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Sempre caro

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di Vincent Raynaud

E’ sempre interessante guardare le recensioni dei lettori su www.ibs.it, aka Internet BookShop. Non tanto perché possa costituire un criterio di scelta: niente sorpresa, i libri che vendono bene hanno prevalentemente buone recensioni, quelli che non vendeno non ne hanno. Piuttosto perché permette di capire cosa leggono gli altri e come, che tipo di rapporto hanno con l’oggetto libro.

Compagni di scuola/Compagni (per niente)

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Su Carmilla Valerio Evangelisti pubblica un articolo, Fatevi la vostra guerra (di vignette), estremamente lucido sulla questione e tra le tante cose dette e che sottoscrivo, sull’opportunità o meno di sostenere l’invito a pubblicare i disegni incriminati nei vari blog, lo scrittore muove delle critiche a un determinato modello di intellettuale – in questo caso Adriano Sofri – un modello che è sicuramente rappresentativo di una certa intellighenzia in Italia. Una vera classe di potere, economico, politico, culturale, composta in maggior parte da ex rivoluzionari o ex sessantottini, e che seppure lacerata in se stessa da contraddizioni e cattiva coscienza, governa, in modo trasversale, il nostro Paese, e non solo. Come fratelli più piccoli, assistiamo increduli alla sorprendente alleanza tra ideali rivoluzionari e ultra liberalismo. Jean Claude Michéa dedica alla questione alcune pagine su cui varrebbe la pena, forse, riflettere.

A Gamba Tesa/ Piero Cademartori

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Altan per Rivista SUD

Lavoro, dolore e carne appesa

– hanno di che derubricare il sonno, deliberare il monno, che è il nostro sonno, il nostro monno, di rubricare il sogno, varcare il monno, sturare il giorno, virare il sonno

– hanno di che maliarci l’occhi, maliare carne, maliare il cuore, l’occhi, il sangue, mangiarci l’occhi

– hanno di che ‘mmalare sogni, ‘mmalare carne, l’occhi, sanare sonni, sveltire i gesti, i passi, sgranare d’occhi

Puntare un’arma contro un leghista non è disdicevole

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di giuliomozzi

Leggo in Nazione indiana un articolo di Christian Raimo intitolato: Ha vinto Berlusconi. Non è di questo articolo che intendo parlare. Nei commenti Andrea Barbieri racconta di aver visto un programma televisivo nel corso del quale G. Moncalvo (il conduttore, presumo) “ha maneggiato per alcuni minuti una pistola smontando il caricatore e fingendo di puntarla contro un ospite. Poi ha detto che era un giocattolo”. Aggiunge Barbieri: “Quei minuti sono stati vergognosi nei confronti del telespettatore”. Una mezz’oretta dopo un’altra persona (nomignolo: kristian) scrive: “Ma dai, puntare un’arma contro Borghezio, magari si configura come reato, ma non è mica disdicevole! Piuttosto, è la scelta dell’arma che mi delude: con quelli lì basta lo spruzzino”. [*]

Ricordo di Amelia Rosselli

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su Radio Tre, nello spazio di Suite intorno alle 20, andranno in onda (lunedì 6, mercoledì 8, giovedì 9, venerdì 10 e sabato 11) cinque puntate di una trasmissione che ricorda Amelia Rosselli nel decennale della morte (l’11 febbraio 1996), realizzate da Andrea Cortellessa con i materiali dell’archivio Rai e interviste registrate per l’occasione con critici e amici di Amelia Rosselli

Poesie

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di Guido Mazzoni

(Per una critica di Elio Paoloni su questo testo vedi qui)

Generazioni

Il neonato tende le braccia verso una parete che non può vedere. Dall’altra parte degli occhi noi lo guardiamo transitare dal panico alla quiete, fissandolo in volto senza paura o pudore, come si fa con gli animali: il suo sguardo non oppone alcuna resistenza al nostro; la sua debolezza ci aiuta a dissipare i conflitti inesplosi fra di noi, in questo gruppo di persone che parlano di altro, ma che in realtà si stanno confrontando. Di impulso, a metà della cena, i genitori lo hanno estratto dalla camera dove giaceva sedato per ostentarlo, mettendo la culla al centro della tavola, rompendo il campo psicologico che ci conteneva ed aprendone uno nuovo, pieno di sottintesi e di tensione.

Ha vinto Berlusconi

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di Christian Raimo

L’altroieri sera ho visto in tv un programma che definire orrendo è sbagliato perché suona come un’indignazione civile. Ho visto “Alice” con Anna La Rosa, Tremonti e Bertinotti. E’ un programma semplicemente sciattissimo, indegno di una prima ma anche di una terza serata in una rete nazionale, ma tant’è. Anna La Rosa è una donna incapace di fare il mestiere per cui è pagata. Non è un giudizio di merito, è un dato di fatto. Anche io se fossi pagato per fare il programmatore di computer sarei incapace. Ci sono parametri che servono a valutare la professionalità di quello che si fa. Fare il giornalista politico è un mestiere, per cui serve conoscere la storia d’Italia, non balbettare, prepararsi le domande, riuscire a dialogare con il pubblico e non dire per esempio “Questa cosa non l’ho capita”, “Questo mi sembra un discorso difficile per chi ci sente da casa”. Aho, ma mi stai prendendo per il culo?

