Home Blog Pagina 532

Billy The Kid by Jack Spicer (1958)

6

spicer.gif

IV/X
 

What I mean is
I
Will tell you about the pain
It was a long pain
About wide as a curtain
But long
As the great outdoors.
Stig-
        mata
Three bullet holes in the groin
One in the head
                          dancing
Right below the eyebrow
What I mean is I
Will tell you about this
Pain.
 

Con le mani amore

6

Coppia con guinzaglio, clic per ingrandiredi Mauro Baldrati

Quel giorno che Antò arrivò in redazione eravamo solo io e il segretario Gino. Erano le dieci del mattino, l’alba praticamente, considerando che era stato chiuso il numero del giornale alle due di notte. Io raramente tiravo così tardi, perché il montaggio, che aveva una valenza soprattutto grafica, era seguito dal direttore e dal grafico, che davano le indicazioni al montatore, chino per ore e ore sul foglio di carta millimetrata a impaginare servizi.
Antò era già entrato in quella fase di depauperamento psicologico che lo avrebbe portato a un ritiro dal mondo, dalla vita e dal lavoro, fino all’isolamento e al silenzio che precedono il nulla, la fine.
Era ancora attivo, comunque. Portava storie e tavole meravigliose, curate e splendide, in cui il suo talento di disegnatore di fumetti e creatore di storie si esprimeva al meglio.

Ascension

3

box7.jpgdi Éric Houser

«Il prit une distance d’avec eux (diestê)

et fut enlevé au ciel»

On peut être athée et s’intéresser aux événements chrétiens, diversement. Pour ma part, l’Ascension représente depuis longtemps quelque chose d’énigmatique et d’attirant pour la pensée. On connaît l’histoire. Son récit tient en quelques lignes dans les évangiles (Luc surtout). À peine un récit. Pourquoi, des trois derniers et contigus temps que sont Pâques, l’Ascension et la Pentecôte, retenir spécialement le deuxième ? Peut-être, notamment, en raison même de cette pauvreté narrative, dramaturgique. Indice d’un défaut de la langue à se saisir de l’événement, à le cerner. Défaut de la langue, et de l’image, devant le réel pur (que l’événement ait un contenu mythique importe peu, je crois). Lorsque l’on écrit, n’est-ce pas au contact d’un semblable défaut, qui fait l’infini de cet entretien ?

L’esistenza di dio

3

di Sergio Garufi

lesistenza di dio.jpgPiove, dopo tre lunghi mesi di siccità. A Milano un uomo è affacciato al davanzale della finestra della propria abitazione e osserva il corpo di sua moglie steso sull’asfalto, venti metri sotto di lui. Lei è “supina, nuda, con le gambe aperte e un braccio di traverso”. La sua faccia lo guarda, mentre una pozzanghera rossa si allarga dietro la sua testa e intorno alla donna si forma un cerchio di persone. Adriano, il protagonista e io narrante della storia, sente in lontananza le sirene dell’ambulanza e della polizia e gli sembra di riconoscere per la prima volta quel suono, quasi fosse un segno inequivocabile del destino: l’inizio e la fine in cui precipita la sua vita. Così, con questa istantanea terribile, comincia l’ultimo avvincente romanzo di Raul Montanari, L’esistenza di dio.

L’uomo è rimedio dell’uomo

5

l’approccio alla responsabilità sociale nella medicina tradizionale in Senegal e Mali.

ame tapili di Iside Baldini

I dispositivi di cura tradizionali costituiscono la principale risorsa per garantire la salute delle popolazioni dei paesi emergenti. L’OMS stima che l’85% delle persone in caso di necessità fa ricorso alla Medicina Tradizionale per la sua migliore accessibilità geografica, culturale, economica e ambientale. Ma la modernità e gli interessi delle lobby farmaceutiche minacciano la sopravvivenza di questa fondamentale risorsa. Fondamentale non solo per l’Africa.

