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Shôbôgenzô

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dogenzenji.gifTradotto per la prima volta in italiano lo Shôbôgenzô, L’Occhio e il Tesoro della Vera Legge del Maestro Dôgen

Intervista a Sergio Oriani di Dario Voltolini

Finalmente abbiamo a disposizione nella nostra lingua questo importantissimo testo, lo Shôbôgenzô. Lo ha tradotto e curato Sergio Oriani, al quale chiedo in primo luogo di illustrare le difficoltà di traduzione del testo e l’impostazione che ha dato al suo lavoro di traduzione.

Non vorrei deludere nessuno, ma la traduzione non è stata condotta sull’originale giapponese bensì sulla traduzione in inglese che il Maestro Nishiyâma ha approntato con la collaborazione di alcuni suoi dotti allievi britannici. La scelta era inevitabile: di giapponese moderno conosco poche parole, di giapponese arcaico nulla, per il resto me la cavo discretamente, essendo di madrelingua inglese. Ritengo comunque importante che la traduzione sia stata effettuata da un monaco Zen e quindi (è auspicabile) da chi possegga una certa conoscenza della “materia”. Dal mio punto di vista ciò che mi prefiggevo era di permettere la lettura, anzi lo studio, di questo fondamentale testo del Buddhismo Zen a tutti quelle persone seriamente intenzionate allo studio della Via che non conoscono altra lingua se non la nostra. Per ciò che riguarda l’impostazione, in generale ho cercato di mantenere l’umanità e la genuità che traspaiono dagli insegnamenti del Maestro Dôgen evitando quindi di utilizzare un linguaggio eccessivamente erudito o specialistico e cercando di essere il più chiaro possibile. E’ ovvio che, data la materia, non può esserci la pretesa di una comprensione che risulti sempre facile o immediata.

La città di notte

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di Roberto Saviano

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Caro Tiziano, ti invio un raccontino che narra una storia vera. L’uccisione di due ragazzi innocenti avvenuta il 28 Settembre 2003 a Villa Literno (Ce), posto infame e tremendo vicino casa mia. Avevano 24 e 25 anni e sono stati fatti fuori senza motivo. Erano in piazza e si sono trovati all’interno di un regolamento di conti. Vorrei che il raccontino apparisse, qualora dovesse piacerti, su Nazione Indiana. Se ti va mi piacerebbe lo introducessi tu, con due minime righe. Anche ad attestare che narro fatti veri.
Fammi sapere Tiziano e grazie
un abbraccio
roberto

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Esiste un posto dove nascere comporta avere colpa. Il primo respiro e l’ultimo catarro hanno equivalente valore. Il valore della colpa. Non importa quale volontà t’abbia guidato, non importa che vita hai svolto. Conta ancor meno il pensiero che ha rimbalzato tra le tue tempie ed ancor meno qualche affetto che hai speso, forse, in qualche ora quotidiana. Conta dove sei nato, cosa è scritto sulla carta d’identità. Questo posto è ampio e ricco. Non lo conoscono che le persone che vi abitano, perché tra colpevoli ci si conosce. Tutti colpevoli, tutti assolti. Ma chi non ha cittadinanza in questo posto, ignora questo luogo.

Senso di impotenza

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(ad agire nel mondo, ad agire su me stesso…)

“E’ COME BUTTARE ACQUA SOPRA UN’ANATRA”

Proverbio norvegese. (Forse esiste anche qui da noi, io non lo conoscevo). Oggi mi rispecchia in pieno…

gm

La qualità dell’aria allthenightlong

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RADIO3
TUTTO IN UNA NOTTE

(Riporto l’autocelebrativo comunicato stampa: chi fosse insonne sabato notte, può sintonizzarsi)

