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Messi male

di Stefano Massaron e Leonardo Pelo

barale.jpg

“Va’ che figa…”
“Sì, è sempre lì, e alla sera si illumina pure.”
“Che culo.”
Leo si avvicina alla mia finestra. Appoggia le mani sul davanzale e guarda Paola Barale sull’enorme cartellone pubblicitario di Vogue Occhiali che occupa la facciata del palazzo di fronte.
“Mica tanto”, dico senza nemmeno voltarmi. “Tra poco ci sono le europee e lì ci metteranno la faccia.”
“E le promesse.”
“Già. Alle ultime politiche c’era Il Presidente Operaio.”
Leo ridacchia. “E ti sentivi a casa?”
“Sì… a casa sua.”
* * *
Il disagio mi mette sempre fame. Penso ad altro, mi faccio stomaco.
“Stefano, andiamo al LIDL.”
“Di già? Non sono neanche le sette.”
“Vabbe’, andiamo.”
Il LIDL è un blocco di cemento con la scritta gialla e blu. Dentro siamo gli unici italiani. C’è la birra Fink a trentatré centesimi al litro, la pasta a quarantacinque al chilo, hamburger precotti, surrogati di Philadelphia e più o meno di tutte le marche che si vedono in TV.
Se è vero che siamo ciò che mangiamo, penso, siamo dei discount. Stefano mi sembra un po’ troppo allegro, così glielo dico.
In coda con noi ci sono due albanesi, tre africani e una manciata di sudamericani. Gli asiatici se ne stanno per i fatti loro nella fila accanto. Hanno tutti la faccia di chi ha appena finito di fare le pulizie in casa d’altri.
Vedo Stefano che guarda la cassiera. Ci prova per default: non l’ha ancora vista bene, ma è partito. “Ieri ho preso un film veramente carino.” Lo dice a me, ma a voce sufficientemente alta per farsi sentire da lei.
Che risponde. “Quale?”
Stefano si volta, la guarda bene e si pente. Ma rimane gentile. “Le ragazze del Coyote Ugly.”
“Ah, l’ho visto anch’io. Bello.” La cassiera è sovrappeso di almeno una ventina di chili, però ha una voce contagiosa e malgrado sia lì da chissà quante ore, sorride anche con gli occhi e ci fa sentire a casa. Non irradia luce come la Barale di sera, ma non importa.
La mia fame si placa.
Stefano le dice qualcosa e, mentre lei gli risponde, un tipo alto e robusto due o tre posti dietro di noi dice con astio: “Abbiamo tempo da perdere…” La parlata è quella di un Guglielminpietro cattivo e povero.
Decido di fare incazzare Stefano. “Parla come Javier Zanetti”, gli sussurro. Lui però non raccoglie.
La cassiera rallenta i movimenti. Il bip dei codici a barre perde ritmo. “E con oggi sono due. Quando fanno così, vado più piano possibile.”
“Ti capita spesso?” mi intrometto.
Lei continua a parlare con Stefano. “Pensa che oggi mi hanno anche fatto la trappola.”
“La trappola?” chiede lui, calcando sull’articolo.
“Sì.” Abbassa la voce, si sporge in avanti. “Il direttore ogni tanto ci manda in cassa dei finti ladri.”
“Finti?” domandiamo io e Stefano quasi in coro.
Lei annuisce. “Sì. Provano a rubare, e se noi non ce ne accorgiamo perdiamo dei punti.”
“Punti?” ancora in coro. Sembriamo i maschi dei Ricchi e Poveri.
“Abbiamo una classifica a fine mese”, dice, poi si scusa con gli occhi mentre passa sul lettore le lattine di FinkBrau e ci dà lo scontrino.
Io e Stefano usciamo.
Fuori è già buio.
Mi è tornata la fame.
* * *
Inizio a preparare. Da quando siamo usciti dal LIDL non abbiamo detto quasi niente. Metto gli hamburger precotti nel microonde e cominciamo da quelli. Al secondo tentativo, rinunciamo a ottenere una temperatura uniforme: la carne è una specie di gelato fritto, bollente in superficie e congelata dentro.
“Ma ci pensi?” dico mentre la pasta inizia a scuocere.
“Sì”, risponde Leo addentando il suo simil-hamburger.
So che mi ha capito, ma devo sfogarmi. “Trappole. Punti. Mica è una guardia giurata, cazzo.”
“Ovvio”, sindacaleggia Leo. “Le fanno fare una cosa per cui non è pagata.”
“Non è nemmeno nei suoi compiti.” Mi sto incazzando. “E le daranno anche la colpa.”
Leo inghiotte un boccone. A fatica. “E si deve pure sorbire l’argentino leghista, tutto accento e efficienza.”
“Efficienza sudamericana: un ossimoro”, dichiaro tra un morso e un rutto che sa di Fink.
“Ma sei razzista o pensi alla cassiera?” mi chiede.
“Penso alla cassiera”, rispondo d’istinto. Però forse non ha tutti i torti sulla storia del razzismo. Mi sento un po’ in difficoltà, così cerco di farlo annegare con me. “Dimmi un po’… non ti sentivi a disagio a essere l’unico italiano, là dentro?”
“Almeno non c’erano slavi”, sorride.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Finiamo gli hamburger. Scolo la pasta: è irriconoscibile, sembra vinavil anche dopo averla assaggiata. Ci siamo dimenticati di comprare il sugo pronto, così gli rovescio sopra una scatola di pelati e una di piselli.
Leo guarda il piatto, serio.
“Lo so, fa schifo”, dico io, “ma non c’è altro.”
“Non è questo”, risponde. “Sono i colori della bandiera.”
“Figata”, dico io.
“Figata”, dice lui.
“Andiamo a mangiare di là, sul divano. Così guardiamo la tele.”
Mi segue. So che della televisione non gliene frega un cazzo, ma io ho il mio appuntamento quotidiano con Will & Grace. Non posso perderlo.
Leo tenta di parlare, ma non gli do retta. Ognuno di noi ha i suoi riti: per parlare, comunque, ci sono gli spot.
Al primo stacco ci riprova: “Ma Bernabò è ancora il tuo agente?”
“Boh… però quando lo sento è sempre carino e gentile. Secondo me mi considera un caso umano.”
“Ma quando lo finisci, ‘sto libro?”
Esito. Non voglio rispondere. Mamma televisione mi salva: a un certo punto, parte un promo e Leo si distrae.
* * *
“Non è possibile”, mi lascio sfuggire. Stefano guarda lo schermo e gli rimane la forchetta a mezz’aria. La voce fuori campo annuncia i nomi degli ospiti. Ivana Spagna, Mietta, conduce Emanuela Folliero. Domani su Rete Quattro in prima serata, Miss Padania 2004.
“Non ci credo”, dice Stefano.
“Ma cazzo… la Padania non esiste.”
“Già.”
Sullo schermo, il logo del concorso sfuma, e ricominciano Will & Grace. Stefano non guarda più, però. Prima che il tubo catodico ricominci a ipnotizzarlo, rincaro la dose. “Ma quanti ci rifletteranno? Quanti penseranno invece che la Padania esiste, dopo aver visto la miss?”
“Speriamo che sia figa.”
“Col bikini verde.”
Stefano si volta verso di me. “Cazzo, ma ti ricordi di quel pilota dell’Alitalia, qualche anno fa?”
“No.” Non ricordo proprio.
“Ma sì”, si infervora lui. “’Sto tipo era stato prima sospeso e poi licenziato perché, per scherzo, dopo l’atterraggio aveva detto al microfono ‘Benvenuti in Padania’. E tutti si erano indignati.”
“Passa il tempo, eh?”
“Cazzo, sono passati solo tre o quattro anni. Alla Lega era stato proibito di chiamare il gruppo parlamentare ‘Lega Nord per l’Indipendenza della Padania’… e ora trasmettono Miss Padania su una rete nazionale.”
Sembra quasi che giochiamo a deprimerci. Una specie di battaglia navale dello scoramento. “E ti ricordi gli adesivi con scritto Grazie Di Pietro?” gli domando, e gli affondo la portaerei.
“Dieci anni”, dice. “Dieci anni e sono riusciti a rivoltare l’opinione pubblica. Hanno cambiato la storia.”
“No”, lo correggo. “La storia è sempre quella. È che viene screditata.”
La pasta è fredda.
* * *
“Dovremmo scriverla, ‘sta cosa di Miss Padania.”
Lo dico a Leo prima che inizi Porta a Porta. Qualsiasi cosa, pur di non vedere Bruno Vespa.
“Perché non la usiamo per quel pezzo sulla cittadinanza e i diritti che ci hanno chiesto?” fa lui.
“E che c’entra, scusa?”
Leo ride. “Niente. Vediamo se riusciamo a mettere insieme tutto. La cassiera, Miss Padania, Paola Barale…”
Lo guardo stordito. “Paola Barale? Cazzo c’entra Paola Barale.”
“Ce l’hai fuori dalla finestra.”
“E allora?”
Leo si è già seduto al computer. Senza nemmeno metterci d’accordo, guardiamo fuori. Paola è sempre lì, figa spaziale retroilluminata, con i suoi fighissimi occhiali Vogue.
“Forse hai ragione”, sospiro guardandola.
“Lo intitoliamo Stranieri a casa”, propone Leo.
“Sì, e poi? Cittadiniamoci?”
Scoppiamo a ridere.
“Secondo me, quando ci leggono, si deprimono”, dico.
Leo scuote la testa. “Siamo messi male.”
Ci guardiamo, improvvisamente seri.
Abbiamo trovato il titolo.

