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Cinque poesie

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di Cristina Babino

 

EPIFANIA

L’avevo creduta
una viadidamasco
questa noia palindroma
d’altalene e di giorni.
E d’infinito solo
il limite d’un nome.

A Sanguineti preferisco Micòl

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di Francesco Longo

L’intervento di Sanguineti che proponeva di restaurare “l’odio di classe” non mi ha stupito. Ho incontrato le idee di Sanguineti all’università, e come tutti, credo che i suoi saggi su Pascoli, su Gozzano o sul liberty siano imprescindibili per chi studia il Novecento. È affascinante il suo atteggiamento radicale, la sua tensione politica, la sua avversione verso i compromessi, e il fatto che sia simpatico: un vecchietto ruvido ma pieno di humor. Tuttavia, negli anni, mi sono convinto che egli odiasse la letteratura, così quando l’ho sentito parlare di odio di classe mi è dispiaciuto, ma un po’ me lo aspettavo. Uno che ha ribadito infinite volte che il romanzo è borghese e che bisognava far fuori il romanzo, prima o poi può finire per dire quelle cose.

Se la critica muore

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di  Gabriele Pedullà

Le premesse sono note. Lo strapotere della distribuzione nel determinare l’offerta culturale; il riorientarsi delle librerie Feltrinelli verso il mass market, con un taglio del 30% dei titoli prima normalmente disponibili così da ridurre i costi di gestione (meglio vendere dieci copie del solito, ecumenico Ammanniti che quindici di altrettanti autori diversi); la sempre più rapida senescenza dei nuovi libri che ormai hanno una vita sugli scaffali di meno di tre mesi; insomma la crisi, forse irreversibile, della “bibliodiversità”… E ancora (questa volta dal punto di vista delle case editrici): l’imperativo di guadagnare su ogni singolo libro, rinunciando a compensare le perdite o anche solo i modesti profitti dei titoli più difficili con i titoli di maggior successo commerciale; le costrizioni dei bilanci preventivi, che obbligano i management delle imprese a replicare risultati eccezionalmente buoni, trasformando l’eccezione in norma, con conseguente riduzione dei margini di manovra e degli spazi per i volumi meno accessibili al grande pubblico…

Complementarità e dintorni 2.

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di Antonio Sparzani

L’ultima parola del pezzo precedente era imbroglio. Parola impegnativa. Nella scienza, poi, perbacco, cosa può voler dire.

Prima di tutto, per tranquillizzare (o forse non tranquillizzare) i bisognosi di certezze, diciamo subito che non è che adesso rispondiamo alla domanda se la luce è un’onda o una particella con l’ultimo ritrovato della scienza moderna. Bisogna purtroppo adattarsi al fatto, il fatto, che la scienza non va avanti risolvendo tutti i problemi già posti, negli stessi termini e con gli stessi criteri con cui si erano posti. No. La scienza va avanti – e così è anche stata e continua a essere un po’ più divertente – cambiando i problemi, facendone sparire qualcuno di vecchio e inventandone di nuovi e risolvendo quelli vecchi in termini insospettati, termini che magari non sarebbero stati in precedenza accettati.

Lingua Sovrana- 2 / La caduta e l’a-venire della Lingua: il Diritto e la Giustizia.

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di Marco Rovelli

“Il desiderio ignora lo scambio:
non conosce che il furto o il dono

A. – il Diritto.
Benjamin, dunque, ci aiuta a comprendere Dante, e viceversa. Benjamin dice però qualcosa là dove Dante tace: afferma che è il giudizio all’origine della cacciata dell’uomo dal paradiso della lingua di Dio, e della necessità che la parola debba comunicare qualcosa. E’ questo il peccato originale della parola umana, per cui il nome esce da se stesso (‘l’albero della conoscenza… come emblema del giudizio sull’interrogante… contrassegno dell’origine mitica del diritto’).

Alcol

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Jimmy Page photo by Mauro baldratidi Mauro Baldrati

Quel giorno che il dottor Cangiani – il direttore del centro di psicologia olistica dove lavorava mia moglie – mi telefonò, le mie giornate erano segnate dal ritmo lento dell’ozio. La disoccupazione mi abbracciava con le sue ali nere e ogni mattina mi alzavo dal letto con l’unico pensiero di uscire a passeggio col mio cane Orso.

