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L’uomo dei topi

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 di Antonella Pizzo

Io l’ho sempre detto che ci doveva essere qualcosa di strano, che so, un mostro, una creatura extraterrestre, qualcosa o qualcuno che la notte, o quando noi non c’eravamo, usciva e si mangiava ragni e scarafaggi, non era possibile che in tanti anni io non ne avessi mai trovati.  Poi si sono sentiti i rumori.

Lettera sulla dittatura

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di Franco Arminio

Viviamo in una società totalitaria. L’affermazione, dolorosamente vera, suona falsa perché non si vede chi sia il dittatore e si pensa che la dittatura per essere tale debba somigliare a quelle del passato. La dittatura presente, che potremmo anche semplicemente chiamare la dittatura del presente, è come un suono assordante per chi ha i sensi capaci di percepirla.
Viviamo scontenti. Nessuno ci ha dato l’olio di ricino, nessuno ci ha vietato alcunché, eppure siamo qui prostrati da un’altra giornata vissuta sotto la tirannia di un tempo che uccide chiunque voglia confutarlo nel profondo. La pena più grande che ti dà questo tempo deriva dal fatto che sei sotto una lastra di piombo e sei lì a tentare di non farti schiacciare. Non vedi altre mani alzate vicino alle tue, protese nello stesso sforzo. In altre epoche era più facile soffrire o lottare tutti insieme. I problemi degli individui non si spiegavano in termini esclusivamente terapeutici (sei stressato, sei depresso, ecc..) ma in termini storici e sociali.

Decalogo dell’inerzia

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di Antonio Sparzani

1. Quando ti svegli la mattina, mica vorrai saltar fuori dalle coperte appena aperti gli occhi, senza utilizzare quei famosi cinque (si fa per dire) minutini a pensare ai sogni, a quel che hai fatto ieri, a quel che ti piacerebbe fare oggi e a studiare la maniera migliore per sottrarti alle più spiacevoli spiacevolezze.

2. Quando leggi un libro, mica salterai le descrizioni, le apparenti lungaggini, starai invece attento al colore del fazzoletto del protagonista, alle strade, ai passanti casuali, alla sfumatura del cielo. Non potremmo fare a meno di brani come questo:”Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Mica leggerai Guerra e pace solo per sapere di Natascia e del principe Andrea, senza badare alla straordinaria filosofia della storia di Tolstoi.

3. Quando visiti una città, non andrai certo solo a vedere il Museo principale o il Duomo illustre. Ti aggirerai pigramente nelle stradette intorno, ti siederai nei bar con i vecchietti del posto, ascolterai e assaporerai. A Ferrara andrai in via Capo delle Volte e starai lì un po’.

Due interviste a Philippe Forest

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di Linnio Accorroni

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Pauline
Ho avuto il privilegio di intervistare per ‘Stilos’ due volte, nel giro di poco più di un anno, Philippe Forest, autore di due fra i più intensi e sconvolgenti (mi piacerebbe che questa parola, a dispetto dell’abuso, conservasse in questo caso almeno un po’ della sua forza semantica originale) romanzi degli ultimi anni: Tutti i bambini tranne uno e Per tutta la  notte, entrambi pubblicati da Alet. Ho pensato di riunire in un unico ‘pezzo’ le due interviste, stante anche la indiscutibile contiguità delle due opere.

Pinochet: ingiurie (10.12.2006)

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di Henri Deluy

traduzione di Andrea Raos

I

Una faccia
Di topo
In bocca,
Rode.

Come leggere il Vangelo e rimanere vivi – 1

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sjff_01_img0518.jpgdi Fabrizio Centofanti

Disse Gesù ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si metteranno a cadere dal cielo, e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

Le ragioni dello scrivere: Pamuk e Bufalino

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Due anni prima di morire mio padre mi consegnò un valigetta piena di suoi scritti, manoscritti e taccuini. Assumendo la sua solita espressione ironica e scherzosa mi disse che voleva che li leggessi dopo che se n’era andato, intendendo con ciò dopo la sua morte. «Dai un’occhiata», disse con aria di lieve imbarazzo. «Guarda se c’è dentro qualcosa che ti può servire. Forse, dopo che me ne sarò andato, potrai fare una cernita e pubblicare il materiale».

