racconto di Mauro Baldrati – disegno di Riccardo Raviola
Antonio Rabbi, titolare dell’edicola notturna del quartiere Pilastro, si sentiva stanco. Molto stanco, ed erano appena le due. Quella era una stanchezza da quattro del mattino, quando anche il cuore sembrava oppresso, e batteva a fatica. La sentiva sempre, la stanchezza delle quattro, anche se faceva quel lavoro da quindici anni, anche se durante il giorno aveva dormito più delle quattro-cinque ore solite. La stanchezza delle quattro era fisiologica, la risposta di un organismo che non accettava fino in fondo la riconversione della vita lavorativa notturna e del riposo diurno. Antonio si era ormai convinto che l’uomo era sostanzialmente un essere solare; molto versatile, come aveva letto in varie ricerche scientifiche pubblicate sui settimanali e sui mensili illustrati che leggeva ogni notte, in grado di adattarsi a qualunque clima, a qualunque orario, ma restava un mammifero diurno. Lui, almeno, Antonio Rabbi, si sentiva tale. Buffo, pensò, più andava avanti col lavoro notturno più si sentiva una creature diurna.
Comunque non era una bella storia sentire la stanchezza delle quattro alle due. Significava che alle quattro sarebbe stato più o meno in coma. E non poteva certo addormentarsi. C’erano i tipi dei porno che si infilavano nel cubicolo con la tenda, andavano tenuti d’occhio, perché era un attimo intascare un DVD, con quello che costavano.