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Leccare la lingua altrui come quando ci si bacia/ 3a parte

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(continua il florilegio, iniziato qui e continuato qui a cura di) Alessandro Canzian 

Apro il mio laboratorio

MARCELLO FOIS

Io non parlo l’italiano o il dialetto, ma parlo due vere e proprie lingue. Il nuorese, fino all’età scolare è stata la mia unica lingua, e spesso mi rendo conto di pensare in sardo. Camilleri, in fondo, si può dire che abbia costruito un siciliano quasi «virtuale». In realtà, i personaggi dei miei libri che parlano in sardo, non potrebbero fare altro. Io ho scritto in dialetto quando certe frasi erano intraducibili, ma essenziali in bocca al personaggio. Credo che «una lingua in più», non sia un disvalore, non voglia dire provincialismo: al contrario; e poichè l’Italia è anche molteplicità di espressioni e di espressività, semmai può essere solo un elemento che accresce la cultura. Si può fare una letteratura nazionale, senza usare una lingua nazionale.

Sanatorio-politica

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di Franco Arminio

0IWC3O7C--130x150.jpgSembra di stare in un incubo. Ci muoviamo nella scontentezza che ci gira in testa e in quella che vediamo intorno a noi. Sembra un sanatorio. Adesso si è ammalato anche quello che ostentava felicità e ottimismo. Ha preso a zoppicare, male momentaneo, ha preso il nervosismo, male nazionale. Il guaio è che molti hanno un nervosismo inerme, rassegnato.

Fucked up

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di Marco Rovelli

www.nowthatsfuckedup.com. E’ il sito porno che aveva aperto una sezione in cui i militari americani potevano mandare foto dalle guerre irachena e afgana, e avere in cambio foto porno. Cadaveri, teste esplose, palazzi devastati, armi, prigionieri irakeni, soldatesse nude con mitragliatore: questa la moneta pagata dai militari, che si compravano il piacere con i loro trofei (ché tali erano, come scrive Gianluigi Recuperati, le immagini offerte). Il gestore del sito è stato condannato per possesso e distribuzione di materiale pornografico. Strano, perché è l’unico cui è successo questo, tra le migliaia di gestori di siti pornografici analoghi. Il punto, ovviamente, è che il Pentagono voleva impedire che circolasse il segreto del potere.

Anteprima/ a Cesare

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foto di Roger Salloch / bycicle

Quello che segue è un capitolo del romanzo a cui sto lavorando. A suivre (-continua)
Francesco Forlani

Capitolo Sesto
Quanti amici ho? Ecco una buona domanda. Ma quanti ne aveva Cesare Pavese? Massimo Mila e Augusto Monti sono le persone a cui Pavese ha scritto più lettere. Il primo è il maestro e dunque non fa testo. Il secondo, che viene chiamato affettuosamente dall’amico , la confraternita, è stato uno dei più grandi musicologi che l’Italia abbia mai prodotto.

A Gamba Tesa / Massimo Rizzante

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Princesse, di Philippe Schlienger
LA METAMORFOSI DI HOMO SAPIENS

Nuovi primati
Chi è vissuto, anche per un breve periodo, nel XX secolo, ha conosciuto direttamente o indirettamente il controllo che il potere politico ha esercitato sull’individuo. Bisogna tuttavia constatare che se il secolo dei totalitarismi, come gli storici hanno spesso definito il secolo passato, è finito, il margine di manovra dell’individuo non ha finito di restringersi. La forza che ha permesso di sequestrare la vita degli individui – il loro corpo come il loro pensiero – non è scomparsa con il XX secolo, ma, al contrario, è sempre all’opera. Concepisce il mondo come un laboratorio e l’uomo come un esperimento.
Da dove viene questa forza? Lo ignoro.

Haroldo de Campos – Calendario

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delle presentazioni del libro L’educazione dei cinque sensi (Edizioni Metauro), prima raccolta di Haroldo de Campos pubblicata in Italia:

21 marzo FNAC VERONA (Lello Voce e Massimo Rizzante h 18)
30 marzo FNAC NAPOLI (Gabriele Frasca e Massimo Rizzante h 18)
8 aprile FNAC GENOVA (Edoardo Sanguineti e Lello Voce h 18)

Le altre date saranno
19 aprile “Le Giubbe Rosse” a Firenze
8 maggio al Salone del Libro a Torino
9 maggio all’Istituto Brasile-Italia a Milano

Vi ricordate di Bagdad?

