Home Blog Pagina 589

Occidente per principianti è un capolavoro

59

Lo pensa Tiziano Scarpa, e ne parla con Nicola Lagioia

lagioia1.jpgC’è stato chi, mesi fa, profetizzava che il 2004 sarebbe stato l’annus mirabilis della narrativa italiana. Non so quali elementi avesse per affermarlo, ma credo che Occidente per principianti di Nicola Lagioia basterebbe da solo a confermare quella previsione. È un romanzo bellissimo e importante che ho letto con grande gusto e ammirazione. Ma basta ciance, non mi piacciono i preamboli.

TIZIANO SCARPA: Nel tuo romanzo non succede molto, ma succede tantissimo. Ogni pagina divaga ed è al tempo stesso pertinente. Sei pronto in qualsiasi momento a esorbitare in descrizioni e commenti inauditi restando sempre sul pezzo, non smettendo mai di raccontare. Si incontra di tutto, e contemporaneamente Tutto. Allora, riassunto impossibile. Come sintetizzeresti tu la tua trama? Ne hai voglia?

NICOLA LAGIOIA: Ci provo: è la storia di un giornalista fantasma (scrive per un grosso quotidiano nazionale ma i suoi articoli sono firmati da altri) che nell’estate del 2001 – insieme a un regista squattrinato e paranoico e a una bella studentessa universitaria – intraprende per conto del suo caposervizio senza scrupoli un viaggio su e giù per l’Italia sulle tracce di un altro fantasma: la sedicente prima amante di Rodolfo Valentino.

Dell’ideale enciclopedico (su Kis) 2#

1

moab37.jpg
Di Massimo Rizzante

Se il romanzo vuole continuare a dare una visione totale del mondo e dell’uomo, se vuole continuare a svolgere la sua funzione totalizzante – oltre a quella catartica e cognitiva – anche nella completa disintegrazione dei valori del mondo contemporaneo (disintegrazione che Kis ha vissuto: disintegrazione politica e famigliare, pubblica e privata e perfino disintegrazione della frontiera tra pubblico e privato), deve fare suo quello che Hermann Broch chiamava stile della vecchiaia o stile dell’essenziale, stile astratto.

Dell’ideale enciclopedico (su Kis) 1#

0

Di Massimo Rizzante

Alla fine del 1973, un anno dopo la pubblicazione di Clessidra, in un’intervista, raccolta successivamente in Résidu amer de l’expérience (Fayard 1995), dopo aver descritto il proprio “tentativo di sostituire sul piano formale la monotonia di un determinato procedimento attraverso una strategia polifonica” – tentativo che si era concretizzato proprio in Clessidra grazie all’uso di diversi registri e stili – Danilo Kis affermava: “Il mio ideale era, ed è ancora oggi, un libro che dovrebbe leggersi non solo come si legge un libro la prima volta, ma come un’enciclopedia (lettura preferita da Baudelaire e non solo da lui), e cioè costruito secondo un’alternanza brutale e vertiginosa di concetti, un libro capace di obbedire alle leggi del caso e dell’ordine alfabetico (o altro), nel quale si succedono nomi di persone celebri e le loro vite ridotte al minimo necessario, vite di poeti, di ricercatori, di politici, di rivoluzionari, di medici, di astronomi, ecc., divinamente mescolati a nomi di piante e alla loro nomenclatura latina, a nomi di deserti e clessidre, di dei antichi, di regioni, città, alla prosa del mondo. Stabilire tra tutto ciò un’analogia, trovare le leggi della coincidenza”.

(Breve autobiografia)

0

moab31.jpg
(Ringrazio l’amico Massimo Rizzante per questi materiali che mi ha inviato su Kis, e che sono parte di un numero monografico che la rivista Nuova prosa ha dedicato allo scrittore. E ringrazio anche Luigi Grazioli che in veste di direttore della rivista sollecita tali iniziative. Danilo Kis è uno dei vertici dell’arte romanzesca, e non solo per il romanzo novecentesco, ma per l’intera storia del romanzo moderno. L’uscita in Italia di una rivista che dedica un numero monografico a Kis dovrebbe rimescolare le menti e i cuori, almeno degli addetti ai lavori. Non so se questo è il caso. Ma la risaputa letargia dell’ambiente, non ci impedisce di gioire. A. I.)

Di Danilo Kis

Estratto dell’atto di nascita
Mio padre vide la luce in Ungheria occidentale e finì l’accademia commerciale nel luogo di nascita di un certo signor Virág che, per grazia del signor Joyce, sarebbe diventato il celebre Leopold Bloom.

