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di Mattia Paganelli

Philippe Léotard, poeta, attore, chansonnier, clown

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di Mario Pandiani

Non mi ricordo dove l’ho sentito la prima volta, ma lo riascoltai e subito cominciai a cercarlo.
Philippe Léotard, poeta, attore, e Chansonnier, un clown, una delle voci che mi hanno trafitto l’anima.

Una querela non si nega a nessuno

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Poco fa, surfando (o surfacendo?) su Vibrisse, la webzine di Giulio Mozzi, mi sono imbattuto in un commento nel quale si diceva che era partita una querela per Anna Setari, che gestisce da tempo il blog “Critica dell’ interfaccia” www.solotesto.splinder.com.

Lago Negro

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di Graziano dell’Anna

Ci sono libri di autori pubblicati da piccole case editrici, che nel frastornante traffico editoriale tengono costantemente la destra, pazienti, lasciandosi superare dai bolidi – libri di autori stampati dalle major, reclamizzati a tappeto su giornali, riviste e blog – che invece si impadroniscono rigorosamente della corsia di sorpasso (e a volte qualcuno va fuori strada e si schianta su un palo: sono i libri dai motori truccati, osannati da critici e recensori “capolavoristi” – amanti dell’iperbole come strategia promozionale – e lanciati di volta in volta come “il più bello degli ultimi cinquant’anni” o “il più importante di questo decennio“, ma pronti a stroncarsi al cozzo con la prima lettura o con “l’esame del tempo” – da cui l’invito a certi critici e beejay affinché imparino a usare prudenza, a mettere l’airbag ai giudizi).

4 racconti brevi

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di Giacomo Bottà

Jaakko aveva passato l’estate del 1973 a farsi crescere i capelli ed a lavorare come giardiniere presso la tenuta estiva di un ricco finno-svedese.
Mi mostra una foto in bianco e nero.
Sul retro della foto ci sta scritto novembre 1974.

A Gamba Tesa/ In ordine sparso

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Foto: chromogenic.net

Perché diciamocelo pure, per molti di noi scrivere su Vanity Fair sarebbe veramente il massimo. Altro che Repubblica ,il Diario, Panorama o l’ Espresso, dove solo le caricature degli opinionisti non invecchiano.
E già, l’Espresso?

Bocca di rosa

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L’ex partigiano e l’invenzione dei carabinieri trucidati

di Piero Sorrentino

Il cinico non è adatto a questo mestiere, recita il titolo di un bel libro – intervista di Ryszard Kapuscinski con Maria Nadotti. E il mestiere del titolo è ovviamente il giornalismo. Leggendo l’ultimo libro di Giorgio Bocca su Napoli, Napoli siamo noi (pagg. 134, 14 euro, Feltrinelli) si è spinti a integrare il titolo di Kapuscinski con una chiosa non del tutto superflua: Il cinico (e il distratto) non sono adatti a questo mestiere.
Era da tempo che in un così smilzo volumetto (talmente smilzo che l’editore s’è visto costretto a rimpolparlo con decine e decine di pagine bianche: su 134 fogli, quelli effettivamente stampati sono poco meno di 108) non si riscontrava una così imbarazzante serie di errori, incongruenze, refusi, inesattezze.

I fedeli senzatetto

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di Riccardo Orioles

Che farebbe Bill Laden se sbarcasse in Sicilia? Immagino che per prima cosa butterebbe giù le chiese. E che farebbe Provenzano se diventasse – non è più molto probabile: ma chissà – assessore all’edilizia della regione Sicilia? Mah: per prima cosa confermerebbe gli appalti a quelli che li hanno già; ma poi perderebbe almeno una giornata a buttar giù tutte le sedi in cui si riuniscono oppositori, communisti, borsellini e antimafiosi.

A Catania, però, sia Laden che Provenzano resterebbero, da questo punto di vista, disoccupati. Non c’è bisogno di loro per buttar giù le chiese, almeno quelle che danno fastidio ai mafiosi.

Leggi la Catena di Sanliberon. 317, di Riccardo Orioles, in formato rtf.