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181 Commenti

  1. questo pezzo mi fa pensare alla – come chiamarla? – non facilmente descrivibile differenza che passa tra uno scrittore e uno che vuole esserlo.

  2. Oddio!
    Ma allora io a loro confronto sono Hemingway. Con l'”H” bene in evidenza.

    Togliete quella figa dal racconto: una così bella femmina non ha bisogno di simili spaghetti.

    E’ così al di là d’un qualsivoglia concetto trash, che è… più ridicolo della risata del Senatur.

    E per fortuna che non uno sino ad ora ha osato dire che è “al dente”.

  3. Che si dica che Paola Barale è una figa!
    Mah.
    Ci sono molte più ragazze più belle nello struscio
    di sabato di una qualsiasi cittadina del Veneto o dell’Emilia.
    Lo si dice: è figa. E ci si appiattisce nel conformismo critico.

    In quanto al racconto, i commenti qui sono l’esempio del
    contagio del malumore.

    Un paio ne parlano male, e giù a parlarne male.

    Per me invece non è malaccio.

    E Massaron lo apprezzai dai tempi di quella raccolta
    di racconti horror che oggi è introvabile.

    Il modesto parere di un lettore bulimico.

  4. Certo, ci saranno pure più fighe della Barale: non lo metto in dubbio. Ma io, purché sia bionda, impazzisco. ^____^ Capiscimi: una mia debolezza. :-)

    Il racconto è: da buttare. Non per contagio.
    I commenti negativi li ho letti dopo. Puoi anche non credermi, ma il racconto…

    Per favore: togliete quella bionda da questa schifezza condita alla boia d’un senatur infartato.

    Per favore, non merita una punizione così.

    Se non lo fate, mi rivolgo ad Amnesty International e all’Ente Salvaguardia per le Fighe Bionde. :-D

  5. ciao a tutti, lo scritto qua è “solo” un “divertimento”… pur essendo coautore (e responsabile obiettivamente delle cose peggiori del racconto) non è da prendere sul serio (insomma è giusto uno sfogo) eccettuato che episodio dei punti del LIDL vero. E secondo me molto triste.

  6. certo volte mi sforzo di non essere troppo cattivo, cerco di ammantarmi di una pietas cristiana nei confronti del prossimo, perché in fondo, mi dico bisogna essere buoni e comprensivi e mettersi nei panni di chi, magari, non ha un senso della caducità umana sviluppato come il tuo, ma – obiettivamente – quando si sente la parola “sfogo”, è difficile.

  7. scommetto che qui si legge alla svelta, diciamo così. magari per poter sparare delle critiche “svelte”. diciamo così. il racconto è buono. graffia. è sporco e cattivo. e vero. ottima la fink brau: per il pollo alla birra.
    massaron è un ottimo scrittore, ho letto un suo libro.

    alle bionde di grugliasco (o giù di lì) preferisco halle berry. iannozzi, tu non puoi capire.

  8. Senti: io amo le bionde. Che ci posso fare?
    Te la lascio Halle Berry: anzi no. Mi piace pure lei. ^____^
    Oddio, a me piacciono tutte. ^_____^”’
    Però le bionde c’è che sono bionde.

    Il racconto è cattivo perché oltre i confini del trash.
    Non ci fosse stata la Barale, non l’avrei manco letto.
    E invece: la Barale, e tutto quel biondo. E non ho capito più… ^____*

    Salvatela, per favore! Non lasciatela qui, povera povera povera.

  9. siamo alfine giunti, come approdo naturale di tutti i percorsi humani non guidati da mani esperte o almeno interessate alla direzione da prendere, alla “figa”.
    resta da toccare il tema “motori”.

  10. merda, pensavo non sarebbe mai successo! ma sono d’accordo con Iannozz: al confronto un Hemingway fatto e finito. Be’ quasi.

  11. sicchè Iannox adora le bionde e poi viene da me a fare il marpione e lanciare kiss uno va uno viene!!!
    svergonati pubblicamente!

    Carino il racconto, anche perchè è uno dei pochi a ricordare che la Padania non esiste. La cassiera mi è simpatica. Sovrappeso pure. Ci sta bene.

  12. @ Biondillo

    Biondillo, se sei una Bionda – anche non naturale – potresti finire col piacermi. :-D

    @ Uno che passava di qua

    Mi piace quel “quasi”, per un H. fatto e finito. ;-)

  13. Mi è capitato di mandare a NI qualche pezzo, altri ne ho pure messi in bacheca. Nessun responso. Non saranno abbastanza belli, pensavo, non saranno all’altezza di NI. Poi leggo questo pezzo che, al di là dell’esser pieno di cazzo e di fica (in fondo mi ha divertito, perché no, un po’ m’è piaciuto), mi rincuora e mi fa pensare che anche io sono un Hemingway fatto e finito. Grazie racazzi. La mia autostima ora sta saltando come una bimba impertinente sul materasso dei miei. (se passa questo in convento non vedo come non siano passati i magnifici g e n i t i v i p o s s e s s i v i)

  14. Le solite conventicole. Non ti preoccuppare: i conventi, con Ratzinger, sono tornati di gran moda e le conventicole – piccoli conventi per uomini e donne – pure. Ma era già così con il Papa che è morto!
    Comunque, questo “coso” s’intitola “Messi male”: sarà da leggere forse in una chiave allegorica, forse NI ci vuol far capire qualche cosa…

    Togliete la Barale, per Dio!
    Guardate che mi rivolgo ad Amnesty International e all’Ente Salvaguardia per le Fighe Bionde e Ossigenate. :-D

  15. Ci sarà unmotivo perché si dice che certe cose sono “una figata” e altre “una cazzata”? No? Beh non eccelso, ma divertito. W le bionde finte.

  16. detto quanto sopra, aggiungo che ammeppure mi piace la barale e che mi sono stampato il racconto per leggermelo in santa pasce.
    anzi.
    penso che ce ne fossero di barale su pianeta.
    (terra)

  17. vediamo se senza autolinkarmi e facendo l’anonima compaio.
    Perchè non escono fuori i miei commenti?
    missy

  18. Questo è il più bel racconto del 1996. Io sono felice perchè ho riavuto indietro i miei 26 anni.
    La Finkbrau è sciacquatura di piatti.Al LIDL acquisto la(altrimenti introvabile) Grafenwalder. 8,6 gradi di luppolata poesia.

  19. iannozzi, ma la barale è un animale in via d’estinzione? come la foca? “salviamo la barale”… mah.
    che dio ti benedoca.

  20. ecco, uno che fa poesia con una birra di 8, 6 gradi è uno che di “bionde” non capisce niente.
    beviti una gold fassl di vienna (5 gradi) e poi chiedimi scusa.

  21. @Milo: all’eurospin di Bellano si trova la Finkgrau a 9,00°….provare per credere!

    @Gisy….ci sentiamo più tardi!

  22. Ciao Carla! ti avevo salutata anche nell’altro post-chat di FK ma non apparivo.
    cmq Iannoxxx, vai dalle bionde e non fare più il peluche con me!

  23. Battutina: ma se non ci fosse stata la foto della Barale, ci sarebbero stati 39 commenti ? Anzi.. 40 col mio ?:o)
    Non ho letto il racconto, premetto, e quindi non mi pronuncio.
    Ho solo fatto questo ragionamentucolo da gran stanchezza e sonno incombente..forgive me, please !

  24. Sì, essenzialmente è un post cazzeggio. ^____^

    Facciamo un giochino:

    le femminucce dicano, “quante di voi sono bionde naturali? e quante invece ossiggenate?” ^______^

    sù, avanti

    “e quante brunette ci sono invece?”

    “e quante bionde che si son fatte brune?”

    ^_____^

  25. Vedo che siamo tutti d’accordo (che è cazzeggio), ma perché in homepage e non in bacheca come tanto altro e tanto mejo (pure)? E il postante cosa dice?

  26. Ma che dici mai?

    Aggiungo una categoria: e quante more realmente more?
    Ecco rientri in questa categoria. Una mora mora.

    E ci sono quelle che potremmo definire “barbie girls”?

    Che bello. ^___^

    Mah, forse gli Indiani volevano farci cazzeggiare. :-D

    La Repubblica festeggia 10 anni sul web, gli Indiani non so: però in homepage cazzeggio. ^____*

    Secondo me è una trappola: l’unico modo per avere tanti accessi e commenti. Il racconto se lo sono filato due o tre scemi – me incluso: decretato che è schifezza, ci si è dati alla festa selvaggia. ^_____^

    Chi ha portato “il” champagne?

    Let’s go party, baby! ^^

  27. Iannozzi, una vera bionda è bionda dentro. Oltre che fuori. Me l’ha detto la mia parrucchiera, mentre mi pettinava.

  28. Ddio ma come je rode all’Aditus. Je rode propio propio… invesce allo Iannosci nun je rode più gnente ormai. Nun c’ha speranza e ‘o sa da sé.

  29. vabbe’, il racconto è mal riuscito, e l’abbiamo detto. ma un po’ di rispetto per gli autori no? è proprio il caso di sputtanare così il post?

  30. Giusto. Volevo anche dire che a me il racconto non è affatto dispiaciuto. Grazie quindi agli autori e a Biondillo.

  31. Oddio dico, sì oggettivamente non è eccelso, ma non è che perché compare la parola “figa” lo si scredita anche di più. Dico un brutto racconto solo brutto dove non compare la parola “figa” son convinta che varebbe meno commenti…a meno che non sia proprio brutto, brutto, brutto.

  32. henry miller ha scritto pagine memorabile cantando la figa. certo, come si dice, c’è figa e figa.

