Franco Arminio
Non c’è via d’uscita
da nessuna parte.
il reale è un muro di cemento
l’irreale è un muro di piombo.
così è adesso
nella prigione del mondo.
Pasquale Vitagliano
Getto...
Lettera segreta
di
Pasquale Vitagliano
Il 1804 fu un anno importante. A Milano tutti stanno aspettando l’arrivo del nuovo imperatore, di quel piccolo cesare che ha cambiato...
"dico, basta pensare di essere immortali,
diceva, anche se sappiamo benissimo che non è"
Felice Piemontese
"Ti hanno licenziato e allora? La libertà non è un cappotto,...
di Pasquale Vitagliano A questo punto, quello che l’autore ci propone è di azzerare col mezzo della parola. Resettare il peso semantico e il frastuono verbale con la poesia. Emulare il silenzio con l’armonia musicale della scrittura. Credo che ci sia riuscito proprio grazie alla sua vocazione musicale.
di Pasquale Vitagliano Svevo, Joyce: un’amicizia geniale è il racconto di questa relazione. Enrico Terrinoni ricostruisce l’inedita amicizia tra questi due “mostri” della Letteratura del Novecento.
di Salvador Gargiulo e Gonzalo Monterroso Contrariamente ad altre geografie più accomodanti, dove il semplice fatto di gettare un seme viene ricompensato nella primavera dell’anno seguente, in molte delle nostre isole questo patto non viene osservato. Ricoveri di uccelli e di lupi, aperte alle inondazioni, scoscese, circolari, sterili, desertiche. Tutti aggettivi che sembrano escludere l’essere umano, allontanarlo con tutti i mezzi di cui si avvale la natura.
di Pasquale Vitagliano La parte più intensa del libro di Morando, però, s’incentra su quello che viene definito il “perdono tradito”. Sì, Francesca Mambro poté uscire prima dal carcere grazie alla lettera di perdono che Anna Di Vittorio e Gian Carlo Calidori (nell’esplosione aveva perso un amico)
di Pasquale Vitagliano Ecco, che ci rendiamo conto che la Questione Meridionale, tutt’altro che risolta, pesa ancora; che, d’altra parte, non è mai esistito un Sud abbarbicato sulla propria identità e chiuso in uno lamentoso provincialismo.
di Mauro Baldrati Magrelli non fa sconti. Il suo ritratto non ha reticenze, come invece si è tratteggiato negli anni, forse per una forma di pudore verso quel nazista antisemita esaltato che è stato.