cover.jpg Dalla Mezzanotte di sabato 20 marzo sino alle 6 della mattina di domenica 21 marzo 20 scrittori si succederanno in diretta al microfono di Radio3 per dar voce alla nuova e sostanziosa raccolta di racconti La qualità dell’aria. Scrittori di questo tempo, edita da Minimum Fax, dal 20 marzo nelle librerie italiane.
La raccolta è curata da Nicola Lagioia e Christian Raimo. Venti scrittori italiani raccontano il proprio tempo sulla propria pelle attraverso una manciata di racconti impietosi e corrosivi. Venti scrittori sotto i quarant’anni, alcuni più noti di altri, saggiano La qualità dell’aria armati di talento e coraggio; testimoni del proprio tempo raccontano i loro anni cresciuti tra videogiochi e televisioni commerciali, l’odio e l’amore verso questo mondo e questo nostro paese.
Le voci saranno dunque quelle di Ernesto Aloia, Paolo Cognetti, Mauro Covacich, Riccardo Falcinelli e Marta Poggi, Nicola Lagioia, Giordano Meacci, Serafino Murri, Francesco Pacifico, Valeria Parrella, Antonio Pascale, Gabriele Pedullà, Leonardo Pica Ciamarra, Tommaso Pincio, Andrea Piva, Laura Pugno, Christian Raimo, Elena Stancanelli, Giordano Tedoldi, Emanuele Trevi.
Nella festosa atmosfera notturna dello studio, oltre alle voci degli autori, dai microfoni di Radio3 risuoneranno le musiche da loro scelte per ambientare i loro racconti.

Sommessamente, sulle scuole di scrittura

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di Raul Montanari

scrivere.jpg Se Riccardo Ferrazzi ha fatto fatica ad arrivare in fondo al discorso di Veronesi, io ho addirittura saltato qua e là perché proprio non ce la facevo.

Spero nessuno si offenda se dico che questo discorso è molto scombinato; ci sono scrittori bravi a scrivere romanzi – e Veronesi è sicuramente uno di questi – che però magari hanno qualche problema a teorizzare. Tralascio di commentare la stravaganza del fare un intervento critico sui corsi di scrittura all’interno di un corso di scrittura, e facendo riferimento alla propria esperienza di docente presso la Holden. Ma il discorso rimane divagante e qua e là contraddittorio, interessante soprattutto come contributo critico di Veronesi alla disamina della propria attività di scrittore (vedi il pezzo sulla ben nota “crisi del secondo romanzo”).

Il risultato è che, quanto a dibattito sui corsi di scrittura, la colonna di commenti al post “Il professionista e il dilettante”, anche se breve, è fin qui molto più interessante del pezzo che l’ha originata.

Dico la mia in due parole.

Affinati su Carver

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Trovo sul sito Rai Libro questo intervento di Eraldo Affinati, che pubblico con il suo consenso, ringraziandolo (Dario Voltolini)

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Impressioni di lettura

di Eraldo Affinati

In questi anni c’è stata una moda che ha riguardato Raymond Carver: lo scrittore ebbe il tempo di assistere alla nascita di una fascinazione a suo danno, io dico. Sarebbe assurdo pensare che gli dispiacesse apprendere l’ammirazione da lui suscitata; ma sappiamo che cominciò, ancora in vita, a conquistare una certa distanza dalle categorie critiche che tendevano a incapsularlo. Tuttavia, se avesse potuto assistere alla deflagrazione del suo mito letterario, avvenuta negli anni Novanta, non solo negli Stati Uniti, ma soprattutto in Europa, secondo me non sarebbe stato contento. Non mi riferisco soltanto alla fin troppo abusata immagine minimalista che, senza dubbio, non ci aiuta a comprendere lo spirito intimo della sua narrazione. Carver è diventato una maschera, un costume dell’immaginario contemporaneo: in questi casi ci si allontana dalla verità di uno scrittore che è sempre complessa, contraddittoria, difficile da comunicare.

Il professionista e il dilettante

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Una lezione di scrittura sulle lezioni di scrittura

di Sandro Veronesi

(Questa è la trascrizione di una lezione tenuta da Sandro Veronesi a un corso di scrittura presso minimum fax)

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Il problema di questi…chiamiamoli corsi, più o meno strutturati, è sempre il rapporto che si determina tra chi viene a parlare e chi va ad ascoltare. C’è tutta una teoria secondo la quale questi corsi sono inutili perché non si può imparare e non si può insegnare [a scrivere] ma molto dipende dall’atteggiamento di chi viene. Io lo so per esperienza. E mi sono reso conto che la qualità di un corso, di un seminario, di una serie di seminari su questo argomento è in primo luogo determinata dal progetto, da chi ci partecipa, dalla qualità degli interventi, ma anche dalla qualità dell’attenzione di chi partecipa. Perché capita di rado nella vita di passare due ore a parlare di cose che ci interessano tutti quanti qui presenti come la letteratura. Non lo fa la televisione, non lo fa la radio, non lo fa nessuno. Tendenzialmente nelle conversazioni private in terrazza se ne parla, ma non per due ore.

