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A Gamba Tesa/L’ Appello

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Andrea Pazienza da
http://www.2fly.it/paz/galleria/frm_tavole.htm

Quando Lello mi ha telefonato per segnalarmi l’appello e chiedermi di metterlo su NI ero a casa, in uno stato di post sbronza metafisico e puro. Non che fossi puro, anzi, ma quei momenti di beatificazione- il cerchio alla testa- mi servivano a trascorrere una domenca torinese diversa da tutte le altre. Ecco una battaglia da fare, mi sono detto, e seppure non ne condivida les mots d’ordre del testo della petizione (in francese canna si dice pétard) e in particolare l’allusione all’alcol o alle comunità, invito tutti a sostenere la cosa.

Appello contro la Legge Fini sulle droghe
www.lellovoce.it / L’Unità

La legge sulle droghe che la maggioranza sta per far approvare alla Camera è solo un’ultima gravissima tappa nella corsa verso la barbarie di cui questo Governo si sta rendendo protagonista in quest’ultimo scorcio di legislatura. Non sarà certo una legge in punta di manganello che risolverà i problemi di quanti fanno uso di droghe pesanti, né potrà cambiare le libere scelte di chi ha deciso di utilizzare quelle leggere.

Ex- île /Yannis Kiourtsakis

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foto di Philippe Schlienger


L’insularità come esperienza esistenziale: nostalgia del centro e ricerca dell’altrove.
Yannis Kiourtsakis
Traduzione di Giuseppe Girimonti Greco

L’esperienza dell’insularità non consiste soltanto nel radicamento, nel rifiuto, nel sentimento dell’autarchia, nell’attaccamento ostinato ad un centro di esistenza e nella nostalgia inestinguibile che la loro perdita risveglia in noi. Essa è anche l’orizzonte che ci invita a lasciarci alle spalle la stretta lingua di terra che calpestiamo ed a navigare per le vie del mare: l’allontanamento dell’omphalos, l’uscita dal Qui e dallo Stesso, il viaggio verso l’Altro e l’Altrove. E questi due aspetti – l’attrattiva del centro e l’erranza – non sono, in fondo, per quanto incredibile possa sembrare, che una sola cosa, un tutt’uno.

A Gamba Tesa/ Milan Kundera

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“Tenendomi come sono, con un piede in un paese e l’ altro in un altro, trovo la mia condizione molto felice, in quel suo essere libera.” René Descartes
Lettera alla principessa Elisabetta di Boemia, Parigi 1648

L’arte della fedeltà
Milan Kundera
traduzione di Massimo Rizzante

La pratica universitaria studia la letteratura quasi esclusivamente all’interno del quadro nazionale: di Broch si occupano solo i germanisti, di Joyce gli anglisti, di Proust solo i francesisti. Da sempre trovo questa pratica insufficiente.
Come comprendere l’originalità di Broch o di Proust se non si prendono le mosse dalla problematica sovranazionale del romanzo moderno? Se uno studente vuole scrivere una tesi su Gombrowicz, i professori esigeranno che egli conosca il polacco. Grazie a questo ‘nazionalismo’ universitario, si condannano tutti gli studi su Gombrowicz – anche quelli condotti lontano dalla Polonia – ad un curioso provincialismo internazionale.

Torino 2006 – Cantieri d’Olimpiade

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di Arnaldo Greco

In una sala, durante il Festival del Cinema di Torino si spengono le luci e si intuisce che sta per iniziare il film in programma. Cominciano a scorrere delle immagini confuse. Deve essere una di quelle nuove pubblicità in cui prima sei bombardato da una serie di scene, incapace di recuperare un filo logico, e poi capisci cosa viene pubblicizzato. Nel caso in questione le Olimpiadi di Torino 2006. Appare il logo e il pubblico comincia a fischiare.
Che lo spirito olimpico sia stato edulcorato dalla Coca – Cola non è un’annotazione originale, che l’italiano sia un popolo dal campanilismo al contrario pure, ma le grandi opportunità economiche delle Olimpiadi, quelle perchè vengono fischiate?

Un diverso Mein Kampf se fosse stato un romanzo?

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di Franz Krauspenhaar

hitler

Adolf Hitler fu un artista fallito prima di diventare Fuehrer e così demone principale del 900. Di un artista fallito ebbe le stigmate credenziali incise col rasoio di una frustrazione bohémienne. I suoi incubi di grandezza millenaria portarono forse all’assassinio su larga scala come, per citare dal titolo del famoso saggio di Thomas De Quincey, “una delle belle arti”. Perché se l’arte si esprime da sempre e in buona parte attraversando ogni tipo di orrore, si puo’ pure affermare – certamente azzardando- che il dittatore nazista fu un artista dell’orrore, vero e rappresentato, della peggior specie, superando qualsiasi genere di immaginazione.

