Questi anguilliformi hanno un corpo serpentiforme, leggermente compresso ai lati, non ricoperto da scaglie. Le pinne pettorali e ventrali sono assenti mentre la pinna dorsale e l’anale si prolungano senza discontinuità dalla testa alla coda mentre sul lato ventrale questa pinna è più corta. La testa è breve, i denti sono lunghi e appuntiti, spesso caniniformi. Le aperture branchiali sono piccole e rotonde. Molte specie hanno narici tubulari simili a brevi tentacoli. Alcune specie di questa famiglia sono dotate di una “mascella” aggiuntiva nell’esofago allo scopo di inghiottire al meglio prede voluminose.
lo stato dell’arte
Io in questo calligramma, o quecheè,
ci ho visto la faccia del re di aringhe o serpentòn di mare,
e una certa somiglianza, pure intrascorsi,
col profilo dei generali Pittorru e Speciale,
che devono aver buoni denti
per triturar e digerir tangenti
MarioB.
molto telemarket. bravi
A me pare un uomo stempiato..
Ovviamente, un pesce…
Mi fà paura. Ho l’impressione di una bestia con tentacoli capaci di mi fare morire, o di un corpo ammalato, una pancia rovesciata, il simbolo del cancro.
Spero che la mia interpretazione non sia segno di malattia mentale.
Forse è l’ambiente di crisi che mi fa vedere queste cose.
Come sono curiosa, vorrei avere una spiegazione.
O allora è una figura della notte, del tempo dei sogni, l’immagine di un guerriero.
facciamoci del male.
Pea Brain è stata accartocciata
A mio avviso, allude a uno stato di contenzione, dove il corpo tondo, tecnicamente perfetto, si afferma riconoscibile e portatore di alterità, benché costretto – enfaticamente costretto – dentro un corpo più vasto e, almeno visivamente, mobile e deliberatamente chiuso e oppressivo. Si potrebbe dire che la redazione sceglie, graficamente, un nuovo logo, e lo fa circolare, in tal modo vedendo la reazione del lettore; propone una figura retorica e misura la risposta. A onor del vero, ho pensato, aperta la home, a una allucinazione, o a una mera provocazione; ma anche, più intellettualmente, a una affermazione di principio: vediamo se – finalmente! – questi lettori scriteriati, così inclini al realismo da operetta, si rendono conto che ogni immagine, anche la più somigliante alla realtà, è un’illusione ottica. In tal caso, la redazione si professa – senza accorgersene? – a favore di una letteratura senza obblighi referenziali, dove l’impulso a rappresentare l’esterno è secondario rispetto alla passione del processo creativo. Ma resta il problema della redazione; e questa lettura – questa mia interpretazione anti-realistica – non può venir fuori dai nomi che la compongono. Sono dentro un errore. Questo disegno non è un gesto. Cos’è? È una testa con occhio e due orecchie; piange dentro, o ride, ma senza farlo vedere. È una testa che coincide con tutto il corpo, quindi serpentiforme, come rileva Sparz; e in me smuove una sensazione di paura, giacché la bocca, anche se non visibile, sarà certamente biforcuta e velenosa. L’equilibrio della figura, allora, puntiglioso e morbido, insinua il morso: come un cobra, con veloce e manigolda movenza, può farti deviare il percorso. E siamo di nuovo dentro una lettura progettuale del segno, come se si volesse suggerire che la strada presa è sbagliata: la serpe, maestra misconosciuta di vita, dapprima t’impone il disorientamento e quindi, compresa la possibilità, l’invenzione di una deviazione. Come sempre, il logo consacra l’idea. Ma: è questa l’idea? Che importanza ha saperlo con precisione? Il disegno è un logo e raffigura una testa. È il nome dell’immagine a consacrare questa ipotesi: “M-logo-head”. Cos’è “M”? Esistono tante bozze di logo, ognuna contrassegnata con una lettera d’alfabeto? E se tutto fosse un mero gioco di società? Una finzione ludica, o una coreografia a perdere, un’insensatezza geometrica, oppure – oh, certo, non sarebbe difficile vederci un pesce, ma veltronianamente anche no – oppure … E se non foss’altro che un fugace fantasma destinato a sparire in un eterno equivoco?
[scusate questo nulla, volevo partecipare al gioco]
ng
Allora si tu mi parli di serpente, ho una reazione fobica. Non posso vedere uno serpente anche in un immagine. Logo di NI, spero di no.
Preferisco le piume, eccetto se il disegno ha un senso altro in la mitologia indiana. Forse rappresenta un’idea bellissima.
un serpente, scusa.
Perché no un totem?
Capitan Harlock !?!
Il mio vicino, dopo una mazzolata della moglie..
