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C’è molta più arte tra la terra e il cielo… # 1

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di Carla Benedettijusto 1.jpg

C’è molta più arte tra la terra e il cielo di quanta ne sogni l’Occidente.

Il sistema artistico occidentale, con il suo culto estetico delle opere e con le sue istituzioni (musei, gallerie, curatori, collezionisti, critici), assomiglia ogni giorno di più a una navicella in mezzo all’oceano,
che galleggia a fatica, nonostante la sua egemonia culturale e di mercato, sotto l’urto di pratiche artistiche incompatibili con l’idea occidentale di arte, provenienti da tutte le parti del globo e sempre più politicizzate.

Qui: appunti dal presente 2#

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Spettatori di guerra?

di Velio Abati

Rispondo volentieri alla sollecitazione, toccando due aspetti.
Il primo, anche se nella “proposta” non risulta il più evidente (punto 3), è la questione del ‘bello’ nella rappresentazione della realtà. Dico subito che a me pare il vecchio tema del rapporto tra arte e vita, o se si vuole tra arte e realtà. Su questo, penso che l’arte non sia obbligatoria e forse neppure rientri nell’ordine delle priorità, ma se la si pratica se ne devono accettare le ambiguità.

Qui: appunti dal presente 1#

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QUI 9- Copertina.JPG
Qui. Appunti dal presente è una rivista strana, è tenacemente cartacea, eppure funziona per certi aspetti come un blog ed è presente in rete. Non è una rivista specializzata, e in questo rifiuto consiste il suo rischio e la sua forza maggiore, la sua capacità di operare uno spostamento importante rispetto a qualsiasi rivista letteraria, o legata ad un’area disciplinare (politica, filosofia, psicanalisi, ecc.). Qui è giunta oggi al numero 9. Il suo ideatore e regista, Massimo Parizzi, la immagina come un diario collettivo, corale, che però necessita di essere sollecitato e guidato (o deviato virtuosamente).

Su Gustaw Herling

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di Roberto Saviano

herling.gifIn un unico amarissimo sorso, dovrebbe essere bevuto Un mondo a parte di Gustaw Herling che riappare presso Feltrinelli in edizione economica. Leggere tutto in una volta, subendo un pugno nelle viscere, uno schiaffo in pieno volto, sentendo la dignità squarciata, la paura di poter crollare prima o poi nello stesso girone infernale descritto nelle pagine. Un testo prezioso e tremendo, una testimonianza sui campi di concentramento sovietici, sulle barbarie compiute dal regime stalinista dell’URSS contro milioni di persone.

Lettera alla Pubblica Amministrazione

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di Tiziano Scarpa

contrcent.jpgSpettabile Direzione Produzione e Abbonamenti e Attività per le Pubbliche Amministrazioni,

oggi ho ricevuto la Vostra lettera datata 25.05.2004: mi rendete noto che “a tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta utile alla chiusura della Sua pratica, né risulta da Lei stipulato un abbonamento alla televisione”.

Cinque poesie

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di Francesca Reboli
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C’è tutto il mondo
in questa faccia
gli ho detto una volta.
E lui subito
l’ha deformata in una smorfia.
Il mondo è brutto,
ho detto io.
Ma senza scampo
è tutto lì.
Dalla curva del sopracciglio
all’osso della guancia.
Nell’angolo del labbro
che rialza,
mostrando i denti.

Rosa Rosae #2 – Apologia di Liala

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di Mariolina Bertini

liala3.gif Détestez la mauvaise musique, ne la méprisez pas. Comme on la joue, la chante bien plus passionnément que la bonne, bien plus qu’elle, elle s’est à peu à peu remplie du rêve et des larmes des hommes. Qu’elle vous soit par là vénérable.
Marcel Proust

Dialogo sull’entropia (#8). L’Aristogas.