Lo scrittore, il mercato, Piperno ovvero: del conformismo

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di Giacomo Sartori

“Ciò che io sono abituato a sentire subito in un testo non è, insomma, la vicenda romanzesca di un eroe, ma la qualità della pagina che la narra : la reale struttura di un romanzo non mi pare collocarsi nel suo campo semantico (adotto questa espressione per vaga analogia), ma nel suo campo linguistico.” Pier Paolo Pasolini

1. Lo scrittore

Io credo che uno scrittore è uno scrittore degno di interesse quando modifica e reinventa la lingua nella quale si esprime.

Il canto popolare dello sterminio

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di Helena Janeczek

Kantor

Mentre mi accingo a scrivere qualche riga su Yitzchak Katzenelson e il suo Canto del popolo ebraico massacrato, poema epico in quindici canti sullo sterminio degli ebrei dell’est, mi viene in mente il primo luogo comune sull’argomento

A Gamba Tesa/ Nero Luci

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Majakovskij fotografato da Rodcenko

A mali estremi
di Nero Luci

La commedia è tale perché finisce bene.
Ma il lieto fine sforzi divini e sforzi si fanno per equilibrio
V’è eccesso d’inferno nella società, eccesso d’empio, d’illegittimo potere, di bisogni indotti a distrarre volontà. Necessita surrealtà di Tartaro, purgatoriale critica, visioni celestiali; se n’è necessita l’eccesso, a onore del vissuto e del vivente.
Questa è lettera preraffaellita alla generazione nata durante il genocidio che battezzò la grande crisi cosmica; affinché ci si prenda responsabilità, domando tigri.

A Gamba Tesa/ a proposito di Ornela Vorpsi

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foto di Ornela Vorpsi

Carla Benedetti recensisce Ornella Vorpsi Il paese dove non si muore mai su L’Espresso n.3-2006 a p.124

Beckett scelse di scrivere in francese. Agota Kristof vi fu costretta dopo la fuga dall’Ungheria. La storia dell’espatrio linguistico si ripete con Ornela Vorpsi, che è nata a Tirana nel 1968, ha studiato arte a Milano, e ora vive a Parigi. Questa volta però la lingua d’adozione non è il francese. Il paese dove non si muore mai (Einaudi, E 10.00, pp. 111) è stato infatti scritto in italiano. Ma – ulteriore peripezia – questo splendido libro di esordio, semplice e profondo, è stato prima tradotto, letto e ben accolto in Francia. A noi arriva in seconda battuta.

Il canto del popolo ebraico massacrato

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di Yizhak Katzenelson
tradotto da Helena Janeczek

Katze

Sotto troverete due canti del poema Il canto del popolo ebraico massacrato Li ho trasposti dallo yiddish cercando di mantenermi il più possibile fedele a modi epici dell’originale. Un bellissimo lavoro per il Giorno della Memoria lo troverete in Unità di Crisi . Segnalo inoltre che del poema esiste una traduzione integrale edita da Giuntina (h.j.)

I Canta

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«Canta! Prendi in mano la tua arpa, vuota, svuotata e misera,
sulle sue corde fini getta le dita pesanti
come cuori, come cuori afflitti. Canta l’ultimo canto,
canta degli ultimi ebrei in terra d’Europa».

Il primo amore

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E’ nato il primo amore. Grazie a: Sergio Baratto, Carla Benedetti, Benedetta Centovalli, Gabriella Fuschini, Giovanni Giovannetti, Giovanni Maderna, Antonio Moresco, Sergio Nelli, Tiziano Scarpa, Dario Voltolini.

La prima cosa che ci chiedono è una firma. Qui. Io l’ho appena fatto.

Auguri sinceri da parte di tutti i componenti di NI 2.0.

