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Letture Indiane/Post

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a cura di Nazione Indiana

“Post” è il nome che viene dato, nei blog, agli articoli pubblicati (e “postare” è l’azione del pubblicare un articolo). Ma non solo. Perché “post” è una sequenza di lettere che compare in una serie di parole che identificano ognuna un’esperienza. “Post” è parte della parola “postura” così come della parola “posto”, di “postumo” e di “postmodernismo”. E di tante altre.

Una guerra globale ‘monoteistica’ 2

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La prima puntata di questa riflessione di Zolo è apparsa qui. (Ho proposto questa riflessione in occasione della manifestazione del 17 febbraio a Vicenza. A. I.)
di Danilo Zolo

3. La guerra globale
I due paragrafi che precedono – è il momento di svelarlo al lettore che ci abbia volenterosamente seguito sin qui – non sono che una lunga premessa della tesi centrale di questo saggio: nell’ultimo decennio del secolo scorso, dopo la fine della guerra fredda e il tramonto dell’ordine bipolare del mondo, sia il fenomeno della guerra, sia gli apparati retorici della sua giustificazione sono radicalmente cambiati. Questo cambiamento – è la seconda tesi, implicita, del presente saggio – può essere adeguatamente interpretato solo nel quadro dei processi di trasformazione economico-finanziaria, informatica, politica e giuridica che vanno sotto il nome di ‘globalizzazione’. La trasformazione della guerra e delle sue protesi ideologiche è stata accelerata, non ‘causata’, dall’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, che ha portato alle guerre degli Stati Uniti e dei loro più stretti alleati contro l’Afghanistan e contro l’Iraq. In questa cornice analitica l’11 settembre presenta un rilievo marginale.

Siamo sempre stati separati. Primo quadro: Mio papà, la guerra del 14, i balli, i libri

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di Sarah Kéryna

traduzione di Andrea Raos

Una casa di riposo, un pomeriggio d’estate.
La biblioteca della casa di riposo.
La ragazza prepara il materiale per registrare la signora anziana.

– Ecco.
– È pronto?
– Sì, sì.
– Te ne intendi, tu, di quegli affari?
– Boh, no, non tanto.
– Ma sì dai, un po’ sì.
– Oh, sì, un po’.
– Un po’.

Dittico: famme/femeia

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di Chiara Daino 

FAMME – è felce di luna felice calante la falce in fasce
è fiamma pira la bruja fuma bàlia cagna ringhia bimba
abbaia fuma e sfuma sul finale di un fine balìa attacca
làmia procura mito cresta bassa delle brame – ha FAME    

  

Non è un film di Kaurismaki, non è nessun film, non c’è più nessuna poesia

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di Gemma Gaetani
 

«Sì, immaginavo di avere ancora la bronchite, me la sento, non faccio altro che tossire, ma almeno adesso la tosse è secca… Eh, ha visto? Proprio sullo zigomo… No, non mi sono bruciata, non so cos’è, credo il freddo. Nei giorni scorsi non ho messo niente sulla faccia, creme, tonico, niente, avevo altre cose da fare. Eh, lo so che ci si dovrebbe curare prima di andare dal medico… Ho la pelle delicata, questo freddo me la scuoia. Ma no, non m’è caduto niente sopra, glielo direi! No, non m’ha nemmeno graffiato nessun gatto, me lo ricorderei… Boh, dottore, non lo so proprio, presumo il freddo, l’altra mattina mi sono svegliata e avevo questa specie di ferita. Mi bruciava. L’ho guardata a lungo, cercando di capire cosa fosse. Poi era tardi, dovevo andare in ufficio, frugando di corsa ho trovato dei cerotti per le vesciche, di quelli che vanno tenuti finché la vescica non guarisce, e ce ne ho messo su uno. Nei giorni successivi il bruciore è passato, ma quando l’ho tolto ho notato che la ferita era sempre lì, più liscia ma pure più larga, in effetti sembra un’abrasione. Ah, mangiano la pelle quei cerotti. Eh, oh… Non lo sapevo, pensavo di far bene».

Juke Box : Squallor

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Ti ho conosciuto in un clubs

(Pace, Bigazzi, Savio)

Ti ho conosciuta in un clubs
Eri bellissima, ma…avevi un solo difetto
Non c’eri

Nel Millenovecentoquattromilatre, a San Gregorio
Una località che era nel giardino di casa nostra
Ti ho rivista
Non avevi un capello
E nemmeno un po’ di orgoglio
L’incontro ebbe luogo in una giornata di sole
Con il cielo coperto
Spettatori circa tre, molto severi

La prima neve della tua vita

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neve.gif  di Gianni Biondillo

[il post di Giorgio Vasta, qui sotto, m’ha fatto tornare in mente una poesiola che scrissi alcuni anni fa. La riporto qui come fosse un commento al suo bellissimo pezzo.]