Mi sono reso conto molte volte che il cosiddetto allievo di questi corsi viene con un ingombro che è determinato dalla più che legittima aspirazione a dare visibilità al proprio lavoro. Un lavoro che già c’è, che già va avanti, magari da un po’ di tempo. Già uno è fortunato a vivere a Roma, per esempio, perché a Roma, in un modo più o meno istituzionale, si possono generare quelle condizioni per essere coinvolti a vario livello, con interlocutori credibili in progetti come questo. A Prato, dove son cresciuto io: niente. Uno scrittore in carne e ossa l’ho visto a Roma. Poi c’erano i corsi, ma chi li fa? Lì ci sono le sovvenzioni, il comune, la regione, però è roba da sottobosco, si sa, e per disperazione uno ci può andare. Ma è chiaro che non producono nulla. Sono solo utilizzo di danaro (anche poco), quelle rotelline che fanno funzionare gli apparati burocratici degli assessorati. Però in una città come Roma, in città con un po’ più di fervore, sono occasioni importanti.

Lo stato di diritto

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di Sergio Nelli

skullcar.jpgConoscete il CERIT (Centro Riscossione Tributi)? Ne sentirete parlare parecchio negli anni a venire. Si tratta di recupero crediti, un titolo sicuro nella borsa del futuro.
Ammettiamo che uno, come è capitato a me, non abbia pagato le multe per divieto di sosta prese sotto casa in ZTL (zona traffico limitato). Un tempo le pratiche si arenavano nella burocrazia e si finiva, se si finiva, con un pignoramento beni. Ora la razionalizzazione avanza. Se non paghi ti bloccano la macchina con un decreto di fermo. La tua automobile non può nemmeno sostare sul suolo pubblico, pena trasporto in depositeria comunale con esorbitante tassa giornaliera. Se ti beccano in un qualsiasi momento con il fermo diventato operativo, che tu vada a riprendere tuo figlio a scuola, che tu ti rechi al lavoro o in vacanza, che tu torni dalla spesa o dal fare i capelli a tuo padre, ti sequestrano la macchina sotto il naso. Insomma non hai più scampo.

LA SINISTRA CHE CAMBIA IN MEGLIO (Portobello remix)

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di Aldo Nove

festa3770_img.jpgMa-ia-hii
Ma-ia-huu
Ma-ia-hoo
Ma-ia-haa
Alo, Salut, sunt eu, un haiduc,
Si te rog, iubirea mea, primeste fericirea.
Alo, alo, sunt eu Picasso,
Ti-am dat beep, si sunt voinic,
Dar sa stii nu-ti cer nimic.

Rouch, il viaggiatore in presa diretta

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Jean Rouch è morto la scorsa notte (18 febbraqio 2004) in un incidente d’auto in Niger dove era ospite di una rassegna dedicata al cinema nigerino del quale era considerato il «padre». Aveva 86 anni. Insieme a lui viaggiavano la moglie, il cineasta Moustapha Alassane e l’attore Damouré Zika, protagonista del suo capolavoro «Jaguar», rimasti illesi.

riporto una mail di Daniele Maggioni, che ricorda il grande cineasta francese.
gdm

L’antidoto romanzesco

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di Massimo Rizzante

François Taillandier è nato a Clermont-Ferrand nel 1955. Gli inizi della carriera lo vedono intraprendere un’attività giornalistica piuttosto intensa (collaborazioni con La Montagne, un quotidiano regionale, e con Livres-Hebdo, a Parigi). Nello stesso tempo comincia a pubblicare i suoi primi romanzi: Personnages de la rue du Couteau (1984), Tott (1985), Benoît ou les contemporains obscurs (1986).

Il romanzo e la Storia 2

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di François Taillandier tradotto da Massimo Rizzante

Mi sembra che il mondo attuale trovi questa mia necessità piuttosto noiosa e sospetta: ciò significa forse che emetto delle riserve? Che preferisco la società dei bei tempi che furono? Che mi metto a cavillare? Che voglio fare il raffinato? Che sono un reazionario? Il mondo di oggi vorrebbe persuadermi che tutto va bene così com’è, che posso vivere tranquillamente passando dal mio computer al mio telefono cellulare, che questo è il migliore dei mondi possibili. D’accordo, anche se tutto ciò fosse vero, anche se fossi pronto ad ammettere che l’Europa di oggi costituisce il migliore dei mondi possibili, anche in questo caso, vorrei comunque sapere com’è stato possibile che improvvisamente qui, in Europa, siamo stati in grado di edificare il migliore dei mondi possibili, cosa che l’umanità non è mai riuscita a compiere nel corso di tutta la sua storia.