Ricordare Nadya Andjoman (1980-2005)

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nadya.jpgdi Stefanie Golisch

Poco possiamo sapere della poetessa afgana Nadya Andjoman che un anno fa, a soli 25 anni, fu picchiata a morte da suo marito – una delle innumerevoli vittime di quella perfida religione-ideologia che attribuisce all’uomo il potere assoluto sulla vita di una donna. In un clima di quotidiana violenza legale che, anche dopo la fine del regime dei talebani, regna tuttora in Afghanistan, non può nemmeno stupire la notizia che il marito di Nadya, un ricercatore universitario della facoltà di lettere (!), sia stato assolto il mese scorso in ultima istanza dalla corte, tornando, dopo un breve soggiorno in carcere, al suo incarico universitario, riabilitato a tutti gli effetti.
Per le autorità afgane Nadya è morta d’infarto. O si è suicidata. Poco importa la verità in un contesto sociale dove la morte di una donna, per omicidio o suicidio che sia, è un fatto quotidiano. Dopo le ultime informazioni di Medica Mondiale, ogni tentativo di fare chiarezza sul caso Nadya Andjoman sembra ormai definitamente fallito.

Stalker

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di Marco Mantello

[Questo testo fa parte del progetto campagnaromana.net]

1. Luce solare

Se lo fissi in posizione orizzontale
Sant’Oreste sul Monte Soratte
pare l’occhio sbarrato del duce
mentre il giovane rumeno si combatte
sopra un muro che è più giallo dell’ingiuria:

‘Nessuna patria
per Vladimir Luxuria’.

Nei bar-moca dove un frate cappuccino
fu internato dal cristiano Costantino
una slot sputava spicci
dalle sette meno un quarto del mattino.

Per amore del mio popolo non tacerò

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Di Paolo Esposito

A 12 anni dalla sua scomparsa, attraverso le parole di chi l’ha conosciuto, raccontiamo la vita semplice di don Giuseppe Diana, prete-scout di Casal di Principe che per amore del suo popolo non ha taciuto.

Arrivò in ritardo quella gelida sera di dicembre, si tolse in fretta il cappotto e si sedette tra noi. Marco stava ancora leggendo il passo del Vangelo e non si era accorto di nulla. Quand’ebbe finito sollevò lo sguardo e, avendolo notato tra le camicie blu, capì che era giunto il momento di cedergli la parola. Lui si alzò e cominciò a spiegarci la parabola dei talenti come sapeva fare lui, con le sue tattiche per attirare l’attenzione di tutti. Difficilmente riusciva ad essere serio con noi ragazzi ed anche questa volta aveva esordito con una delle sue battute.

Gomorra e dintorni: Antonio Menna

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Giada e Gomorra
di
Antonio Menna

“Me lo presti questo libro?”. Giada è in piedi davanti alla mia scrivania, con la sua solita borsa larga, color crema, a tracolla e un paio di stivaletti corti e mosci, come si portano adesso, e il puntino di brillante conficcato nella narice sinistra, e i capelli tinti di rosso fiamma, e l’orologio sul polsino della maglia in pile quechua comprata da Decathlon Giugliano a nove euro e novanta, e un cinturone di cuoio nero con medaglione a forma di piramide, e un jeans chiaro con una catena luccicante d’argento che scende dalla tasca destra e si allunga sulla coscia.

L’anarchia transgender di Alan Moore: V per vendetta

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V for Vendetta cover by Alan Moore

Recensione di Nadia Agustoni

Lear: Dai del matto a me, ragazzo?

Matto: Tutti gli altri titoli li hai dati via. Ma con questo ci sei nato. (1)

William Shakespeare

Le suggestioni di V per Vendetta a più di vent’anni dalla pubblicazione in Inghilterra e a una quindicina d’anni dall’uscita in Italia, non sono venute meno. Il fumetto di Alan Moore e David Lloyd, pubblicato in una nuova edizione da Rizzoli Libri (marzo/ aprile 2006, edizione economica in b/n, 300 pagine a. 17 euro, altre edizioni sono quella a colori, 21 euro, e quella di lusso a 25 euro, in b/n, della Magic Press) si presta quindi a ravvivare una lettura non facile che non può sottrarsi agli angoli ventosi, a quei corridoi di senso e citazioni che permeano il testo e si rincorrono per tutta la trama di V.

L’impronunciabile parola “avanguardia” (1)

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immagine-009.jpg di Andrea Inglese

La discussione
Eravamo in parecchia a tavola, quasi tutti poeti, con un vino sciolto un po’ acido, e i soliti portacenere stracolmi. Io, durante una pausa di silenzio, ho detto: “Certo che anche l’avanguardia è …”. Poi ho avuto un accesso di tosse, e ho smarrito il predicato nominale, e anche la consistenza del giudizio che stavo formulando. Nel frattempo però era calata un’aria di piombo. La gente cominciava a guardarsi in cagnesco. Un paio si alzarono da tavola e andarono a pagare, alla romana. Quello vicino a me, un poeta di esperienza, scrollò le spalle e disse: “Intanto, l’avanguardia non è mai esistita”.

