renata morresi

323 articoli scritti
Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.

L

di Francesca Del Moro
Passo dalla sua stanza
così pulita, ordinata.
Romanzi, filosofia
politica, teatro, teatro.
Marx, Leone, Morricone
Kubrick, Eduardo.
La stanza accarezzata
da un raggio di sole
d’autunno. La stanza
dove non studierà più
dove non dormirà più.
La stanza come l’ha lasciata
così pulita, ordinata.

From the river to the sea

Di Yael Merlini
supponiamo
di essere dei bravi ragazzi

che i nostri media siano obiettivi
di non essere familisti

di avere un esercito morale
e nessun piano di dislocazione

supponiamo
non ci sia occupazione

Friburgo

di Alberto Comparini
Fuggivo da me stesso quando parlavo in inglese e tedesco
il dottore ti voleva chiamare sindrome dolorosa regionale
ero una distrofia simpatico riflessa poi cronica complessa
mi aveva diagnosticato la ricerca di questo campo di senso
siamo vestiti di carne e parole ricordi ne scrutavi le forme

Poesia, dhamma e errore

di Giovanni Cianchini
La questione è ben nota e ampiamente trattata, ma ogni volta si ripresenta come un problema, credo, personale: come parlare oggi delle macerie, delle specie in fila per la minestra, di quell’incerto territorio di confine tra le ragioni individuali e collettive, del senso di perdita di terra e di patria che incrocia aggrediti e aggressori? […] qui interviene ancora Fortini: “nega l’eterna lirica pietà/ mi dico, la fantastica separazione/ del senso del vero dal vero/ delle domande sul mondo dal mondo” (6). Si potrebbe dire che è giusto chiamare le cose con il loro nome. Ma qual è il loro nome?

Per I Tolki di Ida Travi

di Daniele Barbieri
La parola, quella che caratterizza i Tolki, quella che li fa essere, secondo la intrigante espressione lacaniana, dei parlêtre, non è la parola della poesia, e nemmeno quella della letteratura in genere: è scritta, ma suona come parlata; è pensata, ma suona come spontanea, presente, non meditata; sulla pagina è muta, ma ha ugualmente tono, suono, intonazione. È per questo che questi versi si possono permettere di usare parole ormai difficilissime in poesia: luna, vento, cuore, fiore…

La prima notte al mondo

di Luigi Finucci
Tutto il senso si racchiude
in una stanza di ospedale.
Il nascituro numero due
del venti aprile duemilasedici
non proviene dalla matematica.

L’unico comandamento a cui
appellarsi, è che l’uomo
assomigli ad un fiore.

instamatic

di Mia Lecomte
Cerco con angoscia la risposta sulla faccia di questi due. Un uomo e una donna, a una prima occhiata totalmente sconosciuti. Me l’avranno mandata personalmente, la fotografia? Insieme, o uno solo di loro? Il fatto di non riconoscerli subito mi inquieta. Ma il peggio sta alle loro spalle: posano davanti alla casa dove sono nata e ho trascorso parte dell’infanzia. Casa mia, la prima.

Materiali per un report (racconto di Palermo)

di Andrea Accardi
[...] Di certo l’estraneo conosce quel senso di disperazione che ti prende verso sera, quando il buio arriva da ogni lato e l’amore non può più proteggerti. Quando pensi alle case e agli appartamenti degli altri, davanti a una fotocopiatrice o ai limiti di un bosco. Eppure dobbiamo guardare senza angoscia l’incubo di cui siamo fatti

Lettera all’indirizzo degli uccelli

Carmen Naranjo è figura centrale nella storia letteraria costaricana. Scrittrice, diplomatica e attivista [...] ha affondato la penna nella realtà, con rara capacità di suscitare stupore, empatia e compassione nei confronti dell’essere umano, restituendoci la fotografia interiore di un continente così grande da sembrare inconciliabile, così piccolo da sembrare un’isola.” (dall’introduzione). Lettera all’indirizzo degli uccelli è la prima opera di Carmen Naranjo pubblicata in Italia.
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