La violazione dell’intorno, del soggetto perfetto..
il pesce luna trasparente a cui si vede la coda mentre gira
Ho trovato… è un .. mitocondrio!?!
o uno zigote..
E’ la Policastro quando s’incazza!! ^__^
ragazzi, ragazzi, cercate il bianconiglio che nasconde l’indizio……
Il genere Anguilla, ritenuto originario del Pacifico tropicale, è diffuso in tutti gli oceani. Si conoscono 16 specie (Ege, 1939), tutte migratrici catadrome. Due sole sono le specie che interessano l’areale atlantico, entrambe dislocate nell’emisfero settentrionale: una, A. rostrata, risale nelle acque dolci dell’America interessando un’area costiera che si estende dalla punta meridionale della Groenlandia alla Guyana; l’altra, A. anguilla, si distribuisce nelle acque del versante atlantico dell’Africa a Nord di 20° N, nel Mediterraneo (compreso, anche se le catture sono rare, il Mar Nero), in tutta la costa atlantica europea e si spinge oltre Capo Nord fino al Mare di Murmansk.
Le altre 14 specie sono distribuite nei versanti africano e asiatico dell’Oceano Indiano e nell’areale orientale del Pacifico dalla Nuova Zelanda al Giappone. I più antichi fossili sono oligocenici.
Secondo Fowler (1936) la linneana Muraena anguilla è il tipo del genere Muraena e questo nome generico competerebbe quindi alle Anguille, comunque dal 1922 la Commissione Internazionale di Nomenelatura (Opinion 77) ha stabilito M. helena come tipo di Muraena.
è un pesce che si è mangiato la coda.
(…) uno stupido pesce muto dagli occhi rossi del suo laghetto, così fuor d’ogni misura da divenire lo zimbello della città; proprio quel Crasso che allorché Domizio lo riprese una volta in Senato per aver versato lacrime sulla morte di questo pesce, volendolo far passare per uno mezzo matto, rispose a questi: Così si potrà dire che per la morte del mio pesce io ho fatto quanto tu non hai mai fatto per la morte nè della prima nè della tua seconda moglie.
Gli ostracodermi non possedevano pinne;
tuttavia la loro corazza si arricchì via via
di protuberanze spinose che costituivano
una specie di base d’appoggio per il
movimento. Essi non erano né ciechi
né sordi, anche se il loro cervello aveva
dimensioni piccolissime.
Così scrisse degli ostracodermi Flammarion:
“I sessi esistono e sono separati; ma in
questi animali la separazione non implica
la dolce legge del reciproco avvicinamento;
essi non conoscono le attrazioni riservate
alle creature dell’avvenire; ignorano il
desiderio; il sentimento affettivo nato
dall’unione, anche passeggera, per loro
non esiste. Incapaci d’amore, sono parimenti
incapaci di affezione paterna, materna o
filiale.
Ogni pesce rimane isolato. Mangiare o
essere mangiato, ecco il suo destino.
La femmina seminerà migliaia di uova,
di cui la maggior parte andrà perduta
per la vita.
Il maschio passerà alcuni giorni sopra
queste uova e lascerà un liquido che le
feconda.
Non sono figli suoi, ma della natura.
Poveri amori; povera vita.”
RENATO E ROSELLINA BALBI, Lungo
viaggio al centro del cervello, Laterza 1982.
harzie, l’acuto latinista harzie ha vinto lo speciale premiolino della redazione, che però ancora non si sa bene in cosa consista………
Modestamente:-)
soluzione:
è un post su Nazione Indiana
@ giovenale
I like your Dossena’s side
induttivamente è un Jack Russel (perso nei dintorni di Stonehenge)
Dovrebbe essere l’Evans Black Bass Drumhead. Cosa ho vinto?
Anyway, la cosa piu’ bella di questa “logo” e’ che ha il grilletto.
Avevo ragione di avere paura. Il cancro ha sempre paura delle murene.
Mi chiedo che era la motivazione che rimane misteriosa. Vuole dire che in questo tempo di crisi, siamo in preda al veleno, inghiottiti? Vuole dire che le murene diffamano, sono della parte della ferocità?
In Istria questo pesce si chiama patanada.
Mmmmmm mi sa che la redazione ha scordato di aggiungerci l’articolo:)
che minchiata, a mancanza ‘o chiffari, mah!
[…] “Murene” è la collana cartacea di Nazione Indiana. […]
[…] Nazione Indiana, dopo qualche ardita e sconvolgente anticipazione di stampo cripto-artistoide (che ha fatto comunque sdilinquire i commentatori in […]
Nazione Indiana promuove un concorso per racconti e scritture brevi inedite sulla Resistenza e la Liberazione. Il concorso è rivolto agli under 35 perché pensiamo sia importante un passaggio del testimone, che quindi una nuova generazione di italiane e italiani assuma il compito di ricordare e raccontare la Resistenza.
