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Grazie, Di Canio

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di Raul Montanari

Devo ringraziare il cavernicolo che risponde al nome di Paolo Di Canio, perché con i suoi atteggiamenti, la sua faccia, tutto ciò che è e che fa, mi ha ricordato una cosa della quale forse un po’ tutti ci eravamo dimenticati, cioè che il fascismo è una cosa schifosa e che i fascisti sono persone schifose.

Racconto di cani estivi in due frasi, una lunga e una breve

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di Giorgio Vasta

Ho trascorso la giornata gocciolando lacrimoni di sudore dalla fronte sulle bozze di un libro, sempre alla scrivania, mentre i miei vicini litigavano, arrivava tutto attraverso la finestra aperta, lei gli diceva che lui non la rispetta, che non sa chi è, e io pensavo ma perché quando le coppie litigano c’è sempre questo orgoglio di dire tu non mi conosci, tu non sai chi sono io davvero

Lettera da Praga

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Una poesia di Francesco Marotta.

Per la particolare impaginazione dell’originale, il testo è qui proposto in formato pdf.

Lettera da Praga (pdf) di Francesco Marotta.

(Immagine: Emil Filla – Still Life, 1913)

Residenza Vanessa

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di Graziano Dell’Anna


a zia Rosy

Spalanco la finestra di stanza “Mimosa” e sono colpito dal sole in piena faccia. Lascio che qualche secondo sgranelli giù nella mia clessidra mentale. Poi, quando gli occhi prendono confidenza con la luce, distinguo finalmente il giardino e l’albero di mandarini, i giocattoli, il cancelletto accostato, via Forlì e persino un lembo di piazza Lecce. Allora ritorno con lo sguardo all’interno della stanza. I Quaderni in ottavo di Kafka. Un soffio di luce impolverata incornicia il libro spaginato sul comodino.

Pensieri interrotti

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di Giuliano Mesa

Postfazione a Versi Nuovi, Oedipus editore, 2004

“Discendi sempre dalle nude alture dell’intelligenza nelle valli verdeggianti della stupidità.”
Ludwig Wittgenstein

Cominciare: “meritare l’inizio di ciò / che continuamente comincia”. Continuando, dal silenzio di ogni auctoritas presunta, sempre in agguato. La fortissima componente autocritica (di critica dell’autòs) che muove e attraversa questo libro inibisce, ed è salubre inibizione, la posa autorevole del discorrere critico. Ancor più per chi li ha visti nascere, uno dopo l’altro, i Versi nuovi, in un dialogo di amicizia e di vita, prima che di poesia. Prima di un dopo, certo. Dopo che nella poesia ci si era incontrati, conosciuti. E mentre, ancora, la poesia accomuna. Una poesia minuscola, più che mai, e più che mai non una.

Storia di scarpe/Ornela Vorpsi

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traduzione di Laura Toppan

Il caso volle che un giovedì del mese di marzo, (opportunamente illuminato da un sole ancora freddo), prendessi la metropolitana aerea, e che un paio di scarpe mi gettasse in un terrore insostenibile.
Mi ero seduta di fronte a un uomo profondamente perso nella lettura del suo giornale. L’uomo portava delle scarpe gialle.

Poesia reale

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di Stéphane Bouquet

traduzione di Andrea Raos

(Ieri sera è sopraggiunta una poesia. Una cena come tante, parliamo di cose rispetto a me non centrali: il tribunale penale internazionale, l’autonomia del diritto o se la giustizia non sia che illusione, uno specchietto per le allodole nelle mani dei potenti, chi giudicherà Saddam e perché gli americani non l’abbiano ucciso. Riconosco volentieri che questi problemi possano essere essenziali per dei vivi di oggi, dicembre 2003. Ascoltavo sì e no.

L’ amore è una stella del mattino (“I’ll be your mirror”:ma era una finestra)

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di Gemma Gaetani

C’è un amore più grande
di te e di me, me e voi nella specie,
acqua su acqua.