Il romanzo e la Storia 1

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di François Taillandier tradotto da Massimo Rizzante

(Dispatrio è una rubrica dedicata a prime traduzioni di autori stranieri non ancora apparse in Italia né su rivista né su volume; consideriamo prime traduzioni anche le nuove traduzioni di testi già apparsi in italiano)

Un’onestà elementare m’impone di dire, tanto per cominciare, che non sono né un critico letterario né un teorico, e neppure uno “specialista” del romanzo. Il modo in cui parlerò del romanzo sarà quindi indissociabile dalle mie scelte di romanziere, dalle mie letture frammentarie e dalle mie preferenze istintive. Qualcun altro, diverso da me, incorrerebbe senza dubbio in un altro genere di errori… Per la verità avrei certamente rinunciato a questo mio intento se nel corso di casuali conversazioni non mi fossi accorto che alcuni interlocutori avevano delle idee per certi versi simili alle mie (cosa che sembrava significare che quest’ultime non erano proprio del tutto soggettive). E’ entro questi limiti, perciò, che mi appresto ad evocare l’attuale situazione del romanzo in Francia.

In mare aperto

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di Antonio Moresco

mare.jpgRispondo in ritardo alle reazioni suscitate (su l’Unità, i Miserabili, ecc.) dal mio e da altri articoli apparsi sull’Unità, perché ero lontano dall’Italia.
Ancora una volta, in risposta a posizioni di dissenso, sono scattati, sui giornali e in rete, chliché e caricature personalizzate e preconfezionate, in un fronte che raccoglie le figure più variegate e più inaspettate. Così è successo – prima e più ancora che a me – ad Aldo Busi, Tiziano Scarpa e Carla Benedetti, assalita con un’ansia demolitiva e denigratoria del tutto particolare. Alle argomentazioni messe in campo – ciascuno a suo modo e con la propria individualità e libertà – si è saputo rispondere solo dandoci dei narcisisti, con deformazioni e sarcasmi ma guardandosi bene dall’entrare nel merito delle cose realmente scritte. Se si prova a obiettare che la descrizione mortuaria della realtà culturale, artistica e spirituale di questi anni fa acqua da tutte le parti succede il finimondo, chi si permette di farlo non può che essere un esibizionista e un mascalzone. Si sono affrettati in molti a scendere in difesa di questi annunci funebri. Strana epoca la nostra, strano paese il nostro. Non so se è mai successo che un’intera casta culturale si sia trovata così accomunata nella difesa di una simile trincea e di un simile vicolo cieco.

Schiava bianca

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di Daniel Galera

8879662988.jpgHo comprato un breve libro di racconti di un nuovo scrittore brasiliano (è nato nel 1979 a Porto Alegre). Si intitola Manuale per investire i cani, è stato pubblicato di recente dalla casa editrice Arcana, tradotto in un italiano smagliante da Patrizia Di Malta. Mi è piaciuto tantissimo, così ho chiamato la redazione di Arcana per chiedere il permesso di riprodurre qui uno dei racconti più belli. Ringrazio Martina Donati per la collaborazione. E’ piuttosto buffo mettere in rete una storia simile proprio oggi, ma a ben guardare si tratta di una resa incondizionata alle donne… Buona lettura, e auguri a tutte. (T. S.)
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Avevo deciso che quello di cui avevo bisogno era una schiava bianca. Misi un annuncio sul giornale:

SCHIAVA BIANCA CERCASI

Giovane donna, bella presenza, interessata a ottenere vitto, alloggio, e ogni altro genere di comfort in cambio di presenza permanente in casa e favori sessuali illimitati. Preferibilmente snella, moderatamente formosa e perfetta. Livello culturale medio-alto. Capacità culinarie e musicali saranno altamente gradite. Periodo di prova di 6 mesi, con possibilità di estensione del contratto a tempo indeterminato. Le interessate possono inviare un’e-mail con foto e curriculum personale a…

Un sito per la poesia (e non solo)

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rubon35.jpgLello Voce ha aperto un bellissimo sito molto ricco (www.lellovoce.it). Riporto qui sotto il comunicato che mi ha mandato, e gli faccio tanti auguri.
Ne approfitto anche per segnalare un nuovo intervento (eccolo qui) dello stesso Lello Voce sulla polemica innescata da Romano Luperini su l’Unità, che denuncia una generale decadenza della cultura in Italia.