Quattro poesie da “Altre ombre”

0

rhodod.jpg
Di Marco Giovenale

Da natale piove.
Comiche – tv – poi fanno scorta –
per l’ontologia che si sviluppa
in casa. Produzione propria.

Come le api gli esagoni.
Così parlare conta

Azioni Poetiche

2

raos_ott2.jpg
Dossier sulla poesia italiana contemporanea della rivista francese Action poétique, n. 177, settembre 2004

Franco Buffoni, Gabriele Frasca, Giuliano Mesa, Biagio Cepollaro, Aldo Nove, Andrea Inglese, Marco Giovenale, Florinda Fusco, Massimo Sannelli, Flavio Santi – con un disegno originale di Mattia Paganelli

Introduzione
Tondi di Andrea Raos e corsivi di Andrea Inglese

Nel 1994, appena prima di morire, Franco Fortini pubblica il suo ultimo libro di poesia, Composita solvantur (“Che i composti si dissolvano”). L’autore spiega che questa frase è presa dal vocabolario dell’alchimia, dove indica la fine di un processo: la politica, la poesia, la vita scompaiono, la storia si conclude perché tutto possa ripartire…

La Pasta al pomodoro ‘ncaciata di Nonna Luisa

4

di Vincenzo Corrado

rigatoni.jpgIngredienti:
RIGATONI O PENNE RIGATE
POMODORI
AGLIO
OLIO
FORMAGGIO PARMIGIANO
FORMAGGIO PECORINO
BASILICO
PEPERONCINO

Amleto della Socìetas Raffaello Sanzio

2

di Nicola Lagioia

s01p.jpgs02p.jpgs03p.jpgs04p.jpg

Continua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore; non tutti gli autori che ho contattato hanno risposto. (T.S.)

1. Per la “lista della spesa” segnalo la Societas Raffaello Sanzio. In particolare lo spettacolo: Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco.

Carlo Boccadoro e i Sentieri Selvaggi

5

sentieri3.JPGdi Gianni Biondillo

Continua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore o all’autrice; non tutti gli autori contattati hanno risposto. (T.S.)

Carlo Boccadoro e i Sentieri Selvaggi dal 1997 portano la musica contemporanea europea e mondiale a casa nostra (con convegni, esecuzioni, festival musicali, etc.) e, ancor più importante, compongono ed eseguono musica dando del “tu” ai più grandi musicisti e sperimentatori musicali del globo, svecchiando e sprovincializzando il nostro agonizzante panorama musicale.

La crisi della civiltà del nordovest

0

LenaLiv_2.jpg
Di Sergio Beltramo

Dopo la fase delle grandi guerre e delle grandi rivoluzioni, per la civiltà del nordovest si prepara un lungo periodo di stagnazione: si susseguono lunghi decenni in cui un fragile benessere economico (lascito, peraltro, della sana aggressività di un passato più o meno remoto) si accompagna ad una progressiva perdita di identità, ad un tartufesco senso di dimissione dalle logiche della potenza.
Si cercherà qui soprattutto di introdurre il lettore nel clima spirituale di quella fase storica. Operazione, quest’ultima, per la quale saranno necessari filtri, linguistici e concettuali, che agevolino l’avvicinamento ad una realtà che ci è oltremodo remota, che si alimenta di valori e percezioni così distanti dalla nostra attuale civiltà da apparire del tutto improbabili.

L’oscura immensità della morte di Massimo Carlotto

4

8876415629.jpgdi Vincenzo Gallico

Continua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore o autrice segnalati; non tutti gli autori che ho contattato hanno risposto. (T.S.)

L’oscura immensità della morte, di Massimo Carlotto, edizioni e/o, 2004.

Raffaello Beggiato è un rapinatore che durante un colpo prende in ostaggio una donna e il figlio di otto anni e li uccide. Arrestato, pur attribuendo le morti al suo complice, viene condannato all’ergastolo.
Quindici anni dopo, colpito da un cancro maligno, chiede la grazia e necessita dunque del perdono del marito e padre delle vittime, Silvano Contin.

Bullismo editoriale

16

di Lucio Angelini

braccio-di-ferro.jpgContinua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore o autrice segnalati; non tutti gli autori che ho contattato hanno risposto. (T.S.)