  33. Racconto insulso e scontatissimo. Degni i commenti a tale scempiaggine. Giusto il cazzeggio. Queste son cose che vediamo tutti i giorni non serve raccontarcele. NI in caduta libera. Ciaooooo.

  34. Il più brutto “coso” scritto negl’ultimi anni. E NI ha avuto la faccia di tolla di metterlo in homepage: ci voleva proprio far capire che oramai son proprio “messi male”.
    Henry Miller sapeva scrivere.
    ‘Sti due usano la penna come una zappa, perlomeno in questo “coso”.

  35. @gisy. Non è propriamente il cazzo e la fica a screditare il racconto (che io avevo trovato pure piuttosto piacevole, credo di averlo detto), è che il livello è un po’.. bah, lasciamo stare. La cosa peggiore è la chat che si è scatenata, i loci comuni di iannozzi (dentro fuori donne brune bionde vive belle.. ?), sitting targets (il pezzo è buono.. sporco e cattivo, vero. A parte che così sembra un film western, ma di tutti gli aggettivi mi pare ci azzecchi al max l’ultimo: vero. E non sono sicuro possa bastare) e tutto il resto. Io aspettavo solamente un intervento di Biondillo, per capire se lui ha una spiegazione del degenero. E magari del pezzo su in cima..

  36. ti sei dimenticato “brutti sporchi e cattivi”. dai aditus di avere il dentino de giudizio avvelenato. dài, ti pubblico io. sul mio blog che porterà il mio nome. questione di attimi. e poi potrai esor-dire la tua.

  37. Ma su un “coso” così, che diavolo ci vuoi tirare fuori? E’ un insulto persino dirlo racconto.
    Ci si domanda, tra uno sbadiglio e l’altro, come e perché gli Indiani lo abbiano pubblicato? D’accordo che appare solo su NI, niente di che: però sarebbe interessante capire il metro di giudizio adottato da NI per mettere on line una cosa scritta così che non ha né capo né coda, che non spinge a riflessioni di alcuna sorta. Uno scritto slegato, inutile, pieno di common places, ragion per cui l’unico modo per commentarlo è dirlo una schifezza, che sarà pure luogo comune, ma se non altro dice e dice la verità. It’s low down trash, ma neanche: fosse stato scritto per essere volutamente trash, allora una discussione la si poteva pure raccattare da terra. Invece è talmente al di là del trash… E’ un’emerita schifezza. E non per i cazzi e ne per le fiche: è una schifezza di trama – che per altro non c’è -… è uno schifo, tutto qui. Quando pesti una merda per strada, bestemmi e cerchi di pulirti la scarpa come puoi: ecco, così è ‘sta cosa. Ovvio che ne sia venuto su solo cazzeggio: ci si doveva ripulire alla bell’e meglio.

    Mo’ me so’ annoiato. E donne se ne sono annate, e pure io. :-)

  38. Non si tratta di denti del giudizio, pure il coautore parla di divertimento (come, questa è la terza volta, dico io). La “polemica” (o dubbio) riguardava altro e, sinceramente, hai sbagliato il tiro. A me interessava solo il punto di vista di Biondillo e sarebbe bastato il mio primo commento. E’ che poi c’è stata una scarica di OT e chattate varie e avevo paura che il mio intervento rimanesse nascosto. Non preoccuparti per le mie sorti.

  39. Secondo me il problema è grave. Se ora mi collego a un blog di miei amici trovo cose davvero erotiche di Pichard, molto belle. Qui si trova ‘sta robetta, che non è nemmeno tanto piacevole. Il fatto è che là ci sono un po’ di ragazzi, qui diciannove intellettuali pubblicati graduati e agguerriti.
    Ma perché non vi dividete, quelli che vogliono fare qualcosa, Raos Rovelli Inglese ecc da una parte, i “simpa” dall’altra. Secondo me sarebbe meglio. O siete legati alla visibilità ereditata dalla vecchia NI?

  40. C’è qualcosa di assolutamente virginale e spudorato in questo racconto, che me lo fa piacere. Leonardo Pelo è una persona estremamente attiva nell’asfittico panorama culturale milanese: ha organizzato eventi letterari invitando scrittori da mezzo mondo, si occupa di editoria, di musica. Massaron è uno scrittore fanatico, attento, lento (7 anni per scrivere “Ruggine”!), talentuoso affabulatore, traduttore dall’inglese di autori di culto, scrittore per l’infanzia.
    Eppure in queste pagine sono nudi, persino sciatti. Annotano una giornata tipo che lungi dall’essere letterariamente “eroica” ed “eccessiva”, è, semmai, di una mediocrità spaventosa. Eppure non deprime leggerli. Sembrano due personaggi di un fumetto per bambini, assurdi e perciò veri. Tra l’altro mai come in questo caso scrittura e vita si sovrappongono: loro raccontano loro stessi così come davvero sono (e chi li ha conosciuti lo sa). Un pasto così descritto è assolutamente accadibile con quei due, un dialogo così insignificante con loro succede, a me è successo. Ma è un parlare che dice altro. Che tiene legami affettivi. E’ il cazzeggio adolescenziale che si insinua nella vita di due uomini fatti e finiti, così come ci capita spesso, è inutile negarlo, quando vogliamo, certe volte, non essere necessariamente profondi, necessariamente pensanti. E proprio in quel “pour parler” insignificante ma affettuoso, spesso, si dicono cose così ovvie e così vere.
    Altri sono i “cammelli” (così li chiamano questi raccontini i due autori) che hanno scritto. Altre sono le pagine di diario a due che hanno scritto, per gioco, per scherzo. Altre, anche “scritte meglio”. Ma per lo stesso gusto masochista, di una autoesposizione allo sputo (che è avvenuto esattamente come immaginavo), ho voluto pubblicare questo, e me ne felicito. Persino la Barale della foto, così palesemente figa, così evidentemente sogno segaiolo, è stata scelta da me con attenzione, a metà fra il trash e il sublime.

    C’è chi l’ha capito, fra i lettori.
    Per quanto riguarda, invece, le insinuazioni di alcuni, che parlano di commentatori rosiconi che insultano “autori affermati” io non so che dire. Il diritto di critica è sacrosanto. E anche, perciò, di critica alla critica.
    Trovo però davvero curioso il fatto che pezzi di prosa o di poesia di grande qualità vengano postati su NI (spesso per la prima volta tradotti) senza neppure un commento che sia uno di apprezzamento, e poi quando si decide di mettere un pezzo che da sé sa d’essere fragile e di nessuna pretesa, si scatenato furibondi, e seriosissimi, gli indici alzati dei sotterratori di NI, quelli che da circa 3 anni (già da pochi mesi dalla nascita del blog), ad ogni pie’ sospinto, ci rammentano che siamo morti, quasi morti, praticamente morti, in caduta libera, senza speranza alcuna, etc. etc.

  41. Sì Gianni, ma penso per esempio che Raos e Inglese dovrebbero mettere su un loro blog dedicato alla poesia, perché si impegnerebbero di più, perché la cosa avrebbe più visibilità, perché attirerebbe commentatori seri ecc ecc.
    Potrebbe essere una cosa legata a NI2.0, linkata in evidenza.
    Questo è solo un esempio.
    Presi singolarmente avete ottime o eccellenti capacità, ma NI2.0 è dispersiva, eterogenea, una cosa viene postata e dopo un secondo arriva un altro post completamente diverso a tagliare il filo di un ragionamento, una visione che può svilupparsi. Se tu la vedi come ricchezza, io la vedo come dispersione. Sembra lo sferragliante errante castello di Howl, più che una struttura rizomatica. Usando una metafora che ti può essere vicina, si potrebbe coibentare il blog, e togliere il riscaldamento centralizzato.
    Guarda che non è una fesseria.

  42. E comunque il pezzo di Andrea Inglese sulla lingua di traduzione, che non ho commentato, è una cosa che mi ha sconvolto, una delle cose più belle che abbia letto su NI. Pezzo che ho trasportato immediatamente nel mondo delle immagini, dove il fumetto, la grafica, le stampe, anche quelle più umili, che comunque Rembrandt chiamava “arte di carta”, sono proprio quella cosa lì: un lingua di traduzione.

  43. Mentre scrivevo il mio commento non avevo ancora letto quello di a.b. (pubblicato prima del mio); a questo si sono aggiunti questi ultimi due.
    Che ti devo dire?
    Esitono già blog di “sola poesia” dove gli Andrea collaborano. Non rispondo io alle loro intenzioni, ma da quello che immagino, tutto vogliono tranne che mettere la poesia in una teca a parte, “fuori dal mondo”.
    La successione di post non credo renda dispersivo alcunché: io non leggo tutto quello che viene pubblicato (commenti annessi), non ne avrei il tempo, ma seleziono, così come ogni lettore può fare (così come faccio leggendo un quotidiano o una rivista).
    A me e agli altri di NI questa “dispersione” piace. Poi che un pezzo piaccia più o meno di un altro e più che lecito. Anzi, è doveroso. Sta a te decidere chi leggere e chi no.

  44. Biondì ma che fai? Je risponni pure? Ma quello disce che voi usurpate er nomme de Naz.Ind., che volete sfruttà ‘a visibbilità “ereditata dalla vecchia NI”, quanno gli amisci sua, quanno che fescero er bloggo loro, che qua ve discievano che eravate morti e seporti, mo’ che so passati mesi e mesi, loro non li caca nessuno manco a piagne’. Basta annà a vede li aggregatori de blogghe. Voi siete i primmi, ao’, i primmi. Er litte-blogghe più letto d’Itaglia, mica pizza e fichi!
    Ma dimme un po’, Pelo cià er linke al sito suo, ma Massaron nun ce l’ha un blogghe?

