ornella tajani

314 articoli scritti
Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di studi di traduzione e di letteratura francese del XX secolo. È autrice dei libri Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021). Ha tradotto, fra vari autori, le Opere di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato i volumi: Il battello ebbro (Mucchi, 2019); L'aquila a due teste di Jean Cocteau (Marchese 2011 - premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012); Tiresia di Marcel Jouhandeau (Marchese 2013). Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.

Incendiare il buio

di Valeria Nicoletti
“Tomber aux oubliettes” è l’espressione francese che si usa per dire “cadere nel dimenticatoio” o “finire nell’oblio”, una perifrasi dal suono grazioso, quasi da filastrocca per bambini, tra le prime che riesco a memorizzare in quella che per me è stata l’avventurosa conoscenza della lingua francese

“Vide sanitaire” di François Durif: un estratto in traduzione

di François Durif
Tra i vari foglietti che ho conservato degli anni alle pompe funebri ci sono alcuni appunti datati 16 ottobre 2006. Brandelli di frasi scritte velocemente con la penna a sfera. Ricordo bene il volto della donna che mi ha affidato questi pensieri colti al volo. I suoi occhi azzurri, pallidissimi

Un’estate con Manzoni #L’immaginario (Ghost Track)

di Marco Viscardi
Secondo Giorgio Manganelli, Manzoni era il solo scrittore italiano paragonabile ai russi. Ed è vero, c’è tanta aria di famiglia con Dostoevskij, ma anche con altri creatori di mondi (...). In questi romanzieri, come in Manzoni, si sente il respiro del mondo, e il mondo non è un animale addomesticabile.

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di Letizia Imola
"D’altronde, che noi occupiamo un posto in continua crescita nel Tempo, tutti lo sentono, e questa universalità non poteva non rallegrarmi poiché era la verità, la verità sospettata da ciascuno, che io dovevo sforzarmi di chiarire"

Un’estate con Manzoni #5 — Tutta la vita

di Marco Viscardi
Qui le nozze sono l’inizio di una nuova vicenda, il narratore mago libera i suoi personaggi, ma quel mondo ci resta dentro, se l’abbiamo attraversato. E in quel mondo si rispecchiano la consolazione e la paura, la speranza e il disinganno di questo mondo qua. Il romanzo non finisce, e neppure la vita

Gruyaert a Parigi: il miracolo del colore

di Ornella Tajani
"Il colore è un modo di scolpire ciò che vedo. Il colore non serve a mostrare un soggetto o la scena che sto fotografando, è un valore in sé. È l’emozione stessa della fotografia".

Un’estate con Manzoni #4 — Le relazioni

di Marco Viscardi
"Cammina, cammina", come nelle favole notturne, quando i personaggi bambini si perdono nel bosco e non sanno trovare la via del ritorno. "Cammina, cammina" è un punto di vista in movimento: ad ogni passo, il mondo si fa e disfa sotto gli occhi del protagonista che, come noi, non sa nulla di quello che ha davanti.

Un’estate con Manzoni #3 — Il corpo

di Marco Viscardi
Il corpo è il campo di battaglia del romanzo. Tutto inizia dalla scommessa di don Rodrigo e del cugino Attilio sul corpo di Lucia. Il potere feudale è basato sul possesso: delle terre, delle anime, dei corpi.

Un’estate con Manzoni #2 — La Storia

di Marco Viscardi
Non so se è mai stato detto, ma mi pare che si potrebbe dare il nome di “classico” ai testi in base alla luce della verità di cui sono portatori. Più un testo è saturo di verità, più investe il lettore con improvvise, subitanee, rivelazioni, più allora è un classico e merita di essere tramandato e studiato
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