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Alla ricerca della perla nera (#1)

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di Mariolina Bongiovanni Bertini

perlanera.jpg [Ecco il racconto “fatto in casa” destinato ai visitatori di Nazione Indiana dotati di criature, siano esse reali o interiori.
Ve lo affiggo a puntate, come un vero feuilleton.
Ringrazio Mariolina per averlo regalato a mia figlia e permesso di distribuirlo a tutti.
Un abbraccio a tutte le criature. DV.]

Poesie

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di Andrea Inglese

Che la vita cominci da quel cane
sdraiato, o da quell’edera morente
che ha una zolla dura, di marmo.
Dia un nuovo segnale, una vampa,
il ventre nudo di quello che parla
guardandosi le scarpe senza stringhe,
si stacchi dal muro anche il corvo
lustro come uno stivale di soldato.

Il diario del siamese (1)

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Liliane Giraudon

Un capitolo di La fiancée de Makhno (2004)

tradotto da Andrea Raos

Una frase deve ogni giorno venire puntata. Ma non sul mondo che attraverso, né su me stesso. “Ossèrvati è la parola del serpente”. Franz aveva ragione. Osservarmi, ora che lei non fa più parte del mio corpo, sarebbe tempo perso. Annotare ogni giorno qualche gesto o tracciare linee nello spazio deve servire ad avvicinarmi a lei.
Devo raggiungerla. Non seguirne le tracce, come senza dubbio lei teme che io faccia, ma tagliare per altri territori e intercettarla prima che ritrovi quello che crede essere l’accesso agli antichi altopiani.
Dal mio incontro con Laika, la mia intera esistenza sarà stata simile alla dissimulazione di un combattimento. Un combattimento che avrò condotto da solo, e per lei sola. Insieme separatamente abbiamo conosciuto l’Inferno. Ciò che è stato concepito male finisce male. Li chiamano cani puzzolenti. Ma solo gli uomini impestano l’aria, mentre le donne ammorbano l’erba su cui si genuflettono, a succhiare i loro padroni.

La lista della spesa

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una proposta di Tiziano Scarpa ai lettori di Nazione indiana
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Cari amici, ho bisogno di voi.

Abbiate la pazienza di leggermi. Se vi annoiate, saltate i paragrafi che seguono e andate a circa metà di questo mio intervento, leggete da “È a questo punto che ho bisogno di voi” in avanti.

Vi faccio una proposta di lavoro (ma non vi potrò pagare).

Eugenio e i mulinelli

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di Dario Voltolini

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Il vento soffiò così forte
che sbriciolò Eugenio:
lo sfarinò
e ne disperse la polvere ai quattro punti cardinali.

Cara Nazione Indiana

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di Massimiliano Parente

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Caro Tiziano Scarpa, e cari amici di “Nazione Indiana”, ma davvero, secondo voi, il nocciolo della letteratura di questi anni, la brace sotto la cenere, il non potere contro il potere, è una lista della spesa, quella lista, che poi sembra il fronte letterario degli amici contro i nemici, svuotata di ogni presupposto critico, poetico?

Italville

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di Benedetta Centovalli

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Strano periodo, questo. Si fa un gran parlare di letteratura che non c’è, di intellettuali afasici e vili, di scrittori italiani che non sanno raccontare il paese che muta, che non riescono a stare dentro l’onda di questo cambiamento. Di un paio di mesi fa la provocazione di Mauro Covacich sull’«Espresso», cui hanno fatto seguito risposte sullo stesso settimanale, su quotidiani e in rete. E insieme un fiorire come da tanto tempo non si era visto di raccolte di racconti italiani che lavorano a cancellare questa impressione. E non solo le antologie, certo.

Cassius Clay

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di Christian Raimo

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Romane dice a Michel che di carte non ne sa un cazzo e che dovrebbe smetterla, sta imbrogliando un sacco di gente, sta diventando uno stronzo.
“Stronzo non si dice”, mando giù il caffè, tentando di educare Romane, mentre dovrei già essere al lavoro a quest’ora, lei mi punta gli occhi dritti addosso ai miei. Ha quattordici anni e l’ultima lineetta segnata sul muro della cucina è a un metro settantuno da terra, un centimetro più di me. Poi prende un foglio e una penna, e scrive in stampatello: “CARO PAPACAZZETTO. NON ERA LA MAMMA A CHIAMARTI COSÌ?, COMUNQUE SAPPI CHE TUO FIGLIO È UNO STRONZO, PER LAVORO RUBA SOLDI A DEI POVERI VECCHI RINCOGLIONITI CHE TELEFONANO PER SAPERE SE GUARIRANNO DAL TUMORE, O SE LA FIGLIA TROVERÀ UN UOMO, FIRMATO CASSIUS CLAY”.
“È vero quello che dice tua sorella?” chiedo a Michel.
“Che è negra e c’ha il parkinson? Sì.”, mi risponde.