  45. Biondillo caro, dopo queste spiegazioni, legittime, che però non condivido, posso tranquillamente, senz’ombra d’un solo “pelo”, asserire che sei il peggior talent scout che sia mai apparso in Italia dalla 1a guerra mondiale a oggi. Sei un talent scout, per così dire, vergine: un dialogo – vuoi chiamarlo cazzeggio – fra due ragazzi, che potrebbe essere credibile se essi avessero dieci, undici anni e qualche sega alle spalle. Un dialogo così fra due persone mature, be’, mi farebbe accapponare la pelle: per ingenuità espressa, e perché due adulti parlerebbero dando sfogo a una parlata ben più triviale.
    E’ tutto sballato: non c’è nemmeno la parvenza d’una genialità incomprensibile alla Ed Wood.

    Biondillo, caro Gianni, per favore, fammelo come favore personale, anche se l’hai scelta attentamente la foto della Paola Barale, LIBERALA da questa roba immonda che le avete cucito addosso. E per dirla tutta: il “coso scritto” non vale manco lo sputo, perché solo pochi cretini se lo son letti, il resto è cazzeggio del più basso… del vediamo adesso a chi sputa più lontano ma senza manco sapere il perché. Dài, sei un thrillerista onesto: non arrampicarti sugli specchi.

  46. Iannox: io non spiego e giustifico nulla e tu hai il sacrosanto diritto di dire che il racconto non t’è piaciuto. Ripeterlo fino alla nausea però, forse, no.
    E la Barale resta lì. Mi lustra gli occhi. ;-)

    In quanto al talent scout ti assicuro che i due non hanno bisogno alcuno di me.

    A Tash, più su: sì, in effetti dopo la “figa” mancano i “motori”. Vedrò di supplire al più presto. ;-)))

    Franco:
    ieri ero al tel con Tiz Scarpa. Questo per dirti che io a questa cosa degli opposti schieramenti che si guardano truci proprio non ci casco.
    Che poi, qui, soci fondatori, o giunti a pochi mesi dalla nascita, si sentano dire di aver usurpato qualcosa lo trovo semplicemente strano.

    Massaron, in effetti, aveva un blog, ma l’ha chiuso. Mi ha confessato che non riusciva a stare dietro a tutta la cattiveria che cova nel web.

  47. No, non ho voglia più di ripetermi. Basta.

    Preferisco tornare a parlare di bionde di rosse di brune: capiscimi. ^_____^”’

    Non ti do torto: dico solo che è un peccato, par quasi messa in punizione, povera povera povera Paola. Le mando un bacio, anzi due, anzi tre… insomma sì, me piace proprio tanto la Barale, e allora? ;-)

  48. Ma Gianni, tu dai retta prorio a tutti! Il discorso era più complesso. Nel chi siamo di Nazione Indiana 2.0, c’è anche una descrizione della “costituzione” del sito. L’avete ereditata dalla precedente Nazione Indiana lasciandola uguale, ma lì già c’era tutto il discorso su una certa visione del mondo editoriale, che poi avete ripudiato in mille post come esagerata, retorica, allarmistica, ideologica ecc. ecc.
    Da qui la critica per cui così com’è quella “costituzione” applicata al sito attuale è diventata obsoleta, e lasciandola effettivamente si dà al passante un’idea sbagliata, nel senso che è proprio cambiato radicalmente lo spirito del blog. Questo era il discorso, e mi pare sensato. Solo che ormai è un discorso superato, nel senso che se dopo un anno non è successo nulla, pace.
    Continuo a vedere Inglese e raos impegnati su un sito cazzuto di poesia, ma veramente cazzuto. Qui non hanno spazio, visibilità, concentrazione. Sono per i riscaldamenti autonomi.

  49. Oltretutto il mio discorso è stato sicuramente sentito anche dentro la redazione di NI2.0, non posso credere infatti che nessuno volesse cambiare nome insieme alla rotta.

  50. Ti dirò, io per primo, a suo tempo, discussi per il cambio del nome, proprio perchè sentivo la lacerazione di quelli che se ne andarono. Ma dopo lungo ragionare con gli altri indiani, ho compreso il percorso di “continuità nella discontinuità” che c’era da fare. Proprio per questo però nessuno “usurpa” alcunché, e di certo nessuno vive di rendita. Ce la siamo guadagnata, la posizione.

  51. Piacevole leggere Biondillo quando difende le sue scelte, lo stesso è piacevole quando liquida le scelte degli altri con due ‘gargarismi’ (come già disse Garufi riferendosi a una certa tendenza in atto in NI 0.2). Perché diversi pesi e diverse misure caro Gianni? Commenterò questo racconto sfruttando le stesse parole (riportate al plurale) che tu hai usato per liquidare il mio nel primo commento allo stesso: “Il racconto, mi perdonino gli autori, è di una prevedibilità impressionante. Con una scrittura finto letterario di gusto neorealisticheggiante da liceale. Stucchevole nei suoi luoghi comuni.” Strano come gli ‘intellettuali’ italiani siano bravi a sputare sul piatto altrui e quando si tocca la loro ‘credibilità’ di scopritori del ‘niente’, in piena contraddizione, con un triplo salto mortale e magistrali piroette, stiano a giustificare, a dire, a raccontare su chi sono i suoi pupilli, sui perché e sui percome. Come dicesti tu da me, caro Gianni: “O il pezzo tiene o non tiene”, inutile arrampicarsi sugli specchi. ;-) Ah, dimenticavo, scrivi anche: “Massaron, in effetti, aveva un blog, ma l’ha chiuso. Mi ha confessato che non riusciva a stare dietro a tutta la cattiveria che cova nel web”… poverino; ma nella cattiveria del web rientra, anche, la tua ironica e goliardica saccenteria starnazzante, con le 4 battutine da finto simpaticone e gli ammiccamenti agli amici quando decidi di dire male… cioè quando pontifichi dal tuo pulpitetto da noirista? Biondillo noi ti si legge e si sta molto attenti, ora, a quel che spari. Non farmi fare l’analisi dei tuoi commenti sopra, frase per frase, che forse ci sarebbero altri a stringere l’occhio e ad ammiccare… ma questa volta al sottoscritto, non ha te. Medita, giovane, e sappiti muovere… magari telefona a Scarpa per farti dare una qualche lezioncina del come muoversi – ma anche Scarpa non è un gran maestro… lo si vede da quel che scrive… allora telefona a Mozzi ;-) Della seria… (mettete voi quello che vi pare). ;-) Ciao Gianni.

  52. La penso più come gian ruggero manzoni che come gianni biondillo.

    Perché non postare qualcosa di buono di questi autori anziché rivendicarlo davanti all’evidenza del “lasciare a desiderare” del pezzo?

    p.s. Paola Barale era una bella donna. Ora ha la faccia ormai plastificata, neanche se si sforza non esprime più nulla, non gli si muove l’incarnato.

  53. Dio mio quanta inutile acredine. Questo sì che è legasela al dito. Attenzione all’ulcera, GRM.
    Io non ho scoperto nessuno, Massaron scrive, pubblica e viene tradotto in Europa da più di 10 anni!
    Tu hai il sacrosanto diritto di reputare insulso questo racconto, e io di certo non ho intenzione di farti cambiare idea. E il mio commento di cui sopra è stato scritto perchè m’è stato chiesto esplicitamente quali fossero le ragioni che me l’hanno fatto postare (ché mai e poi mai l’avrei scritto, ma so che certi silenzi non vengono perdonati). Mica ho detto che questo è un capolavoro e voi non capite una cippa e il mondo non mi capisce, e io sono un genio ma le camarille di scrittoruncoli mi escludono dalla tavola imbandita della letteratura ufficiale, e che voi siete dei noiristi di merda, viva me, abbasso te, e cazzate del genere.
    Perché, vedi, insisti nel tuo errore che sospetto sia patologico: non parli di ciò che è scritto, ma di ciò che gli sta attorno: spari sentenze, insinui, insulticchi, mostri i bicipiti, minacci.
    Da quello che ho letto di tuo (e parlo solo di quello che ho letto qui, perciò. Sono prontissimo a cambiare idea) hai una scrittura da squadrista, GRM.
    Ma non c’è problema: non è mica un dovere piacersi.
    Evitami.
    Se ti faccio venire la bile tutte le volte resta pure a casa tua (che questa è la mia, vorrei farti notare).

  54. aditus, hai ragione. barale ha chiuso. dispiace perchè era una bella donna.
    guarda che il blog sta per partire.: sitting targets – storia di un crash test italiano.

    è tornato barbieri il separatista basco. si chiama nazione indiana, qui, non “white power”. intendi?

    biondillo e grm: non litigate, che siete due pezzi da 90 (minuti). per i supplementari e i calci di rigore chiamate me.

  55. Ci mancava solo questa tua ultima, Gianni, e hai fatto tombola! Infine ti sei mostrato anche tu per quel che sei. Vedo che ti saltono i nervi con facilità. E dire che si racconta di te che sei uno che sta allo scherzo… io non ho mai detto di stare allo scherzo quando si parla seriamehte, tu, invece, ti proponi, anche, letterariamente come tale.
    Dello squadrista è una vita che me lo sento dire… non sei il primo e non sarai l’ultimo. Sai come gli estremi a volte si congiungano?
    Nulla contro di te, ci mancherebbe, non sono i Biondillo che rompono le balle, sono altri di ben altra caratura, e so benissimo che questa è casa tua, te la sei guadagnata, vedo come ci tieni anche a dirlo, così come a rendere pubblico a chi telefoni per prendere direttive… infine mi piaci, non mi fai montare la bile, tranquillo, sei più simile a me di quel che pensi, fidati, e fra ‘compari’ ci si annusa, una sola cosa… mostra meno il fianco (volgarmente: parati meglio il culo se non hai le spalle buone per tenere l’urto – questo te lo insegno io, e gratis – non sempre arrivano gli amici a farti quadrato attorno a a darti di gomito) ;-) Di nuovo ciao.

