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L’epistolario di Antonio Vallisneri

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di Sergio Garufi

Dario Generali 1.jpg

A. Vallisneri, Epistolario (1714-1729), in Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri – Carteggio, CD a cura di Dario Generali, Firenze, Olschki, 2006, pp. XIV-1873, euro 50,00.

Con questo CD l’Edizione Nazionale vallisneriana si è arricchita di un altro contributo fondamentale, che mette a disposizione degli studiosi un materiale ingente sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Nell’edizione elettronica proposta da Olschki sono pubblicate più di 1100 lettere, comprese fra il 1714 e il 1729, che completano l’epistolario del naturalista scandianese, aggiungendosi alle 476 precedentemente raccolte nei due volumi Angeli, curati sempre da Generali, usciti nel 1991 e nel 1998, relativi agli anni 1679-1710 (vol. I) e 1711-1713 (vol. II).

La mafia islamica

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Una risposta ai lettori di Paolo Granzotto

settima e ultima puntata de “Il giornalismo italiano e l’Islam”
un’inchiesta di Roberto Santoro
[leggi la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta puntata]

logotipo Razzismi Quotidiani

Il “Padrino, parte seconda” è una fantastica lezione
sullo scontro di civiltà.
Maurizio Crippa

La rubrica della posta è il più profondo spazio di corrispondenza tra la redazione e i lettori di un giornale. In questa pagina si captano gli umori del pubblico e i peli sullo stomaco dei giornalisti, grazie a un genere di scrittura molto personale, a un linguaggio schietto e fuori dai denti.
“La parola ai lettori”, la rubrica curata da Paolo Granzotto per il Giornale, rappresenta uno dei principali strumenti di fidelizzazione utilizzati dal quotidiano di Paolo Berlusconi per corteggiare il suo pubblico più fedele, con una sapiente dose di tradizionalismo.
Granzotto ha iniziato a scrivere a 19 anni sulla “Settimana illustrata”, ha lavorato dieci anni al “Messaggero” e gli ultimi venti li ha trascorsi al Giornale, prima come inviato e poi come vicedirettore. Viene dalla scuola di Indro Montanelli, maestro insuperato di quella generazione di giornalisti italiani conservatori, appassionati di storia e belle lettere.[1]

Poeti del Québec (su “l’immaginazione”)

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Francis Catalano

Traduzione di Maria Teresa Carbone

Da Panoptikon (Éditions Triptyque, 2005)

la tele trasporta le masse ovunque in salotto
individui divisi in gruppi e sottogruppi per regnare meglio
la tele teleporta uno sguardo
l’occhio dell’oggetto piombato nel qui-ora
oggettivo mutato in soggettivo
io strappato ai noi
noi strappati alla tradizione
figlio sottratto alla madre
cordone ombelicale che si secca nell’atrio
è la vedette del film, è il dittatore
loro ci dicono guardate come è bello
esserci senza esserci
e nulla che si muove
mentre di fatto è l’occhio che si muove
e freme come sotto una goccia.

Chi possiede il tuo computer?

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di Bruce Schneier, traduzione di Communcation Valley, via A/I

Quando la tecnologia è al servizio di chi la possiede, fa sentire liberi. Quando viene progettata per essere al servizio di altri, ignorando la volontà di chi la possiede, allora diventa oppressiva. Proprio adesso, nei vostri computer, è in atto una vera e propria battaglia, che vi vede opposti a worm e virus, trojan, spyware, update automatici e tecnologie per la gestione dei diritti digitali. È la battaglia per determinare chi possiede il vostro computer. Ovviamente siete voi a possedere il computer. Lo avete acquistato. Avete pagato per averlo.
Ma quanto controllo avete realmente su ciò che accade nella vostra macchina?

Bacheca di luglio 2006

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Se vuoi, puoi usare i commenti qui sotto come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero durante il mese.

GAMMM:::

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foto-Spatola.JPGdi Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Massimo Sannelli, Michele Zaffarano

GAMMM è una stanza o galleria d’arte moderna che avvicina intenzionalmente l’arte e la scrittura contemporanee, non nella forma di una semplice giustapposizione, ossia affiancando opere d’arte e opere letterarie; ma credendo e dimostrando che le arti visive e la musica contemporanea, così come la scrittura di ricerca, nelle loro numerose e diversissime forme, sono fatte della stessa stoffa, delle stesse domande; e hanno elementi in comune tra cui spicca ormai chiaro un carattere percepibilmente ‘installativo’, freddo, non performativo.

