Una campagna per “Stilos”
di Giulio Mozzi
Stilos è un settimanale di informazione libraria e letteraria. E’ curato da Gianni Bonina ed esce, da qualche anno, come supplemento del martedì del quotidiano La Sicilia di Catania.
Un paio d’anni fa Stilos era a colori, come il resto del giornale. Poi è passato al bianco e nero su carta giallina. Un paio d’anni fa Stilos aveva otto o dodici pagine. Ultimamente ne ha spesso sei, talvolta quattro.
Il lavoro di Gianni Bonina a me sembra assai buono. Ho accettato di collaborare (gratuitamente) a Stilos, poco più di un anno fa, perché mi pareva una bella pubblicazione, e ci tirava un’aria fresca.
Se Stilos chiudesse, sarebbe davvero un peccato.
Domenico Cacopardo e Salvatore Ferlita hanno scritta una lettera aperta a Mario Ciancio Sanfilippo, editore e direttore del quotidiano La Sicilia. Se conoscete Stilos e avete piacere che continui le pubblicazioni con serenità e con un adeguato numero di pagine, vi invito a copiare la lettera aperta che riporto qui sotto e a spedirla all’indirizzo: segreteria@lasicilia.it, specificando nell’oggetto: “All’attenzione del direttore Mario Ciancio Sanfilippo”. Eventualmente potete rendere più visibile la vostra adesione depositando anche un “commento” qui sotto (sapete come si fa: si va agli “Archivi per mese”, si tira giù il mese di aprile intero, si cerca l’articolo, e si trova il modo di commentare).
Nella continuazione di questo post trovate una lista di persone che hanno già sottoscritta la lettera di Cadopardo e Ferlita (tra queste, un paio di Indiani); nel mio diario terrò una lista aggiornata.
Al dottor Mario Ciancio Sanfilippo, Direttore ed editore de La Sicilia, Catania
L’ulteriore ridursi della foliazione di Stilos, il settimanale culturale de La Sicilia, ci induce a fare appello a lei che ne è l’editore per manifestarle lo sconcerto che la decisione provoca.
Infatti Stilos, al pari di Tuttolibri de La Stampa e del domenicale del Sole-24Ore, rappresenta uno dei pochi riferimenti per coloro che amano la cultura e vogliono conoscere i suoi sviluppi, le sue tendenze, le sue novità.
E Stilos è l’unico settimanale del genere nel Sud d’Italia e svolge il proprio compito avendo attenzione non al solo Sud o alla Sicilia, ma al paese e al panorama internazionale.
Insomma è uno dei pochi strumenti a disposizione di chi abbia interessi più ampi della semplice cronaca politica o nera.
Ora il ridursi della foliazione renderà ancora più difficile il lavoro di informazione e di documentazione, invitando i ‘clienti’ di Stilos a rivolgersi altrove, là dove l’inserto culturale non trova ridimensionamenti, ma sostegni e promozioni.
Le chiediamo, perciò, di intervenire perché Stilos sia subito restituito al suo normale formato, evitando che perda funzione e peso e, come sempre accade in questi casi, lettori.
Orgogliosamente La Sicilia deve continuare a sostenere il suo settimanale di cultura, come specifica e singolare espressione della permanente vivacità intellettuale di Catania e dell’isola in generale.
Domenico Cacopardo
Salvatore Ferlita
Andrea Carraro (scrittore, Roma)
Marcello D’Alessandra (insegnante, San Giuliano Milanese)
Nino De Vita (scrittore, Marsala)
Mario Fusco (Università di Parigi)
Daniela Marcheschi (Università di Perugia)
Massimo Sestili (insegnante e saggista, Perugia)
Giuseppe Traina (Università di Catania)
Dario Voltolini (scrittore, Torino)
Carmine Abate (scrittore, Bresenello)
Giovanni Maccari (critico letterario, Firenze)
Santo Piazzese (scrittore, Palermo)
Pietro Milone (saggista, Roma)
Lucio Klobas (scrittore, Bergamo)
Luigi Grazioli (scrittore e direttore di “Nuova Prosa”, Bergamo)
Domenico Scarpa (Università di Napoli “L’Orientale”).
