tema astrale di Giovanni Papini in http://www.astrotheme.fr
Sospetto che Papini sia stato immeritatamente dimenticato
(Jorge Louis Borges, pref. a Giovanni Papini, Lo specchio che fugge, Parma-Milano, Franco Maria Ricci, 1975)
LA LUNA IN PESCI PUò INIZARE IL DELIRIO ASTROLOGICO, che era la mia pscoa nalisi da povera, da ragazza
povera in piene ideologie, ma mi divertivo molto
si può aprlare di Papini anche da qui, dal cielo natale perché no?
da ragazza alle medie mi proposero “Il muro dei gelsomini”, dopo tenni sempre la sua foto, tra le mie carte..avevo presentimenti
MPia Q
Ho una vecchia edizione del suo libro “Il diavolo”.
In realtà la concentrazione di pianeti in Toro, Vergine e Capricorno indica una prevalenza razionale. Irrazionalista per compensazione?
‘El amor es como el fuego, que si no se comunica se apaga.’
(Giovanni Papini)
io sono gemelli-ascendente scoprione luna pesci
è grave?
lo voglio anche io il quadro!
13-6-63 ore 16 mentre passava il corpus domini, giorno di S. Antonio ubiquo.
@Magda,
Non penso que sia grave: lo scoprione è un segno segreto, bello.
Sono cancro/ Leone e capra(astrologia cinese), non è grave, spero?
Anchi’o vorrei il quadro.
Chiedo il segno zodiacale di effeffe.
quello che Borges ha scritto di Papini è semplicemente vero… aggiungo un altro giudizio su di lui: “Conosco un solo vero anarchico, Giovanni Papini”
(Henry Miller, Tropico del Cancro – cit. a memoria)… Al confronto Prezzolini era un picclo borghese avaro e patetico…
però leggete il tema in questione e commentatelo dai che non conosco tutti i simboli.
E’ necessario leggere questa prefazione
di
Giovanni Papini
Questo non è un libro di buona fede. E’ un libro di passione e perciò d’ingiustizia – un libro ineguale, parziale, senza scrupoli, violento, contraddittorio, insolente come tutti i libri di quelli che amano e odiano e non si vergognano né dei loro amori né dei loro odi.
Posso permettermi questo cinismo intellettuale in quanto credo che il mio libro sia ciò che molti altri, più sapienti e più garbati, non sono: cioé un’opera di vita. Io non ho voluto fare né una storia della filosofia moderna néuna serie di saggi sui filosofi moderni. Il mio libro non ha l’intenzione né di informare i miei lettori di ciò che hanno pensato precisamente i filosofi di cui parlo né di fare dei commentari dotti o delle interpretazioni rigorose delle loro filosofie.
Questo libro è un pezzo, o un insieme di pezzi, di un’autobiografia intellettuale. (…)
E’ un libro, insomma il cui valore sarà segnato dal futuro (…)
A questo modo è venuto fuori un libro che è un massacro, un macello, una strage, un pubblico mattatoio. Mi son mostrato pieno di una volontà di uccidere, di annientare, di sbranare, di accoppare tale da far torcere tutti i musi dei legittimi mariti della storia seria, diligente e obiettiva.
So benissimo senza che me lo ripetano gli altri che tutta questa foga ha nociuto alla solidità del libro. Sarebbe stata necessaria una maggiore preparazione, una maggiore cautela, una maggiore freddezza. Il libro, forse, sarebbe riuscito più efficace. ma avrebbe perduto certo quell’odore di polvere e di giovinezza, quell’andatura un po’ spavalda e un po’ donquijotesca che io amo tanto con grande mio danno. (…)
per questo mi son deciso a farlo stampare e son certo che ad onta dei disdegnosi silenzi dei filosofi altolocati e delle smorfie degli studiosi seri, ci sarà qualche sconosciuto giovine amico che troverà in queste affrettate pagine delle gioie e dei sentieri.