Che fare?/ Gomorra ovvero della città distratta

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immagine dal sito :www.zoomedia.it
Perchè se il centrodestra vince le elezioni in Sicilia si legge che ha vinto con i voti della mafia, e quando il centrosinistra vince in Campania nessuno parla di Camorra?
Perchè non si vuole sapere che tra i comuni commissariati in Campania ve n’erano anche di centrosinistra?
Perchè il Presidente Bassolino non vuole sentire parlare di Gomorra?
Perchè l’appello che qui segue, di Peppino Montesano alle istituzioni è, per il momento, caduto nel vuoto?
Perchè non si vuole vedere quello che accade e che riguarda tutti?
A quando la città di Napoli bandirà Gomorra, come un tempo condannò La pelle di Malaparte, reo d’aver gettato fango sul migliore dei mondi possibili?
Bassolino come Lauro? No, io questo, non voglio crederlo. Bassolino ti prego fà qualcosa di sinistra, forse è il momento giusto. Quando inviterai Roberto a discutere di Gomorra?
Francesco Forlani

Io, cittadino nelle terre di Gomorra
di Giuseppe Montesano

(“Il Mattino”, 12 giugno, 2006, pag. 11)

Il Presidente

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di Giorgio Morale
A un tratto cessano le sgranocchiate e i parlottii e gli uffici sono investiti da una folata di moto perpetuo: il Presidente è arrivato. E’ spesso in giro, ha affari in mezza Italia. Dirige quattro associazioni no profit, cooperative, una finanziaria. Alcune sono allineate in quel corridoio, che, più va avanti, più diventa buio.
“Solo io posso fare questo” dice.
Poi precisa.
“Bada: non è megalomania, è realismo. Se posso fare qualcosa per gli altri, e farlo bene, perché non farlo?”.

Ma nuit chez Mauche (paillasse)

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JM2.jpgà M-H W

di Éric Houser

juin 2006

Cette nuit je dors chez Mauche. Passée la grille ascenseuriale, un bref pallier conduit à une porte d’entrée incurvée, évocatrice de Borromini un peu. Atrium. Cubiculum. Tablinum.

VIET NOW – I nipoti inquinati #2

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di Gianluigi Ricuperati 

viet1.jpg

In Vietnam, anno 2006, si tirano fuori le storie dalle persone dopo insistenze sfiancanti: come denti cattivi, molari dimenticati. Così provo a estrarne uno dalla memoria della nostra guida, mentre camminiamo lungo la strada sulla quale sorge l’ambasciata americana, quella della famosa fuga in elicottero del 1975, quando gli ultimi statunitensi rimasti a Saigon si sono letteralmente arrampicati verso il cielo per fuggire sconfitti. La storia di An, la guida, comincia con due peli che spuntano dalle guance di suo fratello, all’inizio degli anni sessanta. Due peli infantili, nella povertà sobria di campagna, in un villaggio nel Delta del Mekong, all’alba dell’occupazione americana.

Reportage dall’inferno

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La discesa di Cristina Giudici nell’Islam italiano

sesta puntata de “Il giornalismo italiano e l’Islam”
un’inchiesta di Roberto Santoro
[leggi la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta puntata]

logotipo Razzismi Quotidiani

Tutto è nel punto di vista.
Tutto il visibile è nel punto di vista.
Gilles Deleuze

Negli anni ottanta, Cristina Giudici lavorava per Radio Popolare. Ha vissuto e raccontato il dramma della guerra civile in Nicaragua e continuato a scrivere di attualità e politica estera per “il Giorno”, “Avvenire”, “Anna”. Dal 2002, pubblica lunghi reportage sulla comunità islamica nazionale nelle pagine del Foglio. Sette di queste inchieste sono state raccolte nel volume L’Italia di Allah. Storie di musulmani fra autoesclusione e desiderio di integrazione. Un brillante saggio di idealismo democratico, che nel 2005 ha vinto il premio “Maria Grazia Cutuli” per il giornalismo.

Questo libro non è stato pensato per dare risposte, ma solo per sollevare dubbi attraverso storie personali di donne, uomini e adolescenti. Per raccontare che cosa voglia dire vivere all’interno di una famiglia che spesso combatte contro le libertà occidentali, e che cosa significhi per i giovani avere una doppia educazione, quella impartita nelle scuole pubbliche e quella ricevuta in casa o in moschea.[1]

Il manager religioso

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La top ten fondamentalista di Massimo Introvigne
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quinta puntata de “Il giornalismo italiano e l’Islam”
un’inchiesta di Roberto Santoro
[leggi la prima, la seconda, la terza e la quarta puntata]

L’Est è una carriera.
Benjamin Disraeli

Avvocato e sociologo delle religioni, Massimo Introvigne nel 1988 ha fondato il CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni). Insieme allo studioso americano Rodney Stark, Introvigne ha sviluppato una singolare “teoria dell’economia religiosa”, secondo la quale non sarebbe l’economia a determinare la vita dell’uomo, ma la fede e le origini etnico-religiose di un popolo.[1] Questo significa che le macchine critiche elaborate dai pensatori contemporanei, per definire la natura del potere economico, saltano quando entra in scena “il manager di Dio”. La realtà viene schematizzata in base al suo quoziente religioso e il centro ideale del mondo diventa il conservatorismo. Un modello di equilibrio universale tra i popoli, verso il quale tenderebbero tutte le fedi.
Fondamentalismo e progressismo religioso, i due estremi dello schema utilizzato dall’autore, lentamente si svuotano, finché gli opposti approdano a una sintesi conservatrice tra religione e mercato.

