scurdate mai!!
Carmine Alfieri

Da una manciata d’anni mi occupo in modo sistematico di camorra. La criminalità organizzata campana, ha da sempre avuto questo nome cupo, che intreccia la lingua sul palato: camorra! In realtà tranne che per un periodo che va dal 1971 al 1983, ovvero la fase in cui Raffaele Cutolo egemonizzava la politica e l’economia napoletana, la parola camorra è stata usata esclusivamente dai giudici, dagli intellettuali, dai giornalisti, ignorata o quasi dai napoletani, men che mai pescata in bocca ai “camorristi”.

Nuovo cinema paraculo: “Buongiorno, nonsense”

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di Christian Raimo

Moro-bellocchio.jpg Un film può essere valutato come prodotto cinematografico, e poi – se ha una certa rilevanza – come interprete dei propri tempi o come sintomo.

“Buongiorno notte” si presta a tutti e tre i livelli di giudizio, cominciamo.

Il capitalismo straniero

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di Tiziano Scarpa

Solo l’essere amati, solo l’essere
voluti conta: non l’amare, non
il volere. Mio zio si è suicidato

Su Voltaire

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di Dario Voltolini

La principessa di Babilonia (1768) e le Lettere di Amabed (1769).

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Ogni volta che lo si incontra, Voltaire appare più come un enigma che come un chiarificatore. Non so se questo dipenda da Voltaire oppure dal tempo che è passato da quando lo si incontrò per la prima volta, leggendo Candido, poniamo, o Micromega, o L’ingenuo.

Figure e fantasie

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Il festival INCANTI compie dieci anni. Le meraviglie del teatro di figura. Marionette, pupi, ombre cinesi.

Ecco il comunicato del programma, che riceviamo e pubblichiamo, e alcuni link.

Piccoli indiani in cerca di autore

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di Helena Janeczek

walking.gifMentre leggevo il romanzo dell’estate di Nazione Indiana che si è sviluppato prima in coda al pezzo di Raul Montanari per poi passare alle lettere di Moresco, ho avuto la sensazione che non solo i testi si sono persi di vista quasi subito, ma che nelle varie derive tematiche l’unico tratto continuativo fosse la trasformazione dei due autori in personaggi. Niente di strano, così come non è poi strano che il botta e risposta del blog porti a parlare di altro e ancora d’altro. Anche gli articoli di giornale sull’imam sciita sventrato dal tritolo o sull’assassino di Rozzano o su George Clooney a Venezia fanno del loro oggetto un personaggio, anzi la prima cosa che deve fare chi li scrive è, come si dice in gergo, “inquadrare il personaggio”. Non c’entra niente che si tratta di informazione che deve (dovrebbe) riportare solo dati e fatti. Ed è chiaro che, come personaggio, un killer delle periferie o un divo di Hollywood funzionano meglio di un ministro dell’agricoltura o di un amministratore delegato, una delle ragioni per la quale non sappiamo quasi nulla o addirittura ignoriamo l’esistenza di molte persone influentissime.

LETTERE ALLO SCRITTORE

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Andrea Inglese

Immaginiamo che gli scrittori che amiamo, quegli scrittori che chiamiamo “grandi”, e che riempiono i nostri scaffali, abbiano lasciato in quarta di copertina, come fece una volta Giulio Mozzi, il loro indirizzo di casa.

Teorie estetiche 1. L’Obliquomo.

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di Dario Voltolini

Obliquomo (1).jpg Vorrei inaugurare una piccola serie di esposizioni di teorie estetiche. Comincerei da questa, che mi pare simpatica e singolare, e che oltre la sua apparenza strampalata ha un nucleo che a me personalmente incuriosisce parecchio.

Si tratta della teoria dell’Obliquomo.

L’uomo alla finestra (parte h)

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di Dario Voltolini

Varigotti-10055.JPGEugenio si muoveva nell’appartamento da una stanza all’altra, mentre le finestre si spalancavano per la pressione del vento e tutte le cose poco pesanti si sollevavano e turbinavano in aria. L’odore di salmastro era intenso, l’aria che entrava in casa era quasi schiuma di mare, sospinta in avanti dal fronte dello tsunami che avanzava regolarmente, tutto il fronte oceanico alzato, una parete d’acqua di cui non si vedeva la fine. Solo alzando lo sguardo in verticale si scorgeva molto in alto l’iridescenza della cresta spumeggiante che ribolliva in cima all’onda.

Welcome to the Hotel California

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di ANTONIO PIOTTI

Esiste qualcuno che può farmi avere una carta verde temporanea? Una cosa che non duri molto, due o tre mesi al massimo e poi giuro che la restituisco e torno in Europa. Mi servirebbe per non perdere una straordinaria occasione: quella di partecipare alla campagna politica per le elezioni del nuovo governatore della California. Io – lo dico subito – voto Schwarzy.

