I quattro cantoni
A fine settembre è nata a Losanna l’Associazione Hétérographe, con lo scopo di lanciare una nuova rivista letteraria Hétérographe, revue suisse de homolittératures ou pas. Un semestrale il cui primo numero è previsto nell’aprile 2009 che vuole suscitare e mantenere vivo l’interesse per la letteratura lesbica, gay, bisessuale, trans e inter (LGBTQI), proporre testi letterari di qualità e fomentare un dibattito aperto e libero sul rapporto tra corpo, letteratura e identità sessuali. Non sarà una pubblicazione universitaria, né un periodico indirizzato unicamente alla comunità omosessuale, quanto piuttosto uno spazio di dibattito e dialogo, un luogo utopico in cui militare (grazie alla letteratura) per un’apertura delle identità di genere e per la destabilizzazione delle certezze che abbiamo ereditato. La rivista, pubblicata in francese, sarà disponibile su abbonamento o in libreria (edita dalle Editions d’en bas), ma è possibile sin d’ora sostenerla attivamente, aderendo all’Associazione. La tassa annuale di 40 FrS. (35 Euro per l’estero): comprende l’abbonamento e la possibilità di partecipare alle assemblee generali. È un modo concreto per dimostrare che il progetto ha un suo pubblico e una rete di sostegno a livello svizzero e internazionale. Il sito internet www.heterographe.com offre ulteriori informazioni e un primo , assaggio, dei contenuti della rivista, con un inedito conturbante del poeta svizzero Philippe Rahmy. Per sostenere questa nuova iniziativa, basta inviare una mail, con il proprio indirizzo, a adhesion@heterographe.com. Per informazioni, domande o proposte di testi e articoli, scrivete a info@heterographe.com.
In realtà non conosco la letteratura LGBTQI .
E’ valida più di quella eterosessuale?
Se riesco a capire la differenza tra letteratura erotica ed altre non riesco bene a interpretare questa ulteriore divisione.
Proverò a leggere qualcosa.
Grazie per l’informazione.
Dario
ITALY ITALIA
Blog Satira Politica
Benissimo. Mi informo presso della mia libreria, spearndo non avere problema per ordinare, non è facile a Amiens, quando cerco una rivista o un libro. L’argomento mi piace, perché non conosco la letteratura lesbica e gay. So che a Lille c’è una libreria specialisata.
Grazie di avere pensato alla versione francese.
Sono andato a curiosare sul sito loro: per ora è abbastanza vago ma promettente. Più che di letteratura gay, mis embra si parli di letteratura, buona letteratura con tante domande (cos’è un uomo cos’è una donna cos’è un omo cos’è un trans — o meglio cosa vuol dire essere e dove e perché si mettono i limiti). Bella l’idea di dibattere sul rapporto tra corpo e letteratura. Unico cruccio, la rivista non c’è ancora, parlano della primavera 2009…
Non capisco il titolo: quattro cantoni in che senso?
Manu: quattro cantoni perché LGBT indica le quattro angolature del mondo gay. E poi perché l’iniziativa è svizzera…
Dario – Italy
trovi le risposte alla tua domanda qui
http://www.heterographe.com/principesquestionnementsbuts.html
io ho pensato al gioco dei 4, cantoni, con la I(nter) In mezzo, che scompagina il quadrato, chiunque fa quadrato.
tipo una linea di fuga dal pattern delle 4 mura, della chambre à elle (à il, à on).
però que viva la bottiglia di vino e/o per gli astemi un mezzo qualsiasi di scambIO, di trans-I-to:somewhere, anche nell’immobilità dell’osso di vetro.
aspettiamo anche che i senegalesi i bidelli i manager i frustrati i sottopagati gli imperialisti abbiano la loro rivista o il loro film festival.
categorie di mercato prima ancora che culture.
la cultura non dovrebbe essere divisibile inquadrabile e men che meno settaria o propugnatrice di solo alcune o alcuni..
contrario da sempre a queste pratiche che a mio avviso sono una sottocategoria indotta del bisogno di rappresentanza e dell'”io valgo” assolutamente e grettamente pubblicitario e/o commerciale.
rifiuto totale, di principio, non sulle cose che verranno pubblicate.
non esiste una letteratura gay o lesbo forse alla fnac esiste un reparto ma la letteratura così come la cultura non sono oggetti per le dispense o le etichette o le discriminaizoni sessuali etniche sociali economiche.
Caro Franco, cosa vuol dire la I di Inter?
Grazie Franco per i quattro cantoni e scusa l’ignoranza! In effetti, le etichette possono essere un modo di fare marketing, perché separare tutto in sottogruppi? Sul sito però mi pare di trovare tante domande (purtroppo in francese, accidenti) e allora ben venga anche una voce diversa, è anche un modo per “prendere” la letteratura da un verso magari limitativo per aprire ancora più i nostri orizzonti. Come dire, dal particolare all’universale, è poi sempre stato così in letteratura no?
Anna: la “i” di inter indica coloro che sono in transito: M a F e F a M.
In effetti sulla sigla lgbt agiscono oggi nell’Europa continentale due spinte contrapposte. La prima tende ad aggiungere a lgbt anche Q e I (appunto: Queer e Inter), mentre la seconda vorrebbe che – come nel mondo anglosassone – si parlasse di gay community punto e basta, per indicare tutti coloro che si collocano al di fuori del sistema eteropatriarcale (inclusi molti dalla preferenze sessuali etero).
Nel romanzo-saggio ZAMEL che sto chiudendo in questi giorni, proprio di questo mi occupo.
@In pillole: sono andato anch’io,come suggerito da Buffoni,a curiosare sul sito di Heterographe,ed effettivamente,pur trattandosi di anteprime,assaggi, si trovano non risposte,ma domande che ci si dovrebbe prima o poi porre un po’ tutti ,così, In pillole, se vai a vederti la rubrica “orientations”. O il primo inedito (“Premier texte inédit”) di Philippe Rahmy, “Solitude publique”, più che una risposta,una conferma di quanto la sessualità sia e si riveli sempre più nella sua natura proteiforme (un po’ come per Welleck lo è la letteratura),da qui,la ricerca di una identità necessaria,che non è né ghetto né consorteria.Grazie Franco per questa primizia.
Caro Franco,ovviamente sono molto contento e curioso alla notizia che,assieme a Roma,stai lavorando a un testo narrativo.Mi piace questo tuo doppio registro, da contraltare e completamento.Buon lavoro.
Manu: sì, è sempre stato così in letteratura.
Manuel: in questo paese narcotizzato dal clerico-fascismo non ci si vuole rendere conto che il mondo civile sta affrontando una vera e propria trasformazione antropologica su questi temi.