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Slotta Continua

L’estratto che propongo fa parte di un’opera davvero unica. Ecco perché questa mia nota vorrei che fosse percepita come un appello agli editori. Per contattare l’autrice basterà scrivermi a quest’indirizzo communistedandy@gmail.com
Astenersi perditempo e giocatori d’azzardo.
effeffe

Italiaswing
di
Anna Giuba

Com’è cominciata la cattiva strada. Mumblemumble, oggi che mi sento carica come un ovetto kinder salta fuori tutta la gran cambogia del mio presente. Il futuro, non oso neppure immaginarlo, e il passato, meglio lasciarlo perdere. Rimane il presente, e i vari nonnetti spennati di un sangueuro che mi lascio alle spalle ogni giorno.

VERGOGNA

urla il censore superomistico che alberga nel mio emisfero destro. E chi cazzo lo sa più che cos’è la vergogna? Dignità e vergogna, parole vuotissime, fonemi puri in questo sole di maggio mentre mi affretto con il sangueuro in mano verso la mia slotmachine preferita. Atto impuro atto impuro, non commettere atti impuri. Me lo ha già detto chiaro e tondo il buttafuori del casinò.

Come ti chiami?
Italia.
Italia?
Italia.
Allora Italia, ricordatelo bene. Qui dentro non si chiedono soldi, hai capito? Non fartelo dire una seconda volta.

Abbasso la testa e penso Ma che cazzo vuole questo, vaglielo a raccontare cosa succede alla scimmia quando finisci i soldi e l’adrenalina non vuole smettere di ballare il tango nelle vene.
Che poi il buttafuori non è neppure un cattivo ragazzo, è un b u t t a f u o r i e il suo mestiere è proprio quello di buttarmi fuori, me, Italia! dal suo locale.Non avrei voluto chiedere due sangueuri al marocchino che giocava alla slot della messicana con le tettone grandissime. Non avrei voluto farlo, ma aveva una faccia simpatica ed io ero appena stata mollata sul più bello prima di un bonus quasi certo. Finito, basta, terminato. L’ultima moneta è scivolata via implacabile ingoiata con uno slong! da stomaco metallico. Io lì, rimasta di fronte alla mia slot preferita, con le ruote che non giravano più. Neppure le mie. In compenso mi era rimasto dentro un gran rullare di balle. Mi giravano.
Allora vedo Samir. Samir bazzica i portici accanto alla stazione e una volta mi ha proposto una scopata per cinquanta euri. Allora cazzo, questa cinquantenne signora rompitiilcollosignora!, ha ancora una figa di un certo valore, ho pensato con quel minimo di soddisfazione che dà la certezza di essere ancora desiderata. Siamo donne, oltre la scimmia c’è di più.
Samir, dicevo. Samir è un bel ragazzo, occhi neri di velluto da mille e tre notti. Sorriso aperto da tè nel deserto. Samir, che probabilmente c’ha il cazzo più bello di un’aurora boreale. Grazie, Samir, gli ho detto. Sono lusingata ma niet. E tutto finisce in gloria con una bella stretta di mano. È stato allora che gli ho chiesto, così in amicizia, i due sangueuri. Quando uno ti chiede di scopare si crea, diciamo, una certa complicità. Intendevo sfruttare proprio quella, avrei anche ballato la mazurka per quei due sangueuri, lì, sulla moquette pretenziosa e amaranto del casinò. Tutto pur di non lasciarmi sfuggire il bonus che ero sicura era lì in agguato.
Arriva il buttafuori comecavolosichiama, ce l’avranno pure un nome i buttafuori, e mi fa su tutta quella manfrina per i due sangueuri chiesti a Samir.
Se poi io, Italia, me medesima, spenno il nonnetto di turno appena fuori del suo locale, questo non gli interessa, la strada è di tutti.

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14 Commenti

  1. Bello. Molto. Mi piacerebbe leggerlo tutto subito, quindi spero che Anna Giuba trovi un editore.

  2. tante affinità con Brooklyn senza madre,di Jonathan Lethem.Se esiste ancora una casa editrice statale tipo quella che pubblicava moda o king,ERI mi pare,dovrebbe preoccuparsi di offrirsi volontaria per editarla(almeno a parziale compensazione del fatto che sui cervelli bruciati dal gioco lo stato ci campa, responsabilmente)

    http://www.youtube.com/watch?v=XhDJZm_HyXY

    • Ho scritto Italiaswing responsabilmente. Per demistificare il denaro, non per inneggiare al gioco. Ho voluto sputare sul vitello d’oro, frantumarne questa odiosa fissità di icona del nostro tempo. Spero di esserci riuscita. Questo romanzo, che è brevissimo, è semmai un inno per l’umanizzazione di ciò che apparentemente non lo è. Grazie Diamonds e Francesca

  3. Gentile Anna Giuba,
    la tua “demistificazione” la dare negli occhi delle tante persone, vicine e lontane, che muoiono d’affogamento da video-poker.
    Complimenti, oltre al contenuto, anche la tua concitata scrittura mi piace.

    b!

    Nunzio Festa

    • Grazie Nunzio, per me questa è una bellissima occasione di confronto, vista la grande solitudine in cui lavoro. Il gioco d’azzardo in questo paese è ormai un grande fenomeno sociale, per cui, è stato semplice cavalcare l’onda.

  4. Appello agli editori? Ma è un’ironia? Per questa “cosa”?
    Ragazzi, un consiglio: uscite più di casa.

  5. ti srotola sugli occhi come una slot che non vorresti finisse di girare se non per fermarsi in quel punto…bello e incalzante…anche a me piacerebbe leggerlo tutto…fino all’ultimo “slong”…
    Complimenti a Anna Giuba.

    mm

    • Ciao Maurizio, grazie! Spero tu possa leggerlo prestissimo. È diviso in due parti, Italiaswing ed Italiablues, con ovvi rimandi musicali… sincopati. A presto.

  6. FDD scrive
    Appello agli editori? Ma è un’ironia? Per questa “cosa”?
    Ragazzi, un consiglio: uscite più di casa

    @Anna
    è il buttafuori, t’ha sgamato e mo rivuole i due sangueuri

    effeffe

  7. Bello Anna!
    Mi piace, molto “personalizzato” e intimo anche se la signora Italia pare un’immagine astratta della nostra società in declino.
    Io amo lo stile negli scrittori, e ancor di più amo essere felicemente sorpreso come in questo caso.
    Un solo dubbio… ma le due notti in più alle mille e una… è un desiderio di Italia che non nasconde a se stessa la voglia di tornare a sudare piacere come in gioventù o la volontà di unire il mito della resurrezione alla mitologia araba? ^_^ Klaus

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Sono musicista, quando si studia un brano si considera che anche il silenzio, la pausa sia musica. Compositori come Beethoven ne hanno fatto uso per sorprendere, catturare, ritardare le emozioni del pubblico, il silenzio parte della bellezza. Il silenzio qui però non è la bellezza. Il silenzio che c’è qui, da più di dieci mesi, è anti musicale, è solo vuoto.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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