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Il DRM in Windows Vista

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di Bruce Schneier, traduzione di Communcation Valley

Windows Vista comprende una serie di “funzionalità” assolutamente indesiderate. Tali funzionalità renderanno i computer meno affidabili e meno sicuri. Li renderanno meno stabili più lenti. Causeranno problemi di supporto tecnico. E in alcuni casi potrà essere necessario aggiornare le periferiche e il software che già possediamo. E queste funzionalità non fanno nulla di utile, anzi lavorano contro di noi. Si tratta di funzioni di gestione dei diritti digitali (DRM) incorporate in Vista per ordine dell’industria dell’intrattenimento.

E non si possono rifiutare.

Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #4

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di Edoardo Novelli 

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Quarta parte dello studio di Edoardo Novelli sulla comunicazione del governo Prodi. Questa volta, intervista a Giovanni Floris, conduttore di Ballarò. Qui la prima e la seconda parte, qui l’intervista a Gianluca Luzi. gv.

Chi sono i vostri interlocutori, quelli con cui trattate per avere i politici in trasmissione?

Noi abbiamo tentato fin da subito di specializzarci, quindi nel nostro gruppo autorale abbiamo due persone incaricate di tenere i rapporti con i portavoce, gli uffici stampa o, quando ci sono, i responsabili delle relazioni istituzionali. Comunque i nostri interfaccia sono quasi tutti istituzionali.

“Il verso necessario” – Leggere e scrivere poesia

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Il centro culturale
LA CAMERA VERDE (Roma)
presenta

IL VERSO NECESSARIO

Leggere e scrivere poesia
Corso trimestrale di introduzione alla lettura, all’ascolto e alla scrittura

a cura di GIULIANO MESA

Michael Kirwan. Quando il fumetto va oltre la decenza e diventa arte

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di Francesca Sassoli

Eccessivo, spudorato, trasgressivo. Il suo tratto ricorda quello di Robert Crumb. E come lui ignora il senso delle parole pudore, politicamente corretto, decente. Preparatevi, i contenuti sono Hard, con la H maiuscola, e possono urtare, o perlomeno mettere a disagio. Anche sull’homepage del suo sito ufficiale – http://www.kirwanarts.com – è scritto a chiare lettere, in otto lingue, anche in un italiano un po’ improbabile: “Questo luogo contiene il materiale descrivendo i temi e le immagini espliciti omosessuali di atti sessuali”.

Il paradiso perduto dei dettagli

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di Massimo Rizzante

Che cos’è un lettore?

Nelle Lezioni di letteratura di Vladimir Nabokov c’è un passo della conferenza intitolata L’arte della letteratura e il senso comune dove si legge:

«Ricordo una vignetta raffigurante uno spazzacamino che cadeva dal tetto di un alto edificio e notava, precipitando, che in un’insegna c’era un errore d’ortografia, e si chiedeva, nel suo volo a capofitto, perché nessuno avesse pensato a correggerlo […] Questa capacità di interrogarsi su inezie – indipendentemente dall’imminenza del pericolo – questi “a parte” dello spirito, queste note a piè di pagina nel volume della vita sono le forme supreme della consapevolezza, ed è in questo stato mentale infantilmente speculativo, tanto diverso dal senso comune e dalla sua logica, che sappiamo che il mondo è buono».

Voice Center, romanzo-manuale per resistere al call-mondo

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Franz Krauspenhaar intervista Zelda Zeta

Io sono un precario. Se Nanni Moretti rinascesse cinematograficamente oggi forse intitolerebbe così il suo esordio di metà anni settanta Io sono un autarchico. Il precario è una figura sfigurata senza che sia passata dalla carezza mortale del vetriolo, è una figura sfuggente come un personaggio di un quadro di Magritte, visto sempre di spalle; da questa non è una pipa, a questo non è un lavoratore. E allora? Questo è un precario, ecco: serbatoio umano troppo umano di angosce, di speranze, di sentimenti che a ruota d’un lavoro a tempo determinatissimo diventano anch’essi precari. Sul precariato dei cosiddetti call center (e tale esperienza l’ho fatta anch’io in due riprese, per il totale di 16 mesi, alla Doxa) é uscito da poco per Cairo Editore il romanzo Voice Center (pagg.219, euro 14,00) di Zelda Zeta, un nome, una sigla, un logo, che racchiude tre scrittori alla prima prova: Pepa Cerutti, Chiara Mazzotta e Antonio Spinaci. Ho rivolto a loro alcune domande sul libro e sulla loro esperienza, e loro mi hanno risposto con la voce telefonata e le parole di Zelda, quest’entità letteraria che li racchiude armoniosamente insieme.