Renato Nisticò (saggista, Pisa).
Mauro Mirci (blogger, Sicilia)
Tiziano Scarpa (narratore, critico, Milano)
Silvio Perrella (critico, Napoli)
Romano Luperini (docente di letteratura)
Cristina Bottegal (Padova),
Paola Borgonovo (redattrice editoriale, Milano)
Sara Marson (Napoli)
Marcello Fois (narratore, Bologna)
Annarita Briganti
Giuseppe Iannozzi (Kinglear)
Livio Romano (narratore, Nardò)
Pamela Canali (Roma)
Rossano Astremo (Vertigine)
Stefano Massari
Remo Bassini (giornalista, Vercelli)
Marco Candida (Tortona)
Roberto Tossani (business writer, Valdobbiadene, Tv)
Fabrizio Corselli (scrittore, saggista)
[Questo post è uscito quasi identico in Macchianera]
Fatto, anche se la mia protesta avrà pochissimo rilievo: a parte il mio basso peso specifico, ci scrivo da un po’, il che farà pensare che mi preoccupo del destino dei miei scartafacci.
Da tempo dicevo a chiunque mi capitava: è una cosa incredibile che su un giornale di provincia ci siano praticamente tutti, non sembra vero.
Infatti.
Aderito, adirato.
G.
Fatto.
fatto. (anche se io con i giornali ci incarto i mazzi di insalata.)
Fatto. Cos’è esattamente un business writer?
Fatto. E da buon discepolo del mio magister mi chiedo a mia volta:«Cos’è esattamente un business writer?»
Curioso come questa cosa del “business writer” sia saltata agli occhi di più d’uno. Anche a me ha colpito. E nemmeno io so cos’è. Forse uno scrittore che scrive per far soldi?
Fatto. Ciancio è un nome o un cognome?
Inviato.
Business writer è chi lavora con il complesso delle scritture professionali, ovvero con tutte quelle forme di scrittura proprie della comunicazione aziendale, dal comunicato stampa al report, dai cosiddetti case studies alle lettere commerciali, dalla scrittura per il web all’organizzazione delle slides per illustrare un progetto. Sempre più frequente è la richiesta, da parte delle aziende, di tecnici del business writing. Le aziende propongono infatti ai propri impiegati corsi brevi nei quali far passare tecniche di scrittura per la redazione di conferme d’ordine, reclami, solleciti e così via (dipende dalla tipologia dell’azienda e dalle sue esigenze). Il risultato è spesso un’ulteriore standardizzazione di forme di scrittura già in sé standardizzate.
Sull’argomento si può leggere Business Writing. Scrivere nell’era di internet, di Alessandro Lucchini (Sperling&Kupfer) oppure si può consultare il sito http://www.mestierediscrivere.com, gestito da Luisa Carrada, penso il più ricco di informazioni su questi temi.
Ciao a tutti,
giorgio
Grazie, Giorgio, perfetto!
Sospettavamo tutti che fosse un banale pubblicitario, definito forse con una di quelle forme eufemistiche tipo operatore ecologico = spazzino. Invece è una figura professionale più nuova.
Così adesso nella lista oltre a un bugiardo abbiamo pure un business writer.
A me sta più simpatico il business writer, così, a pelle.
Sempre meglio del “content”. Me lo figuro sempre in giro per l’azienda, contentissimo, a diffondere contentezza.
Fra parentesi, Raul, chi sarebbe il bugiardo?
g.
Fatto. cioè, adesso lo faccio. Viva il Sud!!!
Posto anche qui, oltre che sul diario di Mozzi
La Sicilia è il giornale più massone ed ambiguo della Trinacria tutta. Mi spiace che un tipo come Ciancio riesca a far lavorare per sè gratuitamente fior di intellettuali, salvo poi liberarsene quando non gli fa più comodo. Spiace, ma sono ingenui quelli che hanno accettato di legare il loro nome, in qualsiasi modo, a un giornale del genere, questo a parte qualsiasi giudizio sui contenuti di Stilos-.