Firenze, 21 settembre 1905
In Giovanni Papini, il crepuscolo dei filosofi, ed. Vallecchi
ps
je suis verseau
Verò
ascendent verseau
descendant verseau
aussi
effeffe
Di Papini mi parlò la prima volta l’arciprete di un piccolo paese della Presila, in Calabria. Avevo vent’anni, viaggiavo con un paio di libri di Borges nello zaino e l’incontro fu dovuto al fatto che mi ero messo al riparo dal sole sotto un albero, in una piazzetta grande quanto bastava per contenerlo tutto e cercavo di far trascorrere le ore e la sbornia presa la notte precedente. L’arciprete vide il mio “Altre inquisizioni” e si fermò per chiacchierare un poco, incuriosito; venne poi, chi sa come (pensai allora), fuori il nome di Papini e lui si dilungò in una vera e propria recensione della sua opera.
(Ecco compiuta la quotidiana madeleine del tempo proustiano…).
Capra e secondo il caldendario tibetano una pecora di legno ;-)
Anni fa lessi Un uomo finito, in un’edizione Vallecchi 1920, e mi catturò davvero quest’uomo che si strappava le carni e le dava in pasto al lettore. Mi piacque pure nel gesto paradossale, impossibile, di mostrare impudicamente, oscenamente, le proprie vergogne, dove questo gesto intimo era in realtà concepito esteticamente: come scriveva Cocteau, Je suis une mensonge qui dit toujours la verité.
Come disegno è carino,
i segni hanno pure le ombrette riportate,
magari Papini ci avrebbe dato un calcio,
o no?
MarioB.
Oui!
e così NI ha infine la sua trimurti:
PAPINI | MALAPARTE | SAVIANO
“Vi sono libri immeritatamente dimenticati: nessuno immeritatamente ricordato”, W. H. Auden, Saggi, Garzanti, Milano, 1968, L. 3000, tr. it. di Gabriella Fiori Andreini, prefaz. di Enzo Siciliano
Un anno fa ricorreva il 50° anniversario della morte di Giovanni Papini.
Il 15 aprile 2006 ricordavo qui il suo Un uomo finito:
Ho letto su Wikipedia il riassunto della vita di Giovanni Papini, a parte la sua passione per la letteratura, la sua solitudine, non mi sembra simpatico, non mi piace.
effeffe, non ho capito la citazione del sito di bovina propaganda astrologica http://www.astrotheme.fr, dove non ho trovato traccia di Papini, che mi sembra un personaggio con spessore tutto diverso. Ciao a.
mah… secondo una mia amica:
sole in capricorno ascendente toro: terra da vendere, troppa
mercurio in capricorno: difficoltà nell’essere capiti
venere in pesci: sensualità marcata sensibilità esagerata
marte in sagittario: tenacia
giove in ariete: intelligentiss ma poco realista
luna in toro: lato femminile sviluppato
urano in vergine: cambiamenti lenti e non amati
@ Valter B.
Sì tema apparentemente razionale, ma non il nettuno all’ascendente sconvolge ogni misura.
@ Veronique
Incredibile, ma abbiamo la medesima composizione astrologica: Cancro – Leone.
Mancava il ‘che’: il nettuno all’ascendente ‘che’ sconvolge ogni misura.
di Francesco Forlani Come ogni anno, con salti mortali e piccoli miracoli tra amici, fresco di stampa il nuovo Sud esiste, su supporto cartaceo in una tiratura limitata e disponibile gratuitamente in edizione digitale insieme all'intera serie a questo indirizzo.
di Francesco Forlani Da meno di un mese il romanzo manoscritto del Furlèn dedicato a Errico Malatesta, in parte nato proprio qui con il diario di Saragozza, è in giro. Una spedizione ambiziosa ma con cognizione di causa e di possibilità di scacco.
di Cristina Pasqua Sapendo di incorrere nelle ire di sua madre e del nonno, che quella casa l’aveva tirata su spezzandosi le reni, all’alba, prima di coricarsi, eliminava le tracce del suo passaggio con attenzione maniacale.