Dedica a PPP?!?

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Gli italiani e Bach, insieme, sono la fine del mondo….
ascolto un corale di Bach su Radio Radicale dopo una serie di interviste sul caso Cuffaro, a membri dell’UDC, dell’opposizione, di Alleanza Nazionale.
Insomma i vecchi trucchi… ça marche toujours…
fuck you Italy!

gm

Due letterine alla Nazione

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di Francesco Longo

romderb.jpgCara Nazione,
sono il bambino investito dall’auto di polizia, ero fuori dallo stadio. Avrai sentito parlare di me, saprai sicuramente chi sono. Ho fatto il giro del mondo in pochi minuti. Via cavo, tv, maxi-schermi nei pub. Sono nato al quarantesimo minuto, nato da una diceria strana, forse un complotto tra ultrà. Comunque, sono stato l’interesse della settimana, io, figlio di una leggenda metropolitana. Sono il figlio del derby malato, hai presente? Avrai sentito almeno i miei genitori? Ti scrivo, Nazione, perché mi sembro nato per il tuo blog-Indiano, ma solo due righe però, perché a Sociologia sono già ospite d’onore: chiamato alla mia prima lezione. Ho pensato a te, Nazione, perché mi sento all’esatta metà, tra realtà e finzione.
Tuo, il bambino morto investito

La merce invenduta piange

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di Aldo nove

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Io se fossi un pannolino avrei bisogno della merda di un bambino per esistere
perché la merce invenduta piange
e non capirei perché un bambino nella sua vita caga
migliaia di pannolini ma non me
che sono un pannolino normale come gli altri
con il mio codice a barre normale
sulla scatola.

Organismi Foneticamente Modificati

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di Tiziano Scarpa

A021716.jpgOggi Maurizio Cattelan (nell’immagine, uno dei suoi lavori più famosi, La Nona Ora, 1999) riceve una laurea ad honorem in sociologia dall’Università di Trento. Per l’occasione, la rivista “Work. Art in progress”, mi ha chiesto un intervento.
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IL MIO AMICO VENETO: Be’, almeno un caffè poteva offrirtelo…

IO: E perché avrebbe dovuto?

IL MIO AMICO VENETO: Non fare il modesto. Nel 1998 tu pubblichi la storia di un papa travolto da una frana, il successore di Karol Wojtyla resta prigioniero di un masso, disteso a terra con una gamba spezzata, mentre è in vacanza sulle Dolomiti…

IO: Ah, per quella faccenda lì, dici… Coincidenze.

IL MIO AMICO VENETO: Tu minimizzi, ma la statua di Wojtyla colpito da un meteorite…

Nuovo cinema paraculo: Wasp in translation

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di Christian Raimo

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Va là, il rito degli Oscar è avvenuto e ha dato anche l’incoronazione alla cinematografia non così sputtanatamente hollywoodiana (pseudoindipendente), che in alcuni casi sembra la dialettica negativa che serve alla giustificazione dell’ideologia cinematografica più established. Parliamo di questo insomma, dei due film più sopravvalutati della stagione, Lost in translation (migliore sceneggiatura originale) e Le invasioni barbariche (miglior film straniero). E partiamo dal fondo.

Come Ustica?

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di Maria Pace Ottieri
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Sono passati sette anni dal giorno dell’incredibile naufragio della Kater I Rades, la nave carica di albanesi che fu speronata dalla marina militare italiana il 28 marzo del 1997. Morirono almeno 108 persone che ora rischiano di non avere nemmeno giustizia.
Questo articolo, che racconta sia il fatto sia l’insabbiarsi del processo, è stato scritto un anno fa, ed è prtroppo ancora attuale. cb

Siopero siore e siori, siopero!

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di Michele Rossi

feto20.jpgRicordiamo alla nazione che nella giornata di oggi è in corso l’ennesimo sciopero generale (che non verrà registrato per i dieci milioni di precari e atipici privi di contrattazione collettiva e di futuro pensionistico) contro le politiche peroniste di un governo che sta mandando allo sfascio il Paese, che ieri in un clima da stadio è stata divorata la parte seconda della Costituzione plasmata come pongo sugli interessi del plenipresidente e di leghisti e fascisti alla deriva, che 6000000 di italiani vivono con meno di 1000 euro al mese, che mediaset annuncia grazie alla Gasparri un aumento di ricavi di un paio di miliardi di euro, che pure il tempo fa schifo. Siori e siore, benvenuti in Italia.

