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Will, Grace, Franco Tritto e la Br # 1

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di Giorgio Vasta

willgrace1.jpg

Quella che segue è la risposta a una domanda sul dialogo. Questa risposta (esattamente la domanda è: Quali regole seguire per scrivere un dialogo?), in una forma leggermente tagliata, verrà pubblicata insieme a molte altre in un volume dal titolo FAQ. Domande e risposte sulla narrazione (Holden Maps/Bur), in uscita nei primi giorni di maggio 2004. Il libro – che nel titolo si rifà alle Frequently Asked Questions dei siti internet – come si deduce è composto da domande e da risposte sul raccontare storie. Le risposte sono state affidate a narratori e a studiosi della narrazione. Mi permetto di riportare su Nazione Indiana la versione uncut della mia risposta. Si parla anche di logica dell’ironia, o meglio di “regime” dell’ironia, argomento discusso in questi giorni in diversi commenti.
Per una questione di praticità divido la risposta in due parti.

Quattro poesie

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di Luigi Socci

lett.jpgDi proprio pugno

Mi scrivo una tua lettera
finché dura la mano
finché mi regge il pugno, finché stringe,
finché so l’italiano.
Come consolazione o per rivalsa
mi scrivo una tua lettera
falsa.

Nuova critica paracula: la letteratura italiana in pillole

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di Gianni Biondillo

letit.jpgScopro solo ora questo gioiello che Gianni Biondillo ha lasciato cadere con nonchalance in una finestra dei commenti (i commenti alla recensione di Francesco Longo al film di Peter Fly, L’eredità, in Archivi per mese di aprile). Lo ripubblico qui d’autorità, senza chiedergli il permesso: se Biondillo si arrabbia, vorrà dire che andrò a chiedergli scusa alla presentazione del suo Per cosa si uccide, oggi giovedì 22 alla Libreria del Giallo, a Milano, in via Peschiera, 1, ore 19.00, con Raul Montanari. (T. S.)
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1.
Insomma, per capirci: c’è questo qui, pensa l’assurdità, che se la cammina bello bello e chi ti incontra? Un poeta morto quasi duemila anni prima. E giù gridolini, mancamenti, ma come mi piaci, ma quanto sei bravo, tu per me sei un maestro, un mito (e così per tutto il tempo. Roba che alla fine credi che sia gay e anche un po’ necrofilo). Ma questo è ancora niente. Manco fosse San Paolo che ti fa il nostro? Una bella visita all’Inferno.

Problemini

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Scusate, sono spariti alcuni interventi. Non dipende da noi. Cerchiamo di risolvere al più presto. Grazie a tutti quelli che ci hanno segnalato la cosa. Io per parte mia, intanto, non posso far altro che ri-pubblicare quel che avevo già pubblicato. T.S.

Il sorriso di Hofmannsthal

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di Riccardo Ferrazzi

hfmstl.gifVienna, quasi cent’anni fa. Secondo un modo di dire piuttosto in voga, in ogni strada abita un genio. E non è uno sproposito: nell’arco di una generazione, prima di sprofondare nella guerra e nel disastro, è qui, nella capitale dell’ultimo impero, che tutte le arti e tutte le scienze vengono rivoluzionate. A quanto pare, il fenomeno si spiega con una serie di coincidenze: una lunga espansione economica, un impero multietnico, un imperatore-simbolo che non muore mai, imbalsama le contraddizioni e maschera fino all’ultimo l’agonia di una civiltà.

Cristo vietato ai minori

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di Diego De Silva

chmgib.jpgQualche giorno fa ho chiamato un cinema della mia città dove in questi giorni danno La passione di Cristo. Mi ha risposto una garbata signorina. Le ho chiesto se il film era vietato.
“No” – ha detto esitando – “Ma quanti anni ha il bambino?”.
Bambino? ho pensato. Boh. “Quattordici”, ho buttato lì.
Lei ha un po’ sospirato.
“Be’, veda un po’ lei”, mi ha detto.