Verneinung

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di Sergio Garufi

freud1.jpgNon ho alcuna intenzione di partecipare alla meschina polemica su Gomorra, che vede contrapposti da un lato Tiziano Scarpa e Carla Benedetti e dall’altro i Wu Ming, Giuseppe Genna e Loredana Lipperini, ma qualcosa mi sento in dovere di dirla. Ecco, questa dichiarazione è un perfetto esempio di Verneinung. Freud si servì di questo termine nell’omonimo saggio del 1925 per spiegare come “il contenuto rimosso di un pensiero può penetrare nella coscienza a condizione di farsi negare”. In sostanza, la mia reale intenzione è proprio il contrario di quanto vado affermando. Parente prossima della excusatio non petita e della “proiezione”, il concetto psicanalitico per il quale si attribuiscono ad altri dei propri pensieri o desideri, la negazione freudiana copre e insieme tradisce un legato alle pressioni dell’inconscio. Gli indizi più evidenti di Verneinung  sono l’insistenza sospetta di espressioni – tipo “mi creda”, “davvero” ecc. – volte a garantire l’interlocutore circa la propria sincerità.

Su Gomorra

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un appello di Gianni Biondillo, Francesco Forlani, Jacopo Guerriero, Andrea Inglese, Helena Janeczek, Franz Krauspenhaar, Andrea Raos, Jan Reister, Piero Sorrentino, Antonio Sparzani, Maria Luisa Venuta

Noi di Nazione Indiana sentiamo l’esigenza di chiedere che il discorso sul libro di Roberto Saviano, Gomorra, si occupi principalmente dei contenuti e della forma di Gomorra.
Fra noi ci sono amici stretti di Roberto e persone che non lo conoscono nemmeno, ma questo non importa. Né crediamo sia importante la persona di Roberto Saviano, pensiamo che a nessuno riguardino le scelte e vicende della sua vita se non nella misura in cui diventano materia deliberatamente narrata del suo libro e lì subiscono la trasformazione dell’io biografico in io narrante su cui è giusto e lecito interrogarsi e offrire diverse interpretazioni.
Noi crediamo che la cosa importante sia Gomorra. Pensiamo che Gomorra ponga domande importanti a noi che siamo prima di tutto lettori come altri, cittadini di questo stato e consumatori di un mercato globalizzato in cui l’economia criminale sta dilagando.
Domande anche banali, anche ingenue, come, ad esempio: “ma cosa faccio io, dopo aver letto Gomorra, se mi trovo davanti all’offerta di un paio di occhiali da sole firmati o taroccati?”

Kojiki. Un racconto di antichi eventi

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a cura di Paolo Villani
pp. 176
Euro 12,00

Già prima che Izanami, redarguita per troppa intraprendenza femminile in fatto di sesso, partorisca l’arcipelago giapponese e parte del pantheon, è la concretezza a caratterizzare gli antichi eventi narrati nel Kojiki. Grasso sull’acqua, meduse, germi di giunco, salsedine, queste le immagini scelte per evocare l’emergere dal caos di un cosmo. Un arcaico e potentissimo senso del sacro accompagna però tale concreta visione cosmologica.

Dialoghetto tra un principe e un filosofo

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veneto2.gifNove intermezzi per un concerto di canzoni napoletane

di Marco Palasciano (inedito)

Personæ

Il giovane ma saturnino principe (che tende – per fuggire il dolore spirituale – a rifugiarsi nell’astrazione, quasi castrazione). Veste di nero. Ha in mano una maschera da Pulcinella a mo’ di teschio di Yorick.

L’anziano ma gioviale filosofo (che preferisce calarsi appieno con i sensi nei fenomeni, e superare le dicotomie).

Si esegue ’A vucchella (1903) di Gabriele D’Annunzio & Francesco Paolo Tosti.

I

pri.

«Dammillo nu vasillo»:
alas, poor Pulcinella!
Qui erano quei labbri ch’io baciai
tante volte? A che val travaglio e pena,
matto gentil che la mia fanciullezza
portasti sulla gobba, se ogni vita
se spezza comme ’e can-
netelle in riva a un corso d’acqua in corsa?

fil.