L’insostenibile kitsch della giovinezza

9

egon.jpgOsservazioni su Il libro di Egon di Stefano Zangrando

di Gianluca Gigliozzi

“Ebbi un principio di nausea. Di che si trattava? Il vino, la Brezel, la pagnotta al formaggio? Macché era qualcos’altro. Quell’improvviso voltastomaco era un malessere interiore, spirituale […]”.

Apparentemente Il libro di Egon (Greco & Greco Editori, Milano 2005) è il solito libro del giovane scrittore sulla giovinezza, del giovane scrittore che usa la scrittura per mettere in scena (e rimettere in sesto…) la propria incontenibile o anche desolata giovinezza, per ricostruirne le linee di tensione e di dispendio, mostrarne le deboli configurazioni e gli emeriti collassi. Ma la differenza è grande rispetto al modello imperante, anzi, a mio avviso, la sua caratteristica è proprio nel rovesciamento del modello. In questo testo leggiadro e crudele viene scalzata l’astuzia della giovinezza che si rispecchia in forme complici: è azzerata cioè la complicità pornografica, anche se ben accetta non solo dai giovani lettori, tra la giovinezza rappresentata e la giovinezza dei lettori (che a volte non sono neanche anagraficamente tali, ma vogliono sembrare e dire di esserlo).

Arno Schmidt: il potere della letteratura contro la retorica verbale

20

di Franz Krauspenhaar

Arno_Schmidt.jpgNel 1953 lo scrittore tedesco Arno Schmidt dà alle stampe Dalla vita di un fauno, che fa parte della trilogia “Nobodaddy’s Kinder” la quale abbraccia in una stretta narrativa il periodo che va dalla seconda guerra mondiale fino all’era postatomica di un immaginato conflitto mondiale. Schmidt (1914-1979) fu un autore di culto. Erede ribelle dell’espressionismo, lo superò diventando con il duro lavoro svolto nel suo isolatissimo laboratorio il capostipite dello sperimentalismo nella letteratura tedesca contemporanea. Considerato da molti illeggibile, Schmidt è uno scrittore che va semplicemente letto e riletto, consumato con pazienza e dedizione; fu un “battitore libero”, un anacoreta della letteratura, un prismatico “taglialemma”, nel senso di uno scrittore che spesso frantuma le parole che usa per crearne altre con un virtuosismo che si sposa – con esiti inauditi- assieme a una vena profonda di humour. Arno Schmidt è stato un personaggio complesso, che ha edificato una sua personale babele linguistica nella sua lingua madre; un uomo che costruì mattone su mattone la sua letteratura lungo decenni di lavoro solitario e senza compromessi.

Scrittore morto con natura (e viceversa)

6

00sclavi.jpg

di Piero Sorrentino

“Un gorgo di acqua limpida” (Nero.). “Un telefono che suona” (Dellamorte Dellamore e Non è successo niente) . “Un rumore” (Il tornado di Valle Scuropasso).
Nei romanzi di Tiziano Sclavi si entra sempre come per caso. Laddove qualunque altro narratore si affretterebbe prima di tutto a scrivere di quel gorgo, di quel telefono, di quel rumore, Sclavi non prova nessuno sgomento nel cominciare le sue storie con la certezza che la scena d’apertura promossa a incipit è una scena qualsiasi, una sequenza come un’altra. E senza troppi brividi sposa la lontananza, l’indefinitezza, la sfumatura, la vaghezza dei riferimenti. L’impegno di costruire un romanzo è tenacemente legato alla necessità di distruggere, di sovvertire, di ribaltare. Di scompigliare le carte del romanziere e mischiarle con quelle dello sceneggiatore.

Sempre Saviano, sempre Gomorra

16

di Alessandro Del Moro

C’è qualcosa di sbagliato in questo libro, “Gomorra” di Roberto Saviano, che è indiscutibilmente uno dei libri più importanti, fondanti si spera oltre che fondamentali, dell’anno, e questa cosa sbagliata, una sorta di refuso – da cui partire per andare a comprendere il senso del libro stesso – è la copertina: Knives di Andy Warhol, ossia la silhouette viola sfumata di sei coltelli affiancati.