  56. GRM, uff… che fatica…

    “diversi pesi e diverse misure”
    “sputare sul piatto altrui”
    ” ‘credibilità’ di scopritori del ‘niente’ ”
    “la tua ironica e goliardica saccenteria starnazzante”
    “le 4 battutine da finto simpaticone”
    “gli ammiccamenti agli amici”
    “pontifichi dal tuo pulpitetto da noirista”
    “noi ti si legge e si sta molto attenti, ora, a quel che spari”
    “Medita, giovane, e sappiti muovere”
    “telefona a Scarpa per farti dare una qualche lezioncina”
    “Scarpa non è un gran maestro… lo si vede da quel che scrive… allora telefona a Mozzi”
    “ti sei mostrato anche tu per quel che sei”
    “rendere pubblico a chi telefoni per prendere direttive”

    Hai notato che tu di questo racconto, in pratica non dici nulla, ma stai tutto il tempo a parlare di e contro di me? Vedi quanto tu sia fazioso? Non vedevi l’ora di trovare una scusa per prendertela con me. Bene, fallo pure, divertiti, ormai ci sono abituato. Ho le spalle larghe, anzi larghissime.

    A proposito: “Dello squadrista è una vita che me lo sento dire… non sei il primo e non sarai l’ultimo.”
    Dato che io non so una cippa di te, ti sei mai chiesto come mai si è così in tanti (che neppure ci si conosce) a darti dello squadrista? E’ una congiura?

  57. non ho letto tutti i commenti. ne sono troppi.
    mi rifaccio all’intervento di leonardo. come gian ruggero manzoni, appena si è detto qualcosa di negativo sul pezzo, parte subito la difesa del tipo: no, guardate, è solo un divertimento, o un abbozzo, un’idea in nuce. non è un racconto. non prendetelo per quello che è, ma per quello che dovrebbe essere, una specie di brutta copia.
    difesa legittima. soprattutto se vera.
    ma, allora,(scusate signori), ma allora che cazzo scrivete a fare?

  58. GRM se vuoi che cancelli il commento ingiurioso di Libera dimmelo, che lo faccio volentierissimo.

  59. No, lascialo, Gianni, ti prego. (Se G. Ruggero è d’accordo, klar).

    Sarà più facile prendere provvedimenti.

    Non litigate, cazzo!

  60. Eh eh eh eh eh !!! Strabigliante. Guarda come arrivano gli avvoltoi.
    Lasciate perdere Libera/o che sappiamo già chi è, così come sappiamo i tanti cloni che ha. Niente provvedimenti, già si falcia da sola/o. Come parla… parlano… sono già nella fossa. I provvedimenti, in web, li si prendano contro i pedofili e contro chi mette in rete certi siti inneggianti alla violenza o al vero squadrismo… che non è il mio, badate bene.

    @ Gianni, ti ripeto, nulla contro di te. Figuriamoci. Ognuno fa la sua strada. Ma mi piace vedere come arrivano… come stanno lì in agguato… e scusa il giochino, ma va così. Del resto è credibile che tra noi ci si azzuffi, visto i precedenti, ma sono uomo che tante volte simula… e intendime bene… per rendermi conto ;-) Quindi chiusa qui e scusami se ho buttato l’esca e l’ho giocata. Poi me la vedo io coi miei pesci. Mi sono già arrivate 3 mail riguardo a questo ‘scontro’. Faccio io.

    Ora dirò con cognizione: il racconto vive una debolezza, ma tale levità, come dice anche il Biond., risulta, a mio avviso, voluta (oltretutto è un bene che lui abbia descritto le tipologie di coloro che l’hanno scritto – del resto “Il Tradimento” l’ho scritto io, e per chi mi conosce di persona sa che mi rispecchia… – e mi rispecchia assai, vedi sopra – della serie: chi ha masticato pane e violenza per 49 anni di vita si specchia e si rispecchia in tale condizione e in ciò che scrive, non si può scappare – poi si potrà parlare del come uno affronta la pagina o no, ma, infine, di primo acchito, è quel che ti arriva da una narrazione che risulta dominante, quindi, giustamente, si vanno a guardare le sfumature). Dirò che l’immagine che mi è rimasta è simile a ciò che sento quando ammiro un quadro di Hopper. Ovvio che questi ragazzi descrivono un oggi, ma certi tic e, soprattutto, certe disperate ripetizioni di gesti o di attese sono atemporali e prive di un luogo definito, soprattutto in una società postindustriale e multietnica. Se Hopper dipingeva nell’America pre e post bellica, e là fermava lo scatto fotografico, in Italia, oggi, dette ‘alienazioni’ sono infine giunte. E questo deve fare pensare. Il resto è questione di carattere formale, e come sempre dico bisogna domandarsi il perché questi autori hanno descritto in tal modo una condizione. Perché quei termini, perché quelle frasi, perché quelle sospensioni, perché quelle allucinazioni. Da ciò l’iniziare a parlare di scrittura, e con profondità.

    Grazie della solidarietà, ma ci arrivo io alla pollastra… o pollo che sia.

  61. *C’è qualcosa di già sentito nell’epilogo di questa storia. Ma questa volta una variante..

    concordo con bill, voi no?

    *Perché sentite l’esigenza di cancellare/censurare? Ognuno si piglia la sua responsabilità, lasciate che la carta canti.

  62. Dimenticavo… il teatro surreale è manifesto nel racconto (Jarry insegna), vedi i dialoghi e il continuo riferirsi all’immagine ‘artificiale’ della Barale. Quindi un mix fra l’attesa di un evento che possa risolvere un vissuto che, nell’oggi, si basa quasi esclusivamente (per l’uomo-ragazzo medio) su delle proiezioni (non so fino a che punto mosse dal desiderio o dal bisogno) e l’aspettare, con cadenze forzatamente ilari, l’arrivo di Godot. Infine, il racconto, vive una sua drammaticità, seppure il gioco delle parti, e ciò è sancito nelle due ultime righe: “Ci guardiamo, improvvisamente seri. Abbiamo trovato il titolo.”

  63. @tutti. mi scuso in anticipo se qualche mia parola fosse fuori calibro,
    NON sono abituato a postare e nemmeno alle polemiche via web, ma mi sembra doveroso intervenire anche perché mi sembra assurdo che un “racconto” (per quanto considerato brutto) diventi un pretesto per attaccare chi lo posta o addirittura NI e certe ilazioni francamente (almeno da esterno e non da frequentatore di blog) mi sembrano quanto meno “azzardate”.

    Il progetto -nato per gioco- di questi cammelli (tra l’altro uno di questi era già stato pubblicato proprio da Nazione Indiana https://www.nazioneindiana.com/2003/04/22/350-a-9/) è solo di intrattenere cercando di ricordare alcuni episodi rilevanti (ad esempio miss padania e pilota alitalia) e di portare alla luce fatti preoccupanti (il racconto della cassiera del LIDL è vero.).

    @ Gianni Biondillo. Grazie sia delle parole, sia di aver illustrato meglio di me lo spirito di “messi male”. Mi spiace che questa messa on line ti abbia creato fastidi.

    @ tutti. Stefano Massaron (che ha mandato i cammelli a Gianni), parere personale, è davvero un ottimo scrittore. Residui, King of Kings e Ruggine per tacere del suo racconto su Gioventù Cannibale) sono a testimonianza, vi prego di non giudicarlo per questo scritto che ripeto è un progetto ancora non nato e cmq da me influenzato.

  64. Nessun fastidio. Se la critica è sul testo (e non sulla persona) è sempre lecita. I “cammelli” se non piacciono non sarò certo io a doverli “giustificare”. A me divertono e mi basta.

  65. A coso, a’ Andrea Barbié… maccome? I cammelli piasciono pure a Tizianello Scarpa tuo. Porpio propio nella prima NAZ. IND. quella che te manca tanto. Mo’ come la mettiamo?

  66. Il racconto è buono. Che lo abbia scritto Massaron, caro Leo, non ce ne deve fregare nulla. Io credo che lo avrei pubblicato anche se me lo avesse mandato Aditus…
    A proposito, Aditus: guarda che si cerca di fare il possibile, qui. Se molte cose anche buone possono sfuggire, è a causa degli impegni, della fretta, di questa vita del cazzo che facciamo. Non siamo una casa editrice, questo è volontariato. Alcuni di noi sono attenti a quelli che sono “fuori dal giro”. Io personalmente m’immedesimo in loro. Se si puo’ fare qualcosa per qualcuno che riteniamo meritevole, lo facciamo. Questo tipo di operazione è stata fatta dallo ” squadrista” G.R. Manzoni sul suo blog, per esempio. Io mi sono mosso in quel senso su Uffenwanken, attualmente chiuso. Si fa quel che si puo’. Potremmo sbattercene come fanno in tanti, pubblicare solo gli “amici degli amici”. Leggerò il tuo blog; e hai detto delle cose molto sensate, prima. Sul “carta canti”, per esempio. Niente censura. I personaggi che stanno dietro a quel nick, Libera, si declassano da soli.
    E se non si declassano da soli li declasserà la “storia”.

