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Sonno profondo

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coffee.jpgdi Silvia Brusotti

Di là, il sibilare della caffettiera sul fuoco. Il beccuccio manda segnali vibranti di vapore. Percorro il corridoio di corsa pregustandomi quel liquido amaro che accende i pensieri.
Entro in cucina, afferro la caffettiera, la sollevo dalla fiamma per paura che bruci. Apro il coperchio e rimango attonita: non c’è traccia alcuna di caffè. Eppure, ne avevo udito l’inconfondibile fischio. Ne sono sicura ma, ora, non sento più alcun rumore. Poso di nuovo sul fuoco la macchina del caffè, alzo la fiamma, ne aumento l’intensità.

Antisemitismo e razzismo negli adolescenti: l’esperienza di un docente milanese

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di Lorenzo Galbiati

razquot3-small-38x291.gif Sei anni fa insegnavo in un liceo classico privato di Milano. Utenza: figli della Milano bene.
Durante il periodo in cui ricorreva la Giornata della memoria, i miei alunni di quarta liceo andarono a vedere “Gli ultimi giorni”, il documentario prodotto da Spielberg che raccoglieva testimonianze di alcuni ebrei sopravvissuti alla Shoah.
Al ritorno dalla proiezione, chiesi loro che effetto gli avesse fatto. Alcune ragazze dissero che ”faceva impressione” sentire quelle testimonianze. Ma non si andò oltre nell’analisi. Pensai: “sarà che io sono il loro insegnante di scienze, chissà”.

Lettres de Naples/ Sergio Piro

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da POROS,Idee su Napoli e variazioni sul tema del Mediterraneo,Marco Valerio Editore, 2002.

IL SOTTOFONDO DI LUCE E IL VORTICE OSCURO
di
Sergio Piro
Per questa relazione, che spero riesca breve, ho tratto il primo materiale di ispirazione dal libro di Nora Puntillo,Grotte e caverne di Napoli,edizioni Newton Compton, oltre che dalla nostra frequentazione ed amicizia.
Dunque, nel suo libro Nora Puntillo parla del sottosuolo biologico di Napoli e io dovrei parlare del sottosuolo antropologico, cioè psicologico-collettivo, linguistico, doxico e ideologico, demologico, insomma culturale, di Napoli. E delineare questo quadro: Napoli come luogo oscuro e infernale sospeso fra luce e oscurità. Si tratta fin troppo palesemente di una metafora ma anche di una metafora storicamente limitata, una metafora di derivazione in parte psicoanalitica e in parte psico-sociologica.

John Simon Beverley Ritchie

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da “Il sangue dei vincitori”
di Marco Mantello

1. Sandro Pertini

Il giorno che ho compiuto sessant’anni
mi sentivo il fratello minore
degli scheletri fatti di ferro

che li inchiodi sul muro di casa
come fosse una prova d’amore
per il gruppo satanista del Tufello.

Nero su Bianco

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di Antonio Sparzani

Confesso che mi sarebbe piaciuto sedere tra i mardistes, personaggi più o meno celebri, abituali o di passaggio – tra cui Claudel e Valéry, Gide e Huysmann, Verlaine e Oscar Wilde,  che frequentavano il martedì sera la casa di Mallarmé in rue de Rome, a Parigi. Mi immagino una grande sala, luce di candelieri, divani, fumo, bicchieri e mi fantastico anche una voce scura, discreta ma tesa, bassa ma penetrante, che vagabonda lenta su terreni impervi, mandando ogni tanto bagliori inaspettati. L’atmosfera è ancora simbolista e non ancora decadente, Mallarmé ha molto da dire in quel suo modo oscuro, con pause, incisi sorprendenti, riprese continue, una sintassi rocambolesca.

A chi scrive, per professione o per hobby, o per piacere, vorrei sottoporre questo passo delle Divagations, che costituiscono una traccia scritta del fenomeno, certo assai più ricco di quanto questa traccia possa raccontarci, di quei martedì sera. Non mi azzardo a tradurre – ma se i nostri francesisti ci si provassero ne sarei ben felice – un simile testo: sono anzi certo di non capire tutto il detto, figuriamoci il non detto. Tuttavia qualcosa mi sembra colpire un punto.