Personal Pantheon

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Francesco De Grandi 1

[Ho visto la mostra di Francesco De Grandi a Milano. Una prima sala con enormi tele di paesaggi marginali e allucinati. Una seconda con divinità di serie B, dimenticate dagli uomini, costrette alla vita quotidiana. Un angolo, alla fine, di piccole tele di animali fragili, dolci e tristi insieme. Vi allego alcune immagini (da allargare ciccandoci sopra) che mi ha dato Francesco per NI e una sua nota sulla mostra. G.B.]

Fuoco Amico/ Antonio Ghirelli

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Una linea di fuoco attraversa, come un’orrenda ferita, l’Europa ed è un fuoco amico, un fiume rovente di odio, di ottusità, di grottesco antagonismo che scava un solco sempre più profondo tra gli intellettuali, i militanti, gli amici della sinistra democratica occidentale. Sono i più vicini, i più simili, i fratelli di ieri che si detestano e si disprezzano di più, in nome di due moloch astratti, più feroci di ogni dittatore sbirro: l’intransigenza morale, travestita da vessillo rivoluzionario su una sponda; il gretto compromesso spacciato per realismo politico, sull’altra sponda. L’intransigenza acceca, il compromesso snerva. La linea di fuoco inaridisce i cuori, le intelligenze, le speranze – e intanto dilagano i nuovi mostri: il Successo, la Tecnologia, il Grande Fratello, la Multinazionale, il Girotondo, il Best-Seller, la Fiction, il Quiz, l’Analfabetismo di ritorno.

Mauro Magrini: luci in nero

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La Mostra Fotografica di Mauro Magrini è a Milano presso la Galleria OPENMIND in via Dante, 12 www.newoldcamera.it con

inaugurazione: 6 febbraio 2006 dalle ore 18 alle ore 21

orari: lunedì ore 15,30 – 19,30
da martedì a sabato ore 10,00 – 12,30 | 15,30 – 19,30
fino al 3 marzo 2006

A Gamba Tesa/ Esteban Buch

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Immagine di Ernest Pignon Ernest, tratta dal sito http://www.pignon-ernest.com/
che invito a visitare (musiche di Louis Sclavis)

Variazioni sulla musica e la violenza
di Esteban Buch
trad.di Lidia Verde

Alcune settimane fa siamo andati insieme ad ascoltare la Prima Sinfonia di Mahler. All’inizio del quarto movimento, un bambino, seduto alle nostre spalle con i suoi genitori, s’è messo a piangere sconsolatamente. Avrà avuto sei anni. Suo padre lo ha preso in braccio, lo ha calmato e consolato; la reazione del figlio deve averlo intenerito e, nello stesso tempo, messo a disagio. Superata la crisi di pianto, il bambino ha ascoltato senza fiatare come la sinfonia, imperturbabile e tormentata, ha seguito il suo corso fino alla sua grandiosa dissoluzione.Ma, perché il bambino è scoppiato in lacrime? Perché ha avuto paura, naturalmente.

L’ornamento della natura

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di Stefano Salvi

I

Certe erosioni servono da fumo forte,
ti addentrano in cima
delle flore di poco rovaio,
e calda di ciò che era tolto brevemente;
hai un’infanzia delle dita,
nello scorcio inciso di colpi – racchiusa e detersa
fino al grano vasto nelle masse del tuono.

La conservazione architettonica spiegata ai bambini (2 di 2)

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di Gianni Biondillo


3. LA “FINE” DELLA STORIA

Dunque, con la scuola francese dei “Les annales”, la storia, nel Novecento, perde quella visione lineare dello trascorrere del tempo narrato attraverso il racconto sistematico dei fatti notevoli e memorabili di una nazione.
La presunta neutralità dello storico, che si immedesima nell’epoca studiata “dimenticando” ciò che è successo dopo per poter meglio ricreare l’incanto, viene ironizzata dal Benjamin che scrive: “La natura di questa tristezza si chiarisce se ci si chiede in chi propriamente “si immedesima” lo storico dello storicismo. La risposta suona inevitabilmente: nel vincitore.

La conservazione architettonica spiegata ai bambini (1 di 2)

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di Gianni Biondillo

Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
-Ma qual’è la pietra che sostiene il ponte?- chiede Kublai Kan.
-Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, -risponde Marco,- ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: -Perchè mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.

(Italo Calvino)

1. UNA PRECISAZIONE

La conservazione non è il restauro; e viceversa.
Non la si creda questa una tautologia capziosa; per quanto il campo di interesse è analogo (ma non identico), le due discipline hanno approcci teorici, rispetto il patrimonio documentario del passato, assolutamente (ed inconciliabilmente) diversi.