di Lucia D'Anna “Come da manuale” quando si suona in ensemble d’archi, prima di iniziare a produrre suoni, succedono una serie di piccole cose che di solito nessuno nota ma sono importanti. Si poggia l’arco sulle corde del proprio strumento, passa una frazione di secondo, poi si alza il proprio sguardo per incontrare quello di chi sta dirigendo.
di Lucia D'Anna Sono musicista, quando si studia un brano si considera che anche il silenzio, la pausa sia musica. Compositori come Beethoven ne hanno fatto uso per sorprendere, catturare, ritardare le emozioni del pubblico, il silenzio parte della bellezza. Il silenzio qui però non è la bellezza. Il silenzio che c’è qui, da più di dieci mesi, è anti musicale, è solo vuoto.
di Lucio Saviani Il mio dialogare con il pensiero di Carla Stroppa (attraverso libri, seminari, dialoghi) e la lettura dei suoi testi sono per me ogni volta esperienza di reticolo e lampeggìo, di rimando e individuazione, di sonda e avanzamento.
Il sole a medium coeli, in caprocorno,….
LA LUNA IN PESCI PUò INIZARE IL DELIRIO ASTROLOGICO, che era la mia pscoa nalisi da povera, da ragazza
povera in piene ideologie, ma mi divertivo molto
si può aprlare di Papini anche da qui, dal cielo natale perché no?
da ragazza alle medie mi proposero “Il muro dei gelsomini”, dopo tenni sempre la sua foto, tra le mie carte..avevo presentimenti
MPia Q
Ho una vecchia edizione del suo libro “Il diavolo”.
In realtà la concentrazione di pianeti in Toro, Vergine e Capricorno indica una prevalenza razionale. Irrazionalista per compensazione?
Forse e’ un OT forse no: ho appena letto ASTROLABIO qui: http://tinsuac.wordpress.com/
fem
‘El amor es como el fuego, que si no se comunica se apaga.’
(Giovanni Papini)
io sono gemelli-ascendente scoprione luna pesci
è grave?
lo voglio anche io il quadro!
13-6-63 ore 16 mentre passava il corpus domini, giorno di S. Antonio ubiquo.
@Magda,
Non penso que sia grave: lo scoprione è un segno segreto, bello.
Sono cancro/ Leone e capra(astrologia cinese), non è grave, spero?
Anchi’o vorrei il quadro.
Chiedo il segno zodiacale di effeffe.
quello che Borges ha scritto di Papini è semplicemente vero… aggiungo un altro giudizio su di lui: “Conosco un solo vero anarchico, Giovanni Papini”
(Henry Miller, Tropico del Cancro – cit. a memoria)… Al confronto Prezzolini era un picclo borghese avaro e patetico…
però leggete il tema in questione e commentatelo dai che non conosco tutti i simboli.
E’ necessario leggere questa prefazione
di
Giovanni Papini
Questo non è un libro di buona fede. E’ un libro di passione e perciò d’ingiustizia – un libro ineguale, parziale, senza scrupoli, violento, contraddittorio, insolente come tutti i libri di quelli che amano e odiano e non si vergognano né dei loro amori né dei loro odi.
Posso permettermi questo cinismo intellettuale in quanto credo che il mio libro sia ciò che molti altri, più sapienti e più garbati, non sono: cioé un’opera di vita. Io non ho voluto fare né una storia della filosofia moderna néuna serie di saggi sui filosofi moderni. Il mio libro non ha l’intenzione né di informare i miei lettori di ciò che hanno pensato precisamente i filosofi di cui parlo né di fare dei commentari dotti o delle interpretazioni rigorose delle loro filosofie.
Questo libro è un pezzo, o un insieme di pezzi, di un’autobiografia intellettuale. (…)
E’ un libro, insomma il cui valore sarà segnato dal futuro (…)
A questo modo è venuto fuori un libro che è un massacro, un macello, una strage, un pubblico mattatoio. Mi son mostrato pieno di una volontà di uccidere, di annientare, di sbranare, di accoppare tale da far torcere tutti i musi dei legittimi mariti della storia seria, diligente e obiettiva.