Milo De Angelis

L’amore è una stella del mattino:
splende quando e perché il buio è passato,
lucente sempre, fecondo cerino
(quello di Jaques Prévert, dialettizzato).
Mio compito è cantarne l’armonia
(io poetessa romantica e neometrica)
perché l’amore è come la poesia,
lectio su lectio di eterna poetica,

arte del bello dei tanti normali
mortali, innamorati e procreatori,
autori come quegli eccezionali
intellettuali poeti e scrittori
di opere nel, e del, mondo, figli
famiglie e coppie, insomma attività
di creazione, varianti dei fogli
che agli artisti danno celebrità.

Periplo meneghino

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di Gianni Biondillo

Annalisa mi fa vedere una delle sue fotografie: “sai dov’è?” mi chiede, un po’ per gioco, un po’ per sfida.
Osservo la foto con calma: è pomeriggio inoltrato, il cielo sta imbrunendo. In primo piano un parcheggio asfaltato, più indietro, come una quinta alta un solo piano, l’ingresso luminoso ad un hard discount. Dietro sovrasta un edificio in cemento a vista di, come si dice fra architetti, civile abitazione. Una casa popolare, insomma. Sembra la Torre Velasca dei poveri. Alcune fronde di alberi sulla sinistra rammentano l’esistenza di un giardino o di un parco, fuori dallo scatto fotografico. “Sai dov’è?” ripete, poi aggiunge, per aiutarmi: “è a Milano”.
Io so tutto di Milano. Tutto. Sono il suo cantore, il poeta delle periferie meneghine, il lettore urbano, il peripatetico, il flaneur. Milano è il mio correlativo oggettivo, il mio panorama interiore. Guardo di nuovo la foto. Maledizione, non so dove diavolo sia questo posto!

Limoni amari: un’ intervista a Giorgio Bernardelli

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di Silvana Rigobon

Immaginate un albero di limoni, che piantate nel giardino della vostra casa. Lo vedete fiorire e far frutti, lo vedete crescere, assieme ai vostri figli che ci giocano attorno.
La Storia, quella con la S maiuscola, decide per voi: dovete andarvene, lasciare la vostra casa, e con la casa il giardino, e quell’albero.
Non lo rivedrete più, quell’albero, perché quando ritornate in quella casa, vent’anni dopo, siete ciechi. Potete solo toccarlo, e piangere lacrime amare.
Se vi è permesso accarezzarlo, è solo perché la famiglia che abita in quella che un tempo è stata la vostra casa, comprende il vostro dramma.
Questa è una storia vera, quella di Ahmed al-Khayri, rifugiato a Ramallah: è una delle dodici storie raccolte da Giorgio Bernardelli nel suo Oltre il muro. Storie, incontri e dialoghi tra israeliani e palestinesi, premesso da una lettera del cardinale Carlo Maria Martini (L’Ancora del Mediterraneo).

Il dramma della vita

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di Valère Novarina

traduzione di Andrea Raos

Scena finale

L’UOMO DI ASSE – Tutto ciò che vive è perfetto.

IL BAMBINO SCARPICO – Allo stadio di vuoto, l’uomo segue l’uomo, ci si accanisce sopra. L’uomo ripete l’uomo… Qui ho trovato riposo.

GIAN VISAGERIO – Che si scaccino tutti dal mondo !

GIAN D’ALTRUI – Formate una parata ! È qui che ormai si vede solo lo Stadio di Vita senza nessuno.

GIAN DI VITTIZIO – Tutto ciò che è vuoto è perfetto.

EFISO – Qui finisce il dramma della vita.

ANTERNO – Qui finisce il dramma della vita.

VALÈRE – Il dramma della vita è accaduto.

Entra Adamo.

IL CANTORE – Adamo, entra ! Di’ i nomi di coloro che ti hanno preceduto !

Faits Divers/ Bernard Noël

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immagine di Roland Topor

Sonetti della morte
(Moriturus)

di
Bernard Noël

Traduzione : Paola De Luca

dell’acqua del fuoco
fanno cuocere la testa
raschiano la carne col coltello
e è un fermacarte

un cranio crudo boccia da birillo
abbiamo collo decollato

quelli che pam pam
si buscano un buco in
interiorità

noi facciamo un lavoro pulito
e loro sputano

Sincronie 2005

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EAST A.K.A. WEST

Concerto-evento di musica elettronica, elettroacustica e video.