Grafopolis

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di Gillioz*

arabo.jpg
Versificatori tenebrosi, panegiristi della ragion statale o di bottega, narratori dal cuore immenso, biografi di biografi, consulenti dell’ultra-minimo, stilisti della miseria, nobili riproduttori di sciagure, calligrafi del Profondo, pensatori del pensiero istrionico o analgesico, messia depennati, compilatori di cronache e canovacci per una patria alla frutta, e molto di più… Chi penserebbe mai che dove oggi sei sparuti isolotti annaspano tra le spume ci fu, tre secoli or sono, uno stivale di terra che rigurgitava di SCRITTURE? Che in quello stivale di terra, ancora lungi dallo sprofondare nel Mediterraneo causa il ben noto scioglimento dei ghiacci (2070-2110 d.c.), si stesse elaborando, a insaputa degli elaboratori stessi, il più significativo laboratorio di disfunzione psico-sensoriale della storia europea? E il più intenso esperimento di scissione mentale di un popolo intero?

33 giri stereo lp

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33-giri1.jpg

di Vincenzo Bagnoli

da
Orfeo all’inferno 1999 (i tempi morti)

I mov.: metamorfosi di dante

betametasone disodio fosfato
zero e seicentocinquantotto
due-mercaptoetansulfonato
terfenadina e ketoconazolo
alterazioni elettrocardiografiche
(e chiedimi se odio le promesse)

I narrificatori

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sbobinato da Tiziano Scarpa

Skng.jpgIO: Senti, l’altra volta avevi detto una cosa che mi è rimasta in testa.

IL MIO AMICO FILOSOFO: Almeno una… È già molto.

IO: A un certo punto hai tirato fuori i narrificatori.

una sola moltitudine

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il blog di Marco Giovenale

Nel weblog slow-forward.splinder.it ogni settimana o più volte a settimana compaiono -fanìe, costruzioni e spostamenti i più diversi.

Scritti sulla poesia italiana e straniera contemporanea, pagine di poetica, o di estetica & politica, notizie di mostre e presentazioni, notille sulla fotografia come ‘arte del sottrarre’, recensioni (p.es. a Simic, Buffoni, Magrelli, Frene), link et alia.

In questo momento è presente un intervento dedicato a una generazione di autori indicativamente nati nella seconda metà degli anni ’60 (o poco dopo).

(immagine di Francesca Vitale)

Gli Stati del romanzo

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di Giulio Mozzi

bandam.jpgDal diario di Giulio Mozzi, riprendo questo intervento, che per la verità lui aveva intitolato “Politica: un pezzo di un pezzo” (T.S.)
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In questi giorni sto partecipando a una discussione, per una rivista, sullo “stato del romanzo italiano”. Pubblico qui un pezzo del mio pezzo (che è ancora in elaborazione).

Quanto allo “stato del romanzo italiano”, ho ben poco da dire. Vedo molti, davvero molti buoni romanzi, discreti romanzi. Vedo assai pochi romanzi davvero impressionanti – ma questo mi sembra normale. Se ogni mille romanzi discreti ce n’è uno di veramente impressionante, credo che ci sia da essere contenti.

Sette poesie

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di Antonio Trucillo

cno.gifRingrazio Diego De Silva che mi ha inviato queste poesie. (T. S.)
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Mi chiama.
Mi parla della finale
delle canoe di oggi pomeriggio
ed io, perché è domenica,
gli dico una bugia, che vado a mangiare
a casa di un amico,
ché sennò diventa così triste
a sapermi a mangiare
tutto solo.

The Passion of the Christ, pro Mel

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di Jacopo Guerriero

com0308r.jpgHo scritto questi appunti prima e dopo aver visto l’ultimo film di Mel Gibson. Magari possono contribuire al dibattito che si è aperto, ho l’impressione di una prevenzione ingiustificata.

«Vidi la Vergine lavare il capo e il volto insanguinato del Signore,
Tolse il sangue che gli riempiva gli occhi, le narici e le orecchie.
Allo stesso modo gli pulì la bocca semiaperta, la lingua, i denti e le labbra.
Poi divise i capelli: quando li ebbe sgrovigliati davanti li fece passare dietro le orecchie.
L’Addolorata lavò e ripulì, a una a una, le numerose e orribili piaghe. Allora solamente le fu possibile vedere nei minimi particolari gli spaventosi martìri subiti da suo Figlio..»