C’è Vespa e Vespa/a proposito di Roberto Saviano

28

di
Francesco Forlani
vespa1.jpg
Il testo che stai per leggere è il primo di un trittico (breve) dedicato al libro Gomorra di Roberto Saviano. Ai cuori ma soprattutto alle menti tutelari del ” che non si facciano recensioni o pubblicità ad un libro scritto da un autore redattore del medesimo blog” risponderò che non si tratta di recensione – la potenza di questo romanzo travolgerebbe con violenza ogni “recinzione”, steccato, classificazione di genere- né tanto meno di pubblicità: se non indiretta alla Vespa.
Allora, cosa sarà mai?
Nel primo cercherò di descrivere l’angoscia quasi handkiana del libraio che, ricevuto il volume si chiede: in quale settore, comparto, ripiano, metterò mai questo libro?
Il secondo entrerà nel merito dell’opera e in particolare sulla “potenza” della sua composizione, sui suoi dispositivi narrativi.
Il terzo sulla sua ricezione soprattutto a Napoli e dintorni. Le tre riflessioni saranno dilazionate nel tempo, in modo da non “monopolizzare” l’attenzione. Intanto faccio i miei auguri a Roberto , a Blondil e Antonello (detto Pérec) per l’uscita dei loro libri e a Jan per altre creazioni, una in particolare di nome Viviana.
.
Mezzanine: dice il saggio

Sala Bernini della Residenza della Ripetta, h.18

38

25 MAGGIO 2006

Il Presidente della Camera
Onorevole Fausto Bertinotti
e
Concita De Gregorio

Presentano: Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese… (Einaudi) di Aldo Nove

Sarà presente l’autore

Billy The Kid by Jack Spicer (1958)

6

Ecco dunque la terza poesia di Billy the Kid di Jack SPicer, nella sua versione originale e nella mia traduzione francese. Ogni settimana, continuerò a dare una nuova poesia. Vi propongo un grande contributo di traduzione: tradurre al vostro giro l’integrità di questo libro – che conta cinque pagine – nel massimo di lingue. Ben sicuro, molte traduzioni possono essere fatte nella stessa lingua.

A voi…

Voici, donc, le troisième poème de Billy the Kid de Jack Spicer, dans sa version originale et dans ma traduction française. Chaque semaine, je continuerai à donner un nouveau poème. Je vous propose un grand concours de traduction : traduire à votre tour l’intégralité de ce livre – qui compte cinq pages – dans le maximum de langues. Bien sûr, plusieurs traductions peuvent être faites dans la même langue.

À vous…

(Eric Suchère)

DOCtorCLIP – Primo festival italiano di videoclip di poesia

0

concorso internazionale
seconda edizione

DOCtorCLIP raddoppia! La prima edizione ha raccolto numerosi e unanimi consensi. Molto elevato il numero delle iscrizioni al concorso (oltre duecento video): la serata finale, con la presentazione dei dieci video finalisti all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha sancito un vivo successo di pubblico e di critica.

Gli standards di Marco Mantello

13

Una vecchia e il suo pezzo di ferro
camminavano in mezzo alla strada
le sue gambe giuravano il falso
ogni volta che il passo mancava.
Lo studente saliva le scale
con un’aria un po’ troppo severa
le sue mani stringevano il ferro
era quasi venuta la sera.

________________

Lunedì 22 maggio alle 18 Edoardo Albinati e Christian Raimo presentano “Standards” di Marco Mantello, Zona Editrice, alla libreria Odradek a Roma, via dei Banchi Vecchi 57.

Vertigine. Nuova serie.

5

Copertinavertig.jpg

di Francesco Raiola

(Vertigine, il periodico di scrittura e critica letteraria curato da Rossano Astremo, dopo tre anni e la pubblicazione di sei numeri autoprodotti, cambia totalmente pelle. Verrà presentato domenica 28 maggio, presso il Fondo Verri di Lecce, a partire dalle ore 20, il primo volume della nuova serie della rivista, pubblicato dalla Luca Pensa Editore. Anticipiamo uno dei pezzi della sezione inedita della rivista, Tritature, dedicata al recupero di libri passati sotto silenzio nella scorsa stagione editoriale. Per maggiori informazioni sulla rivista basta guardare alla fine dell’articolo. P.S.)