Un genio misconosciuto

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di Franz Krauspenhaar

Una decina d’anni fa mi trovavo nel reparto “classica” del famoso negozio di dischi milanese “Buscemi”.
Cercavo alla rinfusa nelle offerte, tra i CD a 10.000 lire. D’un tratto balzò ai miei occhi un CD della RCA Classics: Ives Simphony No.1 , The Unanswered Question, Robert Browning Overture, Orchestral Suite No2. (Chicago Simphony Orchestra diretta da Morton Gould, registrazioni eseguite tra il 1965 e il 1967).

Lettera aperta ad Alfonso Berardinelli

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di Andrea Inglese e Andrea Raos

Caro Berardinelli,

sul numero di ottobre-dicembre di “Nuovi Argomenti” abbiamo presentato un dossier sulla poesia francese contemporanea, composto di traduzioni di sei poeti e di un saggio introduttivo, dal titolo Le macchine liriche. Sei poeti francesi della contemporaneità.

Qualche giorno dopo, sul “Foglio” del 29 dicembre 2005, è apparso un suo articolo intitolato Ecco cosa si scopre passando in rivista le riviste letterarie. Sottotitolo: Il Verri, Lo Straniero, Micromega e Nuovi Argomenti, tra un Pasolini bipartisan e i discutibili poeti francesi. In questo articolo, lei dedica un po’ più di due colonne a criticare il senso, la pertinenza ed i criterî di scelta del nostro lavoro, adducendo una serie di argomenti ai quali desideriamo ribattere.

A Gamba Tesa/ Massimo Rizzante

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STORIA O GEOGRAFIA DEL ROMANZO?

foto di Philippe Schlienger

Il cuore dell’Europa
Se esaminare un’opera artistica nel suo contesto nazionale può essere utile per comprendere le caratteristiche e la mentalità di un popolo, è assolutamente nefasto, direi perfino impossibile, limitarsi a questa pratica se vogliamo coglierne il valore. Ciò è vero sia nel caso in cui ci troviamo di fronte a un autore isolato, lontano dalle mode, sradicato dalla sua terra d’origine e riconosciuto solo post mortem, sia nel caso abbiamo a che fare con certe glorie locali che perdono ben presto una gran parte del loro carisma quando sono sottoposte a un criterio di valutazione che superi il coro della critica del loro paese.
Il contesto del romanzo è un contesto sovranazionale perché la storia del romanzo moderno è fin dalle sue origini sovranazionale.

Bacheca di febbraio 2006

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Se vuoi, puoi usare i commenti qui sotto come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero durante il mese.

Punk a Bologna (avventure di un giornalista underground)

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di Mauro Baldrati

I giornalisti italiani, si dice, hanno fama di essere piuttosto pigri. Soprattutto quelli alla moda, le grandi firme. Non hanno voglia di sbattersi per produrre servizi, non amano operare sul campo, e rischiare. Preferiscono avere la pappa pronta, riscrivere i flash di agenzia, tradurre articoli dall’estero, becchettare qua e là. E’ meglio stare al calduccio nel proprio studio, o in albergo, che mettere il naso fuori in questo mondo cattivo. Che ci pensino gli altri, gli stranieri, o i giovani, a muovere le chiappe. Giornalisti come i poveri Baldoni, Ilaria Alpi, Tiziano Terzani, Ettore Mo, sono sempre stati una minoranza in Italia.

Natalità, ovvero innaturalità

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di Elio Paoloni

bimbo

Sull’ultimo numero di Nuovi Argomenti Guido Mazzoni racconta un episodio che non esiterei a definire banale: a metà di una cena i padroni di casa poggiano sulla tavola la culla del loro neonato. Ma nel cerchio degli amici, “fra i trenta e i quarant’anni, tutti molto fragili”, questa esibizione apre un campo psicologico “pieno di sottintesi e di tensione”. Si fissa in volto il piccolo “senza paura o pudore, come si fa con gli animali: il suo sguardo non oppone alcuna resistenza al nostro”. Nel breve pezzo ci sono considerazioni interessanti sullo stato “di fusione profonda e di profonda ambivalenza” dei genitori, “che hanno sacrificato molto, che esigono una sorta di compensazione, che hanno paura”. Oggi del resto l’avvenimento è così raro, così ritardato, così pianificato, che i procreatori si sentono eroi prometeici, esploratori monomaniaci tornati raggianti e spaventati dai confini dell’universo con appresso un alieno. L’entusiasmo inevitabilmente eccessivo di una madre assume tinte più cariche, connotazioni forzate.

Federico Aldrovandi

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Ci sono storie vere che sono peggio degli incubi peggiori. Come quella del diciottenne Federico Aldrovandi, morto ammanettato in presenza di agenti di polizia, il 25 settembre a Ferrara. Ciò che rende ancora più crudele questa storia, è che su tale morte non è ancora stata fatta chiarezza. Non si è ancora a conoscenza della causa del decesso.Vi sono però indagini in corso. E vi è una richiesta di verità che viene dalla famiglia e da un gruppo di cittadini che hanno costituito il Comitato Verità per Aldro. È stato aperto un blog e Kataweb ha dedicato un contenitore specifico su questa vicenda, raccogliendo informazioni da diverse fonti.