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R. “Sono una donna di 26 anni e vivo a Bagdad. Ho un diploma in informatica, ma ora lavoro da casa, perché altrove non è molto sicuro. Prima della guerra lavoravo in un’azienda informatica privata.” Le sue pagine di diario sono tratte da http://riverbendblog.blogspot.com e tradotte da Massimo Parizzi per il numero 13 di “Qui. Appunti dal presente”.

Bagdad, 17 settembre 2005
Leggo e rileggo la bozza di costituzione irachena dall’inizio di settembre. Ho deciso di ignorare la voce che dentro di me ripete petulante: “Una nuova costituzione non può essere legittima sotto un’occupazione!”. E anche quella che dice: “Non è legittima perché il governo che la scrive non è legittimo”. Ho messo questi pensieri da parte e ho deciso di cercare di guardare a tutta la situazione il più spassionatamente possibile.

“Qui. Appunti dal presente” n° 13

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È uscito il numero 13 di “Qui – appunti dal presente”, una rivista nata nel 1999 per, come dice il nome, prendere “appunti” sul presente attraverso vari genere di scrittura: dalla pagina di diario al saggio, dalla poesia alla lettera ecc. Con occhi critici. A essa collaborano “intellettuali”, persone attive nel volontariato e… persone e basta, da più parti del mondo: dal febbraio 2005, infatti, ne esce anche un’edizione in inglese. Il titolo del numero appena uscito è “la vita normale”.

Poesia/Lello Voce

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Shortcuts n° 3
(Il verbo essere)

sono un osso innamorato un fosso strozzato un non posso
come la posa del caffè sul fondo della tazzina sono morfina
polverina scintillante sono una mosca che ronza e non si posa
sono il contrario di un io sono mio mi uccido da me da
solo come un trovarsi un ruolo o lo scolo dell’acqua da
stoviglie sporche come le ciglia sono un fegato infetto il
volo di un insetto il setto deviato che non sente odore sono
un dolore tra le costole un amore vicendevole sono un
muscolo adulterato un ircocervo narcotizzato un fiato uno iato)

IN-SEGNARE 4

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Pubblico, dopo un po’ di intervallo, la quarta rata della conversazione con Tina Nastasi sull’insegnamento nelle nostre scuole secondarie, e non solo.
CaraTina,

la tua ultima risposta tocca talmente tante zone della problematica dell’insegnamento, che è difficile scegliere a quale abbandonarsi. Io sceglierò qualcosa che tu non tratti esplicitamente, ma che, qua e là, mi pare percorra il sottosuolo anche di quel che scrivi tu.

E sarebbe il rapporto con i “classici”.

Mettiamo, per nostra occidentale semplificazione, che i classici da noi comincino da Omero e da Talete, per quel che se ne sa, sul versante di una cosciente investigazione sulla natura. Sono passati tre millenni da Omero e un po’ meno da Talete. Gente che scrive bene e che bene investiga la natura ce n’è sempre stata e si spera ce ne continui a essere. Se si va avanti così, le cose che il povero studente dovrà imparare aumenteranno sempre. Naturalmente lo stesso discorso vale per la scienza: ci sono anche i classici della scienza, che vengono letti assai meno, perché gli insegnanti cui nessuno ha dato all’università questa bella abitudine – quella di leggere i classici -, non sono propensi a trasmetterla ai loro discepoli.

Corpi di donna in versi

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di Laura Pugno

Sono usciti da poco per le napoletane Edizioni d’If di Nietta Caridei due libri di poesia: Fiato. Parole per musica di Elisa Biagini e Fata morta di Giovanna Marmo. Ad accomunarli, oltre alla grafica rossoargento della collana «i miosotìs» (che conta tra l’altro testi di Lo Russo, Ottonieri e Mesa, nonché, tra gli autori più giovani, di Massimo Sannelli e Andrea Inglese), è il tema sotteso dell’addizione del corpo; e forse non è un caso, se anche il terzo volume da poco uscito per gli stessi tipi, di Enzo Mansueto, ha un titolo che a questo tema riporta: Gli ultracorpi. Tra gli esponenti della poesia ultima – vale a dire della generazione tra il ’68 e il ’78, per riprendere la definizione coniata da Marco Giovenale per l’edizione 2005 del festival RomaPoesia – sia Biagini che Marmo hanno un profilo definito e già compatto tra raccolte edite, partecipazioni a premi, performance.