Gli Studi Subalterni (e postcoloniali) ci riguardano?

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di Marcello Tarì

history.jpgCome è noto i Subaltern Studies – così come anche i Postcolonial Studies – sono nati in un preciso milieu geo-politico; a parte il caso di Edward Said, il quale risulta piuttosto esserne fra gli ispiratori, si tratta per la gran parte di intellettuali indiani – alcuni dei quali insegnano in università occidentali – che tra gli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso hanno portato un attacco frontale alla tradizione storica nazionalista indiana e a quelli che erano e sono chiamati Area Studies, veri e propri studi governamentali dedicati all’analisi storico-antropologica di enormi aggregati di territori e popolazioni che, anche in tal modo, sono stati unificati/esotizzati dai poteri transnazionali.

Tre sonetti

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di Jacques Roubaud tradotti da Andrea Raos

(Dispatrio è una rubrica dedicata a prime traduzioni di autori stranieri non ancora pubblicate in Italia né su rivista né su volume; consideriamo prime traduzioni anche nuove e inedite traduzioni di testi già apparsi in italiano)

°

2.4.3. vista
sette

il tempo fugge il tempo, il tempo è come larva
il tempo è l’inconscio della terra spande
il tempo è sguardo il tempo è trasparenza
ai morti alla passione alle false prove
durata d’uomo solo e di donna sola
luci della luce dell’assenza
la lega non è che schiuma minuscola
e schiva poi le onde si separano
il tempo è vampa il tempo è dell’ombra
il tempo è questa scrittura che si accende
sulla carta sulle lingue casuali
il tempo il tempo è formica il tempo è numero
accosta i riflessi li mischia li smuove
cancella uomo, donna, infanzie

Appello: no alla sorveglianza speciale per Luca Casarini

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casariniRicevo da Radio Sherwood e pubblico con forte convinzione:

Cari e care,
questo testo verrà presentato alla stampa lunedì, in modo da stare sui giornali prima del 10 marzo, quando il Tribunale di Venezia deciderà in merito alla sorveglianza speciale per Luca Casarini.

I primi firmatari di questo appello rivolgono un invito a tutti e a tutte affinché, nonostante il poco tempo, si riescano a raccogliere tante e significative firme di esponenti di movimenti, di società civile, della politica, della cultura e delle istituzioni.

Le firme devono arrivare alla mail:
giuseppe.caccia@comune.venezia.it
entro sabato sera.

Compleanno

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di Dario Voltolini

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Marzo. Nazione Indiana compie un anno.

Ringrazio tutti i lettori e i commentatori, i pro e i contro, i polemici e i simpatetici, tutti.

A coloro che “tengono creature” (ma anche agli altri), verrà prossimamente dato in omaggio a puntate (cioè: scaricatevelo!) un racconto che una mia amica ha scritto per mia figlia, dal titolo Alla ricerca della perla nera. Cucina famigliare, fatto in casa!

Un caro saluto a tutti.

Dario

Promemoria – Genova, luglio 2001

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di Sergio Baratto

(Oggi 2 marzo a Genova comincia il processo contro 26 manifestanti tra i molti che hanno partecipato al controvertice G8 del 2001. Il reato – gravissimo – che viene loro contestato si chiama “devastazione e saccheggio” e comporta una pena minima di otto anni. Contro i 26 imputati il comune di Genova si è costituito parte civile.)

genovarouge2.jpg

1.
La prima cosa che colpisce – molto concretamente, sulla pelle – è il calore del sole. La carne comincia subito a formicolarci, a friggere. Mi dico: va bene, probabilmente mi scotterò, ma forse finalmente mi abbronzerò anche un pochino, così la smetteranno di prendermi in giro.
Ci incamminiamo. Il paesaggio da dietro le lenti scure è un po’ squallido, a parte il luccichio del mare alla nostra sinistra, esagerato e pagano come sempre.
Poi iniziano i canti, le urla. Qualcuno, prima, aveva detto che sarebbe stata una cosa triste e silenziosa. Qualcun altro aveva aggiunto: “Dovrà esserlo – siamo seri”.Invece no. Apriamo sempre di più le nostre bocche impastate, strofa dopo strofa, finché il sole non ha comincia a luccicare sulle nostre otturazioni.