So benissimo senza che me lo ripetano gli altri che tutta questa foga ha nociuto alla solidità del libro. Sarebbe stata necessaria una maggiore preparazione, una maggiore cautela, una maggiore freddezza. Il libro, forse, sarebbe riuscito più efficace. ma avrebbe perduto certo quell’odore di polvere e di giovinezza, quell’andatura un po’ spavalda e un po’ donquijotesca che io amo tanto con grande mio danno. (…)
per questo mi son deciso a farlo stampare e son certo che ad onta dei disdegnosi silenzi dei filosofi altolocati e delle smorfie degli studiosi seri, ci sarà qualche sconosciuto giovine amico che troverà in queste affrettate pagine delle gioie e dei sentieri.
Firenze, 21 settembre 1905
In Giovanni Papini, il crepuscolo dei filosofi, ed. Vallecchi
ps
je suis verseau
Verò
ascendent verseau
descendant verseau
aussi
effeffe
Di Papini mi parlò la prima volta l’arciprete di un piccolo paese della Presila, in Calabria. Avevo vent’anni, viaggiavo con un paio di libri di Borges nello zaino e l’incontro fu dovuto al fatto che mi ero messo al riparo dal sole sotto un albero, in una piazzetta grande quanto bastava per contenerlo tutto e cercavo di far trascorrere le ore e la sbornia presa la notte precedente. L’arciprete vide il mio “Altre inquisizioni” e si fermò per chiacchierare un poco, incuriosito; venne poi, chi sa come (pensai allora), fuori il nome di Papini e lui si dilungò in una vera e propria recensione della sua opera.
(Ecco compiuta la quotidiana madeleine del tempo proustiano…).
Capra e secondo il caldendario tibetano una pecora di legno ;-)
Anni fa lessi Un uomo finito, in un’edizione Vallecchi 1920, e mi catturò davvero quest’uomo che si strappava le carni e le dava in pasto al lettore. Mi piacque pure nel gesto paradossale, impossibile, di mostrare impudicamente, oscenamente, le proprie vergogne, dove questo gesto intimo era in realtà concepito esteticamente: come scriveva Cocteau, Je suis une mensonge qui dit toujours la verité.
Come disegno è carino,
i segni hanno pure le ombrette riportate,
magari Papini ci avrebbe dato un calcio,
o no?
MarioB.
Oui!
e così NI ha infine la sua trimurti:
PAPINI | MALAPARTE | SAVIANO
“Vi sono libri immeritatamente dimenticati: nessuno immeritatamente ricordato”, W. H. Auden, Saggi, Garzanti, Milano, 1968, L. 3000, tr. it. di Gabriella Fiori Andreini, prefaz. di Enzo Siciliano
Un anno fa ricorreva il 50° anniversario della morte di Giovanni Papini.
Il 15 aprile 2006 ricordavo qui il suo Un uomo finito:
http://www.vibrissebollettino.net/archives/2006/04/giovanni_papini.html
@effeffe,
Tu sai? le verseau è molto creativo e originale?
Ho letto su Wikipedia il riassunto della vita di Giovanni Papini, a parte la sua passione per la letteratura, la sua solitudine, non mi sembra simpatico, non mi piace.
effeffe, non ho capito la citazione del sito di bovina propaganda astrologica
http://www.astrotheme.fr, dove non ho trovato traccia di Papini, che mi sembra un personaggio con spessore tutto diverso. Ciao a.
mah… secondo una mia amica:
sole in capricorno ascendente toro: terra da vendere, troppa
mercurio in capricorno: difficoltà nell’essere capiti
venere in pesci: sensualità marcata sensibilità esagerata
marte in sagittario: tenacia
giove in ariete: intelligentiss ma poco realista
luna in toro: lato femminile sviluppato
urano in vergine: cambiamenti lenti e non amati
@ Valter B.
Sì tema apparentemente razionale, ma non il nettuno all’ascendente sconvolge ogni misura.
@ Veronique
Incredibile, ma abbiamo la medesima composizione astrologica: Cancro – Leone.
Mancava il ‘che’: il nettuno all’ascendente ‘che’ sconvolge ogni misura.