  67. Approfitto della presenza di uno degli autori per due appunti:

    1. La cassiera che “ha una voce contagiosa e malgrado sia lì da chissà quante ore, sorride anche con gli occhi”: due frasi fatte in un colpo solo, di cui una sbagliata — voce contagiosa?

    2. “Ma cazzo… la Padania non esiste” suona artificialmente didascalica. Come reazione spontanea agli annunci di Miss Padania secondo me non funziona.

  68. Ho sempre lodato il vostro lavoro, perché evidentemente non è cosa da poco gestire qualcosa come NI in mezzo a tutti gli impegni, le corse e questa vita (concordo) del cazzo. Il mio sbottare partiva da un’opinione diversa riguardo al pezzo. Che per me è divertente, scurrì(vo)le, ma non ce lo vedevo in homepage. Ammetto che ci stava dietro un po’ di amarezza per affari miei, ma effettivamente s’è visto di meglio, molto meglio tra i commenti (di bacheca e non).
    Pure per questo lanciavo a gb quella frecciatina che non so se ha letto o lasciato cadere.

  69. Parlavo di pensieri oziosi. Comunque, Aditus, se ho “risposto” col mio lungo commento, era per te! Certo che t’ho letto.

    Hey, 100 commenti: stappiamo lo spumantino sgasato? (che lo champagne mi pare troppo)…

  70. @ LIBERA. Ho certi vecchi amici che stanno monitorando da un po’ di tempo l’ID dei tuoi commenti, sia qui che in altri siti-blog (e lo dico pubblicamente al fine che ‘sta storia si chiuda definitivamente, visto che qui e là hai offeso oltre che il sottoscritto anche gente a me vicina). Ora, le provenienze indicano che certi tuoi interventi giungono dall’Inghilterra, centro Oxford, raggio di 100 miglia, quindi circa 150 Km dei nostri, altri arrivano dall’Italia, centro tra Latina e Napoli, raggio di 150 Km, quindi, in gronda, Roma e Napoli Centrale, ma anche Salerno, Avellino, Benevento… penso tu abbia inteso bene… fra noi ci siamo intesi. Non fare più in modo che mi debba muovere, che già certe robe le ho buttate alle spalle, sono malandato, sono padre di famiglia e ciabatto finalmente per casa, seppur dovendomi gestire detto passato. Cmq, se dovrò muovermi, mi muoverò, peccato che sia per una verme come te… visto che sei donna, che hai circa la mia età, che hai figli (2 mi hanno riferito) etc.etc. rifletti. E in queste cose sono solito parlare una volta sola e mai ricorro agli avvocati. Faccio io la pubblica accusa e la difesa, nonché la giuria e il giudice e anche il pubblico non pagante, tu solo l’accusata.

    Bene, Gianni, anche a me i “cammelli” piacciono, anche se dal vero a volte sputano come i lama.
    Mi scuso ancora ed è giusto procedere come i padroni di casa richiedono.

    Romanzo? No vita, e di quella dura.

  71. @ pensieri oziosi.
    Concordo.
    Ci sono anche altri difetti. Oltre a quelli da te segnalati.
    L’insieme credo (o meglio spero) che abbia un suo senso. Mi stupisce però che quello del 2003 (per molti versi simile essendo figlio del medesimo progetto mai nato) aveva suscitato commenti totalmente diversi.

    msg 101 il record quale è?? ;-))

  72. GRM, quelle a casa mia si chiamano minacce. E non mi piacciono per niente. Se sai chi è sbrigatela fuori di qui, e in modo civile. Tutto questo alzare i toni mi indispone.

  73. Quando si tornerà a parlare di donne fate un fischio!

    Tutto questo caos per una foto della Barale.

    Facciamo così: il “Messi male” è un must della Letteratura italiana e non.
    Infatti la Letteratura è morta.

    RIP

  74. Caro Biondillo rispondo totalmente io di quel che ho scritto sopra. NI è estranea a questa faccenda, si è esclusivamente ed inconsapevolmente ritrovata quale mezzo per un regolamento di conti a cui mettere definitivamente la parola fine. Mi dispiace che ciò sia successo qui, ma il vostro è sito-blog frequentato, quindi è assodato che molti siano gli squali ci girano attorno e il mio pesce, infine, ha abboccato. Spesso la stupidità gioca brutti scherzi. Come ripeto, non ho nulla contro di te e non ti porto rancore; se il baruffare su questioni letterarie fosse l’unica ‘violenza’ che il pianeta contempla, staremmo, di certo, tutti meglio. Ma la violenza verbale, morale, psicologica, ripetuta e mirata, che va sul personale (leggi un tuo commento sopra a me rivolto) da 6 mesi a questa parte, non passa, in particolare se indirizzata da un anonimo a gente che ci mette la faccia, e reputo che anche tu sia d’accordo su questo. Riguardo ai metodi del come non farla più passare, beh, io ho i miei, e non dico che siano i giusti, ma, alla resa dei fatti, finora hanno sempre funzionato. Quindi, se vuoi cancellare i commenti che riguardano tutta questa faccenda, puoi tranquillamente farlo, ovviamente anche il battibecco fra noi, che nulla c’entra col resto, tanto la signora ha di certo già letto e capito l’antifona. Magari lascia solo i miei commenti riguardanti il racconto in questione. Di nuovo scusa e scusate, ma bisognava chiuderla ‘sta storia una volta per tutte. Del resto qui se n’è consumato un atto non da poco, cioè l’istigazione (da parte di detta signora) ad una pubblica lapidazione di Frabrizio Centofanti il quale, da prete, ha mostrato e rimostrato l’altra guancia, per, infine, doversene andare. Ma io non sono un prete, e la mia è una fede, in questi casi, più vicina al Vecchio, che al Nuovo Testamento. E con questo ho chiuso. A te decidere come sfoltire queste pagine, visto che ne hai facoltà.

  75. Siete soliti scannarvi sempre così?
    Sinceramente mi dispiace, capita anche di cazzeggiare e basta, senza prendersela l’un con l’altro.
    E poi, de gustibus..etc.., no?
    ‘notte
    P.S. Per Iannozzi
    Mi sento in colpa, da mora che sono mi raso come Sinead O’Connor dei bei tempi…

  76. Cioè capelli un centimetro? O proprio a zero, con la schiuma da barba? O____o D’accordo: mi piaci. Hai anche gl’occchi di Sinead, queg’occhi di velluto che mi fanno sempre impazzire a ogni sguardo? Spero di sì.

  77. @Sitting
    L’omo pè esse omo ha da avè i peli (nonchè olezzare, secondo l’antico detto popolare)..e quindi la donna pè esse donna, ha da avè i capelli..:o)
    Grazie per il sicuramente sei una…donna (bella-omissis).
    Ed ora scappo, perchè sono talmente off-topic che sento già la polizia postale alle calcagna !

  78. Trovo inquietanti gli ultimi due commenti di Manzoni, non so i precedenti della storia, ma sinceramente questo va oltre il lecito consentito. Detto questo, il racconto non è eccelso ma la storia dei punti della cassiera valeva la pena di essere raccontata. Per dire.
    Iannozzi, non fai prima a dire che ti piacciono tutte tranne… boh! :-)

  79. come diceva il mio amico amico pedro:
    l’importante è che respiri.

    il mio amico mimmo si spinse più in là:
    l’importante è che sia ancora tiepida.

    il dio, ovviamente.
    femmina, of course.

  80. Il post mi è piaciuto moltissimo e ho scoperto così, Gianni, che conosci Massaron. Avevo letto Ruggine, per caso. Uno dei pochi libri sfogliati una domenica in libreria e acquistati sulla fiducia delle prime righe e di qualche frase letta qui e lì. Un bel romanzo. E per qualche tempo quando da Milano attraversavo le periferie per arrivare alle tangenziali la descrizione di Ruggine della vita negli alveari mi faceva guardare l’intorno con uno sguardo diverso. Immaginavo le ambientazioni di Ruggine, i personaggi, l’incontro finale, il mostro fatto di rottami (ciascuno nella propria infanzia ha una montagna di macerie da scalare, un mostro in cui addentrarsi, di nascosto, al di fuori dalle regole dei genitori).
    curiosità: ma la pasta, è un’invenzione o ve la siete mangiata veramente? ho i brividi al pensiero… brrr

  81. Mi scusi, sig. A.B.
    (credo stia per Andrea Barbieri, l’ho desunto dai commenti di altri)

    al di là dei modi un po’ ‘rustici’ di quel tale che si firma Franco, mi pare che la sua domanda sia interessante, no?

    Lei trova che pubblicare questo racconto sia da *simpa* e che sia grave, poi accenna all’eredità della vecchia Nazioneindiana, (immagino più radicale e meno *simpa*). Però poi uno degli autori del racconto ci fa sapere che erano già stati pubblicati nella vecchia Nazioneindiana (io la leggo da qualche mese, non lo sapevo. In effetti il postante avrebbe dovuto mettere un link).

    Non c’è insomma contraddizione così accesa fra la Nazione Indiana che 3 anni fa pubblicava questi due autori e quella d’oggi che li ripubblica, con lo stesso progetto editoriale. Tiziano Scarpa e Gianni Biondillo trovano che questi *cammelli* siano validi per Nazioneindiana 1.0 come per Nazioneindiana 2.0.

    Lei che ne pensa?