Tracce di vita

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(Recensione aggressiva di 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire)

di Jacopo Guerriero

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Un’idea ossessiva tormenta sociologi e critici del nostro paese: leggere i testi di chi ha meno di vent’anni come una cartina di tornasole sugli umori che, addirittura oltre la costellazione più tipicamente giovanile, attraversano l’intera società.

IL PROBLEMA DELLA VITA

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Andrea Inglese

Siamo tutti molto preoccupati
ormai. È difficile vederci chiaro
dietro questa coltre di preoccupazioni.
Lo si vede da come camminiamo,
masticando a vuoto, gli occhi a seguire
i contorcimenti dei pensieri, le dita
che si piegano o si allungano,
scandendo i calcoli.

Ciprì & Maresco contro tutti.

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di Daniele Ciprì e Franco Maresco
Pensate che dopo cinque anni ci sia attesa per il vostro ritorno sugli schermi?
Non gliene frega niente a nessuno.
Addirittura…
Il pubblico ha ben altro a cui pensare e comunque ben altre forme di evasione, di divertimento… E poi viviamo in un mondo in cui tutto è usa e getta: politica, sesso, sentimenti, arte naturalmente. Altro che attesa…

MUTA, LINGUA

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Andrea Raos

…pensando che c’è un scrittore capace di questo :

“Ci sono molte possibilità, perché la provvidenza non ammette alcun limite”, disse,

TEATRO E VALENTINO ROSSI? Confini ed essenza

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di Renzo Martinelli
“Valentino Rossi non aveva gradito quelle voci di crisi che gli avevano appiccicato dopo gli ultimi passi falsi (due terzi e due secondi posti, alla faccia della crisi…). Anche la critica più feroce lo pungeva per “colpa” sua: aveva abituato tutti a stravincere e questo gli si è quasi ritorto contro. Valentino se n’è accorto, si è sfogato reclamando solo un po’ più di obiettività e domenica si è levato parecchi sassolini dalle scarpe.

ROGHI Fiaba nera sul teatro italiano

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di Teatro Aperto

E’ da mesi che aspettano una mia mossa.
La torcia accesa in mano, li tengo in scacco e loro sanno che tutto dipende da un mio gesto.

Lettera da Leuca # 1

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di Antonio Moresco

Cari amici,
è da un po’ di tempo che vorrei dire anch’io la mia su alcuni degli importanti argomenti che sono stati affrontati ultimamente su “Nazione Indiana”. Ma ero tenuto per la gola da altre cose e non ce l’ho fatta. Ci provo adesso, che sono qui per una breve vacanza, come potrò, a piccoli pezzi, a strappi, a intervalli.

I blog, l’identità, ecc…

Lettera da Leuca #2

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di Antonio Moresco

Ma sì, prendiamo ad esempio il caso di Simenon, che è assolutamente eloquente. Con una simile operazione di rovesciamento e legittimazione “alta” di Simenon -ma non solo di Simenon- è un’intera epoca che parla, che si presenta, che fornisce i suoi codici, esibisce il suo nauseante conformismo e la normalizzazione cui è sottoposta la letteratura, come qualsiasi altra cosa vivente. Hanno messo in testa a Simenon la parrucca di “grande scrittore”, il mantello coi gradi, e siccome la mossa viene fatta da un certo tipo di casa editrice, viene ripetuta a pappagallo su giornali, riviste, ogni recensore e mediatore, per mostrarsi aggiornato, alla page, non fa che ripetere che Simenon è un grande scrittore.

La collettività che manca # 2

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di Zibaldoni e altre meraviglie

Molti dei commenti ricevuti, anche dei più critici verso Nazione Indiana, contengono riflessioni importanti che vorrei riprendere, con i miei tempi, e con i miei modi, superando quel tono conflittuale che, a un certo punto, sembra aver preso il sopravvento. Così mi auguro che facciano anche gli altri collaboratori di Nazione Indiana. Intanto, prima di congedarci per le ferie, pubblico questa interessante doppia lettera mandata da Zibaldoni e altre meraviglie, la prima indirizzata a me, la seconda ai Lettori e scrittori di Nazione indiana (C.B.)

Cara Carla Benedetti,
noi, come vedrà anche da questa doppia missiva, non abbiamo alcuna fretta televisiva, quindi non si affretti a bacchettarci. Abbiamo urgenza, che è un’altra cosa.

Fuori tempo massimo

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Giorgio Mascitelli

Nei giorni scorsi sono andato a vedere La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. Come è noto, si tratta di un film di 6 ore originariamente prodotto per la televisione e poi, in seguito a vicissitudini politico-aziendali, approdato alle sale cinematografiche diviso in due parti.

Alfabeto

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di Dario Voltolini

A Mantova, durante il festival della letteratura del 2001, avevo letto questo mio personale alfabeto in un incontro con il pubblico in compagnia di Alessandro Baricco e Sandro Veronesi. C’era un sacco di gente. Baricco e Veronesi ne hanno approfittato, perché tutto quel pubblico era evidentemente lì per me!

In ogni modo, questo era l’Alfabeto.

[file audio di circa 16 minuti]