Giovedi’ 15 Dicembre 2005, ore 21
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
Sala delle Colonne – Via San Vittore 21, Milano
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

www.sincronie.org

TAV/ Ordine o Contrordine?

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Church Gate Station. Bombay, India, 1995. © Sebastião Salgado

Comunicato stampa

Oggetto: convocazione manifestazione no tav del 17 dicembre

L’assemblea del popolo no tav riunitasi a Bussoleno il 12 dicembre 2005 alle ore 18 all’unanimità ha indetto una giornata di lotta che comincerà alle ore 14 con il concentramento alla stazione di porta susa da cui partirà alle ore 15 il corteo in direzione del parco della Pellerina, dove è previsto uno happening no tav con diverse figure dello spettacolo.
Determinati e pacifici porteremo a Torino le ragioni del no tav.

Il movimento no tav

da http://www.notav.it

Angelo Castrovilli presidente di circolo, di Lega Ambiente interviene su NI

F. – Insomma ci sarà o no la manifestazione a Torino?

TAV, Val di Susa e Corridoio 5 (3)

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MA QUANTO CI COSTA? MA HA SENSO?
Riportiamo un articolo pubblicato il 18-11-2005 su www.lavoce.info nel quale gli autori spiegano i costi ed i benefici della TAV e dei corridoi pan-europei multimodali
Ad alta velocità verso l’immobilismo
Andrea Boitani
Marco Ponti
[si ricorda ai lettori di NI che i post sulla TAV sono catalogati nella categoria Allarmi dove troverete tutto quello che è stato postato su questo argomento]

Il collegamento ferroviario ad alta velocità (Av) tra Torino e Lione sta attirando molta attenzione sulla stampa per le proteste degli abitanti e dei sindaci della Val di Susa, che temono un impatto ambientale dell’opera devastante. Molti politici nazionali, di maggioranza come di opposizione, dicono invece che la Tav Torino-Lione si deve fare comunque e che non si può permettere agli interessi particolari dei valligiani di prevalere su quello nazionale di realizzare un’infrastruttura così strategica per il futuro dell’Italia. Stimati giornalisti temono il prevalere di una deleteria “cultura del non fare” o, peggio, il ritorno di un “piccolo mondo antico italiano”. (1)
Lasciamo da parte le preoccupazioni ambientaliste e gli esasperati localismi (ignobilmente cavalcati dall’estremismo politico) e cerchiamo di capire se, al di fuori della retorica, l’alta velocità Torino-Lione sia veramente così strategica per l’Italia o se vi siano altre grandi opere ferroviarie più urgenti. E di valutare se proprio l’avvio dell’opera non possa esso sì configurarsi come un caso di “piccolo mondo antico italiano” e non finisca per contribuire alla “cultura del non fare” e, peggio, alla “pratica del non fare” (le cose giuste). (2)

Catena di Sanlibero 313

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riccardo orioles
La Catena di San Libero
12 dicembre 2005 n. 313

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Non sapendo cosa mettere al posto dello stemma “comunista” tagliato
via dalla bandiera, i cittadini rumeni alla fine si rassegnarono a
non metterci niente; e per un po’ se ne andarono in giro con un bel
buco tondo nel tricolore. Ma che cosa c’era di cosi’ communista in
quello stemma, al punto di scambiarlo con un buco che, persino in
Romania (e non diciamo in Italia) non significa niente?

TAV, Val di Susa e Corridoio 5 (2)

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di Maria Luisa Venuta

Il fatto
Il progetto di una linea ferroviaria ad alta velocità rientra in un ampio progetto europeo sull’ottimizzazione dei trasporti intereuropei che inizia nel 1983 con linee di finanziamento per l’ottimizzazione dei sistemi di trasporti.
Nella prospettiva dell’entrata dei paesi dell’Est nell’Unione Europea il progetto si amplia includendo la creazione di corridoi pan-europei.
Con il termine di “Corridoio” si fa riferimento ai progetti di reti multimodali (ferrovie, strade, oleodotti) per il trasporto di merci e persone connettendo le infrastrutture dei paesi dell’Europa centrale con quelli dell’Europa dell’Est e del bacino del Mediterraneo. Attualmente, in Europa, sono in fase di realizzazione dieci corridoi multimodali.
Il Corridoio 5 (Lisbona-Kiev) e il Corridoio 8 (Rotterdam-Genova) attraversano il territorio italiano.