La città dei bambini

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processione di bambini - foto di Luigi Verde

di Tiziana Verde

Da nove anni, io lavoro in una scuola di campagna. Insegno i numeri ai figli di immigrati, ai sinti del campo nomadi, chiamati Rocky e Rambo per evitare i nomi del calendario e ai bambini accolti in un istituto che, senza ironia, si intitola ‘Sacra famiglia’.
Da questo campo quadrato e senza versi niente sembra vicino, tranne invisibili recinti, invece una strada provinciale porta al centro, quello che vanta i migliori asili, la città dei bambini coi disegni di Natale per strada e i cassonetti dei rifiuti dipinti.
Io intanto, ogni giorno, mi siedo su una panchina di marmo e tra le palpebre socchiuse li guardo correre come puntini colorati di una giostra. Allora li conto, conto un lungo elenco di oltraggi.

I campetti

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foto di Eduardo Castaldo

Un incontro fotografico di Eduardo Castaldo con il racconto Super santos, pali e capistazione.

On the road

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 blue-note-foto4.jpgdi Mario Pandiani

Parto alle sei e un quarto, affrontare quell’autostrada lastricata di tangenti, neanche per una velina su un piatto di seta, fossi un calciatore. Ma per Madeleine Peyroux sì? E chi cazzo è? Mio fratello mi dice, “Non vieni per McCoy Tyner e vieni per una sciacquetta qualsiasi?”. Ho ascoltato le sue canzoni, alcune in loop per ore, è un sistema sanguinoso ma infallibile per sterminare i parassiti; le piattole dello show biz cadono inesorabilmente dopo una ventina di minuti, lei no. Devo sapere, devo capire se quella voce in cui vivono alcune imperatrici è costruita alla Berkeley school of music oppure se è sua.

Poecensione – Pensieri notturni, di Marlene Dietrich

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 marlene-dietrich-photograph-c10103827.jpgdi Franz Krauspenhaar
pensieri notturni di marlene, ormai ritirata a parigi
isolamento per quella stanchezza
da luci della ribalta
annotando, negli anni del ritiro, nelle lunghe notti
quando la vita appare –  più netta e formata
proprio da quelle ombre che disegnano
quella chiarezza in paradosso che
il prosaico giorno no, non riesce a dare.

Progetto “mercoledì 7 maggio 1947”

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di Paolo Spaziani

Mercoledì 4 maggio 1947 è evidententemente uno degli esiti più violenti della cosiddetta fase ‘materialistica’ di Artaud, strenuo ed estremo regolamento dei conti con la metafisica occidentale, con ogni forma di concettualizzazione-Spaltung, contro forze fantasmatiche sovra-determinanti che minacciano ad ogni istante di interrompere il grande flusso, il piano d’immanenza che la sua scrittura, la sua vita non cessano di tracciare, fuoriuscendo da ogni margine.

Una storia credibile of course

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di Alessandra Galetta
Poi mi chiudo in macchina e ammazzo la mia ex moglie, sempre con una tecnica diversa of course.
Of course
è la parola che lessi sul primo manifesto con cui oscurai il parabrezza. Ed è la parola che fisso ogni sera quando uccido la mia ex.
La uso anche per darmi un tono, quando giro per le case a riparare le linee adsl e mi chiedono: hai individuato il problema? E io rispondo: of course anche se non ho capito un accidente e loro scappano a preparare il caffè.
Poi m’è capitato un cliente che dalla faccia avevo incasellato come un potenziale piantagrane, uno che ci lavorava con il computer aveva sottolineato con una vocetta acuta quando ancora non m’ero tolto il giubbotto.
Mi disse che era uno scrittore.

Madeleine Peyroux al Blue Note

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di Sergio Garufi

Stasera al Blue Note di Milano in via Pietro Borsieri 37 (zona Isola, tel.02-69816888) concerto della cantante jazz americana Madeleine Peyroux, che presenta il suo ultimo album Half the perfect world. Primo spettacolo ore 21, secondo spettacolo ore 23.30. Ingresso 45 euro.

I sogni della guerra

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di Vincenzo Della Mea

I
Sapevamo che stavano arrivando
ma non il come:
solo riassunti di puntate precedenti.
La paura era di sabbia
di vischio nel letto, la notte
attendendo il segnale dell’uomo di guardia.
E l’inaspettato sono stati i missili
da guerra chirurgica, i fischi
i traccianti lisergici per la ricerca;
la fuga in piazza sdraiati per terra
ridotta l’altezza alla dimensione
che l’ordigno intelligente disdegna.
Solo che uno è in piedi
e il radar lo vede e a nulla vale l’avviso e