Caro Ministro
di Diego De Silva
Caro Ministro Bossi,
in classe di mia figlia c’è una bimba color nocciolina tostata, Cristina. È dolce, affettuosa, e molto bella. Ci sono altri bambini dolci, affettuosi e molto belli in classe di mia figlia, ma Cristina la noto di più perché spicca, in mezzo a tutto quel bianco. Ma è un interesse solo mio, agli altri bambini non importa.
Quando la mattina accompagno mia figlia all’asilo, Cristina le corre incontro, l’abbraccia, le bacia tutt’e due le guanciotte e se la porta per mano al centro del gioco già cominciato, per aiutarla a recuperare (mia figlia arriva sempre un po’ in ritardo). È molto premurosa anche con me, in quanto genitore di una bimba a cui vuol bene. Pensi che proprio ieri mi ha regalato un fiorellino giallo che aveva raccolto nel giardino, come per darmi qualcosa in cambio dell’amichetta che le avevo riportato.
Io, ogni volta che Cristina nocciolina mi saluta o mi rivolge la parola, mi sorprendo per quanto bene parli la mia lingua. Ma è una sorpresa solo mia, per gli altri bambini non è mica strano.
Questo piccolo preambolo, signor Ministro, semplicemente per dirLe che Cristina è una bambina come la mia, e come tutte le altre. Sì, mi rendo conto di dire una banalità e proprio a Lei, che è persona indaffarata ogni giorno con ben altre complicazioni, pensieri più alti e molto meglio formulati, abituata a considerare i problemi comuni da altre altezze che noi, da quaggiù, non possiamo capire. Eppure, sa, quando sul giornale ho letto la faccenda del bingo-bongo, ho avuto subito voglia di parlarLe di Cristina.
Perché vorrei poter credere, Ministro, che se Lei conoscesse Cristina (mi sa tanto che in classe di Suo figlio non ce n’è nemmeno una), si vergognerebbe di quella frase. E si scuserebbe mille volte, e si preoccuperebbe per riconoscersi dentro tutto quel disprezzo. Perché se così non fosse, Lei sarebbe ridotto veramente molto male, signor Ministro.
Chi meglio di Lei, statista, uomo di cultura e di politica, sa quanto male fanno le parole. Quanto poco ci mettano a fare a pezzi la dignità e i sentimenti degli altri. Quanto brevemente mortifichino un lavoro di anni. Pensi solo, tanto per fare un esempio, proprio adesso, in questo momento, a tutti gli insegnanti che in tante scuole d’Italia (anche in quella del Nord, che Lei non fa mistero di preferire) stanno lavorando per trasmettere quei valori di solidarietà, democrazia, rispetto dell’altro (tolleranza, come dicono in televisione: ma vuol dire poi la stessa cosa?) di cui sono pieni i discorsi di tanti Ministri come Lei: come crede che si sentiranno a leggere sul giornale una dichiarazione come quella? Se lo immagina il loro imbarazzo nel continuare a lavorare? Come minimo, si domanderanno chi glielo fa fare, per quella miseria di stipendio che li aspetta a fine mese, oltretutto.
Allora, signor Ministro, ho deciso di venirLe incontro: se non si vergogna Lei, mi vergogno io, per Lei. Le sto facendo un grosso favore, non so se ne rende conto; anche se non mi aspetto la Sua riconoscenza, visto che non mi ha chiesto niente. Anzi guardi, farò molto di più: conserverò quel giornale con la Sua dichiarazione e tra qualche anno, quando avrà imparato a leggere, lo darò a Cristina, e poi le dirò che il 5 dicembre 2003 Le avevo scritto perché mi ero vergognato tanto per Lei, come cittadino, contribuente e soprattutto come padre.
E dato che La immagino persona abituata a ricambiare i favori che riceve, Le chiedo: la prossima volta che, dal sedile posteriore di una di quelle bellissime macchine blu che La portano in giro per i Suoi impegni istituzionali, dovesse vedere un bingo-bongo su un marciapiede, magari con una bambina per mano, pensi a me: e, almeno per dovere di cortesia nei miei poveri confronti, si vergogni un po’ anche Lei.
I commenti a questo post sono chiusi
Grazie
Riporto paro paro delle considerazioni sulla lettera di Diego De Silva, apparse sul forum di Maltese Narrazioni:
Fabio Ciofi 16-12-2003 23:20
Quanto hanno ragione Bianco e Piersanti: quando gli scrittori si mettono a scrivere “impegnato”, che cose pietose che tirano fuori…
Amleto 17-12-2003 00:03
Ciofi, te lo dico dal più profondo del cuore: sei proprio un gran pezzo di merda.
Fabio Ciofi 17-12-2003 00:12
Adoro suscitare emozioni forti, caro mio dubbiosissimo amico… certo se sapessi chi sei, visto che certe esternazioni le fai anche altrove…(kinglear, ad esempio)…
Fabio Ciofi 17-12-2003 00:14
Ah, Principe di Danimarca, un’altra cosa: immagino tu sia e ti professi a tutti gli effetti un “pluralista”, no?
Varkjovich 17-12-2003 10:34
Pura paccottiglia retorica.
ErnestoAloia 17-12-2003 12:21
ma perché uno deve scrivere ‘ste sbrodolate di melassa? e senza nessuna ragione poi. credo che su De Silva abbia pesato lo sdilinquimento genitoriale per un’amica della figlia piccola, ma non c’era nessun motivo per evocare questa tenera fantolina color “nocciolina tostata”, tanto buona e affettuosa e donatrice di fiori gialli. finisce per essere nocivo alle stesse (naturalmente condivisibili) ragioni che voleva sostenere. infatti si può pensare che:
a) se non avesse incontrato questa bambina tanto bellina a de silva non sarebbe fregato niente delle primordiali esternazioni bossiane
b) che quelli che color “pane bruciato” o che so “melanzana matura” e antipatici e non amici della figlioletta di De silva si possano liberamente chiamare bingo-bongo.