 19.12.2001

venti mesi

Una ‘guerra globale’ monoteistica (1)

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artwork_images_264_183552_hans-haacke.jpg (Nell’analisi della “guerra globale” statunitense sul piano del diritto internazionale, Zolo dedica due capitoli iniziali ad una definizione retrospettiva dello statuto della guerra nel mondo antico/medievale e in quello moderno. Nel prossimo post inseriro’ l’analisi di Zolo che riguarda la situazione attuale, dal crollo del Muro di Berlino in poi.) (Ho proposto questa riflessione in occasione della manifestazione del 17 febbraio a Vicenza. A. I.)

di Danilo Zolo

1. La guerra antica
L’idea che la guerra possa essere non solo giusta ma ‘santa’ – combattuta per eseguire la volontà di Dio, secondo la sua rivelazione e sotto la sua guida – è antica quanto lo sono le religioni monoteistiche del Mediterraneo. Sono celebri le pagine della Bibbia, in particolare del Deuteronomio, dalle quali emerge la dottrina della ‘guerra santa’ – la ‘guerra santa obbligatoria’ (milhemit mitzva) – come guerra di annientamento dei nemici del popolo di Dio.

Il plastico portiere

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di Gero Mannella
 

Da piccoli c’è un’età di mezzo tra l’autismo della poppanza e la baldanza ferina della tribù. Quell’età in cui la tivù soggioga ed instilla i germi di un’epica facile, e crea nella mente del virgulto proiezioni in forma di guerrieri, cowboy, e giocatori di pallone. La mia infanzia domestica è stata costellata di partite ad eliminazione diretta, finali di Coppa dei Campioni, trofei da sollevare sulle spalle di ectoplasmi d’occasione, inquietanti pressioni di platee oceaniche, mute o chiocce. Tutti eventi rigorosamente autarchici, da one man show.

Una giornata tipo

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di Daniela Baiocchi
 

Oggi è una giornata part time (5 ore)
Ore 9.10 firma registro
Posta (lettura)
Mail a Nep per lettera AMX fatture
Archiviazione mails Pizz per VRC
Stop con RP (caffè + sigar) per notizie malattia padre
2 circolari remedy (CALT – GOR) ci ho messo un po’ perché le celle dei codici non erano esatte e ho dovuto rifare il pdf tre volte

Avere figli

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di Giorgio Vasta

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Nei giorni scorsi due piccoli avvenimenti mi hanno fatto tornare in mente un appunto che avevo preso nel giugno del 2003. Due avvenimenti che hanno a che fare con l’avere e con il non avere figli.
Il primo è una frase che ho sentito leggere da Giordano Meacci all’interno di un suo racconto che si intitola Crossroad Blues. La frase in questione, messa in bocca a un Cristo travagliato e rabbiosamente malinconico, suo malgrado eternamente figlio e all’essere eternamente figlio crocifisso, è: “Sono stanco di non avere figli”.

Per una riflessione sulla “guerra globale” degli Stati Uniti

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In attesa della manifestazione del 17 febbraio a Vicenza contro la creazione di una nuova base militare statunitense

di Andrea Inglese

Io ho una semplice, e tutto sommato modesta, pretesa: che i rappresentanti politici per cui ho votato si sforzino di rappresentarmi per davvero. Mi hanno da tempo spiegato che una democrazia rappresentativa si basa su questo principio. Inoltre, in tempi recenti mi hanno ubriacato di “bipolarismo”. Quest’idea del bipolarismo prevede che mutando la coalizione che governa, mutino anche in modo sensibile gli orientamenti politici, insomma le decisioni di chi governa. (Ora, però, torna in auge il progetto di un’eterna democrazia cristiana. Come se mai potessimo concederci altro, in termini di alternativa al fascismo o a forme di pericoloso populismo).

Terra! Marino Niola vs Camorra

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immagine dal sito: www.regardscroises.be

Padri e Figli
di
Marino Niola

I figli siano d’esempio ai padri. Questa massima, che capovolge i tradizionali termini dell’etica e del rapporto tra le generazioni, sembra aver guidato la mano di Patrizio Silvestri, che ha ucciso l’uomo che gli aveva portato via la sua donna, “sua” come una “16 valvole” o come una moto di grossa cilindrata. Nel marzo scorso suo figlio Fabio, quindici anni, per difendere l’onore della “sua” donna da un pesante apprezzamento aveva ucciso un temuto boss della Sanità.

Un piccolo premio in Brianza

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di Marco Rossari

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Mi aveva incastrato una vecchia amica scrittrice.
“C’è un premio in Brianza. È intitolato al figlio di una mia amica. Lui è morto un paio di anni fa, giovanissimo. E voleva scrivere. Insomma hanno organizzato questo concorso per ragazzi sotto i vent’anni. Io sono in giuria. Non c’è pubblicazione, danno ai primi tre un po’ di soldi. È un modo per stare insieme. Cercano qualcuno che legga ad alta voce i testi di Daniele. Solo che non si possono permettere un attore. A me sei venuto in mente tu. Hai quel bel vocione.”
“Non so…”
“Allora li avviso subito. Ti faccio chiamare da loro. Intanto ti mando il libro… Daniele, quel ragazzo, aveva scritto qualche racconto. Hanno riunito i frammenti in un libricino a loro spese. Tra mezz’ora è a casa tua.”