RedPill®

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di Elena Casetta e Achille C. Varzi

red-pill.jpgblue-pill.jpgMorpheus lascia che sia Neo a decidere. Se ingerisce la pillola azzurra, la sua percezione del mondo non cambierà e la vita di Neo continuerà come sempre. Se ingerisce la pillola rossa, il mondo gli si manifesterà quale esso realmente è: una realtà che va ben al di là di quanto Neo possa anche solo lontanamente immaginare. «Pillola azzurra: fine della storia; pillola rossa: resti nel Paese delle Meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.» Neo fa la sua scelta e l’avventura comincia.

il reciclato

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di Massimo Cacciapuoti

Mi chiamo Gaetano Quagliuso e vengo da Frignano. Nullafacente di mestiere, ma con qualche prospettiva per il futuro. L’assessore Fusaro, amico di vecchia data, e senza offesa, faccendiere di rinomata fama, dopo avergli assicurato alle ultime elezioni una trentina di voti, perché tengo la famiglia numerosa, solo tra fratelli e sorelle ne contiamo dieci, finalmente mi ha trovato un posto di lavoro, come trasportatore di materiali indefiniti, con qualche rischio per la salute, lui è stato chiaro, ma tanto che me ne importa l’importante è che a fine mese mi pagano. E proprio questa mattina cominciavo.

Ultimo paradiso terrestre, una storia d’amore

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di Francesco Longo

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Questa è urban art, o postgraffitismo.
Lui, un make up artist, è in un lussuoso lodge nascosto nella vegetazione, dove un dj anglo-cinese remixa vecchi brani di pop mandarino.

Minimalismo e party esclusivi. Lei è perdutamente invaghita di questo ex jewel-designer (ora make up artist). Lei, in bikini, tra oggetti biodegradabili, un letto small size e una concept car da nababbi sta davanti a un drink king size. Lei, “l’osannata bionda”: un debutto strepitoso, voce suol da “vecchia scuola”, una vita di massaggi ayurvedici, sessioni di yoga, docce a effusione e cosmetici totalmente naturali, con proprietà rilassanti. Passa tutto il tempo in giro per installazioni di giovani artisti, o per “il meglio della cucina fusion”. È chiamata “la Regina”, nella capitale del design.

Io, Peter

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runroom.gifAvevo trascritto dall’ultimo librone di Peter Handke (Alla finestra sulla rupe, di mattina, Garzanti 2003, trad. di Umberto Gandini. Ed. orig.: Am Felsfenster morgens, Residenz Verlag, Salzburg-Vienna 1998) gli “aforismi” attinenti al tema dell’Io (anche minuscolo: io), per uno scopo che non ha avuto esito. Li pubblico ora qui: è anche un modo per parlare di questo autore importante che forse non sappiamo più dove stia andando (che io non so più dove stia andando, ma questo è un dettaglio di minima importanza).
Dario Voltolini

Il nuovo diarismo

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di Elio Paoloni

mac.jpgGli scrittori smettono di scrivere. Sul forum di Maltesenarrazioni.it i fan implorano Matteo Galiazzo: torna a scrivere per noi. Ma lui ha altri interessi. Sullo stesso forum Marco Drago, spazientito, sbuffa: ma perché un autore deve per forza scrivere libri? ci sono tante cose più interessanti: la radio, il cinema, il multimediale. Giulio Mozzi confessa a Stilos che non riesce a pensare a storie veramente nuove e che se anche ci riuscisse la pubblicazione di libri propri non gli provocherebbe nessun brivido: si gode di più a pubblicare gli altri. Tiziano Scarpa non ha intenzione di smettere ma un suo pezzo accorato sulla sorte commerciale di A perdifiato di Mauro Covacich, uno dei più bei romanzi italiani degli ultimi anni (e uno dei più favorevolmente recensiti) indurrebbe chiunque a smettere. Neanche Antonio Moresco ha intenzione di smettere, però gli succede sempre più spesso di dedicarsi al reportage occasionale, non si sa se a scapito di opere più articolate.

Busi tra Amici

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di Flavio Marcolini

busi_aldo_tn.jpgRicevo questo intervento che pubblico molto volentieri. Non ho la tivù, e purtroppo non ho ancora seguito le lezioni televisive di Busi che ci segnala Marcolini. Voi sì? Che ne pensate? Ma a prescidere dal grande Aldo Busi, mi sembra un’occasione per continuare a riflettere sull’atteggiamento degli intellettuali verso la televisione (andarci?, non andarci?) e in generale su un impegno culturale più popolare (o, per meglio dire, più pop), che tenga conto delle classi poco alfabetizzate e molto telebetizzate. T. S.

Non si può non dire tutto il bene possibile dell’opera di educazione civile che Aldo Busi da almeno vent’anni propone al paese. Se oggi l’Italia è un po’ più libera, colta, umana, lo deve anche ai suoi libri.

Ma stavolta lo scrittore di Montichiari si è imbarcato in un’impresa per molti osservatori più che discutibile. Ha accettato di condurre da febbraio a maggio una serie di lezioni settimanali sull’importanza della lettura (ma della cultura più in generale, visto lo stato di abbandono in cui versano le menti degli allievi) agli “Amici” di Maria De Filippi, il reality show quotidiano di Canale5, seguitissimo dagli adolescenti.