E poi, quegli “insegnanti che in tante scuole d’Italia (anche in quella del Nord) stanno lavorando per trasmettere quei valori di solidarietà, democrazia, rispetto dell’altro ” e tutto “per una miseria di stipendio”… madonna, c’è un limite anche al politicamente corretto. paragonato a De Silva in questa “lettera al ministro” il De Amicis di Cuore sembra Martin Amis.
ma non era meglio scrivere semplicemente e direttamente a Bossi che dicendo quelle cazzate in qualità di ministro della repubblica ci fa vergognare tutti e che, se ne fosse capace, dovrebbe vergognarsi anche lui?
bianca 18-12-2003 00:30
io però non capisco perché queste cose (alcune peraltro condivisibili), espresse in forma di fermo ma corretto dissenso, non le postiate anche nei commenti al brano di de silva su nazione indiana. davvero, senza polemica. ve lo chiedo.
Mario Bianco 18-12-2003 01:23
Io mi imposterei nella nazione indiana,
ma temo che cassino i wasichu
titonco 18-12-2003 03:05
Eppure non sarà così strano che De silva scriva “bimba color nocciolina tostata”, ci sarà una figura retorica per cui il tono che usi nella risposta è opposto a quello dell’interlocutore: da una parte una delle più alte cariche istituzionali che esprime un discorso razzista, dall’altra una risposta che – benché cominci con “Caro Bossi” – è indirizzata a tutti (il contrario del razzismo), veramente tutti, anche i bambini, una specie di tono universale (alla Giovanni XXIII se vi va) ma verso il quale l’unica critica sensata deve stare sul piano della presa sulla realtà (ha detto delle cazzate De Silva? a me non pare, diceva delle cazzate Giovanni XXIII?…).
Invece De Silva (in questo caso, domani potrebbe essere Mozzi o comunque chiunque mostri che c’è qualcosa degno di essere raccontato) viene criticato soltanto sul piano dello stile, e soltanto perché è diverso dallo stile “giusto”, ad esempio Michel Houellebecq (tanto amato dai maltesiani tolto Galiazzo). Ma questo passaggio che fate voi maltesiani da uno stile che è praticamente un “brand” alla presa sulla realtà è assolutamente ingiustificato, e la conseguenza è la scrittura di pagine che difficilmente possono interessare anima viva.
ErnestoAloia 18-12-2003 11:03
no Titonco, ti sbagli. la mia era una critica etica e ideologica, perché quello che rischia di “passare” al lettore attraverso le righe di De Silva non è l’ideale dell’uguaglianza e del rispetto tra gli uomini, ma il richiamo alle carinerie della pubblicità Benetton, subito diffuse in mille altri messaggi (vuoi rappresentare l’infanzia felice? allora mettici anche il negretto). insomma, non farmi più scemo di quello che sono: il fatto è che uno scrittore (De Silva) dovrebbe essere cosciente che il kitsch in questo caso non aiuta il messaggio.
Varkjovich 18-12-2003 11:06
Non è questione di stile. E’ che a uno scrittore venga in mente di scrivere tale sbrodolamento retorico. La Buona Causa non giustifica sbandate di stile e di gusto. E a me non piace Huellebeq.
Giordano Tedoldi 19-12-2003 23:19
Bossi, con le sue stronzate, ha stancato perfino noi del Club Amici dei Pedofili, figurarsi i patiti di Houellebecq. Vero, se vedo un islamico che mi chiede dove sia la moschea, oggi non gli dico più la strada giusta, lo mando dritto dritto alla prima salumeria, ma resta il fatto che, talvolta, di rado certo, perfino noi impresentabili a scopo di lucro, titos (sì dico a te, ormai è puro totò e peppino) – perfino noi cambiamo idea quando troviamo le idee dei nostri nemici espresse in bella prosa, in scrittura non piagnona, non puerile, non broccolonamente retorica. Purtroppo per il testo di De Silva, era proprio una broccolonata retorica da campionato. Se giocavi la finale venti volte, venti volte il testo di De Silva vinceva. Vedi, non per paragonare gli imparagonabili, ma io che sono quasi totalmente contro ogni singola opinione espressa da Lord Bertrand Russell, quando lo leggo, nel preciso istante in cui lo leggo, condivido tutto. Ci metterei la firma. E sai perché? Perché quel vecchio arcigno whig sapeva scrivere. E prendeva sul serio le polemiche in cui s’impegnava, non sprecava il suo tempo e la sua età in bamboleggiamenti semplificatori. Detto questo, nel merito, perfino noi estimatori di Bokassa potremmo spezzare una lancia (tribale) per De Silva.
Giordano Tedoldi 19-12-2003 23:35
Mi accorgo adesso che c’è un passaggio fondamentale nel post di titonco: la scarsa presa sulla realtà del brand maltesiano, con la conseguenza che suddetto brand non interessi anima viva. Sono così d’accordo con lui che i miei racconti li leggo solo ai convenuti in seduta spiritica, e la medium, Madame Sousatzka, prende sonno. Ma urge interrogativo: e che ci fa lui su un forum di occultismo? Ci vuole convertire alla variopinta vita delle noccioline tostate? Io preferisco il pallore sbiadito degli spettri. Sieg Heil.
bene.