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Il voto degli italiani all’estero

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di Lorenzo Ansaloni

Il risultato principale che emerge dalle ultime elezioni politiche è la sostanziale parità dei due schieramenti. In controtendenza, come è stato fatto notare, l’esito delle votazioni degli italiani residenti all’estero che ha decretato una netta vittoria del centro sinistra a discapito della Casa delle Libertà.

Nazisti brava gente

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di Andrea Cortellessa

Annelise.jpgÈ lecito chiedersi come mai a Filippo La Porta «dispiaccia parlar male di un romanzo di Pietrangelo Buttafuoco». Risponde il medesimo critico (recensendo Le uova del drago sul giornale diretto dal maggior sponsor del giornalista catanese all’esordio narrativo, Giuliano Ferrara, che ne ha vegliato la resistibile ascesa dalle colonne dello stesso Foglio alle patinate pagine di Panorama): «ci si sente colpevolmente faziosi, affetti da inveterati tabù ideologici».

A Gamba Tesa/ Philippe Muray

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La letteratura da dormire in piedi
di
Philippe Muray
(trad.Francesco Forlani)

A che pro meditare sullo stato attuale del romanzo se non si ha nella testa l’universo preciso, il mondo concreto, la situazione generale di cui è contemporaneo? Se non si ha all’orecchio, tanto per cominciare, il rumore di fondo del gran vento ammorbidente che soffia su di noi, un vento carico di bontà, di favori, di carità caramellosa e d’umanità, un tornado perpetuo d’incoraggiamento alla compassione bene in mostra, al semplicismo, all’infantilismo, alla solidarietà di superficie, ai propositi vuoti e devoti?

Vogliono la pace

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di Aharon Shabtai

Traduzione di Davide Mano

Loro vogliono la pace ma hanno perso la voglia come un paio di occhiali, come una lente sottile caduta sotto il lavandino che loro calpestano giusto con il tacco pensando che sia sulla mensola sotto allo specchio accanto al deodorante. Loro vogliono ma la loro voglia è come un cazzo che non si rizza neanche se seduti sulla vasca da bagno glielo menano tutta una settimana. E il risultato è che si strafogano di cioccolata.

Anteprima II/a Cesare

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di
francesco forlani

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Capitolo dodicesimo
(primo racconto)

Ritratti. Ci ha chiesto di fare dei ritratti – a parole s’intende- della gente che viene in albergo, nel nostro albergo, l’hotel Roma,insomma da noi. Se lo sapesse la direzione, non credo che farebbero salti di gioia. Ci hanno sempre detto che il personale di un grand Hotel deve solo registrare, le cose. In modo neutro, senza metterci nè patemi d’animo nè tanto meno arricchire la nota con indiscrezioni. E invece Miss Firth, vuole che praticamente li fotografiamo, i clienti!

Le vite precarie di Mario Desiati

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di Andrea Bajani

C’è un modo di combattersi sfiniti, abbracciati contro le corde, che hanno soltanto i figli che adesso hanno trent’anni coi loro padri e le loro madri. È un modo di fronteggiarsi un po’ pesti, un buttarsi tra le braccia dei familiari che per metà vorrebbe colpire e per l’altra metà vuole soltanto chiedere asilo. E c’è un modo di fare o non fare recriminazioni che ha molto a che vedere con la rassegnazione, da una parte e dall’altra, e che diventa un po’ un colpire alla cieca. C’è, in definitiva, un modo di essere famiglia che non è mai stato così prima di adesso, e dall’altro lato un modo di credere all’amore che è contemporaneamente un cercare riparo e un resistere alle cose che davanti si disperdono frammentate. Vita precaria e amore eterno, secondo romanzo di Mario Desiati, è un romanzo commovente perché mette in scena fin dal titolo questo conflitto sfinito tra un’aspirazione a legarsi a tempo indeterminato alle cose e un’attitudine delle cose ad andarsene, a essere provvisorie. Precarie, appunto.

Alien don’t suck!

