NEUKÖLLN – KOTTBUSSER TOR
di Davide Racca
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NEUKÖLLN
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Nella vetrina di lapidi il barboncino –
crepuscolare – dorme …
Si vende
con la morte – ci metti pure
l’insegna lunare …
La donna – in bianco di crisantemi
– la vita tarlata, vende – banane
nere – latte
e telefonate – senza articoli
da consegnare
alla grammatica tedesca –
Dal suo imbiss
un turco sta
– davanti al bolo di manzo
in forma di sidro
…
Dove corpi arrancano – fino
ad una lingua elementare, un taglio
di carne cade – e per il giorno
affila i suoi coltelli.
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Tutto a metà
prezzo, si coltiva
altrove:
un chiodo di nostalgia – e
mandorle – in abbondanza
di merci – ain oiro … ain
oiro … –
anche miele ceci
e arance
rancide … alle
alle …
e il bimbo
di bosforo – dagli occhi
di madre … ed eloquenza
di padre –
senza troppa psicologia.
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Spermafatica – roba
di popolo – sudore
di baracche – ammassato
a scatole –
Dopomercato da niente –
con dignità.
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Rozzamente –
il bisogno – si fa
giorno dopo
giorno –
…
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… waiss ni … – Nella doccia
fredda della pioggia – kain
plan kain plan –
si ripete …
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Nei corsi di silenzio – coazione
ad essere – distribuiscono
porto d’anime …
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Una speranza dal ponte
– il parco giostra svelta
stesse storie
dal canale di scolo …
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Ancora
la nuova generazione – sempre
di altra riva –
figlia.
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KOTTBUSSER TOR[1]
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Mani legate insieme – tutte
conciate male … i cani
tolgono il collare
sguinzagliano – in contumacia
– le urla dei padroni.
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Stringono lo stesso osso – lo stesso morso …
Si fa a chi lo sente più forte
armati di bottiglie fino ai denti.
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Possibilità in tutti i fondi …
Scavati in lineamenti di bucce –
spremono bottiglie nelle lacune
dei denti – vuoti a rendere.
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La signorina oltraggio rovescia la testa –
comprimendola contro ogni terra –
mecca – muro del pianto …
Per ogni golgota la rialza – sputa sentenze,
si getta addosso ogni genere di ortaggio.
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Lui si domanda – pensando
ad altro – e si risponde pure
– oscurandosi da sé.
Lui – che è calvo – si sputa
sulle mani, le passa
sulla testa – il muso da cavallo.
Pulisce le unghie nere
con unghie nere
smaltate…
strappa una pagina dal giornale
dei Motz[2] – Ci sputa sopra
come lucido da scarpe.
(La galleria dei giorni
passa affianco
senza convivenza). Strappa
un’altra pagina dai Motz
– La sfrega per bene sulla lingua
– ancora sulle mani – meticolosa.
Ripiega sotto l’ascella i Motz.
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Annusa i fiori di Kottbusser Tor.
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Gli occhi – capocchie di spilli –
dalle piccole fessure che roteano
uno da una parte – l’altro,
fuori di testa …
cerchiati vagano sottovetro.
La lingua – congelata –
pasteggia fame chimica.
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Una cicatrice dalla sua stoffa
di sego – il bastone
in tensione
dal precipizio della gamba –
Il dito – affonda nel barattolo
… si dibatte
senza peso.
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La beduina –
di gobba-piuma –
nera come un corvo –
si posa …
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RAUCHEN KANN TÖDLICH SEIN
– Lui è grigio – le braccia grigio–
cenere, pendule – coi gomiti
alle anche…
La bocca – arsenale di cenere –
cortina di fumo sulla testa –
allontana l’uomo dallo spazio.
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Il suo piccolissimo caso – di nascosto
– cresce – in
inconvenienze…
Invì
–invivì–
invisibile – il materasso
che si porta addosso –
perpetua –
in trasloco – una scossa
del sistema nervoso
…
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Basta poco – per finire
in altro luogo.
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[1] Fermata metropolitana nel quartiere di Kreuzberg
[2] Giornale venduto prevalentemente in metropolitana dai senzatetto di Berlino.
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Davide Racca, nato a Napoli nel 1979, è artista e autore. Ha realizzato Conatus nel 2006 al Real Museo di Mineralogia di Napoli e La Terra del rimorso a Benevento. Nel 2007 ha pubblicato l’e-book Oltremarescuro su http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/E-book.htm. Ha preso parte alla Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo (Puglia, 2008). Ha pubblicato il libro di disegni Inorganica vicenda, LA CAMERA VERDE, Roma.
I commenti a questo post sono chiusi
Bellissimo piano sequenza a dissolvenze incrociate; ogni tanto una soggettiva con primo piano e dettagli.L’io narrante si distacca ed è nella scena, sorta di narratore omo/eterodiegetico (prima e terza persona della narrazione). Emotività compressa, rattenuta, la drammaticità è tutta nella rappresentazione. Mi piace. Bell’esempio di poesia antilirica, capace comunque di trasmettere emozione. Bella prova. Bravo Racca.
molto molto bello, ha detto tutto (nei limiti di uno spazio blog) e bene salvatore.
Piaciute. Notevole capacità di associare immagini e concetti lontani fra loro. E’ una poesia spiazzante e originale, che anche quando s’avvicina al balbettio non perde in efficacia comunicativa. Complimenti all’autore.
lette
piaciute
a rileggerti
stop
Ringrazio per i vostri commenti…
Di recente, parlando con lo scrittore Ulrich Peltzer, che nella sua attività letteraria si è trovato più volte a occuiparsi di questi due “luoghi” della odierna Berlino (Neukoelln – quartiere a maggioranza turco-curda, e Kottbusser Tor – stazione metro di Kreuzberg, frequentata da emarginati e alienati perlopiù tedeschi), è emerso il valore simbolico che essi hanno in ordine al senso della “democrazia” occidentale, e allo spazio di tolleranza che essa offre all’immigrazione e all’alienazione (sicuramente lontano dai centri più turistici e commerciali).
Una società moderna, che tende a razionalizzarsi e ricostruirsi continuamente, con tutti i pregi che ha, non può non tener conto dell’individualità irriducibile di queste due anime, indelebili parti della popolazione.
I problemi sono enormi, ad ogni modo, e forse di impossibile paragone…
Un saluto
d