Écrire –

 L’encrier, cristal comme une conscience, avec sa goutte, au fond, de ténèbres

Chi l’ha detto?

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Caro Sanguineti,
la sua Composizione non mi piace, benché mostri capacità mimetiche quasi prodigiose. Al tema eliotiano di “poesia della stanchezza e dell’indigestione culturale” lei ha sostituito un tono di “indigestione eliotiana”, con che viene a perdersi quel senso di smarrita scoperta e balbettamento digestivo proprio di Eliot. Questa non è poesia, e nemmeno stile: sono giochi di prestigio.

Le scimmie sono uscite dalla rete!

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copljc.jpg di Gianni Biondillo

Sto facendo pubblicità, lo ammetto. L’altro giorno giravo per una libreria e ho visto la copertina di un libro (quella che vedete qui sopra) intitolato Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia. E ho sorriso.

Per una critica futura

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immagine-095.jpgimmagine-095.jpgimmagine-095.jpg E’ on line PER UNA CRITICA FUTURA, Quaderni di critica letteraria

a cura di Andrea Inglese.

www.cepollaro.it/poesiaitaliana/CRITICA/critica.htm

Numero 1

Andrea Inglese, Editoriale

Interventi:

Alessandro Broggi, Questionario

Gherardo Bortolotti, Su Neuropa di Gianluca Gigliozzi

Biagio Cepollaro, Note per una Critica futura

Marco Giovenale, Del sottrarre

Strata

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di Joe Ross

traduzione di Andrea Raos

La sparizione

Così perfetto, un atto.
Risplendente palmo accenno di –
Scomparsi alla vista, gli scarsi
a cui di rado pensavamo per paura
o sua mancanza. Un improvviso non parlare
dove solo ieri induceva alla permanenza
o respingeva da essa. Le ruote non possono
girare all’indietro, come a cadere, prendere tempo, attaccare.
Quale se ci mantenne in flagranza?
I miei denti radicati nell’anima del volere.
Come un desiderio di irridere supposizioni
intente a vantarsi di una pretesa. Non è così.
Non è così?
Le ombre verdi albeggiano attorno.
Precedente alla notte è il suo richiamo.

Note con testo / Biagio Cepollaro

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NOTA DIECI

in www.cepollaro.it/poesiaitaliana/CRITICA/NotCriTe.pdf

Ricondurre il testo alla sua potenzialità morale, psicologica, politica, tenderebbe a radicare l’atto della lettura nelle fondamenta antropologiche della poesia, riconoscendole pienamente.
Il testo si presta alla lettura come una voce che parla ai molti anche se in pochi o pochissimi ascoltano.

A.A.A. recensioni elogiative offronsi

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di Franz Krauspenhaar & Sergio Garufi

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Critici quarantenni affermati, bella presenza, offrono recensioni altamente elogiative su prestigiose riviste letterarie nazionali a giovani e avvenenti scrittrici max quarantenni in cambio di equo pagamento in natura. Massima serietà e riservatezza. Astenersi perditempo.

Eugenetica socialdemocratica

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Abbiamo visto più di una volta la società chiedere ai propri migliori elementi il sacrificio della loro vita. Sarebbe strano non poter chiedere a quelli che già attentano alla forza dello Stato questi sacrifici minori, spesso non percepiti tali dagli interessati, al fine di evitare di essere sommersi dall’incapacità. È meglio per tutto il mondo che, invece di aspettare di giustiziare la progenie degenerata per la sua criminalità, o di farla morire di fame per la sua imbecillità, la società possa impedire a coloro che sono chiaramente non idonei di continuare la propria stirpe. Il principio che legittima la vaccinazione compulsiva è lo stesso che giustifica il taglio delle tube di Falloppio. Tre generazioni di imbecilli sono già abbastanza. 