Primum vivere

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di Lorenzo Galbiati e Anna Setari Cari Indiani, abbiamo aperto un blog collettivo, www.primumvivere.splinder.com, per pubblicare e diffondere messaggi, scritti di nostro pugno o scaricati da internet, che, in vista delle prossime elezioni, vogliano invitare le persone a votare per i partiti che sostengono la candidatura di Prodi a presidente del consiglio. A questo proposito intendiamo evidenziare gli atti gravemente dannosi per il Paese e per le sue istituzioni democratiche commessi negli ultimi cinque anni dal governo Berlusconi, e alcuni importanti punti positivi presenti nel programma dell’Unione sottoscritto da tutti i partiti del Centrosinistra. Sentiamo di impegnarci in questa campagna elettorale per nostro dovere civile di persone convinte che, in questo momento storico, schierarsi per Prodi e contro Berlusconi sia innanzi tutto schierarsi per la democrazia e contro l’imbarbarimento della politica. Primum vivere, come abbiamo scritto nel Manifesto del blog, che riportiamo qui sotto. Chiunque condivida il Manifesto e i nostri propositi è invitato a seguire il blog e a contattarci, se desidera parteciparvi attivamente.

R.V.P /*! Marcos Saya

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immagine di Davide Racca
La tecnología

Un mouse
Un keyboard
Un modem
Un monitor
Un floppy
Un cd-rom
Una workstation
Los miro
Los utilizo
Los exploto

Intervista a Giacomo Sartori

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di Sergio Rotino

Sergio Rotino: Lei vive già da molti anni in Francia, ma in questo ultimo romanzo il suo immaginario è fortemente legato al Trentino, sua terra d’origine. Sembrerebbe come se, in lei, venisse a scattare il meccanismo di chi, vivendo in un altro paese, continui a sognare nella lingua madre. Per lei è stata una necessità impossibile da eludere quella di ambientare Anatomia della battaglia in modo, diciamo, “diacronico”?

Confessioni di ragazza da uno stato di claustrofobia

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di Franz Krauspenhaar

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Isabella Santacroce è una scrittrice che da sempre fa animatamente discutere, che separa nettamente gli estimatori dai detrattori; per cui è forse impossibile, per i lettori e i critici, accoglierla come si fa con la maggioranza degli scrittori, ovvero in una innocua metà del guado, imbracciando comodamente la benevolenza in saldo di una sostanziale indifferenza.

Bocconi

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di Giorgio Vasta

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Da bambino nascondevo il cibo masticato dentro una scanalatura metallica che correva sotto il lato corto del tavolo della cucina. Il tavolo della cucina era uno di quelli degli anni ’60, rettangolare, un metro e venti per un metro e ottanta all’incirca. I quattro angoli erano arrotondati, la struttura era di metallo, il ripiano era fatto con un’impiallacciatura di formica, di un celeste sgranato.

Il lavoro fa male (mobbing 1)

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di Mauro Baldrati
Agust Sander manovale 1928.jpgL’alba non è ancora spuntata. E’ una fredda giornata di fine gennaio, alle sette meno dieci del mattino è notte fonda.
Sul piazzale della Cooperativa stradini e muratori ferve l’attività frenetica che precede i trasferimenti ai cantieri. Gli operai fuorisede, appena scesi dai pulmini, hanno facce stravolte, gli occhi gonfi, i capelli dritti. Alcuni si alzano alle quattro per percorrere fino a 150 km per venire al lavoro. Qualcuno addenta un panino alla mortadella, diffondendo un odore appetitoso intorno a sé.

Statistiche sul traffico invernale

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Ecco quale è stato il traffico sul sito Nazione Indiana tra dicembre 2005 e febbraio 2006.

Leccare la lingua altrui come quando ci si bacia/ 2a parte

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(continua il florilegio, iniziato qui, a cura di) Alessandro Canzian
Apro il mio laboratorio

DARIO VOLTOLINI

Perché Pavana del viale è pieno di virgole? Perché volevo obbligare il lettore a una certa velocità di lettura, a un certo ritmo, nella speranza che nella sua testa passasse una specie di musica un po’, come dire, salmodiante (speravo questo anche perché mentalmente noi quando leggiamo un inciso tra virgole abbassiamo il tono della voce e qui le virgole dovrebbero sortire anche una specie di effetto di questo tipo). In mente avevo la Pavana di Fauré.

Anatomia dell’io (1)

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[Riporto qui alcuni passaggi di una lunga intervista a Grünbein realizzata da Italo Testa, per il n° 25 della rivista “La società degli individui” che uscirà prossimamente.]

Un dialogo con Durs Grünbein su lirica e soggettività
di Italo Testa

In un’intervista di qualche tempo fa lei affermava che «la lirica è la forma più soggettiva della letteratura. E i segni del tempo vanno di nuovo in direzione del neo-soggettivismo» . Questa forma soggettiva di espressione non contiene forse un momento di oggettività, nella misura in cui corrisponde alle figure dello spirito del tempo? E come si rappresenta la relazione tra costellazione storica e soggettività espressiva della lirica?