Scandisci le parole

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di Flavia Ganzenua

Vado a trovare mio padre una volta alla settimana, di domenica, come tutti. Solo che io lavoro a casa e non ho famiglia. Potrei passare più spesso. E’ che questo posto è sigillato ermeticamente. E’ strizzato, compresso, consuma poca aria, scade lentamente.
Ho tutto il tempo del mondo, penso ogni volta che finisce l’orario di vista.
Ci vengo volentieri, qui si sta bene. E’ un ex-convento di clausura arroccato alla collina che domina la città. Sembra distante, ma è un’illusione ottica. Cunicoli sotterranei arrivano fino in centro, alcuni sono stati usati come magazzini, rifugi durante la guerra. Uno di questi passa proprio sotto il mio appartamento. E’ cieco, strozzato, una lastra di acciaio e un sistema di chiuse lo rendono inaccessibile. E’ un moncherino ormai, però mi fa sentire in qualche modo meno colpevole. Immagino che conduca proprio nella stanza di mio padre, è un po’ come dormire nella stessa camera da letto.

Usi del disordine

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di Christian Raimo

Quattro persone vengono trucidate in casa. Una donna, suo figlio, sua madre, una signora che viveva al piano di sopra. Accade in un paesino della Brianza. Da subito si pensa che sia stato il marito della donna. Che è tunisino, ha avuto a che fare con giri di droga, è stato in carcere, aveva screzi con la famiglia della moglie. Si crea immediatamente una contrapposizione tra comunità. I Calderoli e i Gasparri d’Italia puntano l’indice contro l’uomo, sottintendendo: “Siamo noi la comunità sana”, non quelli usciti con l’indulto. Poi si scopre che l’uomo è innocente, gli assassini sono in realtà altri due vicini di casa. Anche loro avevano dato vita a una microcomunità domestica, fondata su valori incompatibili con l’esterno. Isolati, con pochi contatti col mondo, in rotta anche con le famiglie d’origine, non sopportavano neppure i rumori del vicinato. Questa ostilità assoluta, e il delitto stesso, li aveva uniti in una forma di fortissima solidarietà a due.

Mehmet

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di Franco Buffoni

Le lingue delle madri

Da tre anni qui a Roma ho un compagno
Turco, di etnia curda.
Comunista, torturato in galera,
Conosce gli uomini e la vita divora, quando può.
Qui a pranzo da me in giorno di Ramadan
Mangiò di tutto e con buon appetito.
Poi non so come fu ma gli chiesi
Di mamma e fratelli, di casa.
Li sente una volta al mese, quasi sempre chiamando lui:
“Ieri sera ha chiamato mia madre,
Per dirmi di non mangiare di giorno e di pregare”.
E tu perché mangi? Perché ho fame.
Poi facemmo l’amore molto bene
E alle tre tornò ridendo a monte
Testaccio dai compagni.

Alcuni Effetti dell’Emigrazione

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di Philip K. Dick / Mattia Paganelli

Spaesamento; traduzione (mia) da Philip K. Dick, “A Scanner Darkly”, capitolo 8:

CAPITOLO OTTO

Sulla sua via per Bobo Arcore casa, dove un mazzo di teste poteva usualmente essere trovato per un morbido girato su tempo, Carlo Frico lavorava fuori un numero per mettere il vecchio Barri su, per pagarlo indietro per l’offesa senza senso al ristorante dell’Albero Violino quel giorno. Nella sua testa, come lui abilmente evitava le trappole radar che la polizia teneva ovunque (i furgoni dei radar della polizia normalmente prendevano la maschera di vecchi scassati furgoni Volkswagen, dipinti di un marrone noioso, guidati da strani barbuti; quando lui vedeva un tale furgone lui rallentava), lui corse un numero di fantasia anticipata del suo metti-su.

da “Numeri primi”

9

di Marco Giovenale

7.

porta: una durezza di acqua rappresentata. Figlia molto piccola, quasi non si tiene in piedi. Però riesce a sollevare il sasso e massacrare mucchi di formiche nella terra chiara. Rischia di farsi male nella furia. Per questo le tolgono la pietra di mano. Dicono imparerà a non ferirsi; allora bene