Roberto De Caro su Carmilla in due parti, qui  e qui, ha pubblicato un lungo saggio che reputo sia importante leggere. Fatelo. Lo segnalo qui su NI tenendo aperti i commenti, sperando sia da stimolo a  una discussione attenta sui moltissimi temi che De Caro mette in atto nel suo saggio documentato e, giustamente, indignato.

1 recipiente di parole

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di Bernd Rauschenbach

traduzione di Domenico Pinto

Arno Schmidt nasce ad Amburgo il 18 gennaio 1914, secondo figlio del sovrintendente di polizia Otto Schmidt e di sua moglie Clara. Cresce insieme alla sorella Lucie, più grande di lui di tre anni, in una abitazione di due stanze nel quartiere operaio di Hamm. È un bambino estremamente miope, poco socievole ma pieno d’immaginazione, che si rifugia – avendo già imparato a leggere in età prescolare – nei mondi letterari di Jules Verne e Karl May.

Dublino 2006 – note su un fenomeno di massa

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di Giorgio Fontana

Si parte perché si deve imparare l’inglese. Si parte perché l’Italia è un paese senza sbocchi, schiavo delle raccomandazioni e degli stipendi inadeguati. Si parte da soli, in tre o quattro, perfino in blocchi. Si parte e basta.
Al giovane italiano che arriva, mezzo spaesato e carico di sogni, nella capitale irlandese, si offre uno spettacolo profondamente diverso da ciò che lo avrebbe atteso solo qualche tempo prima.

La strana coppia – Lemmon intervista Matthau

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di Franz Krauspenhaar

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Conosco Pinketts da quasi trent’ anni, da quando condividemmo per quasi due anni lo spazio di una classe di adolescenti al da tempo deceduto Liceo Linguistico Cristoforo Colombo, a Milano. Pinketts è sempre stato un uomo eccessivo. Fa finta di non conoscere il significato della parola moderazione se messa in relazione con la sua parola preferita: io. E’ un incontinente. Non ha il vizio dell’eccesso, ne ha proprio le stigmate, come fosse un santo rovesciato come un guanto durex.

La scampanata

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(Pubblico questa lettura di Carlo Capone del bel romanzo di Bartolomeo Di Monaco “La scampanata” (Marco Valerio Editore); un romanzo che ho avuto il piacere di leggere recentemente anch’io, in un colpo solo. FK)

di Carlo Capone
 

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Terminando questo romanzo breve di Bartolomeo Di Monaco ho avvertito un disappunto. Non perché la storia, l’intreccio e il lessico mi abbiano deluso, anzi: il libro è scritto bene e si legge in un soffio. Parlo dell’inquietudine per il destino di Angela, la protagonista, e della domanda consequenziale sul perché la vita sia matrigna con chi trasgredisce, sia pure con travagli, e premia chi liberamente asseconda i propri estri. Quesito non da poco, se niente meno che Dante ce lo propone con le vicende di Francesca e Cunizza, dannando l’una a una tempesta eterna e assegnando il Paradiso all’altra. 

Chi respira muore

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di Alessandro Iacuelli

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Basta leggere i giornali, spesso senza bisogno di andare all’indietro nel tempo, per leggere degli illeciti riguardanti i rifiuti in Campania. E non sempre si parla di Rifiuti Solidi Urbani (RSU). La continua emergenza nel settore dei rifiuti, che tiene stretta la Campania nella morsa di un dannoso commissariato straordinario da 13 anni, ci ha fatto in qualche modo abituare ai rifiuti per strada, a non far caso ai cumuli di scorie abbandonati lungo le provinciali, lungo l’asse mediano, nelle campagne appena al di fuori della città.
Tanti i casi “famosi”, dalla discarica di Pianura, alla discarica Tre Ponti di Giugliano, dal ritrovamento di una mega discarica (abusiva) nel nolano, piena di rifiuti altamente tossici, ai 120 fusti aperti pieni di materiale chimico a Santa Maria La Fossa (Ce), l’etichetta sui fusti era scritta in tedesco. Questo per citare solo i casi più eclatanti.
Oggi, secondo quanto emerge dalle numerose indagini delle Procure di Nola, Napoli e Santa Maria Capua Vetere, venire a smaltire in Campania è conveniente.