Il Corridoio5 venne inserito tra i progetti prioritari approvati nel Consiglio Europeo di Essen nel 1994. Per la prima volta in quella occasione si parlò della realizzazione delle infrastrutture necessarie al trasporto di merci e persone lungo la direttrice Barcellona, Lione, Torino, Trieste. Successivamente il corridoio si è esteso a Lubiana, Budapest, Uzgorod, Kiev, partendo da Lisbona.
Con la legge “Obiettivo” n°443 del 2001 si inserisce il tratto italiano del Corridoio 5 tra le cosiddette “grandi opere” per la cui realizzazione la legge prevede corsie preferenziali. La tratta italiana definita nel decreto attuativo n°190 del 20/08/02 prevede il potenziamento della tratta autostradale da Torino a Trieste, e la realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità ed alta capacità (AV/AC) che inizia in Val di Susa in Piemonte e termina presso la stazione di Trieste Centrale.

TAV, Val di Susa e Corridoio5 (1)

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di Maria Luisa Venuta

A Margine
Le vicende della Val di Susa ci interrogano profondamente su quali siano i meccanismi che hanno portato allo scontro fisico tra le forze dell’ordine e i valligiani. Il presidio e il blocco dei cantieri sono stati considerati l’unica via possibile per far sentire la voce dei cittadini alle istituzioni. E’ grave. Molti hanno rivissuto le giornate del G8 di Genova 2001 che sono scolpite nella memoria cellulare di chi c’era e di chi attonito inseguiva le notizie sulle reti televisive italiane ed estere.
Tra il G8 di Genova e il blocco dei cantieri della TAV della Val di Susa ci sono profonde differenze.

IN-SEGNARE 2

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prosegue la con-versazione con Tina Nastasi

Ant
Mi sembra che uno dei fuochi del problema arda – anche nei commenti alla prima razione – attorno all’evocazione di Socrate. La capacità di aiutare il richiedente a mettere in luce il suo pensiero, perfino malgré lui, ha un fascino straordinario. Non v’è dubbio, mi sembra, che anche il Socrate che ci viene restituito dalla penna di Platone non esiti ad “indirizzare” opportunamente l’interlocutore per una strada o per l’altra. Quanto pesa quest’operazione sull’insegnante e quanta è la manovrabilità delle menti dei concreti preadolescenti romani?

Ti
Bisogna che ci mettiamo d’accordo in che senso intendere la metafora delle “strade”. Nell’uomo convivono, piuttosto poco pacificamente, due tipi di tensione che danno vita a due mondi: uno personale, riservato, a cui gli altri non hanno diritto di partecipare, in breve quello privato; l’altro che riguarda l’intera collettività, in altre parole quello pubblico. La tensione privata si esprime secondo ragioni singolari che possono essere comprese, che non devono necessariamente essere condivise, ma che vanno massimamente rispettate: ogni decisione di intervento sulla vita privata di un essere umano deve essere presa con la più profonda cautela e onestà intellettuale e l’intervento stesso essere condotto con la più elegante delicatezza affettiva.

Statistiche di novembre

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I dati sull’attività del sito Nazione Indiana lo scorso novembre: numero di articoli, pagine viste e un confronto con i siti affini nella rete italiana.

Nel camminare accanto. Piccola Fabrica per Biagio Cepollaro

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Postfazione a Fabrica, Zona Editrice, 2002.

di Giuliano Mesa

1. Un libro di transizione e di crisi, scritto fra il 1993 e il 1997, che Cepollaro pubblica quando la crisi, la frattura, è diventata ormai accoglimento, non più rifiuto, del passato, e quando la transizione si è già spostata, di un lustro ancora, oltre i Versi nuovi. Escludendo la sezione prima, Come un prologo, datata 1989-1991, che ha funzione di cerniera rispetto alle prime due ante del trittico De Requie et Natura (Scribeide, 1985-1989; Luna persciente, 1989-1992), questa Fabrica comincia nell’anno in cui la vicenda del Gruppo 93 si conclude.