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ALIENSDONTSUCK_1.jpg

Il primo numero di
ALIENS DON’T SUCK!
periodico di integrazione non violenta degli extraterrestri

è on line qui

a cura di Tommaso Pincio

Il lavoro fa male (mobbing 2)

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di Mauro Baldrati

August Sander carbonaio berlinese 2929.jpgHo il camion rotto, stamattina non è partito. Il Carnivoro, dopo avere sbraitato “te Trapattoni, tutte le mattine ci hai un casino!” ha consultato il foglietto dei viaggi, ha scosso il testone e ha detto: “non ho neanche un camion libero. Va’ in cantiere a dare una mano”.

Presentazione di “Dalla vita di un fauno”

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al Goethe-Institut Napoli
Riviera di Chiaia 202
80121 Napoli
Tel: +39 081 411923
Fax: +39 081 426764
info@neapel.goethe.org

Presentazione del libro
Dalla vita di un fauno
di Arno Schmidt

20 aprile 2006, ore 18.00
Sala conferenze del Goethe Institut di Napoli

Il primo capitolo di “Dalla vita di un fauno”

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di Arno Schmidt

traduzione di Domenico Pinto

[segnalo una novità editoriale che ritengo di grandissima rilevanza. a.r.]

I
(Febbraio 1939)

Tu non voglia additare le stelle; né scrivere sulla neve; al tuono toccare la terra: aguzzai dunque una mano verso l’alto, scheggiai con dito imbozzolato la ‹K› nella crosta argentea accanto a me, (in quel momento temporali non ce n’erano, sennò avrei già fatto qualcosa!) (Nella borsa crepita la carta oleata).

Vocazioni

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di Sergio Garufi

vocazioni.jpgFra i molti meriti ascrivibili a Occidente per principianti, il bel romanzo di Nicola Lagioia, vi è anche quello, non irrilevante, di una sapiente maestria nella resa dei dialoghi. Più di mezzo secolo fa, in un brano famoso di una missiva a Milton Hindus (in Lettere dall’esilio), Céline chiarì molto efficacemente in cosa consistessero i problemi inerenti la mimesi dell’oralità. Per illustrare questo concetto, lo scrittore francese si servì dell’icastica immagine di un bastone spezzato e immerso per metà nell’acqua. Solo rompendolo, e tenendo le due parti leggermente disgiunte, era possibile, per un effetto ottico, dare l’impressione che il bastone fosse integro. Allo stesso modo, la trasposizione del parlato nello scritto non è mai una semplice operazione meccanica – come se bastasse stenografare una conversazione e poi trasferirne il contenuto sulla pagina per ottenere il sapore dell’oralità -, bensì un adattamento fra ambiti diversi che richiedono perciò forme espressive specifiche. In questo senso, Céline ci spiega che per conseguire un effetto di spontaneità e verosimiglianza del parlato nel testo occorre manipolare la realtà, ricorrere a un artificio, “imprimere alle frasi e ai periodi una certa deformazione”, una torsione che traduca “la lingua in puro ritmo”.

Il progetto cinico, la manipolazione, la sinistra. Pensierini dopo il voto.

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Di Andrea Inglese

Riprendo le osservazioni di Giulio Mozzi che stigmatizzano un riflesso condizionato di una parte della sinistra. Chi ha votato nuovamente Berlusconi è un “rincoglionito teledipendente”? Stando alla lettera della definizione si tratta di stabilire un nesso di causa-effetto tra “teledipendente” e “rincoglionito”. Quanti teledipendenti esistono in Italia? L’essere teledipendenti rincoglionisce? Io ad esempio conosco molti rincoglioniti che non per forza sono teledipendenti così come teledipendenti per nulla rincoglioniti. La questione è comunque seria, in quanto sostenere che Berlusconi vince perché “ipnotizza” le masse significa presupporre che: 1) chi parla è superiore a colui che viene ipnotizzato perché ha la capacità di resistere all’ipnosi; 2) se il mondo è fatto di “menti deboli”, predisposte all’ipnosi, inutile combattere per un’estensione della democrazia, in quanto – e qui cito una frase di Dario Borso nei commenti al pezzo di Mozzi – “Se vogliamo pensare/praticare la democrazia, bisogna ipotizzare ciascun individuo come libero/responsabile”.

