di Andrea Bajani
“Ho capito che i quadri dirigenti non richiedono di apprendere qualche cosa ma solo di chiudere gli occhi, eseguire gesti una volta, due volte, cento volte, finché sei ammaestrato per bene, come succede con gli animali del circo”. È il 5 febbraio del 1968 e don Luisito Bianchi fa il suo ingresso in fabbrica, alla Montecatini di Spinetta Marengo, come operaio turnista addetto alla lavorazione dell’ossido di titanio. Quando ne uscirà saranno passati tre anni, e la sua conclusione amara sarà: “i tre anni di fabbrica m’hanno persuaso che oggi, nella situazione attuale, l’evangelizzazione non è possibile”.