Gaia Ginevra Giorgi: “di una specie che ho tradito”
Ospito qui alcuni estratti del libro L’animale nella fossa di Gaia Ginevra Giorgi, pubblicato da Miraggi Edizioni.
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il mio mestiere ha a che fare con il silenzio
– con il dolore elementare raccolto nelle stanze:
ascoltare l’acqua che gonfia la terra, la luce
che filtra, misurare a lunghi sonni le radure
saper battere in ritirata. scavarmi
un buco nello sterno
ritrovare i fili che mi portano
le radici che mi tengono
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con questa terra a lungo
sono stata in aperto dialogo:
mi sono abbeverata alla fonte
della sua luce rigorosa,
roccia bianca e schianto d’onda,
sentiero acceso,
esuberanza e poi rovina.
sono figlia di queste grazie
rispondo a leggi organiche,
qui ho imparato a stare. essere oggi
senza te e tuttavia respirare
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coltivo il bianco – a perdere bianco
giardino della mia memoria
così simile al vuoto, ma più leggero
dell’alabastro più bianco
per combattere la levità
ho il peso delle tue ossa
dei tuoi denti e dei tuoi nervi tutti
– ripenso spesso al tuo piccolo femore
che un carro con grandi ruote aveva spezzato
quand’eri bambina
come a segnarti sulla pelle un destino
so riprodurre tutti gli attacchi di panico
che nelle piazze troppo affollate ti assalivano
– li affronto uno a uno
ma ogni mia battaglia sale a fissare il bianco
dei tuoi passi lievi
della tua risata selvatica
di ragazza
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mi hanno generata in autunno inoltrato
all’interno di una specie che ho tradito
sono evasa, mi sono messa qui di lato
sospesa abbandonata su un fianco
sono venuta al mondo per piantare in asso
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cosa diciamo quando diciamo latte
– che parola elementare, la sanno dire tutte
quando diciamo mulino diciamo casa
tra il costone e la conca che si svuota
verso il mare. tutto è vetro, pietra,
legno e carta. le prime ore del giorno
sono stabilite da luce a perdere
che scopre le nervature della terra,
poi i corpi si mischiano in azzurro
novembrino e ombre nuove:
eucalyptus, mimosas e ulivi
derive tra i rovi e le frane
xilù: per dire argentino cangiante
lucente per dare i nomi alle cose piccole
per trasecolare