  82. @ Chiara Mantesi
    Tiziano Scarpa pubblicò nel 2003 “350 a 9” di di Leonardo Pelo e Stefano Massaron. Era un bel racconto che si può leggere qui https://www.nazioneindiana.com/2003/04/22/350-a-9/
    c’erano dentro l’informazione la guerra la quotidianità, ed era scritto bene, perché gli autori hanno certamente delle ottime capacità.
    “Siamo messi male” è molto più debole. Càpita. Non tutto ha la stessa forza. E’ un racconto a me pare che non dà una spinta alla realtà, è pacifico.
    Questo è il cambiamento di rotta di NI2.0, che si vede in tanti interventi. E’ vero che a un certo punto il blog aveva vissuto un momento di impegno pubblicando articoli sulla scia di Gomorra. Ma è durato poco (anche se ovviamente qua e là continuano a esserci cose buone).
    Guarda (dài ci diamo del tu) io non dico che si deve essere per forza seriosi, però penso che per fare i “cazzoni” bisogna essere generalmente tostissimi. Si deve avere una visione e avere le forze per portarla avanti, se no cosa si scrive a fare, per essere delle Pulsatilla? Sì, si può essere anche quello, ma penso che la gente che è qui, come dicevo sopra, ha abbondanti capacità, quindi si può fare ben altro. Ora vorrei superare quella critica che feci basata sulla descrizione dello spirito di NI2.0, che pacificamente è un’usurpazione di parole che si potevano adattare soltanto a NI. Probabilmente nessuno le legge, è soltanto una questione di sensibilità cambiarle. Fosse il mio blog, avrei immediatamente quella sensibilità (ma per Biondillo quella che chiamo sensibilità è solo cercare il pelo nell’uovo). Dicevo vorrei superare la critica e proporre davvero una svolta anche organizzativa di NI che permetta a tutti di dare il meglio. Ma l’idea che mi sono fatto è che nessuno degli attuali indiani ha davvero entusiasmo, se non uno: Effe Effe. Si va avanti a fare piccolo cabotaggio, come qualcuno profetizzò, e come qualcun altro, uscendo recentemente, ha constatato.
    Allora si potrebbe cambiare qualcosa, dare spazio a chi ha voglia di fare con spirito veramente ecumenico, divertente e intelligente, che aggreghi tutti gli altri.

  83. Ah, poi volevo aggiungere una cosa, cara Chiara Mantesi, i modi di Franco non sono soltanto “rustici”. Quando scrive
    “[…] gli amisci sua [cioè i miei, secondo Franco e con le modalità che decide lui], quanno che fescero er bloggo loro, che qua ve discievano che eravate morti e seporti, mo’ che so passati mesi e mesi, loro non li caca nessuno manco a piagne’. Basta annà a vede li aggregatori de blogghe. Voi siete i primmi, ao’, i primmi. Er litte-blogghe più letto d’Itaglia, mica pizza e fichi!”

    dice una cosa di una stupidità colossale, perché il blog a cui si riferisce ha una logica completamente controcorrente che difficilmente può portare a migliaia di accessi:
    – niente commenti
    – pochissimi link
    – pochi articoli e tutti di ottimo livello, alcuni davvero preziosi
    – un generale spirito critico e poco accondiscendente, cioè nessuno fa l’amico di tutti

    eppure queste scelte hanno un senso e le condivido. Forse solo i link potrebbero aumentare, ma non per richiamare qyuelli che io chiamo i lit blog socialdemocratici.

  84. a.b. & Iannozzi:
    mai stata bionda e brunetta sarete voi o quella dei ricchi e poveri…
    Andrea, mùchela di fare il groupie: diventa imbarazzante…
    ;-)

    fk:
    diciamo che la vita mi sta portando verso una deriva molto più laica e ancora più insofferente (sempre stata) verso questo papa e tutto l’establishment ecclesiale.

  85. LA SOLUZIONE: a.b. direttore artistico di nazione indiana!
    o lider maximo, giusto per uscire da sta pastoia socialdemocratica.
    Santo subito, insomma.

    ps: qualcuno passi un po’ di gnocca a giannozzi che m’intristisce vederlo così eternamente allupato.

  86. Eccomi, scusate ero in giro.

    Chiara M.
    Hai ragione, dovevo mettere il link. Al prossimo “cammello” lo faccio.

    Iannox
    Bella la copertina sul tuo sito. Molto divertente (e dico sul serio)

    A.B.
    boh. mai parlato di sensibilità come cercare peli nell’uovo, non mettermi parole in bocca.

    “superare la critica e proporre davvero una svolta anche organizzativa di NI che permetta a tutti di dare il meglio”
    grazie per i consigli, ne parleremo in sede di riunione collegiale.

    “Ma l’idea che mi sono fatto è che nessuno degli attuali indiani ha davvero entusiasmo, se non uno: Effe Effe”
    Ti sei fatto un’idea sbagliata, fidati.

    Gabry.
    Hai ragione: ma quale brunetta dei ricchi e poveri!!!!!

    “mùchela”, per i non lombardi, è “zittisciti”, “smettila”.

    GRM
    Mùchela anca ti, che l’è mej…

  87. > pochi articoli e tutti di ottimo livello, alcuni davvero preziosi

    scusate, quando posso passare a ritirare tutto? vi faccio un prezzo di favore, ma solo se mi passate l’intero magazzino

  88. @Gabri.
    Tesoro, una volta mi chiamavi Franz… Guarda che mio padre non è stato nelle Waffen SS, solo nella Hitlerjugend. Come il papa.

  89. Gianni, Barbieri di idee sbagliate se ne è fatte anche altre. Ma siamo in democrazia, come ci ricorda lui, e dunque noi lo leggiamo/ascoltiamo con grande interesse e apertura al dialogo tra le religioni. La sua è quella del suo tempo. Scaduto.

  90. elogio della laicità

    c’è qualcosa .
    punto.
    poi ci mettiamo intorno tante altre cose. ma non facciamoci confondere le idee.

    la chiesa, il papa.
    togliatti.
    mi raccomando, niente vie alla fallaci e a muccioli.
    a togliatti sì.
    ma non ci facciamo confondere le idee.
    chi decide per i nomi delle vie?
    sto diventando sempre più insofferente
    verso questi nuovi diktat.
    che fastidio,
    o mio capitano.

  91. @libera. E scrivo libera volutamente con la minuscola. Tu non mi conosci e io per fortuna non ti conosco. Mi rendo conto che un “essere” come te semplicemente andrebbe ignorato, basta. Ma non ci riesco.
    Quando si hanno i vermi in casa bisogna cercare di buttare via la pasta vecchia.
    Mi occupo, per tua informazione, di arte e di pedagogia. Non ti voglio raccontare fino in fondo cosa significhi un atteggiamento come il tuo, parlare, straparlare, denigrare senza rivelarsi.
    Il primo sospetto è la schizofrenia, tu sei qui a rompere, senza dire chi sei, ti crogioli probabilmente in questo triste nascondimento, e ti piace. Ahi, ahi….!!!
    Cos’è successo durante il periodo della tua crescita? Qualche problema? Hai mai provato a chiedertelo?
    Cos’è che ti fa “essere” dietro la maschera?
    Poi, GRM dice che hai 2 figli? Come li hai allevati? lo sanno che la mamma vive un atteggiamento ambiguo, per cui trae la forza di essere attraverso il nascondersi? Che guaio!
    Sono cresciuti bene i tuoi figli? Perchè sarebbe normale con una madre come te che avessero delle devianze…
    pensaci, pensaci e eventualmente fatti curare.
    Credimi, a questo punto te lo dico quasi con l’affetto con cui si parla a un malato.

  92. Franz:
    ero di fretta, che c’entra tuo padre col papa? giusto per chiarire questo papa non mi piace da molto tempo prima che diventasse papa, tu sai che sono iscritta in Cattolica e ho avuto modo di studiare molti scritti di Ratzinger quando era presidente della congregazione per la dottrina della fede, tre esami di teologia sono abbastanza. Generalmente quando si preparano degli esami si studiano le tesi e le argomentazioni degli autori. Bene. Alla luce di quanto studiato del pensiero teologico e filosofico di Ratzinger, io rifiuto in toto il suo pensiero. Punto. Tutto il resto non mi riguarda e non riguarda i miei studi e nemmeno mi interessa.
    Con questo, spero tu mi voglia bene come sempre! :-)

  93. non preoccuparti. mi sa che sei sempre la sua teologa preferita. e poi, mi risulta che anche lui abbia studiato per molti anni a cattolica.

    la mia teologa preferita (ma lei non l’ha mai saputo) si chiama adriana zarri. una vera esperta di teologia dell’ateismo. a volte anche di ateismo teologico. un vero e proprio teologismo ateo. insomma.

    e poi anche la mia mamma. perché anch’io ho una mamma teologa. come tutti. voi ce l’avete una mamma teologa?

  94. @Gabri. Che c’entra? Papà, papa… E’ normale :-)
    Ma certo che ti voglio bene come sempre.

    La rete unisce, sì. Il pesce azzurro.

    @Robivecchi. Quiz: “La mi mama l’andava in gesa ma la vutava sucialista”. Chi l’ha detto?

  95. la migliore teologia è fatta fuori di famiglia: né mamma né papà. teologi e buoi dei paesi suoi.

  96. Gabri, senza offesa, ma hai pigliato una grossa cantonata e siccome lo hai già ripetuto da altre parti ci tengo a precisarlo: IO NON FACCIO IL GROUPI DI NESSUNO. Sono LIBERO e penso quello che mi pare. Se sbaglio sono cazzi miei. Se ci piglio, ci piglio IO.
    Se vuoi una prova, pubblica dove vuoi una gigaputtanata offensiva per qualcuno e vedrai se non uso la katana di Muramasa. Ripeto, senza offesa…

  97. questa gabriella comincia a “simpatizzarmi”…

    barbieri, perchè scrivi groupi? è al maschile? perchè fa rima con drupi?

    per concludere: spiegaci cos’è la katana di muramasa. insomma, alla katana io ci arrivo, ma è muramasa che mi manca. grazie fin d’ora.