Scelgo un fenomeno: il bullismo editoriale, per il quale ho una testimonianza di prima mano:
Nei primi anni 1990 pubblico una manciata di titoli per Orietta Fatucci di Einaudi Ragazzi/Emme/EL di Trieste, fra cui Grande, Grosso e Giuggiolone e Quella bruttacattiva della mamma!. Quest’ultimo viene anche tradotto in francese per Flammarion/Castor Poche (Méchante Maman!).

Revangelo

3

venerandi.jpgdi Fabrizio Venerandi

maria in visita da elisabetta

allora maria che ci crede e non ci crede
movendosi va da elisabetta e entra dentro
a elisabetta sente la pancia che si muove
e dice un altro pezzetto di ave maria
benedetta fra le donne e benedetto il frutto
e maria si guarda la pancia era pieno
di donne incinte che si guardano con
doloroso amore toccandosi le pance contro
le pance tra mano e mano con occhi dolci
pieni di figli piene le pance piene di donne
piene tutte di dio

Il testamento estorto

5

di Sergio Garufi

borges.jpg
Andiamo per ordine: la copertina è molto bella. C’è una foto in bianco e nero, di Carlos Goldin, che ritrae il dettaglio di una mano anziana, di quelle che la pelle sembra carta velina tanto è sottile e impalpabile. E’ una mano che stringe il manico di un bastone di legno nodoso e irregolare; lo stesso che accompagnava il grande poeta cieco nei suoi viaggi per il mondo, che saggiava il terreno e lo avvertiva dei pericoli, gli faceva scansare gli ostacoli e gli inciampi della vita. Poi c’è il titolo, che promette grandi cose.
Testamento poetico letterario.
E l’autore, naturalmente: il mitico Jorge Luis Borges.
Insomma, un po’ ti commuovi. E’ uscito un suo nuovo libro, hanno rovistato nei cassetti e hanno trovato ‘sta chicca postuma, la sua opera definitiva.

Festival delle Letterature

0

Pescara, 21-24 ottobre 2004. Qui di seguito trovate il programma.

Tolbiac di Beppe Sebaste

0

di Valeria Trigo8884902592.jpg

Continua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore; non tutti gli autori che ho contattato hanno risposto. (T.S.)

Segnalo Tolbiac di Beppe Sebaste (Baldini Castoldi Dalai, 2003) perché è un romanzo che non c’entra niente con i romanzi di scrittori italiani che ho letto finora, e perché è un romanzo che riesce a farmi pensare a un incrocio tra Kerouac, Sebald, Frisch, Thompson e una manciata di poesie della Cvetaeva.

Dialettiche poetiche

6

di Gianni Biondillo

gatto.jpg TENERA E LA NOTTE

not with a bang but a whimper (T. S. Eliot)

Avevamo un gatto chiamato Tenera
che ti morì fra le braccia, stupita
della propria morte. Io ogni tanto

sguardomobile.it

11

testata.jpg

Segnalo questa ottima rivista-blog collettiva ricca di saggi, recensioni e materiali su letteratura, società e politica. (T.S.)

mp 3.1 – Professor Bad Trip

20

di Andrea Raos

Da troppo amare, quanto amara
l’arte dei vecchi, alla quale non si arriva.
Si muore prima, non pensare che per sé
arriva.

Racconti divini

5

raccontidiVINI.jpg1) L’Associazione Culturale Officina Cultura Onlus in collaborazione con la Libreria Il Pavone Nero bandisce la prima edizione del Concorso letterario “Racconti divini.

Un’ora sola ti vorrei

6

Intervista a Alina Marazzi di Gabriella Fuschini

pagina_07.jpgSei mesi fa ho lanciato su Nazione Indiana l’iniziativa La lista della spesa (leggibile qui). Nelle settimane successive ho ricevuto alcuni contributi. Purtroppo, dopo poco tempo ho avuto gravi problemi informatici, che ho risolto soltanto alcuni giorni fa. Nel frattempo, in estate, ho ricevuto da parte di Alina Marazzi le risposte alle domande di Gabriella Fuschini. Sono in grado di pubblicarle soltanto ora. Nei prossimi giorni pubblicherò anche gli altri contributi. Mi scuso con Gabriella Fuschini, Alina Marazzi e tutti gli altri partecipanti per l’attesa. (T.S.)

Presentato al festival di Locarno nel 2002, il film-documentario Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi (il sito dedidato al film è qui) circola da un anno in Italia e all’estero, raccogliendo elogi dalla critica e commosse reazioni dal pubblico. La regista cuce insieme un tessuto che è dei più fragili e delicati: la storia di una giovane donna, sua madre, che dopo esser caduta in depressione, si toglierà la vita.