La democrazia della paura (2)

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immagine-093.jpgimmagine-093.jpg di Nicola Fanizza

(La prima parte di questo intervento si trova qui)

IL PASSAGGIO DI MASSA ALL’AUTONOMIA
Nel famoso scritto Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo, che Kant pubblicò nel 1784, è possibile cogliere il senso di una svolta epocale. L’Illuminismo è definito come «l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare solo a sé stesso». Si tratta di un interrogarsi sul presente, di una definizione dall’interno della propria epoca vista nella sua differenza, nella sua discontinuità nei confronti del passato. È come dire, da adesso in poi il mondo non è più come prima, usciamo dal vecchio mondo e ce lo mettiamo alle spalle.

Da: Impronte sull’acqua #1

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di Francesco Marotta 

*

riesce più il sale a

dire la verità del

la luce, quando il suo

nome è un’eco, un’

impronta su

un foglio di via, come

avviene tra il fuoco e

una vela

arenata in onde di brace

o allevando porfidi d’acqua

per la sete di

segni

illeggibili, cresciuti

in punta di dita,  anche ieri

fa giorno da un

grumo di secoli, sottrae

domande ai ricordi e

si pensa, già in odore

di sabbie, risalire i tuoi

occhi fino all’aria

che brucia, ora

tace, l’inverno è

un pantano di fumo, tu

comincia a guardare il

rivo di pioggia

che ti esce sangue dai

pori

 

 

Gli scacchi del dottor Kuz’menko

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di Franco Damico

“Il dottor Kuz’menko rovesciò i pezzi sul tavolo”.

Siamo in uno degli ultimi Racconti di Kolyma di Varlam Šalamov.
E questi sono piccoli scacchi di pasta di pane, ispirati all’Epoca dei Torbidi. La fattura finissima non tradisce che furono intagliati con mezzi di fortuna e in circostanze sciagurate dallo scultore Kulagin, prigione delle Butyrki, 1937.
“Tutti i detenuti della sua cella hanno masticato per ore e ore il pane che gli serviva. La cosa fondamentale qui era cogliere il momento esatto in cui la saliva e il pane masticato arrivavano a una specie di punto di fusione irripetibile. Solo il maestro stesso poteva decidere e aveva fortuna se riusciva a far uscire dalla bocca una pasta adatta ad assumere qualsiasi forma sotto le sue dita e poi indurire per l’eternità, come il cemento delle piramidi egizie”.

 

Questi scacchi hanno seguito Kulagin in tutti i suoi trasferimenti, sono sopravvissuti alle disinfestazioni, alla rapacità dei malavitosi, ai rovesci del caso.

Napoli. Tra movimento e stasi.

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di Luigi Pingitore

Se al termine di ogni ricognizione sulla città la domanda che emerge è sempre la stessa, “c’è ancora per speranza per Napoli?”, vuol dire che in realtà la speranza già non c’è più. Che questo nominarla altro non è che una forma di evocazione. Che siamo lontani e condannati, abbastanza da dover ricorrere ad una domanda che vive di se stessa, e che non ha mai risposta, ma si moltiplica all’infinito rimbalzando da un giornale all’altro, da una cronaca all’altra.
Per chi abita ogni giorno questa città però, la questione non è così semplice. Non si tratta di una domanda che può essere facilmente elusa, tra il caffé del mattino ed il lavoro. Perché è su questo punto che si gioca l’identità della città, e quindi la nostra; è qui che scopriamo l’ago che baricentra la nostra vita: divisi tra un fujtevenne di edoardiana memoria e un appello alla resistenza, tra una percezione della realtà che sconvolge e talvolta taglia il fiato, e un bisogno morale di non rendere i nostri giorni un semplice trascinarsi di ore su altre ore.