Home Blog Pagina 539

Il marito in arrivo

12

di Franz Krauspenhaar

RitterDeneVoss64.jpgQuando Riccardo fu di fronte a Marica detta con la kappa Marika le mise le mani dietro, sul sedere, e strinse forte, perché sapeva bene che a lei piaceva quella mossa di riscaldamento da giocatore esperto dell’ammore. Piaceva anche a lui, soprattutto quando fuori pioveva ed era sabato pomeriggio; infatti si ricordava bene di quella commedia di Thomas Bernhard, all’ultima battuta la vecchia sorella che dice al fratello incestuoso col nome da filosofo – venuto in visita nella casa di famiglia dal manicomio di Steinhof – una frase che fa più o meno così: “… ed è così bello stare a letto il sabato pomeriggio quando fuori piove”; e il messaggio della battuta è chiarissimo, così che Riccardo pensò quasi di dirla come a teatro mentre strizzava il sedere di Marica detta Marika, ma poi desistette perché pensava ad andare avanti e sempre più a fondo, e così l’eccitazione per fortuna gli fece dimenticare Thomas Bernhard e il trio di fratelli incestuosi di Ritter, Dene, Voss.

Allons, Enfants!/da Parigi Anna Maria Merlo

2

PARIGI. La Sorbonne è stata evacuata nella notte in modo sbrigativo, con gas lacrimogeni e manganelli, mentre il ministro dell’Educazione, Gilles de Robien, e il rettore di Parigi, Maurice Quenet, criminalizzano il movimento, parlano di infiltrazioni di non-studenti (c’erano degli intermittenti dello spettacolo nell’occupazione), accusano gli occupanti di aver di « degradato » libri, documenti e mobilio della storica università. Ma il movimento continua.

4 poesie da « Trappole e pieghe »

4

di Durs Grünbein

I tubi grandezza d’uomo in cui bambino
per gioco ti andavi a nascondere
nel prossimo sogno erano tunnel giganti,
bunker e caverne di stalattiti
in cui tu eri un soldato o un primitivo…
Ma soprattutto: cresciuto, già fuori
da questi deboli legami, dall’impotenza
di sesso e statura. Pancia a terra
sui prati tu eri, stordito dalla frescura
della terra, nelle conche erbose
unito a te stesso come le pere al tronco.
Finché si trattò di girare in maglia sportiva,
spalle imbottite, non reggersi il sesso pisciando.

Etica del pompino . Seconda parte.

12

Man RayLa scena
I due si ritrovano in un bar. Il più giovane sembra Harry Potter da grande ma a parlare è quell’altro, col viso allungato, sguardo perduto. Lo abbiamo già visto interrompere la scrittura di un dattiloscritto xenofobo e razzista per somministrare sonniferi al bimbo, suo figlio, troppo vivace. Racconta al fratello, perché sono fratelli, anzi mezzi fratelli che sua moglie lo ha lasciato portandosi via il figlio.

Qualcosa ci fa pensare che sia il comportamento irresponsabile dell’uomo ad aver causato quella partenza. Affatto. È l’immagine della moglie, anzi del corpo della moglie in guêpière e cellulite a scavare un solco tra i due, insieme a quella richiesta, urlo di desiderio, di lei, eluso. Non solo. Non è soltanto il corpo della moglie, il suo disfacimento, a scatenare in lui un rifiuto assoluto e netto. A rendere definitiva la rottura tra i due è il fatto che lei non sappia succhiarglielo.

La realtà è uno tsunami. Le sfide della non-fiction e gli scrittori marketting

29

tsunami.gifJohn Freeman intervista David Foster Wallace

I migliori travestimenti sono spesso quelli indossati sotto gli occhi di tutti. David Foster Wallace sembra aver capito bene questo concetto, perché, circa una volta all’anno, il giovane scrittore più temuto d’America prende una matita e – sotto copertura – s’infiltra nel mondo dei cronisti alle prime armi per mostrarci tutto quello che i giornalisti dimenticano di includere nelle loro storie.

Dal paese della cicuta (2 poesie)

21

di Franco Arminio

calendario

a luglio i campi gialli delle stoppie,
il nero a settembre,
il verde stempiato e basso di novembre.
qui l’inverno dura migliaia di giornate,
a marzo finisce la prima volta
ma dovrà finire molte volte ancora
prima di finire veramente.
il vento soffia ovunque sei,
il bianco della neve è ancora quello
del cinquantasei.