La favola dell’uomo anziano e malato e del figlio di puttana sano

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di Franz Krauspenhaar

C’era una volta, pochissimo tempo fa, un uomo non più giovane da molti e molti anni che da tempo ormai immemore era rinchiuso in un carcere, che si trovava in uno degli stati più ricchi e pieni di sole di una grande nazione, che nel bene e nel male era considerata e soprattutto si considerava per bocca e mente dei suoi abitanti il posto più grande e importante di tutto il pianeta delle scimmie ammaestrate, e quest’uomo anziano aveva chiesto la grazia, perché oltre ad essere anziano era anche molto malato, poiché era cieco ed immobilizzato su una sedia a rotelle e portava sul suo corpo antico, di uomo che discendeva da un popolo che era stato sterminato in gran parte dagli invasori dalla pelle chiara secoli prima, altre gravi malattie, e ciononostante la grazia richiesta per quel suo stato di salute così pietoso non venne concessa dal capo di quello stato dove fiorivano le arance,

Vite da Cantiere

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Elenco dei morti in cantiere in Italia nei primi sei mesi del 2005:

10/6/05
Roma. Un operaio è morto in un cantiere del G.R.A. investito da un camion in retromarcia, mentre era impegnato nella preparazione dei lavori di asfaltatura.

9/6/05
Sciacca – Agrigento. Un pensionato di 76 anni di Sciacca, Giovanni Guttaiano, è morto cadendo dalla gru che stava manovrando, durante le operazioni di spostamento di un cumulo di terra.

9/6/05
Novara. Un operaio di Chivasso di 36 anni, Vito Finotti, è morto presso la Cava Marconi di Romentino, dove si sta istallando uno dei cantieri della Cav Torino – Milano, che si occupa dell’alta velocità. L’uomo, al suo primo giorno di lavoro, stava guidando un camion quando il cassone ha urtato i fili dell’alta tensione che alimentano la linea.

Come si muore

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di Christian Raimo

Leggendo “La storia della morte” di Philippe Ariès anni fa, mi trovavo a desiderare una morte come quelle medievali (una ritualità naturale, nella propria casa, con la famiglia intorno, il prete che benedice, il moribondo che fa i bilanci di una vita) piuttosto che quelle asettiche della contemporaneità (in ospedale nella maggior parte dei casi, spesso intubati e incoscienti). Quello che mi augurerei di trovare alla fine della mia esistenza è una consapevolezza, personale, sentimentale, di quello che ho vissuto, e per questo mi ha sempre incuriosito sapere quali parole le persone pronunciano prima dell’ultimo respiro. Di Kant si racconta che disse “Sta bene”, di Rilke si dice “Tutto è gloria”, Goethe “Fate più luce”.
Anche per questa ragione in questi giorni ero stato a rimuginare sulle parole di Fabrizio Quattrocchi, “Ora vi faccio vedere come muore un italiano”.

Il tesoro di Skrunc

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di Mauro Baldrati

L'urlo - Mauro BaldratiHo lavorato nella redazione di Frigidaire, a Roma, per circa un anno, occupandomi praticamente di tutto: foto, testi, titoli, rispondere al telefono, aprire e chiudere la redazione (ma non le pulizie, quelle me le sono evitate). Una sera di maggio eravamo io e Antò, il disegnatore principe del giornale, il creatore di storie giovanili che sono entrate nel mito, una matita sopraffina, un colorista eccelso; il lavoro in redazione era terminato, e noi, seduti nel bel giardino dell’elegante sede di Monteverde vecchio, eravamo alla ricerca di un po’ di streppa per alleviare il senso di fredda solitudine che ci mordeva l’anima. Le telefonate non avevano dato esito: i pusher erano tutti irreperibili, o era troppo presto o era tardi. Chi ha avuto la ventura di precipitare nella spirale delle droghe pesanti conosce la paranoia micidiale che toglie il respiro quando i dannati pusher non si trovano.

Smisurata salita

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di Davide Racca

… muto silenzio di porcellana… bianco smaltato… riflessi d’assurdo! lo scarico non fa differenza… precipita insieme i sogni e la merda… e tutti quanti giù per lo sciacquone prima o poi… da inghiottito si capisce cosa vuol dire non alzarsi più sui pedali e lasciarsi alle spalle una ruota inenarrabile…

Un nuovo commento alla parola sacra, con l’aiuto della poesia

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di Admiel Kosman
kosman

Traduzione dall’ebraico di Davide Mano
Nota sull’autore

Admiel Kosman (Haifa, 1957) e’ docente presso il Dipartimento di Studi Religiosi dell’Universita’ di Potsdam, e direttore accademico del Geiger College -Liberal Seminar for Rabbis, a Berlino. Ha pubblicato in ebraico sette raccolte di poesia e un commentario di storie talmudiche e hasidiche. Lo stretto legame che intercorre tra l’erotismo e la dimensione spirituale nell’esperienza religiosa è il motivo principe delle poesie di Kosman: ampio spazio viene dato alle relazioni (spesso complicate) tra il mondo tempestoso dei sentimenti (dell’ “istinto”) e quello rigidamente regolato della legislazione rabbinica, della liturgia tradizionale. Tra rotture e ricostruzioni, con la poesia di Admiel Kosman è nato in Israele il tentativo ardito di creare un nuovo stile di scrittura per il poetare religioso, un piyyut ebraico anarchico, in conflitto con le formalità della sintassi rabbinica e lontano dalle gerarchie delle accademie.