  98. @ bill
    scusa solo ora mi sono accorto di non averti risposto.
    La speranza era divertire (forse farei meglio a dire divertirsi) comunicando qualcosa che per Stefano e me era rilevante (cassiera, miss padania ecc ecc).
    Per questo è stato scritto. Fa parte di un progetto che non so se vedrà mai la luce (scopo dei cammelli almeno per me NON è scrivere -preferisco pubblicare libri di altri-, è passare il tempo scrivendo con Stefano), volevo solo rimetterlo nel suo contesto POP (ripeto Gianni l’ha descritto meglio di me), tutto qua.

  99. Perché riscrivendolo in maiuscolo ho lasciato indietro la E, e tu, che sei il correttore di bozze, hai giustamente segnalato il caso.

    Muramasa era un armaiolo nato nel 1341 nel villaggio di Senji. Le sue lame erano tanto affilate che immergendole nell’acqua di un fiume tagliavano le foglie trasportate dalla corrente. Le lame del suo maestro Masamune erano altrettanto famose, ma le foglie riuscivano a scansarle. Si credeva che questo accadesse perché lo spirito del forgiatore animasse la lama: Muramasa era pazzo e violento, mentre Masamune era giusto.
    Dunque le spade di Muramasa erano ritenute indegne, assetate di sangue e maledette. Per questo furono distrutte.

  100. Per la cronaca sabato 20 sono a Milano per vedere la mostra di Basquiat e quella di Buzzati. Se ci siete, se volete polemizzare col samurai pazzo e sanguinario, battete un colpo.
    saluti

  101. e mi rispondi pure… sei forte, barbieri (a modo tuo).

    grazie comunque della spiegazione sulla katana. sempre saputo che i coltelli giapponesi tagliano pure i surgelati.

  102. Sabato sono a Lentate sul Seveso. Peccato. (qui a Milano abbiamo una tradizione storica di spadari. I migliori d’Europa).

  103. sapessi com’è strano
    picchiarsi avanti a un quadro
    a milanoooo
    a milanoooo.

    Franz, non mi dire che usi anche la cibalgina fast con portablister a 9,20 euro!

  104. non è franzesco. (mogàl). capitano, tu equivochi. non so fk, ma io per l’emi (come dicono certi snobboni) prendo solo moment. (conf. 12 compresse 6 euro e spiccioli).

  105. Il racconto, per me lettore, non è spiacevole, anche se mi stucca un po’ la vena, che tutto lo attraversa, di compiaciuta esibizione di una banale (stavo per scrivere barale), quotidiana orripilanza. E quelle due scatolette versate nature su spaghetti collosi, anche fossero vere, eccedono rispetto al resto e tolgono decisamente credibilità al tutto – con quel surplus metaforico, invero un po’ didascalico, della bandiera.

    Il discount, e su questo concordo con così&come, è di certo, fra i non luoghi, il più interessante nel suo essere, a differenza di aeroporti, shopping-mall e ikee, pieno di segnali di vita – e nel suo essere, grazie alla sgangheratezza, strutturalmente incapace di neutralizzarli. Quelle stesse famiglie magrebine, calate nei labirinti uniformanti di un’iperqualcosa, perderebbero buona parte della loro vitale espressività. E quegli stessi trafugatori di Limoncello, in quegli spazi, oserebbero meno.
    Lo spazio è una scena mai neutra rispetto all’umano, così la vedo io – con ammirabile sprezzo della banalità. E nello strazio urbanistico, architettonico e soprattutto semantico di Corso Vittorio Emanuele a Milano, per dire, siamo tutti cadaveri senza volto.

    Infine un piccolo contributo alla bio di Santa Paola Martire dello Showbiz. La vediamo, in questo quadro, strapparsi le carni e torcersi e decadere attorniata da monitor malfunzionanti, sotto l’occhio attento di una qualche giovane regista uscita, con fondi imperscrutabili, dal limbo hype che intercorre fra moda, comunicazione e agenzie pubblicitarie. Il corto, che intravidi per ragioni lavorative, era osceno (lo dico in senso descrittivo) e non ho notizie sui suoi esiti. Probabile sia stato ingoiato dal nulla italico, e forse è meglio così.

  106. certo che qua siete tutti soci dello slow food se trovate la cena descritta nel racconto così fantascientifica!!!! mica c’hanno versato sopra del bostik e poi se lo sono mangiati! come cenate voi????

  107. @ Aditus

    “Mi è capitato di mandare a NI qualche pezzo, altri ne ho pure messi in bacheca. Nessun responso. Non saranno abbastanza belli, pensavo, non saranno all’altezza di NI.”

    “se passa questo in convento non vedo come non siano passati i magnifici g e n i t i v i p o s s e s s i v i”

    “Ho sempre lodato il vostro lavoro, perché evidentemente non è cosa da poco gestire qualcosa come NI in mezzo a tutti gli impegni, le corse e questa vita (concordo) del cazzo.”

    “Ammetto che ci stava dietro un po’ di amarezza per affari miei, ma effettivamente s’è visto di meglio, molto meglio tra i commenti (di bacheca e non).”

    Smettila con questo qui sopra, Aditus, verrà anche il tuo momento, se produrrai qualche buon testo.

  108. A parte il fatto che avevo già smesso il 16 gennaio, ma la smetto pure se disturbo. Il commento era legato ad un altro discorso. Pensavo fosse chiaro. La terza delle citazioni poi non l’ho capita, trattasi di un’interlocuzione con fk. A meno che la balia sia fk, ma sembrerebbe jenny carota, o sbaglio? Con questi nick cangianti io ci prendo poco.
    Saluti.

  109. Comunque non disturbi, và pure avanti. Come dice Barbieri (citazione di un certo peso) siamo in democrazia. Saluti.

  110. “Ho sempre lodato il vostro lavoro, perché evidentemente non è cosa da poco gestire qualcosa come NI in mezzo a tutti gli impegni, le corse e questa vita (concordo) del cazzo.”

    Con questo, visto che è stato messo tra altre frasi che bene o male avevano un altro -loro- tema, vorrei specificare che non ero ironico. Perché se la frase è stata riportata, forse è stata interpretata così. Il lavoro che fate in NI mi sembra realmente qualcosa di lodevole. E’ un qualcosa di volontario (come ricordavi), che implica passione e spendimento di tempo. Critiche a parte è quello che credo. Il mio primo commento (quello da cui sono tratte gran parte delle citazioni) voleva esser sì polemico, ma sopratutto scherzoso. Poi percepisco certi toni che mi scoraggiano.. ma è normale, ognuno fraintende a suo modo (anche se quella di jenny carota nel post Lagioia è una presa per il culo bella e buona e gratuita).

  111. ‘ma chi è ’sto Sitting Targets?’

    carla, sitting targets è uno che si chiama sitting targets. come tutti.

  112. come tutti non direi, comunque, a me piace fare domande, e ogni volta che ho dei dubbi, non mi faccio nessun problema a farmi domande!
    è chiaro?
    siamo in democrazia?

    baci

  113. ‘ma chi è ’sto robivecchi?’

    carla, robivecchi è uno che si chiama roberto vecchi. come tutti.

    ‘è chiaro?’

    sì.

    ‘siamo in democrazia?’

    dipende. per quella che è la mia idea di democrazia: no.

  114. una domanda: che faccia hanno gli asiatici che hanno appena finito di fare le pulizie in casa d’altri?
    un appunto: i cibi cotti nel microonde sono freddi fuori e caldi dentro e non “bollenti in superficie e congelati dentro”. il racconto mi è sembrato piacevole, il lidl è proprio così. i 100 e passa commenti non li ho letti tutti, ma ho letto il racconto per i 100 e passa commenti. buona sera a.

  115. @antonella

    contesto il tuo appunto, il mio nuovo microonde scalda fino all’ustione il piatto e i cibi fuori, e li lascia freddi dentro.
    Mannaggia!

  116. @ antonella
    Sì anche il forno a micronde utilizzato da noi fa effetto gelato fritto.
    Per la faccia degli asiatici… proprio quella faccia lì ;-)

    @ così&come
    grazie.

    @ Luca Carlucci
    NON era intenzione, spiace che sembri così. Ma a me la pasta “italiana” diverte ;-) cmq grazie delle osservazioni.

    @ tutti. Se lo riediteremo un sacco di osservazioni saranno di aiuto per una migliore riscrittura.

  117. ah, quelli nuovi sono così? che fanno effetto gelato fritto? allora mi sa che mi tengo il mio vecchio microonde quello che fa freddo fuori e caldo dentro, che le onde micro fanno muovere le molecole dall’interno verso l’esterno.

    da wikipedia

    Il forno a microonde è un tipo di forno da cucina in cui la cottura del cibo è principalmente dovuto all’effetto riscaldante delle microonde. Il meccanismo di funzionamento del forno in questione è abbastanza semplice: un dispositivo, chiamato magnetron, genera un campo di corrente elettrica alternata. Il ribaltamento del campo elettrico, che si ripete per più di 2 miliardi di volte al secondo, produce un effetto di «scuotimento» delle molecole, specialmente quelle dell’acqua, ma anche di lipidi e proteine. Questa frizione intermolecolare genera un calore che riscalda il cibo in modo completamente diverso rispetto al metodo convenzionale: dall’interno verso l’esterno.

  118. Mi avete sderenato le palle. Siete un branco di buffoni. Qui si legge di tutto. Questo è un cesso a cielo aperto.

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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