*

Il film sui Feltrinelli che la Feltrinelli nega agli italiani

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di Nicola Lagioia

Non è mai tardi per una gita a Chiasso. Sembra bizzarro nel 2007, ma il monito con cui Alberto Arbasino sbeffeggiava gli intellettuali del Ventennio – i quali, anziché piangersi addosso, avrebbero potuto varcare il confine con la Svizzera e acquistare tutti i “libri proibiti” e dunque rimettersi in carreggiata – ha ancora una sua qualche utilità. Solo che in questo caso non si tratta di acquistare libri ma di vedere un film documentario. Precisamente un lungometraggio sulla Feltrinelli. Un lungometraggio di co-produzione europea, nato su iniziativa e co-prodotto dalla stessa Feltrinelli, e presentato con successo al festival internazionale di Locarno, molto apprezzato da personaggi come Bernardo Bertolucci, mandato in onda dal canale televisivo franco-tedesco Arte, pronto a venire proiettato il prossimo 23 gennaio al Solothurn Film Festival, ancora in terra elvetica, e però mai apparso o presentato in Italia. E come mai?

Due fatti (diversi): il secondo

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ovvero l’Erba del vicino è sempre più verde
di
Francesco Forlani

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immagine tratta da:
http://www.mccord-museum.qc.ca/fr/

Edizione straordinaria ! – gridava il monello brandendo il giornale.
In realtà non gridava, perché era un quadro di fine ottocento, “lo strillone”, che mio padre mi indicava come il pezzo più bello di una collezione, modesta e forse per questo ancora più autentica, che era riuscito a mettere su in tutta la sua vita.

Simmetrie e coefficienti di correlazione

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ovum.bmpdi Sergio Garufi

Platonici si nasce, e io, modestamente, lo nacqui. Me ne resi conto un giorno di 8 anni fa, quando un amico, che conosceva la mia passione per Houellebecq e Cioran, mi consigliò di visitare un sito in rete che elaborava dei coefficienti di correlazione fra autori diversi, ossia stabiliva matematicamente quanto due variabili statistiche x e y fossero collegate fra loro. Il risultato per il rumeno e il francese era di 0,98. In sostanza, a un estimatore dell’uno non poteva non piacere l’altro.

round_about GAMMM :::

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sabato 20 gennaio 2007, ore 20:30, LA CAMERA VERDE, Roma

— Via G. Miani 20, Ostiense —

round_about GAMMM :::

[ 2 ]

lettura di testi di
Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Gianluca Gigliozzi,
Marco Giovenale, Giuliano Mesa, Massimo Sannelli, Michele Zaffarano

e traduzioni da
K. Silem Mohammad, Christophe Tarkos, Helmut Heissenbüttel,
Rodrigo Toscano, Jeamel Flores-Haboud, Jean-Michel Espitallier

[ 2 ]

Secondo incontro di lettura di redattori del sito e autori, dopo la data presso la Casa della poesia (23 novembre 2006, Milano). A Roma il 20 gennaio saranno letti testi in italiano, e traduzioni in italiano di testi comparsi o di prossima pubblicazione su GAMMM. Direzione e cura della jam-session: Giovanni Andrea Semerano, Centro culturale LA CAMERA VERDE, via G. Miani 20, Roma.

Il fratello oscuro: un ritorno a Napoli

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di Cristiano de Majo

Piazza Cavour. Non lontano da qui può capitare che qualcuno nella notte spari colpi di kalashnikov sulle vetrine dei negozi (è successo durante la notte di Capodanno), e tuttavia non è più la piazza dell’assalto alla diligenza, del caos violento e sconsiderato di un tempo. Come si dice in gergo è stata ri-sistemata dopo l’apertura della fermata della metropolitana collinare. E ora, in questo pomeriggio di gennaio, potrebbe sembrare persino un luogo placido, un luogo dove fermarsi a guardare i gruppi di mamme e figlie che passano in rassegna i negozi di scarpe e di pelletteria, un luogo dove stare. All’imbocco di via Foria passo affianco a una fila di bancarelle cariche di chincaglieria cino-napoletana allestite per le compere della befana.