UN NUOVO COMMENTO, CON L’AIUTO DIVINO

Scrivo ora, con l’aiuto divino, un nuovo commento ai tuoi seni.

Revisionismi francesi

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di Magali Amougou e Andrea Inglese

In Francia è in atto una guerra mediatica che data dall’inizio del genocidio ruandese dei Tutsi e degli Hutu moderati (1994). Si tratta certo di una guerra “a bassa intensità”, ma non per questo meno duratura e tenace. Si sarebbe potuto pensare che il picco d’intensità maggiore questa guerra lo avesse raggiunto nel corso del 2004, anno del decennale del genocidio. E in effetti la Francia ha conosciuto una quantità di pubblicazioni e di articoli giornalistici, che hanno nuovamente e con veemenza rilanciato il dibattito. Ma esso pare lungi dall’essersi placato. Ne sono testimonianza due libri usciti nel 2005. Il primo Négrophobie (Les Arènes, Paris), a firma degli autori Boubacar Boris Diop, Odile Tobner e François-Xavier Verschave, è uscito nell’autunno. Il secondo, Noires fureurs, blancs menteurs. Rwanda 1990-1994 (Milles et une Nuits, Paris) di Pierre Péan, è in circolazione da dicembre.

A Gamba Tesa/Largo ai giovani

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Vigilia di Natale
di
Matteo De Simone

Guardo mia madre che guarda le vecchie foto ritrovate per caso in un comodino, foto di quando era bambina, di quando era ragazza e di quando era già un po’ più grande. Le immagini delle classi scolastiche degli anni sessanta, quel bambino che mi piaceva e anche io piacevo a lui, questo è Gaetano che una volta fu legato a una sedia perché mi telefonasse e mi chiedesse quale tra i ragazzini della classe mi piaceva di più.
La guardo ed è ancora oggi, sulla soglia dei cinquanta, una donna bella, piena di un fascino inafferrabile. Confronto con le immagini delle fotografie i suoi occhi verde stanco, che un tempo sapevano tagliare.

Faisons barrage à la Directive Bolkestein

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[ricevo questo comunicato di Attac Francia. Spero che iniziative simili prendano corpo – se non è già il caso – anche in Italia. a.r.]

Grain de Sable n° 538

11 janvier 2006

FAISONS BARRAGE A LA DIRECTIVE BOLKESTEIN

Ce numéro de Grain de sable est consacré à la mobilisation contre la directive Bolkestein, qui a fait un brillant retour cet automne. Bien naïfs, en effet, furent ceux qui avaient cru que les grandes promesses du printemps seraient tenues. En pleine campagne sur le TCE, les tenants de l’Europe libérale ont voulu montrer pattes blanches, en affirmant le coeur sur la main, le retrait, ou au moins la modification substantielle de la directive sur la libéralisation des services et notamment du « pays d’origine ».

C’è del giallo in Italia

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Da stamattina, sul blog “Chiaroscuro” www.albertogiorgi.blogs.com curato da Alberto Giorgi e dedicato alla narrativa noir, thriller e gialla, inizia un interessante ciclo di interviste a scrittori, operatori ed esperti del settore sul giallo italiano. La prima, già in rete, è a Luigi Bernardi.

Seguiranno le seguenti uscite, il lunedì e il giovedi:

Franz Krauspenhaar, Alessandro Zannoni, Veronica Todaro, Loredana Lipperini, Ugo Mazzotta, Piergiorgio Di Cara, Matteo Bortolotti, Jacopo de Michelis e altri, dei quali non è ancora stata programmata la data di uscita.
F.K.

Siciliani poco cooperativi

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Cos’è successo in Sicilia il 5 gennaio 2006 con la Lega delle Cooperative?
La sinistra italiana è un movimento culturale, o la rappresentanza di interessi materiali?

Leggi la Catena di San Libero, n. 316 (file rtf, 38Kb), di Riccardo Orioles.