DB9

30

di Giordano Tedoldi

copertina tedoldi.jpgDi notte, quando non ho sonno, mi piace soprattutto guidare. Guidare è forse l’unica attività fisica che faccio. Un tempo nuotavo, poi ho smesso perché mi sono preso un fungo, la piscina era triste, troppi occhi rossi, pelli rovinate, solo le ragazzine intorno ai vent’anni erano allegre, ma quelle erano sempre per conto loro, non potevi nemmeno parlarci. Comunque erano molto maleducate, o troppo timide, o entrambe le cose. Allora mi sono dedicato alle macchine sportive. Non spendo mai, spendo solo per le macchine. Dopo sei mesi le do indietro e ne prendo un’altra. Per un certo periodo compravo le macchine in società con un tizio. Ogni volta che le riportava puzzavano di mezzo toscano. Ho smobilitato un po’ di investimenti, e ho cominciato a ordinare le macchine da solo, senza coinvolgere nessuno. Negli affari, come nella vita, avere un socio mi mette a disagio.

Dialogo filosofico sul pensiero del XX secolo fra Europa e Giappone

9

La Fondazione Prada e la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele in collaborazione con il Centro di Filosofia dell’Università di Tokyo invitano a un convegno internazionale che mira ad avviare un dialogo tra filosofi giapponesi e italiani.

Martedì 14 marzo 2006 dalle ore 10
Fondazione Prada – Via Fogazzaro 36 – Milano

Lo spiritosissimo dottor Posche

5

di Franz Krauspenhaar
Quando si presentava il dottor Posche diceva:” Il mio nome è Posche, come Porsche ma senza la erre”, e accennava una risata che l’ interlocutore non capiva, e ogni volta Posche riceveva un sorriso di circostanza, e allora  ritornava a inventare delle battute senza senso, e ne nasceva il malinteso: se  gli altri gli avessero espresso  il loro disappunto  Posche avrebbe avuto dei dubbi sul suo senso dell’umorismo. E invece sempre quei sorrisi equivocati.

Satisfaction

3

(Ricevo da Gian Paolo Serino e pubblico. F.K.)

Dopo le polemiche di Baricco sul ruolo della critica italiana nasce SATIFICTION, un nuovo gioco letterario:periodicamente Vi consiglierò un libro. Se vi fidate della mia recensione, decidete di acquistare il volume e ritenete che il mio entusiasmo non corrisponda al Vostro gli utenti di Satisfiction possono motivare i propri dubbi e il prezzo di copertina sarà rimborsato. Chiaramente, se mi trovo a consigliare le ultime poesie di Bukowki, e rispondete che siete rimasti scandalizzati perchè siete dei lettori di Liala e avete trovato l’ultimo BUK troppo spinto, il gioco decade.

Pronti a giocare?

IL PRIMO LIBRO CONSIGLIATO E’ IL PAESE DELLE COSE SENZA NOME di Daniela Rossi, appena proposto nei tascabili FAZI.

Buona lettura

Gian Paolo Serino

SATISFICTION

http://satisfiction.blog.kataweb.it/

Baricco chi? Leggere (note)

170

schlienger.jpg Immagine di Philippe Schlienger

Leggere uccide.

di
Luis de Miranda
(trad. di Irene Stelli)

Non solo leggere uccide, ma leggere assassina, elimina, massacra, mette fuori uso, azzoppa, liquida, strangola, lincia, decima.
Leggere rovina, sfianca, neutralizza. Leggere non fa bene alla salute- il problema è che ci ho messo ventotto anni ad accorgermene. Avrei dovuto dar retta a mia nonna: non avevo ancora dieci anni che già mi diceva di non stare tanto tempo a leggere che mi si rovinava la vista. Oggi, a trentatrè anni come sempre non porto gli occhiali, ma mi sono definitivamente rovinato il cervello; leggere mi ha reso pazzo, degenerato. Leggere ha fatto di me un uomo finito, del tutto inadatto ad una vita sociale e sessuale normale. Leggere mi ha reso altezzoso, disperato, disorientato, dissociato, cupo, maniaco-depressivo, solitario. Molto solitario: la persona a cui parlo di più è il mio gatto Aristotele.

Poesie

18

(Dal numero 1 delle rivista “Re:” a cura di Tommaso Lisa e Alessandro Raveggi)

PABLO GARCÍA CASADO

Traduzione di Alessandro Raveggi

Da I dintorni

I DINTORNI

per quanto si estendano le città fino ad unirsi
l’una con l’altra per quanto le disillusioni che il sesso la morte
o le opposizioni ci procurano rimarranno sempre i dintorni

l’oscurità dei complessi industriali l’inefficacia
il ministero delle opere pubbliche per quanto si impegnino
collettivi cittadini associazioni di vicini continueranno

ad albeggiare i resti dell’amore nei dintorni

Leccare la lingua altrui come quando ci si bacia

57

 Gli autori italiani aprono il laboratorio.