Coinvolgimenti

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di Elio Paoloni

guernicaparticolare.jpg E’ del mio paese la bambina massacrata di cui tutte le cronache parlano. Di un altro morto recente, sempre di Latiano, si parla solo sui media regionali: era un pregiudicato, aveva partecipato a sparatorie, potrebbe aver avuto addirittura morti sulla coscienza. Non sono rimasto molto colpito né dal primo né dal secondo delitto. E neppure la concomitanza ha avuto particolari ripercussioni. Non so quanto di caratteriale, vuoi genetico vuoi indotto (influenza ambientale del fatalismo meridiano) e quanto di minuziosamente costruito vi sia in questa indifferenza.

Meditazioni joxiane #2

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di Dario Voltolini

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Il brano del generale Ralph Peters che ho ripreso dal libro di Joxe esprime credo con chiarezza una visione della situazione mondiale e del tipo di azione per intervenire su di essa da parte dell’unica potenza rimasta sul pianeta. Si tratta di una visione di destra. Di una destra, come dice Joxe, “pessimista”. Ma Joxe cita questo brano all’interno di un discorso che ha come tema la politica clintoniana, con al centro il concetto di “enlargement”, visto come strategia “ottimistica”. Dice Joxe: «Sotto Bill Clinton , il concetto politically correct adottato dall’establishment per esprimere il rinnovamento dell’impero non è il tetro e pessimista clash of civilization di Samuel Huntington ma l’enlargement di Antony Lake che, con ottimismo, affida agli Stati Uniti il compito di estendere e consolidare la “libera comunità delle democrazie di libero mercato” (market democracies)[1]. L’enlargement, pur essendo soprattutto di carattere politico-economico, propone tuttavia alle alleanze militari degli Stati Uniti un contenuto diverso dalla difesa di un territorio statico, come l’area Nato del passato o la cristianità di Samuel Huntington, in quanto si rapporta a un territorio in espansione.» [2]

Nuovo cinema paraculo: C’è del marcio registrato in Danimarca

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di Francesco Longo

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Quanti (come me) dopo aver visto Festen hanno creduto che nel cinema contemporaneo qualcosa si fosse finalmente rinnovato? E quanti, rinati coi Lars von Trier si arrendono ancora oggi con facilità, se vedono nel cast di un film in uscita un mazzetto di ø ø ø nei nomi degli attori? Quanti insomma, sulla spinta di un’euforia poco alimentata, hanno pensato di pagare, per vedere il nuovo film del cosiddetto cinema-scandinavo: L’eredità di Per Fly?

Defecatio Post Mortem (problemi di narrazione viscerale)

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di Giorgio Vasta

apparatodigerente.gifIl nostro sistema digerente è una trama. Una vera e propria trama narrativa. Un cosiddetto plot, organizzato classicamente in una struttura in tre atti. Primo-secondo-terzo atto, esposizione-conflitto-scioglimento. O, secondo altre formalizzazioni, nel caso specifico quella di Joseph Campbell e del suo monomito, separazione-iniziazione-ritorno (ma la sostanza è la stessa).

Un plot con la sua normale evoluzione: il primo turning point, poco prima della fine del primo atto (primo turning point utile a innescare il passaggio al secondo atto, il passaggio cioè dalla vita domestica all’avventura, dalla fisiologia alla patologia, Cappuccetto Rosso che decidendo di lasciare la via maestra incontra il lupo, con quel che ne consegue), e il secondo turning point, poco prima della fine del secondo atto (l’accadimento che prelude all’individuazione del sistema per venire a capo del mistero, la formula magica, la pozione, il quinto elemento, conquistato il quale si può evolvere fiduciosi verso il finale, passare dall’avventura alla sua ricomposizione, dalla patologia alla nuova fisiologia, il cacciatore che passa vicino la casa della nonna, sente russare e si avvicina, cosa che lo porterà all’uccisione bianca, esangue, del lupo, e alla liberazione del micronucleo familiare incomprensibilmente non masticato).

