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TAV, Val di Susa e Corridoio5 (1)

di Maria Luisa Venuta

A Margine
Le vicende della Val di Susa ci interrogano profondamente su quali siano i meccanismi che hanno portato allo scontro fisico tra le forze dell’ordine e i valligiani. Il presidio e il blocco dei cantieri sono stati considerati l’unica via possibile per far sentire la voce dei cittadini alle istituzioni. E’ grave. Molti hanno rivissuto le giornate del G8 di Genova 2001 che sono scolpite nella memoria cellulare di chi c’era e di chi attonito inseguiva le notizie sulle reti televisive italiane ed estere.
Tra il G8 di Genova e il blocco dei cantieri della TAV della Val di Susa ci sono profonde differenze.

La TAV è parte di un progetto strutturato che ha 10 anni di vita. E’ inserita in pianificazioni territoriali europee e regionali che già nelle fasi di progettazione e studio di fattibilità implicano “partecipazione del pubblico” e “partecipazione dei portatori di interesse”. La domanda allora è quanto sia possibile e incisiva “la partecipazione democratica” definita nei protocolli internazionali, nelle direttive europee, nelle leggi nazionali e regionali sui grandi interventi strutturali, che hanno impatti rilevanti sull’ambiente e sulla situazione socio-economica di un territorio. Il caso della linea ferroviaria Lione-Torino è solo una briciola rispetto ai progetti infrastrutturali e alle pianificazioni che si stanno adottando in Europa.

Sulle vicende TAV e Val di Susa la prima sensazione, già maturata anni fa è che non stavano circolando informazioni circa il progetto in corso. Per lavoro, avevo svolto una breve indagine sui sistemi di informazione circa la TAV e la situazione era critica. Su internet i siti ufficiali delle istituzioni italiane non riportavano informazioni, documenti e le modalità di partecipazione erano taciute.

Il mio intervento sarà strutturato quindi a partire dall’esporre prima di tutto i fatti, in modo da inserire in un contesto definito quello che sta avvenendo.
In successivi interventi poi vorrei portare alla luce e sottoporre alla discussione alcune questioni che in Val di Susa sono state definite come critiche e che si ripetono e rischiano di ripetersi su altri progetti che incidono profondamente sulla nostra vita e sulla vita delle generazioni future.

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2 Commenti

  1. quanto sia possibile e incisiva “la partecipazione democratica” … sui grandi interventi strutturali

    Proponi un taglio originale e molto proficuo, aspetto di leggerti.

  2. Commento semiserio alla Res Valsusinae

    Sberle e manganelli. Pareva Valle Giulia e invece era Val di Susa. Mancavano solo le bombe MoloTav. Questo supertreno che non s’ha da fare, s’ha da fare… TAV, tre lettere che sintetizzano una storia: da una parte i Valsusini, con i loro eloquenti cartelli, con quelle tre lettere sparate come una mitragliata: TAV, Tiranni, Andatevene Via! Dall’altra, i poliziotti in TAV, Tenuta Anti Valle, ma anche Anti-Vaffa. In quelle tre lettere c’era la premonizione di quanto sarebbe accaduto alle tre di notte…
    “‘Tanto Andrete Via!”, il grido di battaglia della Curva Susa.
    “Tanto Andremo Avanti!”, la risposta dei celerini.
    “Tornate Al Viminale!” l”invito dei locali
    “‘Tenti A Voi…”, la minaccia dei caschi blu.
    “Terroni, Alè, Vinceremo!”, lo strillo degli indigeni.
    “…” lo stupore della falange.
    “Topastri, Antipatici, Vigliacchi!” l’incalzare autoctono.
    “TRUCIDATELI, AAA-VANTI!!!”, il comando del capoliziotto.
    “…” lo stupore della falange.
    “Ehm… (licenza letteraria) Tenente, Avanzare, Vicini!”, il più calibrato comando.
    “TE-NIA-MO AL-LA VAL-LE!” lo scandire dei tramontani che arretrano.
    “Tosti! Attenti! Veloci!” lo slogan della truppa che avanza.
    “TE-NIA-MO AL-LA VAL-LE!” il bis dei pedemontani.
    “Tenete Alla Vita” il sogghigno dei falangisti…

    E poi l’epilogo a suon di mazzate. Se fosse uno spot, sarebbe finito con le randellate in dissolvenza e una voce fuori campo a leggere la scritta in sovrimpressione:

    TAV, TORTORATE AI VALLIGIANI

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Maria Luisa Venuta
Maria Luisa Venuta
Maria Luisa Venuta Sono dottore di ricerca in Politica Economica (cosiddetto SECS-P02) Dal 1997 svolgo in modo continuativo e sistematico attività di ricerca applicata, formazione e consulenza per enti pubblici e privati sui temi della sostenibilità sociale, ambientale e economica e come coordinatrice di progetti culturali. Collaboro con Fondazione Museo dell'Industria e del Lavoro di Brescia e Fondazione Archivio Luigi Micheletti. Sono autrice di paper, articoli e pubblicazioni sui temi della sostenibilità integrata in lingua italiana e inglese.
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