Quotidiana camorra

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Festival Racconto – Teatro Palladium (Roma)

Venerdì 27 gennaio ore 21:00 Ingresso Libero

Roberto Saviano – QUOTIDIANA CAMORRA

Esistono giornali che raccontano solo dei clan di camorra, segnalano arresti, motivano faide, avvertono delle scarcerazioni e sono i portavoce dei boss in carcere e dei boss latitanti. Attraverso le prime pagine di questi giornali, si raccontera’ il fenomeno camorra, il potere dei clan napoletani e casertani, la forza economica, la ferocia militare di un gruppo criminale che ha superato per fatturano e numero di affiliati Cosa Nostra. La tragedia di un territorio quello campano che conta il numero più elevato di morti ammazzati del mondo occidentale. Saranno letti da Angela De Matteo, Giovanni Meola e Enrico Ottaviano alcuni brani di Nanni Balestrini, Goffredo Fofi, Antonio Franchini, Joe Marrazzo e Roberto Saviano

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Immagine, “Morto di camorra a Giugliano” Photo Magnum

Si può recensire un tramonto?

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di Sergio Garufi

Emanuele Trevi

“Si può recensire un tramonto?”. Con questo interrogativo ingenuamente paradossale comincia il primo libro di Emanuele Trevi, intitolato Istruzioni per l’uso del lupo. L’opera è una “lettera sulla critica” rivolta all’amico Marco Lodoli, composta quando l’autore aveva solo 30 anni, e quella domanda provocatoria racchiude in sé un’idea di scrittura che trascende i rigidi steccati che delimitano gli ambiti di competenza e i generi letterari. Concepito dopo l’abbandono dell’insegnamento universitario, vissuto come una pratica filologica sterile e oziosa riservata a una ristretta cerchia di adepti, qualcosa di radicalmente estraneo alla realtà quotidiana, Istruzioni per l’uso del lupo è un saggio che propone una via alternativa all’accademismo elitario e al bavardage sociologico del giornalismo culturale.

Tre minuti d’aria

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di Giancarlo Tramutoli

«Un caffè?». E tu che stai provando a staccare la spina per qualche minuto cercando di capire, che non lo sai ancora, che non sei un replicante, di cosa hai voglia veramente in quel momento, tra le varie alternative che ogni tanto nella vita puoi pure scegliere, fosse pure solo tra un cornetto e una pizzetta, devi sorbirti il solito caffè, e magari ti fa anche male che c’hai la colite, e gli devi pure dire grazie. Grazie per avermi rotto i coglioni!

A Gamba Tesa / COPYLEFT

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El gran cuadro del siglo XX

huile sur toile, 195 cmx130cm de SM Félez, croquis de F.Arrabal
Dalí, Ionesco, Nabokov, René Thom, Kafka, Beckett Arrabal (Topor)
Mishima, Kundera, Wittgenstein, Duchamp, Borges, Picasso.

http://www.arrabal.org

LETTERA ENCICLICA DEUS CARITAS EST DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE E A TUTTI I FEDELI LAICI SULL’AMORE CRISTIANO

© Copyright 2005 – Libreria Editrice Vaticana

io non sono io ti

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di Éric Houser

traduzione di Andrea Raos

Come l’uccello spicca ansioso il volo all’avvicinarsi della tempesta, così io ho detto: “Non ho la fede”.
Søren Kierkegaard, Til Selvprövelse Samtiden anbefalet, 1851

io non sono innamorato di te io ti
un intervallo di terza una terza minore
è scritto ne prendo nota è scritto
era scritto decifrare come posso
male le parole sulle tue labbra rapide preciso in un sussurro
quando me le sussurri all’orecchio
quando mi leggi mi sussurri io ti
io non ti desidero te tu mi
tu mi manchi quando sei assente tu
è assente è così banale

IN-SEGNARE 3

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Terza rata della conversazione sull’insegnamento con Tina Nastasi.

Cara Tina,

molti sono gli spunti che si potrebbero cavare dalla tua risposta, ad esempio questo qui ultimo del gioco che davvero dovrebbe essere ripreso e rimesso sul suo bel piedestallo. Io lo utilizzerò mettendoti in mano un altro oggetto da manipolare, di quelli abbastanza scottanti per la classe degli insegnanti (ovviamente universitari ampiamente compresi, anzi), e sarebbe la patata bollente della /collaborazione tra insegnanti/. Orrore e raccapriccio, non sarà mica vero che adesso, dopo tutto le ore che devo fare con quegli squinternati studenti, devo anche perder tempo ad accordarmi con dei colleghi che della mia materia nulla
seriamente sanno? E via delirando.