Sostenibile a chi?

11

di Maria Luisa Venuta

“È sostenibile”. È affermazione che si sente spesso. Sostenibile può essere un lavoro. Sostenibile è una vita o anche una sola decisione. Sostenibile come? Sostenibile quanto?
Dietro al termine di sostenibilità si nascondono diversi concetti e interpretazioni. Due documenti ufficiali ne definiscono le basi concettuali: l’Agenda 21 votata in conclusione alla conferenza UNCED di Rio de Janeiro nel 1992 e il Rapporto Bruntland del 1987.

La frontiera nascosta

8

copertina di Marino Magliani

[Marino Magliani ha appena pubblicato uno splendido libro. Questo. Gli ho chiesto, per festeggiarne l’uscita, un racconto, che lui prontamente ci regala. Un inedito che ha sapore e luoghi del suo romanzo. Buona lettura.]

La piazza era senza fumo. Zanellu era stato dappertutto. Il mattino davanti ai bar di chi bottava la scuola, sotto le palme dove i ragazzi temevano di più il passaggio di un genitore o di un professore che quello di una volante. Segno che fumo non ne girava, poi sotto i portici, dove la puzza di hascisc non contaminava l’ aria da tempo, gente curva, seduta sulla spalliera delle panchine, mezza tappata da altri, intenta a fabbricare castelli, visione gratificante che precedeva un arresto, un sequestro, una denuncia, un complimento del questore. Niente. E il questore chiedeva risultati.

Fascismo naturale

17

anatomia della battaglia.jpgSu Anatomia della battaglia di Giacomo Sartori

di Stefano Zangrando

1
Sul risvolto di copertina di Anatomia della battaglia di Giacomo Sartori (Sironi 2005) ho trovato una delle più chiare e puntuali presentazioni in cui mi sia imbattuto negli ultimi tempi. I primi due paragrafi espongono la cosiddetta fabula, ossia l’intreccio ridisposto in una sequenza cronologicamente ordinata: scopriamo così che il romanzo è la duplice storia, ambientata per lo più in Trentino, di un rapporto umano, quello tra un figlio e il padre ex-soldato fascista, e della lenta morte di quest’ultimo a causa di un cancro. Il terzo paragrafo è un’introduzione critica breve ma istruttiva, il cui merito principale è quello di presentare Anatomia della battaglia come un romanzo senza attributi di genere, definendolo invece «un romanzo sull’ambiguità del sentimento eroico».

MILANO FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA

10

logom.jpg

La casa della poesia

(Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia)

19 – 21 maggio

Jack Spicer, Billy The Kid (1958)

9

Billy The Kid (II/X)

II

 

A sprinkling of glod leaf looking like hell flowers

A flat piece of wrapping paper, already wrinkled, but wrinkled again by hand, smoothed into shape by an electric iron

A painting

Which told me about the death of Billy The Kid.

La Restaurazione

95

ferdinandoI.jpgovvero il sesto capitolo di Prove tecniche di romanzo storico

di Marco Palasciano

1.

Napoli, 9 giugno

Tronfio, gonfio, il Borbone…
…a un asino siciliano bardato a festa…
Due bravi dalle crocchie reticellate, col baffutissimo ceffo che era un’avvisaglia di morte…
…le povere lumachine che avevano invaso il suolo inumidito dalle recenti piogge di lacrime…
Il sangue delle lumache si meschiava – bella variante: meschiava
Non solo a Capua ma pure a Napoli l’Austria aveva…
…su mandato dell’ONU.
I napoletani che non volevano lasciarsi strappare…
…ammansiti, festavano…
…rivoltose solo le gabbane…
…Ferdinando IV, che sull’isola s’era incapricciato di farsi chiamare Ferdinando III, e ora s’incapricciava di farsi chiamare Ferdinando I, per sentirsi più giovane…
…vecchione di sessantaquattr’anni…
…sul suo asino…
…bravi…