Nazione Indiana ha compiuto vent’anni nel 2023! Siccome non tutti i compleanni sono uguali, Nazione Indiana ha deciso di festeggiare il suo ventennale con due iniziative: nel marzo scorso a Parigi e adesso a Milano, città in cui è nata.
I festeggiamenti iniziano il 23 e 24 marzo 2023 con una due-giorni tra Maison de la Poésie, Université Paris Nanterre e Librairie Tour de Babel. Ecco i dettagli del programma
Questi anguilliformi hanno un corpo serpentiforme, leggermente compresso ai lati, non ricoperto da scaglie. Le pinne pettorali e ventrali sono assenti mentre la pinna dorsale e l’anale si prolungano senza discontinuità dalla testa alla coda mentre sul lato ventrale questa pinna è più corta. La testa è breve, i denti sono lunghi e appuntiti, spesso caniniformi. Le aperture branchiali sono piccole e rotonde. Molte specie hanno narici tubulari simili a brevi tentacoli. Alcune specie di questa famiglia sono dotate di una “mascella” aggiuntiva nell’esofago allo scopo di inghiottire al meglio prede voluminose.
lo stato dell’arte
Io in questo calligramma, o quecheè,
ci ho visto la faccia del re di aringhe o serpentòn di mare,
e una certa somiglianza, pure intrascorsi,
col profilo dei generali Pittorru e Speciale,
che devono aver buoni denti
per triturar e digerir tangenti
MarioB.
molto telemarket. bravi
A me pare un uomo stempiato..
Ovviamente, un pesce…
Mi fà paura. Ho l’impressione di una bestia con tentacoli capaci di mi fare morire, o di un corpo ammalato, una pancia rovesciata, il simbolo del cancro.
Spero che la mia interpretazione non sia segno di malattia mentale.
Forse è l’ambiente di crisi che mi fa vedere queste cose.
Come sono curiosa, vorrei avere una spiegazione.
O allora è una figura della notte, del tempo dei sogni, l’immagine di un guerriero.
facciamoci del male.
Pea Brain è stata accartocciata
A mio avviso, allude a uno stato di contenzione, dove il corpo tondo, tecnicamente perfetto, si afferma riconoscibile e portatore di alterità, benché costretto – enfaticamente costretto – dentro un corpo più vasto e, almeno visivamente, mobile e deliberatamente chiuso e oppressivo. Si potrebbe dire che la redazione sceglie, graficamente, un nuovo logo, e lo fa circolare, in tal modo vedendo la reazione del lettore; propone una figura retorica e misura la risposta. A onor del vero, ho pensato, aperta la home, a una allucinazione, o a una mera provocazione; ma anche, più intellettualmente, a una affermazione di principio: vediamo se – finalmente! – questi lettori scriteriati, così inclini al realismo da operetta, si rendono conto che ogni immagine, anche la più somigliante alla realtà, è un’illusione ottica. In tal caso, la redazione si professa – senza accorgersene? – a favore di una letteratura senza obblighi referenziali, dove l’impulso a rappresentare l’esterno è secondario rispetto alla passione del processo creativo. Ma resta il problema della redazione; e questa lettura – questa mia interpretazione anti-realistica – non può venir fuori dai nomi che la compongono. Sono dentro un errore. Questo disegno non è un gesto. Cos’è? È una testa con occhio e due orecchie; piange dentro, o ride, ma senza farlo vedere. È una testa che coincide con tutto il corpo, quindi serpentiforme, come rileva Sparz; e in me smuove una sensazione di paura, giacché la bocca, anche se non visibile, sarà certamente biforcuta e velenosa. L’equilibrio della figura, allora, puntiglioso e morbido, insinua il morso: come un cobra, con veloce e manigolda movenza, può farti deviare il percorso. E siamo di nuovo dentro una lettura progettuale del segno, come se si volesse suggerire che la strada presa è sbagliata: la serpe, maestra misconosciuta di vita, dapprima t’impone il disorientamento e quindi, compresa la possibilità, l’invenzione di una deviazione. Come sempre, il logo consacra l’idea. Ma: è questa l’idea? Che importanza ha saperlo con precisione? Il disegno è un logo e raffigura una testa. È il nome dell’immagine a consacrare questa ipotesi: “M-logo-head”. Cos’è “M”? Esistono tante bozze di logo, ognuna contrassegnata con una lettera d’alfabeto? E se tutto fosse un mero gioco di società? Una finzione ludica, o una coreografia a perdere, un’insensatezza geometrica, oppure – oh, certo, non sarebbe difficile vederci un pesce, ma veltronianamente anche no – oppure … E se non foss’altro che un fugace fantasma destinato a sparire in un eterno equivoco?