Ecco, se fossi una persona seria

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a questo punto dovrei essere terrorizzato.

Stasera alle 18, esordio live on stage dei “Motif Albertine”.

http://www.lappartcafe.com

http://www.festivalcapharnaum.com

A commento del 23% di Forza Italia

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Pubblico qui un estratto di Acculturazione e acculturazione, di Pier Paolo Pasolini. Data 9 dicembre 1973. (AB)

di Pier Paolo Pasolini

Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è totale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta.

Alice Munro. Il percorso dell’amore

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Munro.gif di Gianni Biondillo

C’è un malsano pregiudizio nei confronti degli scrittori di racconti. Sono considerati autori a metà, incapaci del grande salto, dell’opera maestra, del “romanzo”. Eppure chi scrive sa benissimo quanto sia difficile, faticoso, riuscire a creare una vitale coerenza formale nel giro di poche pagine. Bisogna pesare le parole una per una, essere capaci di distillazioni al limite del poetico. Ecco, se dovessi indicare un campione di tale impervia disciplina non avrei dubbi a fare il nome di questa straordinaria scrittrice canadese che ha fatto del racconto la sua cifra stilistica.

Col vento in piazza

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di Helena Janeczek

Attraversando la piazza di Gallarate insolitamente ventosa e quindi vuota, colgo spezzoni di commenti postelettorali di tre signore sui cinquanta, dall’aria più finto-benestante che seriamente ricca. Se la stanno consensualmente prendendo con l’arroganza che  loro avrebbero nel DNA e una aggiunge: “perché, vedi, là dove tutti votano per loro, in Emilia…” E a quel punto, purtroppo, il vento si porta via il seguito delle parole.

facciamo un’ipotesi

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di giuliomozzi

Facciamo un’ipotesi.
Le italiane e gli italiani hanno votato responsabilmente. Non è vero che chi ha votato per il centrosinistra è o un coglione masochista che vota contro il proprio interesse o un comunista mangiabambini che si nasconde dietro il faccione cattolico del mordadella Prodi. Non è vero che chi ha votato per il centrodestra è o un rincoglionito teledipendente che vota secondo quel che gli dice la pubblicità o un neo-teo-con assetato di sangue che si nasconde dietro il sorriso liftato dell’unto dal signore Berlusconi.

Ora basta fare i coglioni!

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di Gianni Biondillo

Scrivendo di getto (ché sto andando a prendere mia figlia all’asilo nido):

Se dal punto di vista istituzionale, e dei gretti numeri, è indiscutibile la vittoria dell’Unione, non riesco, politicamente (esattamente come dice il portavoce di Forza Italia), a credere questa tornata elettorale vinta dal centro sinistra. Scusate, non gioisco.

Da recitare nei giorni di festa

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di Giuliano Mesa

I

Dopo che l’afa prosciugò la gioia
e i bambini tacevano, assopiti sull’erba.
Il cane la tovaglia le racchette.
Passato via, il tempo, di qualcuno.
Le carezze. E i ceri che non ardono.

Fuoco, davvero, tutto in fiamme.
Il bosco e il prato, le racchette.

Chi aveva portato melagrane,
chi limoni, e poi delle focacce,
il vino nuovo.
Però quel caldo, d’autunno,
chi se lo aspettava?

(Ein schöner Feiertag
während das Feuer brannte)

Vaticini

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– Ragazzo, secondo gli exit poll non vivrai oltre i quaranta. Cosa pensi di fare?

– Grandi pere, scopate con le puttane senza preservativo, i 180 sulla provinciale.

A Gamba Tesa/ Ex Voto

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Prego, attendere in linea.
April 10th, 2006 at 14:27,28,29…
effeffe