2 poesie da Fedi nuziali
di Ferruccio Benzoni
Viale dei Mille
Dunque di nuovo qui,
le stesse imponderabili stanze
lapidata l’infanzia dilapidata
e i nomi le voci e quanto di una vita
smottando duramente si ravviva.
…………………………………….…….Da qui
da un terrazzo fiorito ventilato
mortalmente intravedo
tra due siepi infine del medesimo pitosforo
del tempo passato e derisorio
il guizzo bruciante del gabbiano – l’angelo
o il sembiante che additava
lo sfacelo del volo e l’allegria.
Sottovento
Anche tu l’hai veduto
svenarsi l’inverno in avvisaglie
roseogialle o
più crudamente verdi – scomporsi
a non meno marcescibili idillî
di novità tardive presto
redivive ai ricordi come un cancro…
A presto a presto
– lo si dice ai più cari, congiurando
equivocando sul tempo neanche fosse
il sottosuolo d’una pagina la
carnalità infrollita del naufrago.
(Presto ritornerà e i suoi ghiacciai infanti.)
La primavera che pallidamente giganteggia
lunatica sempre adorante
le tue reliquie nel tinello ha una sovranità
…………………………………………spossante.
… Sarà che ormai al tuo fianco
turbato m’incammino a un repentino
vezzo della mimosa della morte.
Maggio ’86
[Le poesie sono tratte da: Ferruzzio Benzoni, Fedi nuziali, Scheiwiller 1991.]
I commenti a questo post sono chiusi
che poeta raffinato ed eccentrico, benzoni, ho molto amato la sua lingua, grana magnificente e pur consapevole del nero…
perché non se ne parla mai di benzoni??
… non se ne parla mai perché è un grande poeta!
tra l’altro non ti può né recensire né inserire nell’ultima antologia né altro. /per ovvi motivi/
un abbraccio
Praticamente Cardarelli che avesse letto Montale (“Brina sui vetri. Uniti/ sempre, e sempre in disparte, (…)”). Con una furia tutta vera. Andro’ a leggere anche queste Fedi Nuziali se le trovo. Grazie!