[scusate questo nulla, volevo partecipare al gioco]
ng
Allora si tu mi parli di serpente, ho una reazione fobica. Non posso vedere uno serpente anche in un immagine. Logo di NI, spero di no.
Preferisco le piume, eccetto se il disegno ha un senso altro in la mitologia indiana. Forse rappresenta un’idea bellissima.
un serpente, scusa.
Perché no un totem?
Capitan Harlock !?!
Il mio vicino, dopo una mazzolata della moglie..
La violazione dell’intorno, del soggetto perfetto..
il pesce luna trasparente a cui si vede la coda mentre gira
Ho trovato… è un .. mitocondrio!?!
o uno zigote..
E’ la Policastro quando s’incazza!! ^__^
ragazzi, ragazzi, cercate il bianconiglio che nasconde l’indizio……
Il genere Anguilla, ritenuto originario del Pacifico tropicale, è diffuso in tutti gli oceani. Si conoscono 16 specie (Ege, 1939), tutte migratrici catadrome. Due sole sono le specie che interessano l’areale atlantico, entrambe dislocate nell’emisfero settentrionale: una, A. rostrata, risale nelle acque dolci dell’America interessando un’area costiera che si estende dalla punta meridionale della Groenlandia alla Guyana; l’altra, A. anguilla, si distribuisce nelle acque del versante atlantico dell’Africa a Nord di 20° N, nel Mediterraneo (compreso, anche se le catture sono rare, il Mar Nero), in tutta la costa atlantica europea e si spinge oltre Capo Nord fino al Mare di Murmansk.
Le altre 14 specie sono distribuite nei versanti africano e asiatico dell’Oceano Indiano e nell’areale orientale del Pacifico dalla Nuova Zelanda al Giappone. I più antichi fossili sono oligocenici.
Secondo Fowler (1936) la linneana Muraena anguilla è il tipo del genere Muraena e questo nome generico competerebbe quindi alle Anguille, comunque dal 1922 la Commissione Internazionale di Nomenelatura (Opinion 77) ha stabilito M. helena come tipo di Muraena.
è un pesce che si è mangiato la coda.
http://www.thelatinlibrary.com/cicero/murena.shtml
l’ho sognato la notte scorsa…
Gli ostracodermi non possedevano pinne;
tuttavia la loro corazza si arricchì via via
di protuberanze spinose che costituivano
una specie di base d’appoggio per il
movimento. Essi non erano né ciechi
né sordi, anche se il loro cervello aveva
dimensioni piccolissime.
Così scrisse degli ostracodermi Flammarion:
“I sessi esistono e sono separati; ma in
questi animali la separazione non implica
la dolce legge del reciproco avvicinamento;
essi non conoscono le attrazioni riservate
alle creature dell’avvenire; ignorano il
desiderio; il sentimento affettivo nato
dall’unione, anche passeggera, per loro
non esiste. Incapaci d’amore, sono parimenti
incapaci di affezione paterna, materna o
filiale.
Ogni pesce rimane isolato. Mangiare o
essere mangiato, ecco il suo destino.
La femmina seminerà migliaia di uova,
di cui la maggior parte andrà perduta
per la vita.
Il maschio passerà alcuni giorni sopra
queste uova e lascerà un liquido che le
feconda.
Non sono figli suoi, ma della natura.
Poveri amori; povera vita.”
RENATO E ROSELLINA BALBI, Lungo
viaggio al centro del cervello, Laterza 1982.
harzie, l’acuto latinista harzie ha vinto lo speciale premiolino della redazione, che però ancora non si sa bene in cosa consista………
Modestamente:-)
soluzione:
è un post su Nazione Indiana
@ giovenale
I like your Dossena’s side
induttivamente è un Jack Russel (perso nei dintorni di Stonehenge)
Dovrebbe essere l’Evans Black Bass Drumhead. Cosa ho vinto?
Anyway, la cosa piu’ bella di questa “logo” e’ che ha il grilletto.
Avevo ragione di avere paura. Il cancro ha sempre paura delle murene.
Mi chiedo che era la motivazione che rimane misteriosa. Vuole dire che in questo tempo di crisi, siamo in preda al veleno, inghiottiti? Vuole dire che le murene diffamano, sono della parte della ferocità?
In Istria questo pesce si chiama patanada.
Mmmmmm mi sa che la redazione ha scordato di aggiungerci l’articolo:)
che minchiata, a mancanza ‘o chiffari, mah!
[…] “Murene” è la collana cartacea di Nazione Indiana. […]
[…] Nazione Indiana, dopo qualche ardita e sconvolgente anticipazione di stampo cripto-artistoide (che ha fatto comunque sdilinquire i commentatori in […]