Non solo per quanto riguarda la demenziale divisione drastica tra materie “umanistiche” e materie “scientifiche”, che evidentemente nulla di umano hanno, ma anche all’interno di ognuno di questi due settori, l’insegnante d’italiano vorrà per caso mettersi d’accordo con quello di filosofia e con quello di storia dell’arte, o di lingua straniera, ecc., per spiegare il Rinascimento o il Romanticismo, per dire, in modo coordinato Capisci questa parola, coordinato? Scusa l’ironia, ma questa operazione non si faceva nel mio liceo di cinquant’anni fa e non si fa oggi nel liceo dei miei figli. Ma sarebbe così pazzesco?

Caro Antonello,

riflettevo appunto in questi giorni sul motivo per cui i nostri ragazzini (scuola media) arrivano dalle scuole elementari mediamente entusiasti e curiosi verso gli oggetti culturali e le esperienze che la scuola propone loro e nel giro di un anno, in seconda media, li ritroviamo generalmente studenti apatici e indifferenti ai cosiddetti “stimoli didattici”. La spiegazione facile che si dà solitamente di tale fenomeno chiama in causa invariabilmente gli ormoni e le caratteristiche evolutive della preadolescenza. Ritengo tuttavia che gli insegnanti siano in parte responsabili di questa disaffezione degli studenti verso il sapere e la cultura.

Polar/ Bruno Leydet

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Immagine di Philip Wood

Destini incrociati alla marsigliese
Bruno Leydet
traduzione di Laura Toppan

Il boulevard du Commandant Finat-Duclos sicuramente non vi dice molto: a Marsiglia, infatti, ci sono delle vie e dei viali molto più conosciuti, ma nonostante ciò quest’arteria è una delle più famose della città. Perché? Perché è qui, proprio in mezzo al boulevard, che è accaduta una delle più terribili e sanguinose sparatorie della storia del crimine: ‘la sparatoria del Bar du Téléphone’. Sì, una delle più sanguinose della storia! Il 3 ottobre del 1978 una banda di 4 malviventi assassina 10 persone: battuto il record dei massacri! Al Capone e il massacro di San Valentino del 1929 non sono nulla a confronto. L’altro nome della sparatoria del Bar du Telephone è ‘il massacro di San Gérard’.

Invito alla lettura di un genocidio recente (Ruanda 1994)

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Di Andrea Inglese

Dopo aver letto quattro o cinque libri sul Ruanda, averne sfogliati altrettanti, ricercato informazioni in rete, assistito a delle conferenze pubbliche e visto un documentario sull’argomento, mi sono chiesto perché mai un evento accaduto più di dieci anni fa in un paese dell’Africa dove non ho mai messo piede dovesse interessarmi tanto. Ci ho pensato su. E la risposta a cui sono giunto è questa: il genocidio ruandese dei tutsi del 1994 è una vicenda che non può non interessare tutti noi. Noi chi? Noi italiani, europei, occidentali. Provo a spiegarne i motivi e vi propongo una bibliografia selettiva sul tema.

A Gamba Tesa/ Massimo Rizzante

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Il sonno della ragione produce mostri… … El sueño de la razon produce monstruos…
Francisco de Goya y Lucientes Caprichos 43 1797 (El Prado Madrid)

INFANTOSAURI
di
Massimo Rizzante

Imitazione e variazione
Dopo aver letto Svevo e Gombrowicz, ecco la mia concezione definitiva e paradossale dell’uomo: l’inesperienza ontologica lo porta continuamente a rivoltarsi; ma tale rivolta dell’uomo contro la sua stessa immaturità passa necessariamente attraverso la tecnica, cioè attraverso la creazione di strumenti in grado di liberare l’uomo dal peso dell’esperienza. Ciò rende l’uomo sempre più leggero, giovane, immaturo e, inoltre, fa sì che il suo sprofondare nella giovinezza sia direttamente proporzionale al suo progresso tecnologico.

La cura dello specchio

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di Franz Krauspenhaar

Erano anni ormai che mi portavo dietro, come un fardello invisibile, i miei problemi di ansia, perché l’ansia mi prendeva da anni allo stomaco e alla testa a tradimento, mordendomi come un invisibile cane idrofobo; con quel morso profondo nella mente, un solco di denti nettamente avvertiti nei pensieri più vari e nei sentimenti più contrastanti, vagavo a volte per la città, sperando di arrivare presto a destinazione per trovare un po’ di requie. M’era più volte successo mentre ero in mezzo ad amici, davanti a una tavola imbandita, in una tipica situazione di distensione dei nervi e di abbandono delle difese; e soltanto la mia volontà m’aveva permesso di non lasciarmi andare, tenendo a bada con una forza che avevo fin lì creduto di non possedere l’istinto di scappare a gambe levate da quello come da ogni altro luogo.