Intanto chiudiamo il video

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(Ricevo da Davide Bregola e volentieri pubblico. FK)
 

L’antica Casa a Torre «Il Monte» è al centro di un progetto attraverso il quale l’Amministrazione comunale di Carpineti intende invitare sul proprio territorio scrittori facenti capo alle maggiori case editrici nazionali.
La scommessa centrale dell’iniziativa è quella di portare a conoscere il nostro territorio, e più in generale l’Appennino reggiano, persone che fanno della comunicazione e della diffusione di idee e pensieri la loro professione, invitandoli a soggiornare gratuitamente per brevi periodi nel nostro comune.

Dario Fo: il dito nell’occhio della censura

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fo-white.JPGFra le varie nefandezze di cui Dario Fo deve sentirsi responsabile, non ultima è quella di aver fatto cadere in amore per il tubo catodico un ragazzino di undici anni, che catalizzato dalle sue opere trasmesse in quella televisione dei tardi anni Settanta non aveva del tutto capito che quella a cui assisteva era un’eccezione e niente affatto la regola. Perché, poer nano, che ne sapeva lui che quello era teatro! Ne avesse mai visto uno, lui giovine e già paffuto virgulto, cresciuto ignorante delle belle arti e delle sette muse… Quindi quale responsabilità, caro Dario! Avere scosso la piccola cassa cranica di un undicenne, con i suoi genitori che premevano per vedere altro sullo schermo e lui che si rintanava nell’altra stanza (ché le stanze erano due, più bagnetto e cucinotto a vista), abbandonato a se stesso, preso come da un delirio di onnipotenza mentre si diceva tutto serio (fra una risata e l’altra) che quella, proprio quella era l’arte. Da lì tutta un’idea di dignità della cultura popolare gli si inoculò nelle vene come una droga, e tutt’ora  – maledizione!- non lo abbandona.
Proprio domani esce un libro-intervista, curato da Giuseppina Manin, dal titolo
Il mondo secondo Fo. Ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima e, proprio per la devozione quasi infantile che ho nei confronti del mio saltimbanco preferito, ho chiesto all’ufficio stampa di Guanda (che qui sentitamente ringrazio) il permesso di pubblicarne uno lungo stralcio. Dove, appunto, si parla di cosa fosse in realtà quella televisione nazionale. A voi fare il confronto con quella attuale.  G.B.

PP

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(estratto)

di Laurent Grisel

traduzione di Andrea Raos

noi, genia di combustione lenta –
intanto che viviamo – sappiamo
la stranezza di ciò: l’inammissibile
estraneità del fuoco. Distruzione
dell’uomo in quanto legame, l’orrore di
essere ridotti a una danza di atomi.

da “Bianca come neve”

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di Michele Zaffarano

un principe

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non fate i lupi
non fate i serpenti
non piangete per le cipolle
siate coccolati dalla nebbia
dai molti monti
dagli scorpioni
fate il bagno nelle vostre stesse lacrime
viaggiate in nave
fate piccole passeggiate
disegnate le giraffe
nuotate a rana
sdraiatevi nudi sui prati nei boschi
correndo nudi sui prati
giocate quando vi coccolano
siate sporchi
cantate
arrampicatevi sui prati sulla verdura
inseguite gli scoiattoli
i leoni le tigri di ceramica

Le basi scientifiche dei mutamenti climatici: una sintesi per i politici

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Segnalo via Sergio Baratto il rapporto riassuntivo per i politici della prima parte del quarto Assessment Report (AR4) dell’Ipcc, presentato a Parigi il 2 febbraio 2007. E’ una lettura schematica, per punti e paragrafi di facile scansione.

Climate Change 2007: The Physical Science Basis (pdf 2,2 MB)
Contribution of Working Group I to the Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
Summary for Policymakers

Da: Artico

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di Francesca Matteoni

Ad Antonella Anedda.
Sasso Marconi, 6 settembre 2003

ARTICO

Il ghiaccio sospende l’acqua, ramifica
come l’impronta della luna.
L’occhio pronto a inghiottire ruota
e si sbianca – una perla o una bacca
di gelida fiamma.

La giornata è quando si vede il sole

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di Marco Rovelli


“Arriverà la fine del tempo, sì o no?”
“Può essere. Ma non finirà la vita.”
“Come no? C’è l’inizio, o no?”
“Non ci credo, all’inizio.”
“Come non credi nell’inizio?”
“No.”
“…e qualcosa che ha un inizio ha una fine.”
“Appunto, io non credo all’inizio. L’uomo si illude di poter arrivare a un’origine, a qualcosa che è là, da cui è nato tutto, senza rendersi conto che tutto è già qui davanti.”
“Pensa al big bang. Il big bang è l’inizio, no? E il big bang è scritto nel Corano. Nel Corano si dice che la creazione è nata con la condensazione di tutti i gas.”