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di Antonio Sparzani e Dario Voltolini

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Altolà, c’è troppa carne al fuoco! Da una parte c’è il nostro aristogas Elio che se ne sta per conto proprio, dall’altra c’è un paesino che è valso come esempio, con tutte le fiaccole eccetera, e adesso c’è anche una caterva di numeri per lo più inutili. Come rosoliamo questo bello spiedone?

Rosa Rosae #1 – Shirley Temple, o il rosa assoluto

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di Mariolina Bertini

rosedisanlazzaro0037.JPG[Ho chiesto a Mariolina Bertini un contributo alla discussione sui generi letterari. Mi ha dato il permesso di pubblicare due suoi scritti inediti, uno del 1979 e l’altro del 1984. La ringrazio e comincio pubblicando il secondo. D.V.]

Corsica: la deriva mafiosa del nazionalismo politico (#3)

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di Enrico Ratto

iguana-web.jpgIl sud e la costa ovest non sono da meno. Per quanto riguarda la criminalità organizzata straniera, il Procuratore Bernard Legras indica come la presenza della mafia italiana e russa sull’isola sia limitata a causa dell’ “impermeabilità della società corsa, costituita da strutture criminali locali che formano dei bastioni impenetrabili”, e che in particolare questa si concentra solo intorno all’Isola di Cavallo, paradiso turistico situato all’estremo sud della regione.

Corsica: la deriva mafiosa del nazionalismo politico (#2)

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di Enrico Ratto

furto.jpgI clan e le influenze sul territorio.

Bastia, Alta Corsica, pianure dell’Est. Esiste una spiegazione storica per il fatto che le grandi bande criminali sono nate e cresciute lungo la costa est dell’isola, nelle pianure tra Bastia, Ghisonaccia e Aleria, per poi espandersi e controllare il sud , Porto Vecchio e Bonifacio.

Un discorso generico

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di Gianni Biondillo

coltellaccio.jpgSono stato stimolato da Nick Names (nei commenti al pezzo di Raul) a dare una opinione sulla questione del Genere (noir, giallo).
Volevo mettere queste mie note appunto nei commenti, ma, scrivendo ho notato che la dimensione che stava prendendo questo scritto erano sempre più degne degli interventi di Luminamenti, l’unico, per me, che può permettersi di essere chilometrico senza cadere nell’antipatia. Chiedo perciò a Dario di darmi un’altra visibilità. Tutta dovuta alla leggibilità, intendiamoci.
Le cose che ho scritto qui sono pensieri sparsi, non organici e neppure riletti. Ma sinceri.
G.

Corsica: la deriva mafiosa del nazionalismo politico (#1)

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di Enrico Ratto

corsica.jpgQuando la mattina del 30 ottobre 2003, alla vigilia della sua seconda visita in Corsica dal fallimento del referendum sull’autonomia, il Ministro dell’Interno francese Nicolas Sarkozy annuncia alla stampa di voler “neutralizzare la deriva mafiosa del nazionalismo corso”, in molti sull’isola si sono chiesti se si trattasse della bordata di un politico o, piuttosto, di un tecnicismo. I 273 attentati compiuti in Corsica tra la primavera del 2003 e l’inverno del 2004 sembrano accreditare l’ipotesi di un nazionalismo logorato da vent’anni di scissioni interne, i cui protagonisti, oggi più che mai, sono i clan legati alle attività finanziarie dell’isola piuttosto che allo storico movimento politico e culturale. Nicolas Sarkozy pronuncia queste parole nel novembre del 2003, un giro di vite annunciato di fronte allo spettro del fallimento della politica francese nella gestione della regione, ma le radici di questa pericolosa connessione tra politica, finanza e controllo capillare del territorio risalgono almeno a dieci anni prima.

Il gelato più buono del mondo.

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Secondo me si trova qui:

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A San Fili, in Calabria. Ecco la mappa.

Intervista sul noir

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a Raul Montanari

noir.jpgGen.le Raul Montanari
mi scusi se la disturbo, ma volevo invitarla a rispondere alla nostra
inchiesta sul Noir italiano, a cui abbiamo chiesto di partecipare anche a
Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Giorgio Faletti, Giancarlo De Cataldo ed
i più importanti autori del noir italiano.