Riverran, riverran

Inerzia #2

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Seconda dose del dialogo sull’inerzia. Il tema si fa più spesso. Il caldo avanza. L’inerzia sale

Maria Luisa: Quanti stimoli, caro Antonio. Innanzitutto il professore era simpatico, anche se molto sicuro di sé. Dopo anni direi troppo sicuro. E io non lo ero affatto. Prima asimmetria riscontrata nel processo. L’inerzia del ricordo è andata avanti nonostante forme, generi e ruoli opposti. Forse eravamo l’incarnazione di due carrelli di forme diverse, con moti sicuramente non simmetrici e anche qualche attrito differente. E qui si innescano i termini di tempo, di inerzia e di simmetria temporale. Ecco in questo secondo incontro virtuale mi affascina ripartire dai concetti di simmetria e di inerzia temporale. Se lascio scorrere il termine simmetria nella mente, immediatamente sento sorgere una sensazione di armonia, di ordine definito, quasi di perfezione. Rompo però gli schemi dell’esperimento da cui sono partita e mi calo in una situazione in cui entra un elemento di disordine, di non perfetta simmetria. In tempi diversi, e quindi in una situazione asimmetrica l’inerzia come funziona? Nei loro commenti sia Jan che Vittore hanno accennato all’asimmetria. Si comprende che cosa avviene nell’attimo dello scontro dei carrelli, ma nell’attimo successivo e in quello dopo ancora? E se i due carrelli non avessero la stessa forma, oppure se partissero da punti differenti, o se avessero velocità differenti?

Antonello: Cara Maria Luisa, quanto a stimoli, mi pare che anche tu non scherzi. Compito del bravo fisico, si sa, è quello di districare pazientemente i fili delle argomentazioni, distinguere problema da problema e cercare di capire da principio le cose semplici e di arrampicarsi poi verso le più complesse. Questa era almeno l’idea che viene solitamente attribuita a Galileo, il celebre metodo galileiano, semplificare, isolare i fenomeni, studiarli così isolati e poi, in qualche modo, “metterli assieme”.

VIET NOW – I nipoti inquinati #1

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di Gianluigi Ricuperati

CuChiTunnel16[1].jpg

Sono le dieci di un mattino, e ho appena chiesto a un autentico Viet Cong se ha mai visto Apocalypse Now. Gli ho appena chiesto di concentrarsi sul rancore. Ho appena cercato di fargli cambiare discorso – ma a lui interessa solo raccontare minuto per minuto un certo attacco, una certa notte in cui deve aver ammazzato qualche decina di soldati americani. Lui ha più di settant’anni. Imparo che Viet Cong è una parola americana. Fuma sigarette chiamate Hero. L’acqua che mi offre è batterica.

Un giornalista giusto

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David Frum, l’americano che non fa sconti

quarta puntata de “Il giornalismo italiano e l’Islam”
un’inchiesta di Roberto Santoro
[leggi la prima, la seconda e la terza puntata]

Noi sappiamo che Dio non è neutrale in questa lotta.
George W. Bush

The Right Man, l’editoriale che David Frum firma ogni settimana sul “Foglio” di Giuliano Ferrara, si ispira a un saggio che l’autore americano intitolato The Right Man: The Surprise Presidency of George W. Bush.
Il sorprendente Bush non è solo l’uomo giusto al momento giusto, il presidente che ha deciso riformare il medio oriente per vincere la Quarta Guerra mondiale. La parola right si riferisce anche alla destra che governa gli Stati Uniti con un reazionario software di capitalismo cristiano.
Frum è il corrispondente di questa Right Nation, la nazione americana che si sente giusta perché è di destra.

Cesare Cuscianna / Con dedica

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a Gianni Biondillo
effeffe

L’UOMO DAI BAFFI BIANCHI
di

Cesare Cuscianna

Il ferro del cavallo è il più bello, tondo, largo, un vero scacciamalocchio. Più piccolo e stretto quello per l’asino. Quello del bue è curioso, una lamina di ferro da chiodare su un lato solo. Crearli è un’arte perduta.
L’uomo dai baffi bianchi era mio dirimpettaio. Per andare in bottega bastava attraversare la strada, e così mia madre non aveva paura a mandarmi. La guerra era finita da qualche anno, di lì a poco i maniscalchi sarebbero divenuta merce rara ma nei paesi il lavoro non mancava. Sembrava che quel mestiere antico il tempo non potesse prenderselo, restava fatto di ingegno, muscoli e sudore.

Per la Costituzione. E contro la riforma.

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ag14.jpgdi Giampiero Marano

Dopo un anno e mezzo di lavori che coinvolsero le principali “anime” della società italiana (liberale, cattolica, socialista), la Costituzione del 1948 fu approvata dal 90% degli oltre cinquecento componenti dell’Assemblea. Con enfasi veniale le cronache relative alla prima seduta dell’Assemblea Costituente parlano di «un’affluenza di pubblico quale si è raramente verificata anche nelle più solenni occasioni» e descrivono un’aula gremita di deputati con pochissimi seggi vuoti.