Non c’era ragione di offrire maschere a chi in Sicilia da anni si occupa con piglio e coppola ben riconoscibili a risolvere faccende ben più intricate ed inquietanti di qualche recensione.
Non firmerò, e avrebbero fatto meglio e non farlo anche gli altri e ancor meglio avrebbe fatto Mozzi a informarsi più a fondo del giornale con cui aveva accettato di collaborare gratuitamente. L’elenco delle pubblicazioni a diffusione regionale, coraggiose e limpide, a cui la sua collaborazione sarebbe utilissima è lunga. Non gli resta che traslocare in luoghi più degni della Sicilia…
Toxic_verse
Caro toxic_verse, è un peccato che tu non voglia firmare. Abbiamo già un business writer (che, ripeto, mi sta simpatico proprio a priori), un bugiardo (vedi sotto, commenti a La puttana in carrozza; il mio Biondillo lo sa benissimo, ma è maligno come una scimmia!), sarebbe stato meraviglioso avere anche un toxic_verse. Perché tu ti saresti firmato appunto toxic_verse, dico bene?
Parlando seriamente, guarda che non sottovaluto i rischi che si corrono a fare certe denunce. Non mi piacciono i giornalisti del nord che calano in certe realtà, inseguono la gente nei vicoli, suonano ai citofoni e poi concludono, sarcastici: “Come al solito qui nessuno sa niente, nessuno vuole parlare”. Dopodiché saltano sul primo treno, si attaccano al cellulare e tornano a casa.
Mi limito a farti notare:
1. Che è stravagantissimo e decisamente comico che tu dica “non firmerò” e poi posti il commento con quel nome.
2. Che non mi sembra che nessuno qui abbia offerto maschere a chicchessia. Non so se La Sicilia sia un giornale mafioso: confesso la mia ignoranza sullo specifico. Quando mi arriva il numero che contiene Stilos do un’occhiata al giornale. Non mi sembra una pubblicazione di sinistra, ma non sono riuscito a trovarci connotazioni mafiose. Ammetto senz’altro la superficialità dell’esame e sono pronto a ricredermi se hai qualcosa di consistente da dirci al riguardo.
3. Mandaci tu l’elenco delle “coraggiose pubblicazioni” che abbiano aperto negli ultimi anni uno spazio culturale paragonabile a Stilos, e siamo tutti disposti a traslocare in massa, credo. Qui si è parlato di Stilos, mi sembra, cioè di un inserto letterario. Altrimenti, rimanendo in questo ordine di idee, si ricomincia con la solita tiritera che Scarpa e Nove non dovrebbero pubblicare per Einaudi perché Einaudi sta nel gruppo Mondadori: due passaggi, un salto carpiato ed eccoci dritti a dire che Scarpa e Nove offrono alibi culturali a Berlusconi; idem Moresco (e Scarpa pure) con Rizzoli, noto vecchio arnese di proprietà degli Agnelli, e così via.
Con questi discorsi non se ne esce. E’ molto più logico occupare i pochissimi spazi che si aprono qua e là, prima che lo facciano i mafiosi o i corrotti o i cretini.
Fatto. D’accordo con Raul, penso che Stilos faccia il suo lavoro e bene, indipendentemente dalle eventuali “derive” de “La Sicilia”. Sarebbe bene incoraggiare chi fa un lavoro così, non affossarlo. Ciao a tutti
Fatto. Aggiungerei che, se i contenuti di Stilos non sono criticabili, non ha senso privare la Sicilia di una pubblicazione valida, chiunque la pubblichi.
Solo una precisazione. Non mi fa piacere che Stilos chiuda. Mi limito a notare che non poteva andare che così, con un mentore come La Sicilia. E mi pare inutile firmare appelli a certa gente, solo per giustificare l’ingenuità proverbiale di tanti intellettuali (come diciamo noi) ‘continentali’. Che sugo c’è a protestare perchè il lupo è un lupo? Prima cosa pensavate che fosse, un can pastore?
Tutto qua. In bocca al Lupo, dunque
toxic
Ecco fatto. Speriamo che serva.
Statti bene e saluta tanto i tuoi per me.