Mustafa Malimbo
di Antonio Sparzani
In tutte le prime notizie della davvero tragica e ingiusta uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, vengono doverosamente forniti i nomi e qualche particolare della vita dell’ambasciatore e del carabiniere che gli faceva da scorta, ma, per primo, veniva ucciso “l’autista della jeep” sulla quale essi viaggiavano. Né radio né giornali ne fornivano il nome, era “l’autista”, presumibilmente non italiano, che importa il nome, chi lascia, chi piangerà la sua ingiusta morte, che tipo era, non importa, non fa notizia. Stamani sono riuscito leggendo accuratamente la cronaca su qualche giornale, a saperne il nome, Mustafa Malimbo, era congolese forse, ma non si dice. Ci sono le persone di serie B, o anche C, eccetera.
Bravo.
Antonello, grazie.
Un suggerimento invece per capire meglio i fatti accaduti: per chi ha Netflix, guardare Virunga, il documentario che parla del retroscena che sta dietro questi fatti. Non solo un bellissimo e struggente documentario (sulla tragica deriva verso l’estinzione dei gorilla di montagna e del parco del Virunga) ma anche la storia che lega i paesi stranieri al Congo e gli interessi che vi sono di mezzo. La guerra, le armi da fuoco, l’Europa.
finalmente qualche parola su Mustapha arriva oggi sui giornali: https://www.corriere.it/esteri/21_febbraio_23/congo-mustapha-che-sognava-nord-kivu-senza-sangue-fe93a264-7612-11eb-918d-2dae8bc7aa6a.shtml
Sai Antonello, anch’io o colto la stessa cosa.
Si dimenticano le figure che dal back stage collaborano con noi se non addirittura ci coprono le spalle, rischiando per conto nostro. Se poi, come nel nostro caso fan parte della popolazione locale (neri, gialli, rossi,… bianchi) la cosa non fa notizia. Vengono dimenticati, sono considerati numeri, se non addirittura considerati complici dei “colored” loro compatrioti.