Il blogrodeo delle mutande

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Avete ancora 40 minuti per partecipare al blogrodeo di oggi, fino alle 14.00 su blogrodeo.org. Il tema, ohibò, è preso da un racconto del sottoscritto (che onore, che vergogna).

Non esiste racconto impossibile

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Sbobinato da Tiziano Scarpa

Uomoinammollo.jpgIO: Ho visto la nuova pubblicità del Bio Presto.

IL MIO AMICO FILOSOFO: Dove?

IO: Alla tivù.

IL MIO AMICO FILOSOFO: Non ho il televisore. Descrivimela.

IO: Lui e lei al ristorante. Lui si macchia, allora si alza da tavola e si getta nell’acquario del locale, poi versa il detersivo in acqua. Lei si vergogna. Il cameriere è sbalordito: “Impossibile!” lo redarguisce. Lui risponde serafico: “Non esiste sporco impossibile per Bio Presto.” Si smacchia la camicia e torna a sedersi a mangiare, tutto inzuppato.

Alla ricerca della perla nera (#5 – fine)

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di Mariolina Bongiovanni Bertini

galleon.jpg [Termina qui il racconto fatto in casa per i piccoli indiani. Ringrazio Mariolina per avercelo dato. DV.]

4. Il compleanno di Capitan Uncino

Yessèr nuotava ormai da sei o sette ore , dritto verso la linea dell’orizzonte, quando cominciò a preoccuparsi un po’: ormai vedeva davanti a sé la costa aspra e rocciosa della Corsica, ma dell’isolotto della Strega, nemmeno l’ombra. Forse si era spostato troppo verso oriente, visto che era partito da Bergeggi e non da Varigotti; o forse aveva girato a destra in un punto dove Espiègle, invece, il giorno prima l’aveva fatto girare a sinistra. Insomma, non sapeva più bene né dov’era né in che direzione doveva nuotare, e si sentiva anche molto stanco. D’un tratto, davanti a una piccola baia, gli apparve un grande veliero , ancorato a circa duecento metri dalla costa. Era davvero imponente, con i suoi tre alberi altissimi e tante belle sculture di legno dorato che gli ornavano la prua. Sull’albero maestro ondeggiava al vento una bandiera fatta a questo modo:

I demoni e la pasta sfoglia

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di Michele Mari

Moicano.jpg [Esce da Quiritta questo bellissimo libro di Michele Mari, I demoni e la pasta sfoglia, di cui pubblico la prefazione e uno dei capitoli. Ho scelto il brano su James Fenimore Cooper nella ricchissima orgia letteraria di Mari per motivi di indianità. Ringrazio Michele Mari e Quiritta per la loro disponibilità. DV.]

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I demoni e la pasta sfoglia

Céline, Gadda, Gombrowicz, Kafka, Borges, Conrad, Canetti, Manganelli, Perutz, Melville, Landolfi, Maupassant: molti dei nostri scrittori prediletti sono degli ossessi. Ossessione è da assedio, ma il suo nome scientifico, anancasma, è da destino, ananké. Scrittori al servizio della propria nevrosi, pronti ad assecondarla e a celebrarla: scrittori che hanno nell’ossessione non solo il tema principale (e insieme il metodo con cui anche la più semplice esperienza è assottigliata in pasta sfoglia verbale), ma l’ispirazione stessa, sì che nessuna interpretazione mi pare fuorviante come quella che ne riconduce l’opera a un intento salvifico, quasi la scrittura sia solo un surrogato della pratica psicoanalitica. Al contrario, è proprio scrivendo che essi finiscono di consegnarsi inermi agli artigli dei demoni che li signoreggiano, finché, posseduti, essi diventano quegli stessi demoni. Così, nelle loro pagine, quelle visioni, quegli stravolgimenti, quell’eccitazione verbale, quegli avvitamenti retorici, quelle torsioni espressive (insomma quell’altissima maniera) non sono offe stilistiche gettate nelle fauci del mostro, ma lo stile stesso del mostro (uno stile paradossalmente naturale). Questo significa che lo scrittore-ossesso parlerà della propria ossessione anche quando non ne fa un tema esplicito, anche in àmbiti insospettati: il Gadda delle norme radiofoniche, ad esempio.