Da “Golden Gate” di Vikram Seth

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traduzione di Luca Dresda, Christian Raimo, Veronica Raimo

3.1

Dato che Liz e John van fuori fuoco,
avvolti da una amorosa foschia,
mio Lettore, verso un altro luogo
volgiamo l’obiettivo, ossia
alla lunga fenditura del suolo:
i rustici indigeni, e lo stuolo
di chi si guadagna da vivere bea-
to, lungo la Faglia di Sant’Andrea.
Gli scambi, il governo, la natura
nel suo splendore, le follie d’amore,
si susseguono senza alcun timore;
sotto di loro giace la frattura,
spaventosa autrice di quelle scosse
che apron le rocce come niente fosse.

Juke Box/Ophelia

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di Peter Hammill

That token drag on your cigarette,
that well-known face in the fire…
it could be someone you can’t forget,
someone you’ve learnt to admire.
And it’s strange how the feeling goes.
All change –
down the river Ophelia goes.

Guerra, mercato, donne e guerrieri (1)

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salo08.jpg A sostegno della manifestazione tenutasi a Vicenza lo scorso febbraio contro la nuova base USA, ho proposto una riflessione sulla “guerra globale” (1, 2 e 3). Voglio ora riprendere la questione, ma da un altro punto di vista: quello delle vittime e della loro diretta testimonianza. Emilio Quadrelli ha raccolto l’agghiacciante storia di una giovane albanese e l’ha pubblicata su “Alias” il 3 febbraio 2007 con il titolo “Anna e le altre. Carne da macello”. Essa merita la più ampia diffusione. A. I.

di Emilio Quadrelli

Il dibattito intorno alle guerre contemporanee, per lo più, è affrontato unicamente all’interno di retoriche geopolitiche. In tale contesto ciò che accade concretamente alle donne e agli uomini che di quelle guerre sono, volenti o meno, gli attori principali è posto velocemente tra parentesi.

Siamo sempre stati separati. Quinto quadro: La fatica

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di Sarah Kéryna

traduzione di Andrea Raos

– La mattina, quando ti svegli ti senti in forma e tutto?

– Oh no, no.
Non sono mai stata in forma al mattino, allora adesso figurati.

Insomma, mi alzo, bene o male.
Poi mi lavo.
Mi lavo ancora da sola.
Sì. Finché posso.

Poi, a volte, sono nuda di fronte al lavandino.

Piva, Apocalisse da Camera

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di Nicola Lagioia

Apocalisse da camera, romanzo d’esordio di Andrea Piva uscito qualche tempo fa per Stile Libero Einaudi, è la storia di Ugo Cenci, assistente di filosofia del diritto all’università di Bari, un giovane campione di analfabetismo etico i cui principali interessi non sono né Beethoven né lo stupro né l’ultraviolenza bensì un uso moderato ma costante di cocaina, la coltivazione di un rapporto nevrotico con la famiglia e, soprattutto, lo scambio di voti con i favori sessuali delle sue studentesse.

La bbase

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No, no, io non ce la faccio più a essere buona. Se passa la linea dell’ultrasoggettivismo il partito implode. E’ stato pesante aprire tutte le mail e leggere cose tipo: “Che vi venga un tumore a tutti”. E così ci troviamo con gli spazi superristretti, ecco cosa ha prodotto questa crisi. E’ un coglione, è semplicemente un coglione. Ma a quelli che ti insultano je devi dì semplicemente: “A tu madre e tu sorella”. Se è una strategia, è una strategia suicida. Il discorso di D’Alema era accettabile, mo’ non era accettabile?.

Statistiche di gennaio 2007

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Il mese prossimo prevedo di avere poco tempo per aggiornare i dati sul traffico di Nazione Indiana, ecco quindi almeno i numeri di gennaio 2007:

Visite complessive: 54.688
Pagine viste: 159.180
Visitatori unici nel mese: 26.759
Media visitatori giornalieri: 1.222

Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #3

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di Edoardo Novelli 

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Terza parte dello studio di Edoardo Novelli (qui la prima e qui la seconda). Questa volta, intervista a Gianluca Luzi, inviato di Repubblica. gv.

In che consiste il suo lavoro? 

Nel seguire l’attività del Presidente del Consiglio in Italia e all’estero. Ho cominciato dieci anni fa, proprio con il primo governo Prodi, poi ho continuato con D’Alema, Amato e poi Berlusconi, che ho seguito più degli altri nel corso dei cinque anni del suo esecutivo. Con Prodi adesso è un po’ diverso perché siamo più giornalisti a seguirlo tra Roma e Bologna.

Complementarità e dintorni 4

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di Antonio Sparzani

Nel caldo giugno del 1925, al ventiquattrenne Heisenberg, che stava in quel momento, guarda caso, a Göttingen, venne la febbre da fieno. Cosa fanno (facevano) i tedeschi in queste circostanze? Andavano dove non c’erano piante. Heisenberg andò a Helgoland, un’isoletta che sta nel mare del nord, a ovest della Danimarca, lì, sperduta nel grande mare nero. Dico mare nero perché io ci sono stato, non penserete che un fisico perduto dietro a fantasie di pellegrinaggi si perda una simile occasione. C’è un battello che da Cuxhaven porta a Helgoland in poche ore, si va e torna in giornata. L’isola si gira a piedi, ed è rigogliosa di piante come non mai. Io non lo so come sia stato, se le piante sono cresciute tutte dopo, per festeggiare gli avvenimenti del ’25 o se semplicemente non c’erano quelle che davano fastidio al nostro fisico. Dev’essere così, perché dice il serissimo Van der Waerden che “non vi cresce alcuna erba”.

