di Giacomo Sartori
[è una riflessione condotta a partire da questo pezzo di Marco Mancassola. a.r.]
L’esempio degli anni di piombo
Proviamo ad andare un po’ indietro. Pure gli anni di piombo sono stati molto grevi. Certo più grevi del periodo attuale. Anche proprio dal punto di vista della lingua. Per rendersene conto basta sfogliare i quotidiani di allora, a cominciare dal Corriere della Sera: un clima e un linguaggio di guerra. Una violenza ripetuta e diffusa, incalzante, ma soprattutto una capacità analitica ridotta ai minimi termini, un’arresa ottusità di fronte agli avvenimenti, un fosco aggrapparsi alle frasi fatte, trasudanti ancora più foschi echi storici e proiezioni ideologiche, un’incapacità appunto della lingua di prendere le distanze dalla violenza stessa. Magagne tipiche dei periodi di guerra.