Esor-dire. Due giorni di conversazioni sul pubblicare la prima volta

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Il 18 e 19 gennaio in occasione dell’Universiade Invernale Torino 2007 la Scuola Holden con il sostegno della Regione Piemonte, organizza Esor-dire, due giorni di eventi e incontri fra Torino e Bardonecchia sulla formazione e il debutto nel mondo dell’editoria, dedicati a scrittori esordienti e aspiranti scrittori under 35.

A Torino: un INCONTRO tra editori e scrittori esordienti in collaborazione con Il Circolo dei Lettori; a Bardonecchia: PROVE D’AUTORE e un TORNEO LETTERARIO con il sostegno del Comune di Bardonecchia.

Esor-dire nasce dall’idea di coniugare l’esperienza pluriennale della Scuola Holden nella didattica per la narrazione con lo spirito delle Universiadi, una manifestazione sportiva e culturale internazionale che mette a confronto giovani talenti con voglia di emergere e di crescere. In questi due giorni gli aspiranti giovani autori avranno l’occasione di incontrare importanti editori italiani che lavorano con gli esordienti, per presentare i loro testi.

Monoscopio segreto (n-z)

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di Franz Krauspenhaar 

Ancora una volta dobbiamo ringraziare la nostra buona stella!Le stelle sono tante/milioni di milioni/la stella di Negroni/ vuol dire qualità!

eccolo ancora davanti al cartone
e tutte quelle stelle che girano
all’impazzata, intorno
a un salame, che ha gustato
nella michetta croccante;
un regalino da fare
ogni tanto, che la mamma
gli consola così, la vita
non troppo spiritosa

Verità o fede debole?

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La Feltrinelli Librerie via Manzoni, 12 Milano Mercoledì 17 Gennaio alle ore 18.00 presentazione Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo
di Gianni Vattimo e René Girard.
Intervengono: Gianni Vattimo – Pierpaolo Antonello – Giulio Milani
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La Feltrinelli Librerie piazza Ravegnana, 1 Bologna Venerdì 19 Gennaio alle ore 17.00 presentazione Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo
di Gianni Vattimo e René Girard.
Intervengono:
Gianni Vattimo – Pierpaolo Antonello – Marco Rovelli
Per informazioni sul libro vedere qui.

Messi male

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di Stefano Massaron e Leonardo Pelo

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“Va’ che figa…”
“Sì, è sempre lì, e alla sera si illumina pure.”
“Che culo.”
Leo si avvicina alla mia finestra. Appoggia le mani sul davanzale e guarda Paola Barale sull’enorme cartellone pubblicitario di Vogue Occhiali che occupa la facciata del palazzo di fronte.
“Mica tanto”, dico senza nemmeno voltarmi. “Tra poco ci sono le europee e lì ci metteranno la faccia.”
“E le promesse.”
“Già. Alle ultime politiche c’era Il Presidente Operaio.”
Leo ridacchia. “E ti sentivi a casa?”
“Sì… a casa sua.”
* * *

Due punti e a capo

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di Andrea Cortellessa 

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Pubblico con molto piacere un articolo di Andrea Cortellessa apparso sull’Indice dei libri del mese del 3 marzo 2006. Nell’articolo viene descritta una nuova iniziativa editoriale generata dall’intelligenza e dalla passione di alcuni ragazzi di Palermo, che suggerisco di seguire con attenzione. Grazie ad Andrea Cortellessa e in bocca al lupo ai ragazzi di :duepunti.

Nel tempo dell’editoria senza editori, per dirla col pamphlet di André Shiffrin col quale qualche anno fa il compianto Alfredo Salsano mise a rumore il quartierino della cultura italiana, il nascere e prendere forma d’un piccolo editore ‘di progetto’ – che preferisca, cioè, l’indispensabile ‘mangiare per vivere’ al compulsivo ‘vivere per mangiare’, e insomma pubblichi solo titoli che rientrino in una precisa linea culturale, prima che commerciale e di management – assurge ad evento inopinato, tra favoloso e teratologico, che merita d’essere ammirato come uno spettacolo naturale. Bello in sé, ma ancora più struggente per la sua sempre maggiore rarità.