Florilegio a cura di Alessandro Canzian *

 

Questo montaggio di frasi da interviste e recensioni trae spunto dalla recente discussione sulla lingua degli scrittori italiani contemporanei, avviata da Massimo Rizzante e Giacomo Sartori e proseguita, sul web e su carta, a capannelli sempre più larghi. Da più parti è rimbalzato, implicito o detto a chiare lettere, l’invito agli scrittori a esprimersi in prima persona su questi aspetti del loro lavoro: padronanza e pratica della lingua, suo utilizzo consapevole, ricerca della parola, rapporto tra lingua e storie e tra lingua e tecniche narrative.

Omaggio (triste)

0

sempemuray1.gifRitratto di Sempè

Libération : Philippe Muray: la mort d’un réactif. L’essayiste fin de siècle qui dénonçait l’air du temps est mort d’un cancer à 60 ans. Il avait du style.

Bambini

20

charlesreznikoff.jpg

di Charles Reznikoff

Otto marzo

23

di Giancarlo Tramutoli

Vorrei per una volta
l’otto marzo
regalare al fioraio
un panettone.
E a Natale di mimose
fargli un mazzo così.

Il futuro della privacy

7

[Questo articolo di Bruce Schneier, esperto statunitense di sicurezza, riguarda la percezione e la realtà dei problemi di riservatezza personale negli Stati Uniti, con un confronto con l’Europa. Lo traduco qui, come punto di inizio di un discorso su privacy, sicurezza e libertà civili.]

OMAGGIO ALLE DONNE, indiane e circostanti

11

le korai di Cnosso

vorrei pubblicare questa immagine — le korai di Cnosso — grande come tutto lo schermo per tutte voi, perché è bellissima, ma mi pare che il sito non me lo consenta. Ingranditela voi! Ciao

[fatto, Antonello!]

Baciamo le mani/Dario Borso

134

baisers_voles.jpgimmagine da http://www.affichescinema.com

db Says:

March 1st, 2006 at 18:56 edit
I latini avevano tre parole per definire i baci: “Osculum”, “Savia” e “Basium”. Il primo è il bacio del rispetto, il secondo della libidine e dell’amore, mentre l’ultimo è quello dell’affetto. In pratica, spiegava Isidoro da Siviglia, l’osculum si dà ai figli, il basium alle mogli, il savium alle prostitute.

Poesie/Lello Voce

71

SHORTCUT n° 1
(la rosa e la voce)


e sono come scorciatoie del corpo e dell’anima come le cosce i polpacci
tesi allo sforzo del piacere come nervi e corde che si fanno frasi come stasi
immobili sull’acrobazia della vita come parole sospese nel vortice della materia
come un abisso in cui precipiti e vedi infine le tue gambe le braccia la traccia
del pensiero perché piuttosto c’è bisogno di voce di fiato che dice c’è bisogno
della fattura e della sua matrice del conto esatto dei decimi e dei millesimi
della frattura che scheggia l’osso che lo getta oltre l’ostacolo della mossa
che salta il fosso c’è bisogno piuttosto d’una lentezza lenta che allenta e
distende d’un lungo respiro a braccia intrecciate c’è bisogno piuttosto
dei tuoi fianchi e dei capelli dei tuoi occhi c’è bisogno piuttosto d’un
costante silenzio rotto dal tuo ansimare intermittente c’è bisogno del
dente bianco da belva piuttosto c’è bisogno della zampata vivace che
squarta e sconfigge piuttosto che la morra dei dadi dei destini dei confini
che come abiti o camicie di forza c’è bisogno piuttosto di questo bicchiere
che ci fa vedere il mondo maledetto e porco lo sporco delle unghie e degli
occhi gli schiocchi dei grilletti i tonfi dei morti di miseria la lista seria dei
dispersi c’è bisogno piuttosto di versi che sappiano ancheggiare di poesie
pingui di sillabe che scavino la fossa di soli mandolini e flusso di coscienza
c’è bisogno di una scienza dei nostri sentimenti poverelli degli amori da
pipistrelli vissuti a testa in giù dei fratelli e dei coltelli c’è bisogno piuttosto)

Un segno

11

 di giuliomozzi

Noi riscriviamo sempre la stessa storia, dice. Facciamo finta di volere storie nuove, ma quella che vogliamo è sempre la stessa. Vogliamo che ci sia una sconfitta, e dopo la sconfitta vogliamo che ci sia una vittoria insperata. Razionalmente è comprensibile il desiderio della vittoria: ma perché desideriamo, prima della vittoria, che appaiano tutti i segni della sconfitta?