Volevo pertanto inviarle queste 5 domande della nostra inchiesta, con la
cortesia e la preghiera che Lei possa risponderci entro il 10 Maggio.

La redazionre di Origine.

Dialogo sull’entropia (#7). L’Aristogas.

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di Antonio Sparzani e Dario Voltolini

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Dunque questo gas che è proprio così tanto gas, così immodificabilmente gas, è l’eroe di questo racconto, ora. Mi piace, Elio. Come si comporta Elio?

Un ricordo di Alfredo Salsano

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di Sergio Nelli

E’ morto Alfredo Salsano, direttore editoriale della Bollati Boringhieri. Lo apprendo stamani, domenica, sfogliando l’Unità a pagina 22 e leggendo l’articolo di Bruno Bongiovanni Alfredo Salsano, maestro di studi politecnici. Appena ho visto il suo nome nel titolo ho capito e mi è venuto un nodo alla gola.
Una settimana fa, gli avevo lasciato un messaggio in segreteria in cui dicevo più o meno: “Mi hanno messo un copricapo di piume e sono entrato a tutti gli effetti in Nazione Indiana. Ti ho cercato due o tre volte ma al telefonino c’è sempre questa segreteria. Come stai? Tieni duro.”
Gli avevo lasciato questo messaggio perché mi aveva spronato a inserirmi in questo gruppo (sul quale però non aveva pronunciato parola), e, mi sembrava, anche, a liberarmi del tutto da quella ineffettualità che da troppo tempo porto come una soma senza alcun frutto.
Sapevo che stava male, ma non che la sua situazione fosse così grave. Che avesse così poco da vivere.

Ceci n’est pas un crime

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Di Andrea Inglese

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CECI N’EST PAS UN CRIME CECI N’EST PAS UN CRIME CECI N’EST PAS UN CRIME

Quaderni aperti

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di Alessandro Broggi

IPOTESI

I.

I caroselli girano, e noi continuiamo a vedere immagini che non conosciamo ma che cominciamo a riconoscere, a forza di ripetizioni. Se un sentiero battuto passa attraverso una pozza di fango, procedi attraverso il fango: camminare intorno ai bordi aumenterebbe le dimensioni della pozza. Scelgo una donna. La prima volta che la noto, non ha nulla da aggiungere. Il tempo passa.

Mai più maestri

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Di effeffe alias « il Maé » Francesco Forlani

(Segnalo l’uscita del n° 2 della rivista SUD, anomalo e fecondissimo laboratorio di scritture e d’immagini, collocato in un variabile campo di forze passanti per Lisbona Milano Napoli Parigi Praga… Eccovi un piccolo estratto. Il brano è anche innesco al tema del numero: maestri, maestranze, diseducazioni, e altro. Accludo l’indice. A. I.)

Ho smesso di cercare un maestro quando è morto mio padre. Ricordo la data esatta; e voglio dire il giorno, e se la memoria non m’inganna – la morte di certo no – potrei ricostruire l’ora e il minuto. Il luogo? Lo so. Perché è negazione di patria, è l’ex patria, mentre la lingua è quella non più materna, bensì dell’ospite, affrancata. Ho smesso di cercare maestri e mi accontento di osservare quelli degli altri, e mi piace ascoltare i racconti degli uni, i maestri, e degli altri, i discepoli, come attori di un film in cui si recita a soggetto, e che pero’ dietro le quinte ti rivelano il come e il perché.

La scena della risposta #3

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sbobinato da Tiziano Scarpa

toto.jpgIL MIO AMICO CRITICO: Non possiamo parlarci sullo stesso piano, dentro le nostre opere. Tu parli attraverso la tua opera, io attraverso la mia (visto che hai la bontà di considerare “opera” anche quel che scrivo io). Possiamo parlarci fuori delle nostre opere.

IO: E io questo ti chiedo!