Puntualmente successe

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risma.jpg di Nicolò la Rocca 

Al comune ci arrivai presto, distava solo due isolati da casa mia. I convenevoli durarono poco e consistettero più che altro in una stretta di mano. Ma sembravano molto rispettosi nei miei confronti: ero il pupillo dell’assessore regionale Adragna e tutti sapevano cosa dovevo fare…  Veramente io, ufficialmente, ero nessuno: dovevo vagare per i corridoi, una ronda quasi senza soluzione di continuità. Dovevo farmi vedere, insomma. Ero l’occhio dell’assessore Adragna, quindi della cosca.

Juke Box / Stefano Rosso

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Colpo di stato
di
Stefano Rosso

[1977]

E tra gente che gesticola con le armi
e tra i nuovi santi illuminati al neon
sta nascendo un nuovo tipo di ideale
quello yankee tipo “fatelo da voi”

E tra scioperi d’autonoma estrazione
lo studente che si interroga da sè
sta covando forse la rivoluzione
mentre la signora bene prende il the

Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c’è
colpo di stato
e qui intanto farà il colpo del caffè

Da: La Merca

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di Chiara Daino 

(Pubblico uno scritto introduttivo più alcuni stralci del romanzo La Merca, Fara Editore, pagg.132, euro 12,00, di Chiara Daino. FK)

Operare sulla Lingua è operare sulla Realtà: un cambiamento.
Cambiare nel senso di mutare, kàmbein, kàmptein: piegare – parole per descrivere piaghe. Lo scritto La Merca nasce per essere letto: culla del nuovo. Un nuovo approccio al corpo: del testo, dell’uomo. Corpi che si fanno specchi di realtà frantumate.  I Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.) sono una realtà tanto diffusa – quanto confusa. Tanto mediatica, quanto medica. Tanto mistificata quanto marchiata. Nello scarto del meditare: quel quid in più, che può salvare.

Ditemi Dove Sbaglio

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di Mattia Paganelli

Io non sono uno scrittore, né tantomeno un poeta, la lingua non è il mio mestiere. Pertanto i giochi parole che seguono non li vendo per buoni. So benissimo che non raggiungono nessuna di soglia di professionalita’ letteraria.

In altre parole, invece di pubblicare un’opera compiuta e positiva, che si ponga gerarchicamente rispetto al pubblico, presento un lavoro imperfetto, algebricamente negativo, un non-ancora-opera in effetti; per esporlo, ancor prima che indifeso, aperto a livello orizzontale con chi legge

E, invece di aspettarmi il plauso, propongo al contrario (il contrario è sempre quello che mi interessa) che si cerchi dove e come fallisce, di cosa manca; cosa si può correggere, eliminare o introdurre; come lo si può “inalzare” a poesia.

A voi la parola

Siti e blog letterari in Francia

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immagine-069.jpg Di Andrea Inglese

Un’odierna ricognizione di ciò che, in Francia, è definibile come “letteratura” in rete, presenta due ostacoli principali. Il primo riguarda la parzialità inevitabile dell’impresa, in quanto l’universo che il cartografo tenta di riprodurre è in costante sviluppo e moltiplicazione. Il secondo è legato piuttosto ad una certa inadeguatezza degli strumenti, in quanto le categorie che l’osservatore utilizza sono valide per la “letteratura”, così come esiste da circa duecento anni nella sua versione a stampa. Diffusa attraverso un veicolo diverso, infinitamente più plastico e inclusivo di quello cartaceo, la “letteratura” stessa acquista confini e caratteri inediti. Per queste ragioni il nostro discorso non può che fornire una mappatura limitata e approssimativa.

Ipotesi Inland Empire. Appunti

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di Marco Rovelli

Qui riscrivo gli appunti presi durante la visione di Inland Empire di David Lynch, ripercorrendolo passo passo, rivedendolo alla sua stessa luce. Alla luce della sua ipotesi sull’essere. Proprio perché questi appunti sono una replica, si può cogliere appieno il senso di tutti i rimandi solo avendo già visto il film. Ma credo che qualcosa possa arrivare anche a chi il film non l’ha visto: magari, può essere una specie di guida per quelli che hanno qualche resistenza ad avventurarsi negli oceani lynchani. In ogni caso qui evoco un senso: non sono in grado, ahimé, di restituire neppure un briciolo di quella bellezza.

“La stanza non la riconosco”, dice la ragazza a gambe aperte mentre sta per denudarsi. Sullo schermo non si vedono i volti, oscurati da un fuori fuoco. C’è solo l’atto di una copula meccanica, e l’inizio è tutto qui.

L’occhio è l’evoluzione biologica di una lagrima, scrisse qualcuno.